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Autore: TheREVolutionary    11/03/2013    0 recensioni
Anno 521 a.C
Grecia.
In questi anni, inizia la formazione di un ragazzo, un ragazzo molto particolare. E' un periodo di grandi pensatori e di grandissimi progressi in campo filosofico. Ma, questo ragazzo di nome Eraclito, scoprirà molto presto quanto ciò in cui crede possa penetrare il suo sangue fino a diventare una rappresentazione materiale.
Genere: Azione, Fantasy, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anno 508 a.C.
Eraclito aveva ora 27 anni, ma nonostante questo, il suo svago preferito non era cambiato.
Era sera, e stava rientrando a casa dalla sua solita corsa giornaliera. Però questa volta era solo, perché il (non più) piccolo Eraconte era rimasto a casa, visto che aveva l'incontro con il suo nuovo insegnate privato.
Eraclito passò tutto il viaggio di ritorno e rimuginare sul suo passato. Pensò a cosa era cambiato, come, ed in che modo... E perché.
All'età di 23 anni rinunciò alla già decisa carica di sacerdote, per favorire il fratello, al quale la cosa interessava decisamente di più. Lui si era più che altro concentrato sulla ginnastica e sulle sue conoscenze personali. Nonostante fosse così giovane, aveva una grandissima capacità di vedere il vero, e sviluppò presto una sua verità, riassumibile con il concetto di “panta rei”, ovvero “tutto scorre”. Nella sua verità, nulla rimane uguale. Più il tempo passa, più le cose cambiano. E ciò non esclude niente e nessuno. Sopra ogni cosa si staglia, sovrano, lo scorrere del tempo, il quale porta tutto al mutamento. Lui lo sapeva bene.
Nel frattempo, era arrivato a casa. Una bella casa, grande, con un gran giardino perfettamente curato.

Entrò salutando a gran voce: "Sono a casa!". Nessuna risposta. In lontananza, sentiva alcune voci. Riconobbe quella di Eraconte, ma non l'altra. Allora si incamminò verso la fonte di quei rumori, passando per il corridoio migliore della casa, anche se a lui non piaceva molto, per il semplice fatto che, da quando ha memoria, non è mai cambiato di una virgola.
Uscito dal corridoio, si ritrovò nella sala degli studi del padre. Davanti a lui, il fratello, preso in un'animata discussione con un'altra persona che non aveva mai visto. Era un uomo alto, non giovanissimo. Indossava una lunga tunica grigia e bianca, con una cintura nera in vita. Era calvo, e portava uno strano copricapo. Appena si accorse del ragazzo, smise di interloquire con Eraconte, e si fermò a guardarlo. Lo squadrò da capo a piedi per almeno tre volte. Dopodiché, disse: "Giovane, fisicamente ben messo, capelli rossi... Eraclito, dico bene?". Il ragazzo non fece in tempo a rispondere, perché fu preceduto dal fratello. "Si, è mio fratello. Come suo solito, si era recato al casolare per sviluppare le sue abilità motorie". Poi fece, rivolgendosi al fratello:"Eraclito, ho il piacere di presentarti Parmenide, il mio nuovo insegnate privato". L'uomo fece un cenno di saluto con la testa, al quale Eraclito rispose in egual modo. "Anche se non è il suo miglior campo di specializzazione" continuò Eraconte "mi aiuterà ad approfondire le mie conoscenze per la carica vescovile. È davvero molto abile, è un onore poter apprendere al suo cospetto". Parmenide rispose: "Oh, mi stai sopravvalutando. Ti aiuterò con anima e corpo perché sei figlio di tuo padre. Gli devo davvero molto". Eraclito non sembrava riuscire a seguire bene il discorso. Ci fu un attimo di silenzio, ma dopo poco Parmenide riprese: "D'accordo, ormai la lezione di oggi è terminata. Ci vediamo domani, Eraconte. Eraclito, in quanto a te, è stato un piacere" e si avviò verso l'uscita, passando per lo stesso corridoio usato dal fratello maggiore poco prima.

Appena fu lontano, Eraclito si girò verso Eraconte, e disse: "Come ti sembra?". "Non è male. Ha un metodo d'insegnamento tutto suo, ma ci sa fare, anche se non penso che possiate andare molto d'accordo" rispose il fratello. Insospettito, chiese: "E perché mai? Mi sembra la classica persona con la quale fare discorsi intelligenti". Subito, Eraconte fu rapido a rispondere, come un cacciatore che attacca fulmineo la sua preda: "Questo è vero, ma da quello che ho capito oggi, le vostre concezioni di vita e di realtà sono molto differenti. Oserei dire opposte. Da un primo dialogo, pare che il centro della sua credenza sia l'essere in prima persona, e per lui, quindi, ciò che non esiste. L'esatto contrario del tuo “panta rei”, visto che ti piace tanto chiamarlo così". "Se la metti su questo piano, non posso che darti ragione" rispose lui. "In ogni caso, appena avrò modo di incontrarlo nuovamente, constaterò di persona ciò che è in grado di fare. Mi hai incuriosito". Sul viso di Eraconte si disegnò un piccolo sorriso, e alzando il braccio destro in segno di resa, disse: "Bah, fai come ti pare. Io faccio un salto alle terme, ne ho proprio bisogno. Spero di tornare in tempo per la cena". "Male che vada, verremo sgridati in due , perché vengo con te!" rispose Eraclito. Così dicendo, i due si allontanarono da casa, per concedersi insieme un po' di meritato riposo.
 

 

Dove gli esseri hanno origine, ivi hanno anche la distruzione secondo necessità; poiché essi pagano l'un l'altro la pena e l'espiazione dell'ingiustizia secondo l'ordine del tempo.”

-Anassimandro

  
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