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Autore: Alyss_    11/03/2013    4 recensioni
Da oltre dieci anni si protrae una sanguinosa guerra che ha distrutto molte speranze e spezzato numerose vite. Il misterioso e potente Nagranus è deciso ad impadronirsi dei regni di Angeli e Devil, ed è disposto a tutto per riuscirsi. Nessuno riesce a fermare l'avanzata dell'Esercito Nero, e sembra non ci sia più alcuna possibilità di vittoria. Soltanto Rafael, un Angelo, e Tenebris, una Devil possono fermarlo. I due si incontreranno, e le loro vite si intrecceranno inesorabilmente, fino a scoprire il vero motivo del conflitto e di un potere antico e millenario, che tutti credevano perduto sin dalla notte dei tempi...
N.B.: La storia non c'entra nulla con la serie "Angel's Friends"
Genere: Fantasy, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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AMORE PROIBITO
-Capitolo 2-
 
<< Gabriel!>> urlò una voce alle spalle dell’Angelo. Quest’ultimo si girò a mezz’aria, menando un fendente all’altezza della testa con la spada. La lama bianca ne incontrò una imbrattata del sangue nero e viscoso come melassa appartenente ai mostri creati dall’Esercito Nero, facendo volare dappertutto schizzi scuri. Di fronte a lui c’era un giovane Angelo, che agitava le enormi ali bianche nell’aria tersa del mattino. Aveva lisci capelli neri, forse un po’ troppo lunghi per le loro usanze, e profondi occhi verdi, uguali a quelli del fratello minore.
<< Rafael, fratello mio. >> disse Gabriel, con voce rotta, mentre ringuainava la spada. L’altro socchiuse gli occhi, che perforarono quelli dell’Angelo di fronte a lui.
<< Dov’è nostro padre? >> chiese con voce dura, mentre piccole gocce di sangue colavano dalla punta dell’arma ancora sguainata. L’altro deglutì, e disse infine:
<< Morto. >>
Niente, nessuna reazione. Solo un tic della mascella faceva intuire quanto fosse sconvolto. Gabriel aspettava da un momento all’altro l’esplosione del fratello, che stringeva ossessivamente in mano l’elsa della spada.
<< Quei bastardi! >> ruggì << Come hanno osato! Maledetti! >>urlò, tracciando un arco con la lama in direzione dell’esercito. Dal filo della spada scaturì un arco bianco, che uccise tutti i soldati delle prime file. Altri presero il loro posto, camminando sui corpi dei loro compagni che giacevano a terra con i vestiti fumanti.
<< Rafael! Smettila, stai consumando la tua energia! >> gli disse il fratello afferrandogli il polso. La tempesta che si agitava nelle iridi verdi di Rafael si placò, lasciando il posto ad una piana desolata e indicibilmente triste.
<< Hai ragione, scusami. >> disse mentre ringuainava la spada. << Dobbiamo andare dagli Angeli Anziani, sono nascosti nella parte Sud della città, vicino alla font... >> si bloccò, mentre spalancava gli occhi, stupito, fissando qualcosa alle spalle di Gabriel. Quest’ultimo si girò a guardare, e per poco non svenne: una spaventosa colonna di fumo nero si innalzava nel limpido cielo mattutino, simile ad un enorme serpente che si srotola davanti al suo incantatore.
<< Ma... ma... Lì c’è... >> balbettò Gabriel, incapace di formulare un singolo pensiero coerente, al contrario di Rafael che era apparentemente calmo.
<< C’è la capitale dei Devil. Questo vuol dire che le nostre città non sono le uniche a essere state messe a ferro e fuoco, e che i Devil non aiutano il Generale Nagranus... >> aggiunse l’angelo moro, quasi meditabondo.
 Infatti le due capitali, Davlvil e Anglevil, erano situate all’estremo confine dei due regni, e l’una distava solo pochi chilometri dall’altra, in modo che se l’altro popolo avesse provato ad attaccare tutti se ne sarebbero accorti. Erano circondate da un’enorme foresta che abbracciava entrambe le città, e che si estendeva sino ai confini del Deserto e a quelli dei due regni.
<< Ma... ma questo è impossibile! I Devil sono creature malvagie e... >> cominciò il minore, infervorandosi, ma venne fermato da un cenno della mano di Rafael, che stava ancora pensando. Gabriel poteva quasi sentire il rumore dei meccanismi del suo cervello che si mettevano a ronzare. Un boato fece sussultare entrambi, che si voltarono verso la porta del Nord. Gli Angeli avevano eretto delle barricate formate da macerie appoggiate alle porte principali per respingere l’orda di invasori, e avevano tessuto una fitta trama di incantesimi a sostenerle. Ma sotto l’impeto dei colpi nemici, gli incantesimi si spezzavano uno dopo l’altro come tanti fili ormai consumati dallo sfregamento contro le dita del tessitore.
<< Le barricate stanno cedendo! Muoviti, dobbiamo andare subito dagli Angeli Anziani! >> disse Rafael, ma il fratello scosse la testa. Fissava le fila dei nemici con le iridi brucianti di odio, mentre sguainava la spada e faceva atto si slanciarsi contro di loro, ma venne trattenuto dall’Angelo moro.
<< No, dobbiamo andare dagli Anziani per capire come sconfiggere l’Esercito Nero! >> disse, cercando di persuaderlo.
<< Devo vendicare nostro padre! >> urlò l’altro, cercando di liberarsi con uno strattone. 
Per un attimo, anche Rafael fu tentato. Si immaginava vincitore, mentre con una mano sollevava la testa mozzata del generale Nagranus e il popolo acclamava lui e il fratello come degli eroi. Per un attimo, per un singolo istante, fu tentato di sguainare la spada e volare contro i nemici, imperversando dall’altro insieme a Gabriel. Poi scosse la testa, cercando di scacciare quei pensieri, e disse con un tono che non ammetteva repliche:
<< Nostro padre non lo vorrebbe, vorrebbe che noi pensassimo alla salvezza del popolo piuttosto che alla vendetta. Tu non sei mai stato abile con gli incantesimi, e se ci fosse uno stregone tra le fila nemiche? Sai come combattono: individuano i più deboli e si insinuano nella loro mente, uccidendoli e facendoli cadere a terra come volatili colpiti da una pietra. Dobbiamo andare dagli Anziani. Ora. >> concluse, calcando la voce sull’ultima parola.
Il fratello si arrese, e ringuainò la spada la cui lama era ancora bianca, guardando per l’ultima volta il campo di battaglia, mentre volava verso la fontana della zona Sud della città.
Atterrarono davanti al monumento, e entrarono in una delle case diroccate ai margini della via. La porta era stata sfondata, e il passaggio era talmente piccolo che dovettero chiudere le ali sulla schiena e chinarsi per poter entrare. La casa era semidistrutta: sulle pareti di legno marcio c’erano segni di profonde incisioni e bruciature, i mobili erano rotti o rovesciati per terra, i libri buttati sul pavimento senza alcun riguardo, le pagine aperte e stracciate, i soprammobili ridotti ad un cumolo di macerie.
<< Qualcuno è stato qui. >> sussurrò Rafael, e Gabriel gli strinse il braccio per fargli capire che aveva sentito. << Cercavano qualcosa... oppure qualcuno. >> aggiunse dopo un attimo, e la presa sul braccio dell’Angelo moro si fece spasmodica, stappandogli una smorfia di dolore.
<< Secondo te, sono ancora qui? >> domandò Gabriel in un sussurro e una voce beffarda ,alle sue spalle, disse:
<< Credo di si, angioletto! >> 
I due Angeli si voltarono di scatto, sguainando all’unisono le spade. Di fronte a loro c’era una figura maschile, con spalle larghe, e i muscoli del petto visibili anche sotto il mantello nero. Il cappuccio era alzato e celava i lineamenti dello sconosciuto. 
<< Chi sei? >>
 Lui ghignò, o per lo meno sembrò che ghignasse, poiché i due angeli non potevano vedere il suo volto nascosto dal tessuto nero.
<< Mentis oculis invisibilis!*>> esclamò l’uomo, e la temperatura all’interno della stanza sembrò calare di qualche grado. Con uno rumore simile a quello di una stoffa che si strappa, l’incappucciato sparì in un lampo bianco.
<< Dov’è? >> esclamò Gabriel, e Rafael alzò la mano mentre chiudeva gli occhi, la fronte solcata da piccole rughe.
<< Lo sento, è ancora qui... Lo percepisco ancora... E’ alle tue spalle! >> urlò aprendo gli occhi di scatto, mentre colpiva con la spada qualcosa di invisibile alle spalle del fratello minore. Un rumore di tessuto lacerato, e la lama già sporca di nero si tinse di un rosso vermiglio, che spiccava sul sangue scuro degli Abtidi***. 
<< Maledetto! >> urlò l’uomo mentre nell’aria si formava un taglio da cui colava sangue rossastro. << Ferte me ad dominum meum!** >> urlò con voce sepolcrale, mentre lo squarciò spariva.
 Poi tutto tacque.
 Gabriel ansimava come se avesse fatto una lunga corsa, mentre fissava la macchia rossa che si era allargata sul pavimento.
<< Se ne è andato davvero, adesso. Non lo sento più... >> mormorò Rafael.
<< Chi era? Cosa era? >> disse Gabriel , e il fratello scosse la testa. Un mugolio gli fece alzare il capo di scatto, mentre percorreva con lo sguardo la casa devastata.
<< Hai sentito anche tu? >> sussurrò il fratello minore, e lui annuì lentamente. Con la spada in pugno si avvicinò ad un mobile, e lo scaraventò sul pavimento con un calcio, rivelando una porta nascosta. La spalancò, e vide tre anziani Angeli seduti su delle sedie di vimini intrecciato. 
<< Voi siete gli Anziani? >> domandò, e loro annuirono.
<< Cosa è successo? Abbiamo sentito combattere. >> disse quello che pareva il più giovane, se di giovinezza si poteva parlare.
<< Era un sicario, presumibilmente mandato qui per uccidervi. >> intervenne Gabriel mentre entrava nella stanza, evitando con cura il mobile caduto a terra.
<< Non è un sicario qualsiasi, Gabriel... E’ anche uno stregone, ha usato la magia, e parlava Agelivil Antico. # >> lo corresse il fratello , e i tre Angeli si scambiarono uno sguardo preoccupato,
<< Angelivil Antico? Ma quella lingua risale a... a quasi dieci secoli fa! >> esclamò Gabriel stupefatto. L’Angelo più anziano prese la parola, e disse con voce grave:
<< Non è uno stregone. E’ qualcosa di molto più oscuro, che si credeva scomparso dalla notte dei tempi. >> tacque un attimo, e sembrò che stesse raccogliendo le parole sulla lingua << E’ un Demone. >>
 
 
# Agelivil Antico = corrisponde al nostro latino.
* Mentis oculis invisiblis =  Invisibile alla mente e agli occhi.
** Ferte me ad dominum meum = Portami dal mio signore.
***Abtidi = mostri creati con la magia nera dagli stregoni dell’Esercito di Nagranus, con lo scopo di combattere Angeli e Devil. Sono stati aggiunti alle fila dell’Esercito Nero, e sono temibili avversari che attaccano alle spalle e infieriscono sui corpi di chi cade in battaglia, dominati da una furia cieca. Hanno il corpo di un lupo, ma non hanno peli a coprilo e la pelle marrone come fango. La testa è quella di un cinghiale, coperta da una rada peluria gialla, mentre gli occhi sono rossi come tizzoni ardenti. Possono essere uccisi solo da un colpo in mezzo agli occhi, oppure sul cerchio rosso che hanno sulla schiena.
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Look at me!
Ma salve, luci dei miei occhi! Allora, vi è piaciuto il mio chappy? Io spero di si! Ma veniamo a noi! Voglio ringraziare LadySaphira, senza la sua infinita pazienza, questo capitolo sarebbe pieno di orrori grammaticali. Ma che sarà 'sta mania di mettere il mantello con il cappuccio? E i Demoni? Chi sono? Cosa vogliono? Siete ancora qui a rompervi le scatole? Bravi, vi ammiro! Se il mio capitolo vi è piaciuto, mi lasciate una recensioncina? Sono una cosa che fa bene all’autostima di un autore!
Baci, Diamante <3
P.s. Ecco, ora ho spiegato perché dicevo "Devil" e non "Demoni", sono due cose totalmente diverse!
  
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