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Autore: _Rael_89    21/09/2007    16 recensioni
La vita di Ino Yamanaka cambia radicalmente da un giorno all’altro: prima era una semplice ragazza di periferia, ora si ritrova ad essere figlia di un famoso politico! Le si prospettano davanti molte novità: nuova scuola piena di ricconi con la puzza sotto il naso, nuovi amici, nuovi rivali, nuovi amori… in particolar modo, saranno Sasuke ed Itachi Uchiha a far movimentare la sua già incasinata vita… una fanfiction a quattro mani, scritta in collaborazione con Mimi18!
[Pairings: SasuInoIta, GaaSaku/NaruSaku, NaruHina/KibaHina, ShikaTema, NejiTen, KibaKarin/SuiKarin, KakaKure]
Genere: Generale, Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Altri, Ino Yamanaka, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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capitolo primo

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 1
 

Una giovane ragazza dai capelli biondi, fissò la donna davanti a se, preoccupata.
“Ti prego, dimmi che non è vero!” urlò, disperata.
La donna abbassò lo sguardo. Gli occhi erano velati dalle lacrime.
“Mi dispiace Ino...” sussurrò.
“Mamma...mamma, come farò, io senza di te? Sarò sola!”
Ino si inginocchiò, davanti alla donna. Calde lacrime le rigavano il viso.
Sua madre aveva avuto una visita quel giorno. Era stata informata di avere un tumore. Un grave tumore. Non sarebbe potuta guarire, e sarebbe potuta rimanere con la figlia, solo per un altro mese.
“No, non sarai sola! È venuto il momento, per te, di sapere il nome di tuo padre...” disse con vigore, la giovane donna, afferrando le mani della figlia fra le sue.
La bionda la fissò con sguardo triste, ma incuriosito.
“Mamma...non avevi detto che papà...”
“Una bugia. In fin di bene, però...la nostra è stata una storia breve, da giovani ragazzi spensierati. Lui non sa nemmeno che sei sua figlia. Ci siamo lasciati prima che glielo dicessi...” spiegò, la madre, alzandosi e dirigendosi verso il computer.
“Perché, non provi a cercare Inoishi Yamanaka, Ino?”
La ragazza obbedì.
Digitò il nome nel motore di ricerca. Spalancò gli occhi, quando vide il risultato.
“Un...deputato?” domandò, sconvolta. Non pensava che suo padre fosse...un deputato famoso! Si ricordava perfettamente di averlo visto qualche volta in televisione. Se lo ricordava benissimo.
“Mamma io non...”
La ragazza si ritrovò una cornetta davanti al viso.
“Chiamalo.”
“Non possiedo il numero.” Spiegò, Ino.
“Terzo cassetto del mio comodino...” disse, la madre, indicando la camera della figlia.
Ino digitò il numero trovato.
“Mamma...è passato così tanto tempo, potrebbe non...”
“E’ giusto. Sono rimasta in contatto con il suo migliore amico, l’unico che sa di te. Chouza Akimichi.”
“Ma...che gli dico?”
La madre sbuffò, afferrando il telefono.
“Si? Pronto? Vorrei parlare con Inoishi. Si, sono una sua conoscente. D’accordo.” La donna coprì la cornetta con una mano. “Visto, non era difficile!!”
“Pronto?” una voce roca e adulta, fece sussultare entrambe.
“Inoishi...”
Silenzio.
“Miyu?” chiese poi, l’uomo, incerto. La donna annuì, consapevole di non essere vista.
“Già. Come va?” chiese, con leggero imbarazzo.
Ino sentì, perfettamente Inoishi deglutire.
“B-bene...come mai...”
“Voglio che tu ti prenda cura di mia figlia. Nostra, a dire il vero.”
“Figlia? Tu...non hai una...”
“Perché non lo chiedi a Chouza e non fai l’esame del DNA?” domandò, seccata, Miyu.
“Scherzi, vero? Chouza non potrebbe mai nascondermi una cosa del genere...”
“Oh, invece l’ha fatto. E per sedici anni, anche!” esclamò, allegramente la donna.
Ino si chiese da dove tirasse fuori tutto quel carattere. Era appena stata avvertita di avere solo un mese di vita, e che sua figlia, probabilmente sarebbe rimasta abbandonata. Wow...proprio super sua madre.
“Ok. Allora ho una domanda. Perché, se te ne sei presa cura per tanto tempo, dovrei accaparrarmela io?” domandò, acido, l’uomo.
Ino storse il naso.
“Bhe, perché...io ho ancora un mese, prima di lasciarla sola.” Spiegò, Miyu, leggermente scossa.
“Che...sei malata?” domandò Inoishi, con tono più dolce.
“Già.”
Un silenzio snervante. Ino pensò che praticamente stava per essere affidata a uno sconosciuto, anche se suo padre.
“D’accordo. Può venire da me, dopo che...bhe, hai capito.”
Miyu sorrise, vittoriosa. Ino la imitò, con un velo di tristezza.
“Grazie. Ino è una persona stupenda.”
Dopo i saluti, attaccarono.
Miyu Yamanaka si girò verso la figlia.
“Ora non sei più sola...”
Ino lasciò che altre lacrime le rigassero le guance, rosee.
“Si, ma a che prezzo?”

 

Ino Yamanaka si svegliò di soprassalto, il mattino seguente. Fissò, accaldata, la finestra di fronte al suo letto. Aveva sempre pensato che quella posizione, fosse scomoda. La mattina, la luce solare, la abbagliava.
Si alzò barcollante, tentando di ricordare i motivi per cui la sua notte era stata così...agitata.
“Mamma?” un mugolio. Si affacciò alla porta della cucina, non ricevendo risposta.
“Mamma?!” iniziò a preoccuparsi. Sua madre era malata, ecco perché era così agitata.
“Mamma!” urlò. Sua madre stava per morire, ecco perché iniziò a piangere.
“Mamma...” sussurrò, accasciandosi a terra.
Sarebbe rimasta sola. Con uno sconosciuto. Avrebbe dovuto abbandonare il paese, le sua amiche...rifarsi una nuova vita. E...bhe, tutto il resto.
“Ino? Mio Dio...ero in bagno, tesoro...”
La ragazza sospirò, sollevata, nel sentire le braccia della madre stringerla, calorosamente.
“Mi...mi ero...” balbettò, in preda ai singulti. Si aggrappò con forza al grembiule da cucina della donna, inondandolo di lacrime.
Miyu la cullò, premurosa, accarezzandole i capelli chiari. Le alzò poi il viso, e la guardò negli occhi. Uguali ai suoi...
“Ino...tu sei forte. Ce la farai anche senza di me. Voglio che quest’ultimo mese...sia speciale. Siamo fortunate! Abbiamo preso le vacanze estive, quindi potremmo stare sempre insieme!!”
La giovane spalancò gli occhi, stupita.
“Ma come puoi dire così! Fortunata?” chiese, con una nota isterica nella voce.
“Mh...oh, Ino! Scusa...non era quello che volevo dire! Solo...questo è il mio ultimo mese, tesoro. Non voglio  vedere lacrime. Ma sorrisi...” le disse, abbracciandola.
Ino sorrise.
“Mh, ok. In fondo sono forte. Come te, mamma...”

 

“Bhe, direi che se andrai a vivere con papà, dovrai comprare dei vestiti nuovi!” esclamò, Miyu, allegramente. Ino sorrise radiosa. Se c’era qualcosa che adorava era lo shopping. Non essendo molto benestanti, non poteva mai permettersi di spendere molto, ma quel giorno sembrava che sua madre fosse piuttosto decisa.
“Che ne pensi di questa gonna?” domandò, porgendo una gonnellina bianca a palloncino, ad Ino. La ragazza la fissò sognante.
“Dici davvero?”
La madre annuì, convinta.
“Certo, quando sarai con tuo padre potrai permetterti ogni cosa!”
Ino la fissò, un attimo.
“Sappi che preferirei continuare con questa vita, con te al mio fianco.”
Miyu si portò una mano alla bocca. Le parole della figlia l’avevano commossa. Molto. Afferrò una maglietta viola e un paio di jeans scuri.
“Provali, tesoro...”
La giovane provò a protestare...
“Ma io...”
“Niente ma!”

* *** *
 

Un’altra città. Un’altra vita.
Un ragazzo moro, camminava, scocciato, per le strade affollate di Tokyo. Aveva un look abbastanza trasandato, ma un occhio attento poteva benissimo notare le firme degli abiti.
“Sasuke?” un voce squillante ed energica. Il giovane si voltò. Una ragazza dai lunghi capelli rosa lo osservava con un sorriso malizioso.
“Che vuoi, Sakura?”
La ragazzo, arricciò le labbra, scontenta.
“Dovresti parlarmi meglio, Sasuke-kun!” si lamentò, incrociando le braccia al petto. Lui sbuffò, spazientito.
“Se, se...scusa. Adesso, se non ti dispiace, me ne vado!”
Si girò, convinto, ma fu fermato da un braccio che gli circondò il collo.
“Ehi, ehi, amico! Non si lascia una donzella da sola!”
Un giovane dai capelli biondi e gli occhi azzurri, ammiccò in direzione di Sakura.
“Tsk...Naruto, prenditela pure! Per me non ci sono problemi!” esclamò, indifferente Sasuke.
Le labbra di Sakura si arricciarono ancora di più.
“Ma!!”
“Sempre il solito...” sbottò, una voce alle loro spalle.
Il ragazzo di nome Naruto, rise divertito.
“Whe! Gaara! Ci onori della tua presenza?”
Il ragazzo in questione, alzò un sopracciglio scettico.
“Non sono qui per ascoltare le tue chiacchiere, ma per andare con Sasuke a vedere la partita.” Proclamò, con tono piatto.
Il biondo, falsamente offeso, si mise a terra, fingendo di fare cerchietti in un angolo. Sakura rise, divertita.
“Oh, Sakura! Eccoti!”
Una giovane dai capelli biondi, e una con i capelli neri, avevano raggiunto l’amica di corsa. Lo dimostrava il fatto che entrambe ansimavano, probabilmente non abituate a correre.
Naruto si illuminò.
“Temari! Karin! Ave a voi!”
Aveva circondato le spalle delle due, con le proprie braccia. Le ragazze, energicamente, gli avevano scoccato un bacio su entrambe le guance. Il biondo si girò verso Sasuke.
“Visto, Uchiha! Io si, che ho successo con le donne!” e se ne andò, ridendo della sua battuta.
Il ragazzo scosse la testa, annoiato.
“Quello è un idiota.” Se ne uscì, Sakura, fissando il moro di sottecchi. Il giovane, sentendosi osservato, alzò lo sguardo su di lei, che sorrise.
“Li seguiamo?” domandò, Gaara, osservando l’amico in attesa.
Sasuke ci pensò un attimo, poi annuì. In fondo, non aveva nulla da fare.

 

Rincasò poco prima dell’ora di cena. Fece in tempo a farsi una doccia e a cambiarsi, per poi raggiungere la famiglia in sala da pranzo.
Quella sera, la cena, era a base di pesce.
“Hai...fatto qualcosa di interessante, oggi, tesoro?”
Mikoto Uchiha, fissò il figlio con sguardo dolce, mentre un cameriere poggiava il secondo piatto davanti a lei.
Sasuke sorrise, con altrettanta dolcezza, in direzione della madre.
“No, sono stato solo con Naruto e Gaara.” Disse, fissando il fratello di sottecchi.
“E tu, caro?” domandò, appunto la madre, fissando l’altro figlio.
Il ragazzo poggiò le posate e si pulì, con eleganza, la bocca. Fissò la madre, e sorrise.
“Nulla. Ho solo trascorso la giornata in compagnia di Sasori.” Spiegò, con nonchalance. Sasuke sbuffò, impercettibilmente.
Itachi Uchiha. Suo fratello maggiore. Intelligente, bello e popolare. E per di più adorato da tutti.
“Dimmi, Sasuke...” proruppe il padre, con tono burbero, ma calmo.
“Mh?”
“Quando hai intenzione di finire i tuoi doveri?” domandò, per poi, inghiottire un altro boccone di pesce.
Sasuke fece finta di pensarci.
“Mh. Pensavo di averli già finiti, ma a quanto pare mi sono scordato qualcosa.”
Il padre, annuì, soddisfatto.
“Ottimo, ottimo...quindi hai finito tutti i compiti scolastici...?”
Sasuke annuì.
Itachi fece un sorriso di scherno. Per la famiglia, Sasuke, era ancora un bambino. Il coccolotto. Quello che veniva prima di tutti.
“Io ho finito...” proclamò, alzandosi, scocciato.
Raggiunse la sua stanza e si buttò di peso sul letto.
“Che palle...” sussurrò. Alzò lo sguardo, per osservare oltre la finestra. Voleva che quella vita noiosa si smuovesse. Voleva...cambiare.

 

“Mah...direi che questa stanza può andare bene.”
Un uomo biondo, fissava, disinteressato un enorme camera da letto, in perfetto stile femminile.
Un cameriere, in piedi davanti a lui, sorrise divertito.
“Siete agitato, per il suo arrivo, vero signore?” domandò. Ormai aveva confidenza con il padrone di casa. Lavorava per lui da quasi vent’anni.
“Bhe, è mia figlia. Una...femmina! Io non ci so fare con le femmine! Dopo avere cresciuto per sedici anni un ragazzo, come farò a...occuparmi di lei?” domandò, con una leggera nota isterica. Molto simile, a quella che Ino Yamanaka aveva avuto con la madre.
“Suvvia, sarete un buon padre! Non le farete mancare nulla! Sono sicuro che sarà felice di vivere con voi!”
Inoishi Yamanaka sbuffò.
“Mh...è poi, come la prenderà?”
“Parla di suo figli?”
“E di chi altri, Asuma?”
L’uomo ci pensò un attimo. Conosceva bene il carattere del ragazzo. Annoiato e strafottente, e non amava molto, la gente estranea. In particolare le donne.
“Bhe...” non trovò le parole adatte, per descrivere il suo pensiero.
“Te lo dico io...male!”
Asuma annuì, sconsolato.
“Comunque, vedrete che capirà. È un ragazzo intelligente!!”
Inoishi sbuffò, spazientito.
“Spero che sia come dici tu, Asuma...”

 

* *** *
 

Era passato un mese esatto. E come un orologio svizzero, Miyu Yamanaka aveva lasciato tutto e tutti.
Ino pianse amaramente per tre, lunghi, insostenibili giorni. Calde lacrime, di tristezza, piene di tutto l’amore che provava per la madre. Ma come le aveva ricordato la sua amica, non c’era tempo per le lacrime. E poi, Ino, era sicura che sua madre non sarebbe stata felice di vederla...così.
Rimase, fiera, accanto alla tomba della madre, con gli occhi umidi, ma orgogliosi, al funerale; sorretta da un’amica.
E poi...iniziò a preparare i bagagli, perché c’era una nuova vita da iniziare. Una vita senza la madre, senza più gli amici di sempre...in un mondo nuovo e sconosciuto, di cui lei aveva solo sentito parlare. Di cui non sapeva, veramente, nulla. Di cui non aveva mai fatto parte.
Si ritrovò seduta, a disagio, su una lussuosa macchina nera. Non ne conosceva nemmeno il nome, pensò sconsolata.
Fissava il paesaggio distratta, con la mente che volava, incantata, a tutte le cose che avrebbe potuto fare. Le avrebbe fatte anche per la madre. Ma soprattutto...soprattutto le avrebbe fatte per se stessa.
Si ritrovò abbastanza stupita, quando arrivò alla...sua nuova casa. Ma poteva davvero chiamarla casa? In verità pensava che fosse una reggia.
E stando alla donna che l’accolse, molto elegante, vi vivevano anche un re e una regina.
“Ino, cara! Io sono Yoshino! Benvenuta! Mio marito, tuo padre, Inoishi, ti aspetta!”
Ino annuì, imbarazzata.
La sua nuova vita aveva inizio. Aveva inizio...la sua rivincita.

 
Salve! In primis, complimenti per aver letto tutto il primo cap ^^
Come avrete capito, protagonista assoluta è Ino…
ammettiamo che la trama non è tutta farina del nostro sacco, ma ci è stata data una mano dalla mamma di Mimi (Grazie *o* )!
E’ una SasuInoIta (lasciamo un velo di mistero su chi dei due sceglierà alla fine! ), ed altre coppie ancora da definire…
Dei capitoli dispari se ne occuperà Mimi, dei pari Rael!
E’ la prima fanfiction che scriviamo assieme, e speriamo che il nostro lavoro vi piaccia!
Un’ultima cosa: aggiorneremo una volta a settimana… quindi, a venerdì prossimo!
Bacini
Mimi18 & _Rael_89


 

  
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