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Autore: Louissbottom    10/03/2013    2 recensioni
Otto ragazzi, di cui due ragazze. Tutti amici dall’infanzia, vicini di casa. Inglesi, londinesi, più precisamente. Le loro età vanno dai diciotto ai ventun anni. Per aver disobbedito ai loro genitori si ritrovano ad affrontare i cinque anni del liceo in Italia come punizione. I loro genitori sapevano che non si sarebbero voluti distaccare dalla loro amata Londra per nessun motivo, così i genitori delle due ragazze decisero di mandarle a studiare in un liceo di Milano. I genitori dei ragazzi ebbero la stessa idea, cosa che nessuno sapeva. Così gli otto amici si ritrovano di nuovo insieme, per la loro felicità. I loro nomi sono Josh, Niall, Zayn, Christine, Liam, Harry, Cher e Louis.
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Capitolo 2.
Gli presi la mano e cominciai a massaggiarla. Sentii l’altra mano di Zayn che s’infilava tra i miei capelli, dietro la nuca, e la sua bocca che si avvicinò al mio collo, dandomi un bacio.
Zayn: Fai un buonissimo odore. Mmh. –
Commentò. Mi allontanai respingendolo.
Io: Ma sei cretino? Mi hai fatto prendere un infarto con la tua mano del cazzo. Cazzo, lo sapevo che te l’eri inventato, cazzo. –
Zayn: Hai finito di dire cazzo? Se vuoi… -
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Buona lettura!♥ :)
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 5






Io: Ne vuoi una? –

 

Dissi indicando il pacchetto di sigarette.

 

Andrew: Te fumi? Ma sei scema? –

 

Disse serio.

 

Io: Beh, sì. Da un paio d’anni. Il mio amico mi ha fatto provare e adesso non riesco a smettere. –

 

Andrew: Wow, abbiamo una cosa in comune. –

 

Io: Cioè? –

 

Dissi accendendo una sigaretta.

 

Andrew: Fumo anche io. –

 

Disse mostrandomi il suo accendino.

 

Andrew: Dai, ti faccio compagnia. –

 

Si accese una sigaretta e dopo il primo tiro, mi lasciò una boccata di fumo in faccia.

 

Io: Ma sei cretino? –

 

Andrew: Ehy, tutta questa confidenza? –

 

Disse ridendo.

 

Io: Ma smettila di parlare di confidenza. Sei il primo che vuole prendere confidenza con me. E comunque sai che quando un ragazzo lascia una boccata di fumo in faccia ad una ragazza, significa che vuole un suo bacio? –

 

Lo provocai. In fondo anche io lo volevo. E dubito che lui non lo sapesse.

 

Andrew: Ma dai? Sai, non sono nato l’altro ieri. –

 

Io: Ah, no? E io che pensavo il contrario. –

 

Dissi buttando a terra il mozzicone di sigaretta ormai consumato.

 

Andrew: Metti caso che io volessi questo bacio, tu che diresti? –

 

Io: I baci non si chiedono. I baci si rubano. –

 

Andrew: Giusto. –

 

Disse, buttando a terra anche il suo mozzicone consumato.

 

Andrew: Sai che mi ha fatto bene parlare con te? Adesso dovrei andare, altrimenti trovo mia zia addormentata e poi dovresti ospitarmi a casa tua stanotte. Un casino, insomma. –

Mi provocò. Non dirmi che se ne stava andando così. Dopo avermi tenuta al freddo, un bacio ci stava. Era gay?

 

Io: Ci vediamo domani allora? –

 

Dissi appoggiata al muro.

 

Andrew: Sì, certo. –

 

Si avvicinò a me dandomi un bacio sulla guancia. Stava per darmi un altro bacio sull’altra guancia quando sentii la sua mano destra accarezzare la mia guancia sinistra. Molto lentamente le sue morbide labbra si poggiarono sulle mie. Una sensazione indescrivibile. Rimasi inizialmente immobile, presa dal momento, ma poi misi le mie mani dietro al suo collo, facendomi trasportare dal sapore di quel bacio.

 

Io: Devo entrare, Andrew. Domani ho scuola. –

 

Andrew: A domani tesoro. E grazie. –

 

Io: Grazie di cosa? –

 

Andrew: Di aver accettato il mio bacio. –

 

Risi arrossendo un po’ e dopo avergli lasciato un bacio sul suo labbro inferiore, gli diedi la buona notte entrando in casa e dirigendomi in camera mia. Cher si era già addormentata, così le posai un bacio sulla guancia ed andai a dormire anche io. Mi addormentai pensando a quello che mi era appena successo. Mi sentivo strana, all’altezza dello stomaco. Le mie farfalle avevano ripreso vita. Con il sorriso sulle labbra, crollai nel più profondo dei sogni.

Erano le sei di mattina quando il mio cellulare squillò.

 

Io: Pronto, Harry? –

 

Harry: Chris, è successa una cosa. Ho fatto un bruttissimo sogno. –

 

Disse piangendo.

 

Io: Harry, non piangere. Stai tranquillo. Adesso mi vesto e vengo da te, okay? –

 

Harry: Okay. –

 

Disse singhiozzando e chiudendo la chiamata subito dopo. Mi vestii di fretta e dopo aver preso le chiavi della mia macchina, mi diressi verso casa di Harry. Appena arrivai gli mandai un messaggio. Non volevo suonare il campanello per paura di disturbare gli altri. Appena aprì la porta, senza dirmi niente, mi abbracciò.

 

Io: Ehy, va tutto bene. Adesso ci sono io qui con te. Sediamoci e raccontami tutto. –

 

Harry annuì e ci andammo a sdraiare sul suo letto ancora caldo.

 

Io: Cos’hai sognato? –

 

Harry: È stato un incubo. Eravamo tutti insieme e poi ad un tratto eravamo solo io e te, gli altri erano spariti. Mentre ti parlavo, piano piano sparivi anche tu. Ho paura Chris, ho paura di restare solo, e il mio sogno vuole dirmi proprio questo, che un giorno resterò da solo. –

 

Io: Tesoro. Non dire fesserie. Qualsiasi cosa accada, io sarò sempre con te. Anche se tu dovessi diventare un maniaco assassino, io sarò al tuo fianco, non preoccuparti. E poi era solo un sogno, non devi badare alle piccole cose. –

 

Dissi abbracciandolo. Singhiozzava ancora, così per tranquillizzarlo cominciai ad accarezzare i suoi capelli.

[…]

Erano le 07:30 e mi svegliai di soprassalto quando la sveglia del mio cellulare suonò. Mi trovai Harry che dormiva sul mio ventre, ed io ero appoggiata allo schienale del suo letto. Lentamente lo svegliai.

 

Io: Harry, tesoro. Dai alzati. Dobbiamo andare a scuola. –

 

Harry: Lou, altri cinque minuti. –

 

Io: Sono io, Chris. –

 

Si alzò di colpo e mi guardò stranito, poi ricordò. Aveva un’espressione strana, gli occhi ancora gonfi dal pianto, ed uno sguardo ancora preoccupato. Mi diede il buongiorno ed andò in bagno.

 

Harry: Cazzo, sembro un mostro. –

 

Io: Tranquillo, ti sistemo io. –

 

Presi la mia borsa ed entrai in bagno con lui.

 

Harry: Ma sei pazza? Io non lo metto quel coso. –

 

Disse indicando il correttore.

 

Io: Dai Harry, almeno copriamo quegli occhi gonfi. –

 

Si convinse di malavoglia. Dopo averlo sistemato, si sentirono dei passi avvicinare. Vidi un Zayn con il letto ancora appiccicato al suo corpo entrare in bagno.

 

Zayn: Tesoro, che ci fai qui? Mi cercavi? –

 

Ma quanto era odioso? Anche di mattina, oh.

 

Io: No, Zayn. Adesso non rompere il cazzo e vai a fare colazione. –

 

Zayn: Subito. –

 

Disse ridendo ed andando in cucina.

 

Io: Ehy, Harry. Promettimi che non penserai mai più di restare da solo, okay? –

 

Dissi sottovoce e prendendo il suo viso tra le mani.

 

Harry: Okay. –

 

Io: Ci sarò sempre io con te. –

 

Harry: Va bene. –

 

Sospirai e lo abbracciai.

 

Louis: Ehy Harry, dove sono i preser.. Oh, ciao Chris. –

 

Io: Ciao. –

 

Dissi aggrottando le sopracciglia. Avevo sentito qualcosa di strano.

 

Io: Ehm, Harry. Adesso vado a casa a preparare lo zaino. Ci vediamo a scuola. –

 

Harry: Ehm, okay. –

 

Louis: C’è qualcosa che non va? –

 

Harry: No, tutto apposto. –

 

Disse poco convinto. Gli lasciai un bacio sulla guancia ed uscii da quella casa andando nella mia. Harry era sensibile, molto, ma non lo avevo mai visto piangere per una cretinata. Qualcosa mi diceva che quello che mi aveva raccontato era una balla, ma conoscendolo, e sapendo quanto tiene alla nostra amicizia, gli ho creduto, diciamo. Arrivai a casa e trovai Cher che aveva appena finito di far colazione.

 

Cher: Buongiorno, che è successo al riccio? Ho visto il bigliettino che hai lasciato sul tuo letto questa mattina. –

 

Io: Lascia perdere, ha fatto un incubo e ci è rimasto troppo male. Sono andata a consolarlo. Anche se credo che sia una balla. –

 

Cher: Ma cos’ha sognato? –

 

Io: Che ad un certo punto restava da solo senza amici, senza noi. Però non capisco, perché ha chiamato me? C’erano Zayn e Louis in casa. –

 

Cher: Allora hai ragione, era una balla. E devi assolutamente scoprire di che si tratta. –

 

Sospirai ed andai a preparare il mio zaino. Quella mattina avevo già sospirato troppe volte. Prevedevo una brutta mattinata. Cambiai pensieri quando vidi il mio pc in stand-by. Lo accesi e vidi che stavo sul profilo twitter di Andrew. Improvvisamente mi tornò a mente tutto quello che era successo la sera precedente ed un sorriso si fece padrone delle mie labbra. Iniziavano i dubbi, i primi dubbi. Cosa significava? Quando l’avrei rivisto? E quando ci saremmo rivisti, come l’avrei dovuto salutare? Mi piaceva? Tutte domande a cui avrei trovato risposta quando lo avrei rivisto…

In fretta mi preparai e con Cher ci dirigemmo a scuola.

 

Io: Ma come mai non sono ancora arrivati quei cre… –

 

Non finii di pronunciare quella frase che sentii la risata di Nialler. Mi girai e lo vidi, con i suoi soliti occhiali da sole, scendere dall’auto di Josh, seguito da lui. Mi avvicinai a loro.

 

Io: Tutte queste risate di prima mattina? –

 

Niall: Perché AHAHAHA doveva prendere un caffè corretto ed ha detto alla cameriera che AHAHAHAH voleva che gli correggesse il caffè AHAHAH –

 

Io: Niall, non fa ridere. –

 

Lo guardai. Mi guardò. Tornò serio.

 

Niall: Cazzo fattela una risata! Ridi solo per le battute di Louis. –

 

Io: Veramente non rido nemmeno alle sue perché siete tutti dei cretini. Escluso Josh.

 

Josh: Grazie. Te ne sarò riconoscente. –

 

Lo guardai con un sorriso e poi gli corsi incontro ad abbracciarlo.

 

Io: Tu sei l’unico normale. Anche se qualche volta ho i miei dubbi. –

 

Josh: Eeh. –

 

Mi guardò un po' male. Credeva stessi scherzando.




 

Salve! :)

Passata bene la festa della donna? Spero di sì.
Allora, inizio con l'augurarvi una buona Domenica,
anche perché domani è lunedì e c'è scuola. Cazzo.
Piaciuto il capitolo?
C'è una parte che vi piace in particolare?
Fatemi sapere.
Voglio lasciarvi una gif molto mlmlml (clicca
qui)
Adesso vado a scrivere l'altro capitolo e a studiare
(sì, come no.)
A presto splendori. ♥

Twitter:
Louissbottom

 

   
 
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