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Autore: MaxT    12/03/2013    2 recensioni
Una Elyon esuberante e sorprendente torna a cercare le sue vecchie amiche, che si troveranno presto coinvolte in avvenimenti più grandi di loro. Che spaventosa profezia ha pronunciato la Luce di Meridian? Vera è…vera? Dove sono andate le gocce astrali delle W.I.T.C.H.? E’ una storia dove i personaggi assumono diversi ruoli contrastanti, si muovono nel segreto e nell’invisibilità, e le loro motivazioni autentiche si delineano a mano a mano che la storia si avvicina alla conclusione. Note: qualcuno potrebbe considerare OOC Elyon e le gocce astrali. Da parte mia, penso che siano una evoluzione plausibile dei personaggi visti nel fumetto. Aggiornamento: I primi sei capitoli sono stati riscritti nell'ottobre 2008.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le profezie di Meridian'
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Ad personam
 
Ciao Scarlettheart, grazie per la recensione, mi fa piacere sapere che continui a seguire con tanta costanza. Ci avviciniamo alla fine di Profezie, se ho contato bene finirà con l'86. Beh, povera Wanda... in fondo il suo avvertimento ha salvato la pelle a più di una delle WITCH.
 
Ciao Hera85, grazie per le tantissime recensioni che mi hai lasciato con ammirevole costanza negli ultimi tempi. Certamente Hay Lin avrebbe preferito arrivare a palazzo volando, ma credo che abbiano preso qualche precauzione contro qualcosa di così prevedibile.  Carol, poverina, è stata abbondantemente drogata. Magari sospettava che quella fosse Elyon perché il modo di fare è diverso da Irene, ma comunque aveva promesso a Vera di essere neutrale e non avrebbe fatto niente di diverso, anche se l'avesse saputo per certo. 
 
Ecco ancora un capitolo d'azione incalzante, ancora diverse pagine per raccontare avvenimenti che, tutti assieme, coprono un intervallo di poco più di un quarto d'ora, con più di un colpo di scena. Spero che vi piaccia e vi sorprenda.
 
Buona lettura
MaxT
 
 
 
PROFEZIE
 

Riassunto delle puntate precedenti
 
Dopo un incontro misterioso con la Luce di Meridian, Vera ha convinto le Gocce a sostituirsi a Elyon a Meridian, impersonando la regina e le guardiane. La controfigura di Elyon e le finte guardiane esiliano Miriadel e Alborn, mentre Caleb sfugge alla cattura; pur avendo assunto il potere, si rendono conto di non essere convincenti, e inventano la storia che le guardiane sono a palazzo per proteggere la Luce di Meridian da un complotto.
A Heatherfield, Elyon spiega che quella che si sta realizzando è una sua profezia, che prevede che la tirannia duri un anno, che a Meridian dura diciotto mesi. Elyon è decisa a non tentare niente prima di questa scadenza.
Il nuovo piano di Vera prende rapidamente forma, basandosi sull'ambiguità del termine di un anno: prima simuleranno che Elyon diventi sempre più tirannica, screditandola, poi Vera la spodesterà dopo un anno terrestre di dodici mesi, facendo finire apparentemente la tirannia e realizzare la profezia; poi, dopo aver guadagnato il consenso della gente, si prepareranno per affrontare Elyon e le Guardiane al loro ritorno dopo diciotto mesi, un anno di Meridian.
Vera crea venti copie di Wanda, dette Nemesis, che avranno l'incarico di impersonare le guardiane e di sorvegliare la città restando invisibili o sotto falsa identità, o con l'aspetto di aquile.
Infine, si arriva allo scadere dei dodici mesi dall'arrivo delle Gocce e da quello che a molti appare come l'inizio della tirannia. La montatura arriva al suo culmine: Vera parla in consiglio criticando Elyon, poi affronta le false guardiane e infine la falsa Elyon, sconfiggendoli tutti e venendo proclamata Regina.
Informata da Caleb, la vera Elyon decide di proseguire col piano iniziale, aspettando altri sei mesi per intervenire; inoltre preannuncia alle guardiane che intende farlo da sola. Queste, preoccupate, si chiedono se dovranno intervenire in qualche modo per aiutarla.
Nel frattempo Vera fa sperimentare nuove armi segrete, come fruste capaci di iniettare narcotici e sistemi per materializzare armi pesanti in vista del confronto finale.
Cinque mesi dopo, la situazione precipita improvvisamente per un casuale ma burrascoso incontro di Taranee con le gocce a Midgale. 
A Kandrakar, Elyon viene costretta a rivelare che il colpo di stato di Vera era stato frutto di un loro accordo per far realizzare la profezia della tirannide nel modo meno dannoso possibile. Vera aveva assunto una pozione per dimenticare questo accordo, ma la sua memoria sarà ripristinata pronunciando in sua presenza una frase concordata, che comunica a Dora che viene rimandata a Meridian come messaggera.
Quando Elyon viene condotta al cospetto di Vera, questa rifiuta di tirarsi in disparte e ammettere pubblicamente la montatura, tuttavia mantiene la promessa di riportarla a casa, libera, in attesa del confronto finale.
Elyon scopre tragicamente di aver portato con sè la Corona di luce fasulla. Informato, l'Oracolo disapprova il suo piano di creare delle Nemesis a lei fedeli, e impone di concordare un piano con le Guardiane. Endarno, sfiducioso, incarica Orube di preparare una seconda squadra d'intervento.
Elyon sostiene il piano di Cornelia di usare il Potere della Terra per aprire una galleria nei muri e sorprendere Vera; in realtà non ha rinunciato al suo piano segreto di sorprendere la rivale creando tre Nemesis a lei fedeli, più una sosia di sè senza poteri da far catturare. 
Arrivato il grande giorno, Le WITCH e Elyon si teletrasportano alla periferia di Meridian, ma questa le lascia brevemente per iniziare il suo piano. Riesce a infiltrare le tre Nemesis a lei fedeli, che trasmettono a Vera di avere catturato Elyon, in realtà la sosia. Nel frattempo però, credendosi abbandonate, le WITCH si dirigono verso la città senza aspettare l'amica, che tornando indietro si scopre rimasta sola. 
Le false Nemesis con la loro prigioniera riescono a passare i pur severissimi controlli e arrivare al cospetto di Vera. Questa, leggendo dalla mente della prigioniera un piano fittizio cui era impreparata, decide di far distribuire ai soldati di guardia al palazzo una nuova arma non letale, gli 'anticorpi'. Nel frattempo le WITCH sono costrette ad entrare nel sotterraneo per sfuggire ai soldati in superficie.
Qui vengono localizzate dal sistema di sorveglianza ma riescono a sfuggire alle Nemesis; iniziano a scavare una galleria verso il palazzo, ma una crisi di claustrofobia di Hay Lin le costringe a rinunciare, e sono costrette a risalire in superficie.
Qui le loro tracce vengono notate dai militari, ma Caleb, travestito da soldato, riesce a depistare le ricerche. Poco dopo, però, una bomba ad anticorpi lanciata a caso da un'aquila colpisce Taranee, avvolgendola e rivelandola agli avversari.
Le WITCH si asserragliano in una casa per ripulire Taranee dagli anticorpi che le bloccano i poteri, ma l'operazione è lunga e vengono assediatenella casa dai soldati. Il vento provocato da Hay Lin fa schiantare una delle aquile; in collera per questo, Vera fa preparare le Nemesis per un assalto che rischia di essere sanguinoso, ma Theresion per impedirlo manipola la barriera e fa disperdere il gruppo d'assalto, e viene imprigionata. Le tre Nemesis di Elyon cercano di approfittare per aggredire Vera, ma falliscono e vengono catturate. Ora Vera ha perso la maggior parte delle sue guerriere, e nel frattempo le WITCH sono sfuggite all'assedio con un tunnel e, protette dall'invisibilità, stanno salendo la scarpata verso il palazzo reale, anche grazie all'azione di depistaggio di Caleb.
Nel frattempo, Elyon è riuscita a sostituirsi a Irenior incontrata nei sotterranei, ma anche lei viene investita dagli anticorpi appena uscita in strada. I militari, ingannati sulla sua identità, l'accompagnano a palazzo perchè si possa ripulire. Lei va nella stanza di Carol, dove la trova narcotizzata per ordine di Vera.
Salita la scarpata le WITCH, protette da un fragile manto di invisibilità, devono affrontare i soldati, le aquile e infine dei carri armati materializzati da Vera; tuttavia le avversarie finiscono per perdere il controllo di tali mezzi, che sfondano il muro del giardino prima di essere smaterializzati.

 
 

 
 
 
 
Capitolo 83 
La danza delle ombre


 
Sala operativa
 
Da un baluginio, la florida sagoma di Irenior si materializza nella sala operativa delle Nemesis. Proprio nella tana del lupo! Sta giocandosi il tutto per tutto: se scoprissero che in realtà lei è l’ex-regina, venuta a reclamare il suo trono…
“Oh, Irene! Ce ne hai messo di tempo!”, l’aggredisce Vera, “Perché non sei rientrata subito, quando ti abbiamo chiamata? Cosa ti è saltato in mente di andartene in giro così?”.
“Io… io…”. Cosa risponderebbe la Irene che conosce? “Abbassa la cresta, Luce! Vi siete dimenticate di richiamarmi,  e d’un tratto mi sono trovata a correre tutta sola per il sotterraneo, e sappiamo tutte quanto fosse sicuro quest’oggi! E appena metto fuori il naso, mi riempite della vostra merda sbrilluccicosa! Prova tu, quant’è bello trovarsela fin tra le tette! Perché non mi dici cos’è successo qui, invece?”, conclude con un gesto attorno a sé, abbastanza vago da non far capire  esattamente cosa non sa.
Vera arrossisce fin alla radice dei capelli, poi le volta le spalle arrabbiata senza risponderle.  
Dopo un attimo passato a far sfumare la collera, la Grande Sorella comincia a diramare ordini: “Venti, richiama tutte le aquile, e preparatevi al combattimento! Dodici, prendi l’altra console per videogiochi, e vedi se c’è qualcosa di utile che conosci bene, ma bene sul serio!”. Guarda Wanda, ora seduta su una poltroncina con una cera non delle sue migliori dopo la teletrasfusione di sangue. “Come ti senti, tu?”, le sussurra.
L’altra risponde con un tentativo di sorriso e un pollice in alto. “Sono pronta, come sempre”.
“Brava!”, dice gratificando la guerriera con una pacchetta sulla spalla. Poi butta un’occhiata a Paochaion, seduta tremebonda a farsi piccola nell’angolo più lontano del sottotetto. Scuote il capo stizzita: è chiaro che la cinesina non le sarà utile in nessun modo.
 
Intanto Elyon si compiace della sua risposta sguaiata: ha superato l’esame come Irenior, per ora. Osserva che, accanto alla sua goccia e alle sue Nemesis, anche Theresion è imprigionata. E attorno a loro c’è solo un pugnetto di guerriere, da ventuno che erano. Le piacerebbe capire meglio perché.
La Grande Sorella si volta verso di lei, e comanda: “Irenior, indossa una divisa anche tu, e preparati ad andare all'assalto con le altre!”.
“Se lo vuoi tu, Luce…”, risponde tutt’altro che entusiasta. Miseria, questa non ci voleva!
Mentre altre due Nemesis appaiono nella sala, Vera indossa la coroncina lasciata sulla console da Theresion. “E ora, cerchiamo di localizzarle e farle ballare un po’!”.
 
 
Palazzo, corridoio al piano terra
 
‘Qui è deserto!’, pensa Will guardandosi attorno. 
Sulla loro destra, numerose finestre aperte sul giardino interno illuminano il largo corridoio dove si sono materializzate. 
‘Will, grazie al cielo ci hai gridato di buttarci a terra’, trasmette Taranee, ‘Abbiamo rischiato di essere impallinate di brutto da quei carri armati’.
‘Non sono stata io a trasmetterlo’, risponde attraverso il ribollire dei suoi pensieri.
‘Ma… chi, allora? Sembrava proprio la tua voce mentale’.
‘Non lo so, Tara. Non lo so proprio’. 
Evoca nuovamente il Cuore di Kandrakar; il talismano, levitando, le indica una direzione verso l’alto che, a suo avviso, è inequivocabilmente quella della sala del trono. ‘Andiamo con prudenza!’, trasmette seguendo il corridoio in direzione della torre est.
‘Acqua’, supplica silenziosamente Irma assetata, cercando con gli occhi qualcosa che somigli a una fontanella, un rubinetto o anche un vaso di fiori. 
Cornelia si affaccia alle alte finestre e osserva che parecchi soldati sono ancora appostati nel cortile interno brandendo coni bianchi, come in nervosa attesa di qualcosa che spunti dal terreno. ‘Ragazze, secondo voi, perché non ci sono soldati qui?’ si chiede stupendosi di trovare il corridoio, invece, così vuoto.
Un cigolio alle loro spalle le fa voltare. Da una porta nell'atrio in fondo, alcuni soldati entrano  con timida prudenza guardandosi attorno, poi avanzano lentamente nella loro direzione facendosi scudo dietro ad alcuni coni bianchi, stretti a due mani come se da questi dipendesse la loro vita.
‘Neanche detto’, trasmette Irma con un tono lamentoso, ‘Cornacchia, meriti una patente da iettatrice come la tua amica piccoletta’.
‘Fino a prova contraria...’.
‘Basta’, le interrompe Will, ‘Non ci vedono. Allunghiamo il passo verso la sala del trono!’.
In quel mentre, un altro gruppo di guardie dalla divisa grigia e verde appare da dietro una svolta, con i coni bianchi protesi alla cieca verso di loro.  
‘Ahi! Passaggio chiuso!’, geme silenziosamente Hay Lin.
 
“Capitano, non vedo nessuno. Devo tirare la cordicella?” chiede uno dei militi in prima fila a un ufficiale che sta defilato un po’ dietro di lui, osservando il corridoio inquietantemente vuoto.
“Aspettiamo un minuto, stanno arrivando rinforzi. Tra poco il palazzo sarà così pieno di soldati che quelle streghe non avranno neanche più lo spazio per muoversi!”.
 
‘Tara, presto, tira fuori il sondino!’ le trasmette Will, ‘Controlla se la via per la sala del trono è libera’.
‘Si’, risponde Taranee, mentre l'oggetto simile a una lampada di Aladino le appare in mano accompagnato dal fastidioso ronzare di un moscone claustrofobico.
Will rimpiange troppo tardi di non aver detto alla Guardiana dell'Aria di insonorizzare lo spazio circostante; i soldati sembrano aver sentito perfettamente il fastidioso ronzio. ‘Presto Tara, qui si stanno per chiudere i giochi!’.
 
L’ufficiale grida ai suoi soldati: “Sono proprio davanti a noi! Presto, tirate la corda!”.
Un attimo dopo tre coni eruttano, in rapida successione, fiumane di scintille biancastre che saturano il corridoio fin oltre l’atrio della torre successiva. Dall'altra parte del corridoio, un attimo dopo, l'altro gruppo fa lo stesso, e i getti di furibondi puntini si incrociano in una danza vorticosa.
Ma quando il furioso sciamare si attenua e le scintille prendono a depositarsi come neve su mobili e pavimento, risulta desolantemente chiaro che non hanno trovato il loro bersaglio.
“Niente, signore!”, constata un soldato.
“Lo vedo!”, conferma con disappunto l’ufficiale, poi si concentra ricevendo un nuovo comando dalla sua regina. 
‘Capitano, il nemico si è teletrasportato nella sala del trono! Convergete lì con il munizionamento speciale!’.
 
 
Sala del trono
 
Appena materializzatesi nella sala del trono, le WITCH osservano tutt’in giro: il grande locale sembra vuoto, e le grandi porte ogivali sono serrate.
“Oh, finalmente una fontanella”, grida Irma con l’entusiasmo d’un assetato nel deserto davanti a quello che non raramente finisce per rivelarsi solo un miraggio. Corre davanti alla piccola fonte dallo strano lavello sagomato, chinandosi voluttuosamente per dissetarsi, e  muove la leva del rubinetto.
Inaspettatamente, ciò che le cola in bocca non è fresca acqua potabile, ma una roba amarognola dalla terrificante luminosità verdolina. “Puaaaahhhh!”, la sputa con disgusto, “Cos’è sta roba luccicante?”.
‘L’acqua magica, sciocca. Non si beve’, le risponde Cornelia con il pensiero, per non sprecare il vantaggio che viene dato loro dall’invisibilità. ‘Un cittadino di Meridian deve attendere due mesi, prima di ricevere la dose che hai sprecato così’.
‘Bene, Corny io-so-tutto’, risponde Irma col pensiero tra uno sputo e l’altro sul pavimento immacolato, ‘Allora tu saprai anche dove sono i bagni, in questo posto’.
‘Certo. Quella porticina là accanto nell’angolo’. Si volta verso Will. ‘Però qui non abbiamo trovato né Elyon, né Vera’.
La Guardiana del Cuore lascia il suo talismano libero d’indicarle la direzione. Questo si dispone a tirare verso l’alto.
Guardano il soffitto a volte, affrescato d’azzurro e oro. ‘Cosa c’è là sopra?’, chiede Will.
 
 
Sala operativa
 
“Bene”, dice Vera  percependo i segnali dell’allarme volumetrico, “Sono proprio qui sotto, nella sala del trono”.
“Tra poco saranno qui!”, geme terrorizzata Paochaion. “Dov’è Elyon?”.
“Sarebbe bello saperlo!”, risponde Irenior evitando di incrociarne lo sguardo; si concentra, perplessa, sull’imitazione della pesante tuta protettiva da Nemesis che è stata costretta a materializzarsi addosso. Neanche a dirlo, le sta strettissima sul seno.
“Smettila di piagnucolare, Pao”, le intima Vera infastidita, “Tanto questo pavimento non permetterà loro di teletrasportarsi qui”. Si volge verso la Nemesis che sta facendo partire la console. “Dodici, falle ballare un po’. Io faccio un ultimo giro d’orizzonte per cercar di recuperare qualcun’altra delle nostre per l’attacco finale”.
 
 
Sala del trono
 
Irma apre la porta del bagno, cercando un rubinetto come se la sua vita ne dipendesse. Eccolo, bello e lucente! Sta quasi per buttarcisi sopra, quando nota un movimento nell’ombra sotto il lavello. Anzi, un movimento dell’ombra.
Si tira indietro, spaventata. “Ehi! Cosa…”.
Dall’ombra emerge una figura fatta d’ombra grande come un nano da giardino, dall’anonima testa sferica con due occhietti gialli luminosi e dalle mani artigliate tutt’altro che rassicuranti. 
“Ehi, Aiuto! Guardate…”.
“Irma, sta attenta!”, le strilla la voce di Hay Lin. 
La Guardiana dell’Acqua si volta e, dietro di sé, vede qualcosa di ancora più incredibile: una specie di bambino dai capelli marroni a ciuffi solidi come spine e gli scarponi fuori misura che brandisce, come una spada, un’enorme chiave gialla. Accanto a lui vede un Pippo spigoloso che impugna uno scudo guardandosi attorno con occhi fissi. E poi un Paperino, l’eroe della sua infanzia, che ora si muove come uno spettro con grandi occhi che non hanno niente né d’intelligente né di stupido, brandendo quello che sembra uno scettro magico e indossando un lungo cappello a cono da mago delle favole. Quelle immagini non hanno alcuna parvenza di realtà: né nelle forme, né nelle luci, né nell’incalzante musica che le accompagna. Piuttosto, sembrano come un incubo notturno provocato da un’indigestione serale di videogiochi. “Ma… cosa…”.
Appena ha parlato, vede che la piccola figura nera si muove verso di lei con agilità irreale, pronta a squartarla con gli artigli sproporzionati.
“Via di qui!”, strilla tendendo le mani. Un raggio di luce blu dissolve la malvagia figura d’ombra, dalla quale sprizzano delle palle gialle che sembrano rimbalzare su qualche immaginaria superficie a pochi centimetri dal pavimento vero. “Ma… cosa…”.
Guardando verso Will, vede che sta cercando di schivare i fendenti alla cieca tirati dall’indemoniato bambino armato di megachiave, mentre il piccolo forsennato fa salti incredibili voltandosi in aria in spregio a ogni legge della fisica che lei conosca o non conosca. Pippo sta sferrando vigorosi colpi di scudo nel niente, è chiaro che non vede le altre guardiane finché queste non fanno niente per rivelarsi. Dopo un istante, però, le malefiche ombre riprendono a emergere da ogni angolo del pavimento allungando gli artigli verso tutto ciò che trovano, e il folle bambino dai capelli marroni le aggredisce a vigorosi colpi di chiave, dissolvendole in sferette saltellanti e sfasciando tutto ciò che incontra sul percorso della sua assurda arma.
 
 
Sala operativa
 
“Le nostre amiche staranno ballando, ora”, esclama divertita Nemesi Dodici smanettando con il joypad e osservando la battaglia sullo schermo al plasma della sua console, “Sempre se sono ancora lì”.
“Positivo”, risponde la Venti. “I sensori volumetrici le hanno ancora nel loro campo. E sì, stanno davvero ballando!”. 
Irenior, bardata da combattimento, osserva la Grande Sorella intenta a completare un altro giro d’orizzonte a occhi chiusi e braccia tese, nel tentativo di recuperare ancora qualcuna delle sue guerriere disperse.
Ha deciso come tirarsi fuori da questa situazione: appena Vera darà l’ordine di teletrasportarsi giù a combattere, lei si renderà invisibile mentre le Nemesis spariranno, e resterà sola con la sua sorella e rivale. Così potrà…
 
D’improvviso, al centro della stanza si materializza…Elyon, con il vestito da montagna marrone e gli stivali abbondantemente infangati.
“Ah!”, grida spaventata Vera a quell'apparizione. “Come hai… Nemesis, presto, colpitela con le…”.
“Ma che bel benvenuto, grande scema!”, protesta la nuova arrivata, “Non mi riconosci più? Sono Irene!”.
“Irene…”. La guarda incredula. Tutte la guardano incredula. “Ma… allora chi…”.
Quando realizzano lo scambio d’identità, è troppo tardi. Quella che sembra Irenior ha già teso le braccia verso Vera, che viene istantaneamente avvolta in uno scintillio e svanisce, con sul viso un’espressione di stupore che non le hanno mai visto prima.
 
“E adesso facciamo un po’ di chiarezza!”, dice la vera Elyon, riprendendo il suo aspetto e il suo vestito marrone. Punta il dito verso Irenior, che a sua volta riprende il suo bell’aspetto variopinto di verde e blu. 
Le Nemesis restano incerte, guardandosi le fruste in mano come se non le avessero mai viste prima. 
Elyon riprende: “Bene, ragazze, e ora…”.
Ma non riesce a finire la frase: da un baluginio, Vera riappare nell’ambiente, e prontamente allunga le mani per spedire via… la Irenior vera.
Prima che l’avversaria possa realizzare l’errore, Elyon torna a tendere le sue mani contro di lei, e la fa svanire via ancora. 
Ha vinto, questa volta? 
Forse no, riflette incerta: Vera, come è riapparsa una volta, potrebbe rifarlo di nuovo. Ma perché? Forse l’Oracolo aveva ragione, e l’imprinting non vale più? Ma perché quel ieratico tontolone non è stato pronto a chiudere l’avversaria al di là della muraglia, come si era concordato?
Per un lungo attimo d’incertezza, le Nemesis rimangono ancora con il frustino in mano e si abbassano le visiere anti-ipnotiche, con costernazione di Elyon che non aveva pensato per tempo ad incantarle. 
Tutti tacciono, nell’attesa che si dilunga più di prima. 
Elyon pensa che forse dovrebbe impadronirsi di quelle armi, prima che…
Un attimo dopo, Vera ricompare in un’altra posizione nella stanza. “Presto, colpitela!”, ordina alle sue pretoriane.
Elyon capisce che le cose si stanno mettendo proprio maluccio. Vorrebbe pensare, ma i colpi di frusta lanciati contro di lei la obbligano a teletrasportarsi senza tregua nella stanza.
“Colpitela!”, ripete Vera, e cerca a sua volta di prendere la mira per qualche incantesimo, ma Elyon riesce a spostarsi fin troppo velocemente nel locale, e ormai, non avendo una visiera anti-ipnotica per sé, l’ha persa di vista.
Dopo l’ennesima frustata scoccata a vuoto, Wanda si ricorda di un insegnamento, datole con tutt’altre intenzioni.  Grida alle altre: “Giù le fruste, la colpirò io!”.
“Come?”, protestano le altre Nemesis. “Giù le fruste… perché?”. “Non ti pare di essere presuntuosa?”.
“Lasciatemi provare un colpo”, insiste lei, prendendo accuratamente la mira verso dove Elyon si è rimaterializzata e sta attendendo che lei scocchi la frustata.
Quando Wanda fa una finta, puntualmente la figura di Elyon svanisce, come previsto. Ma Wanda, anziché scoccare dritta, piega il braccio per lanciare il colpo esattamente alla sua sinistra.
 
Appena Elyon riappare, vede la punta guizzare verso di lei, fermarsi a mezz’aria a pochi centimetri dal suo torace e ritirarsi, lasciando un odore amarognolo di medicinale.  
E capisce di essere stata sconfitta. In pochi secondi il narcotico annullerà i suoi poteri, e… Se avesse almeno buone idee su come usarli, questi ultimi secondi, invece… buio totale d’idee.
“Sei stata troppo prevedibile, Elyon”, si compiace Wanda.
“Presa!”, esclama una delle Nemesis ponendole le mani sulle spalle.
“Sei sconfitta, sorellina!”, la schernisce Vera con un sorriso soddisfatto, “E tra poco lo saranno anche le tue amichette di Kandrakar!”. Poi, rivolta alle sue pretoriane: “Ragazze, preparatevi all'assalto non appena finisce il gioco”. 
 
 
Sala del trono
 
Attorno alle Guardiane, la stanza è tutta un ribollire di demonietti neri e unghiuti. Il bambino fantoccio salta menando spaventosi fendenti in modo pazzesco e macinando i neri figuri a ritmo industriale, ma nuovi mostriciattoli gli si avventurano contro da tutte le direzioni, obbligando le esauste guardiane a guardarsi da loro non meno che dai fendenti del bimbo, dallo scudo che Pippo fa volteggiare e dai lampi che Paperino lancia dal suo scettro magico, accompagnati dall’incalzante musichetta che proviene dal niente.
Per rendere più completa la confusione, qualcuno comincia a menare sonori colpi al portone serrato, ma le voci al di là non si distinguono.
D’improvviso, i figuri neri riescono a mettere a segno qualche nuovo colpo alle spalle del burattino, e questo s’inarca all’indietro e si distende come morto, levitando a mezz’aria mentre il suono della musica cambia. 
Poi, di colpo, le pazzesche apparizioni svaniscono.
Nella stanza risuonano, quasi irreali, solo i colpi alla porta, che a paragone di prima sembrano quasi un silenzio di chiesa.
 
 
Sala operativa
 
“Ben tornata, sorellina!”, dice ironica Vera a Elyon, afflosciata su una poltrona. “Devo dire che il tuo piano non era per niente male. Prima ingannarmi con una sosia inerte per illudermi che tu fossi fuori gioco, poi le false Nemesis… Però non ti è andata troppo bene, no, che Irenior fosse riportata qui proprio quando avresti potuto vincere tu?”.
“Già”, annuisce Elyon cupa, intontita dal narcotico quanto basta per aver ottenebrato i suoi poteri, ma non la possibilità di capire la gravità della situazione.
“Come mai non ti aspettavi che avessi cambiato i settaggi del firewall del palazzo per farmi riportare qui, in caso di un colpo del genere? Non era una contromisura difficile da prevedere!”.
“Già”, ripete lei di malumore. Per niente difficile da prevedere… ma lei non l’aveva immaginata per niente!
“Ma toglimi una curiosità: la seconda volta che hai tentato, invece, sono arrivata fino a Heatherfield, a casa dei tuoi. Gentili: pensa che volevano che restassi a pranzo. Ma non era certo il momento, no?”.
Solo la seconda volta? Strano... “Come hai fatto a tornare?”, chiede accigliata la prigioniera.
Vera sorride, mostrandole un sigillo di teletrasporto nel palmo della mano. Uno di quelli sottratti ai suoi genitori, all’inizio di tutta la faccenda. Più prevedibile di così… 
La Grande Sorella continua: “Quella faccenda dell’imprinting, per cui ti ringrazio, funziona e non funziona, sai? Non riesco a teletrasportarmi sulla Terra con i miei soli poteri, ed è una tara che devo a te. Ma una volta convinta che di teletrasporto si tratta, e non di salto dimensionale, non mi è difficile regolarmi di conseguenza!”. Tiene tra indice e pollice il medaglione romboidale. “Ma ora spiegami un po’ tu: perché la seconda volta sono arrivata fin sulla Terra? Cos’hai fatto perché il firewall non mi fermasse?”.
Improvvisamente, il sigillo romboidale le sparisce tra le dita in uno scintillio, lasciandola sorpresa.
Dalle sue spalle proviene una voce identica a quella di Elyon: “Potrei spiegartelo io!”. Ma Vera non fa in tempo a voltarsi, che anche lei svanisce nel niente.
Alle sue spalle, con un sorriso da vincitrice, c’è la goccia di Elyon. “Mi sa che non tornerà, per un po’!”.
 
 
Sala del trono
 
Le WITCH tornano a compattarsi al centro della sala, schiena a schiena, guardandosi attorno alla ricerca ansiosa di qualche nuova minaccia. 
E questa non manca. Dopo qualche istante Taranee grida: “Guardate là”. 
Will segue il suo sguardo, e vede una cassetta appoggiata in un angolo che si sta aprendo. 
E dentro, una pila di oggetti bianchi appuntiti. 
E vicino, una Nemesis che ne sta prendendo uno in mano.
“Ferma lì!”, grida Will, e un raggio dalle sue mani sbatte l’avversaria contro la parete, facendo cadere l’ordigno dalle sue mani. Lo guardano rotolare sul pavimento, descrivendo un cerchio, finché si ferma.
E fanno male. Troppo tardi si accorgono che un’altra avversaria ha estratto un altro cono dalla scatola, e glielo punta addosso tirando la cordicella.
Una fiumana di scintilline bianche invade l’aria, investendo in pieno Cornelia, Irma e Taranee che ne sono avvolte. Grida e maledizioni si spengono subito quando la robaccia le avvolge imbiancandole.
Hay Lin, sostenuta dall’aria, riesce ad allontanarsi in volo e a rifugiarsi sotto la volta del soffitto, e contrattacca facendo turbinare via l’avversaria, che cade sul pavimento attutendo il colpo con le braccia. “Tiè”, le dice compiaciuta.  
Si guarda attorno: può ancora fare un bel po’ di tempesta. 
Solo troppo tardi vede un’avversaria sotto di lei, che le punta addosso un altro cono.
Il secondo colpo la investe in pieno, senza possibilità di deviarlo. “Wiiiiiilllll!”. Hay Lin riesce solo ad abbassarsi sul pavimento per attutire la caduta, prima che i corpuscoli spiritati la avvolgano annullando ogni suo potere.
 
Will si guarda attorno, inorridita. I corpuscoli non l’hanno toccata, ma col prossimo tiro toccherà certamente anche a lei, anche se è ancora invisibile. Ma forse il Cuore di Kandrakar…
Guarda il talismano che ha nel palmo, e le sue speranze muoiono lì. La bella sfera di ametista è completamente imbrattata, come se quelle cose schifose abbiano voluto colpire non lei, ma la principale fonte del suo potere. Per giunta, forse questa robaccia lo ha reso visibile. Forse lo è anche lei. Ora è questione di secondi. Osservando il pavimento, vede numerose orme che si muovono per aggirarla. Ma perché non usano ancora quell’arma così efficace? Forse vogliono chiudere con lei un conto che si può regolare solo col sangue?
 
 
Sala operativa
 
“Ben tornata, carissima!!!”, la accoglie la ex-ex-regina in un impeto d’entusiasmo attraverso il velo del tranquillante, “Non ci speravo più, ormai!”.
Attorno a loro, tutte le presenti sono rimaste a bocca aperta, compresa Theresion che ha scoperto di avere nuovamente una bocca.
“Ma… Ma non era una sosia inerte?”, chiedono in coro le sue Nemesis ancora avvolte nella sua bolla da prigioniera. “Una controfigura da sacrificare…”. “Un essere piagnucolante e inetto…”.
“No, ragazze”, dice Elyon alzandosi in piedi e armeggiando con i bottoni della sua giacca, “Scusatemi tanto, vi ho mentito su una cosa importante. La mia copia non è affatto priva di poteri: è identica a me, tale quale”.
“Tale quale…”, ripete incredula Theresion.
La sosia fa un gesto, e le bolle che avvolgono le quattro prigioniere si aprono senza un suono, svanendo nel niente come fossero di sapone. 
Theresion si alza, un po’ anchilosata, poi constata con sollievo che le sue mani non sono più incollate l’una all’altra, e va verso Paochaion che ha ascoltato impietrita senza dire parola, seduta nell’angolo opposto della stanza, col viso espressivo come una maschera di Pasqua.
Le tre Nemesis si alzano barcollando, sgranchendosi le braccia. “Abbiamo bisogno di un iniettore di antidoto”. “Noi siamo ancora sotto narcotico”. “E ci hanno pure salassato mezzo litro di sangue”. Una, infatti, barcolla e deve tenersi alle altre, che sono ancora più malferme di lei; il risultato è una caduta collettiva, trascinando con sé anche qualche sedia.
“Tutto bene?”, chiede preoccupata la sosia, che al momento è il personaggio più vispo presente in scena.
“Sì, abbastanza”. “Quasi”. “Il secondo tentativo è quello buono”, rispondono le tre rimettendosi più o meno in piedi, e cominciando a cercare nei cassetti. Una tira fuori una manopola con una fascetta azzurra, ma dopo qualche prova deve rinunciare. 
“Allora?”. “Niente, l’iniettore dislocante non funziona senza Vera!”. “E adesso?”.
La goccia porge loro un lembo della sua giacca. “Posso offrire? Ho iniettori dislocanti celati in tutti i bottoni”, dice orgogliosamente, “Anche temporizzati e con alimentazione autonoma!”.
“Uno dei miei piccoli capolavori”, aggiunge Elyon, ricordandosi che anche tutti i bottoni della sua giacca sono equipaggiati nello stesso modo, per ogni evenienza.  “Ma spiega, come hai fatto a sventare il trucco di Vera per...”.
“Semplice”, spiega orgogliosamente l'altra, “Ero ben sveglia da più di un’ora, grazie a questi - indica i bottoni – e ho letto nel pensiero di Therese la password dell’interfaccia telepatica del firewall. L’ho manipolato per disattivarlo, poi l’ho riattivato dopo spedita via Vera e ora credo proprio che, fino a nuovo ordine, né lei né le Nemesis potranno oltrepassarlo senza il mio permesso”.
“Il mio permesso…”, ripete Elyon, “Senti cara, forse dobbiamo chiarire una cosa… posso chiamarti Elyon, per l’intanto?”.
“Devi, cara. E hai proprio ragione, sul chiarimento. Perché, in realtà, io sono la vera Elyon, e tu la goccia!”.
 
 
Sala del trono
 
Da dietro la spessa visiera, Wanda osserva il grumo biancastro a mezz’aria che è il Cuore di Kandrakar, certamente tenuto in mano dalla sua storica avversaria, ancora invisibile ma ormai quasi sconfitta. L’ha salvata, a caro prezzo, dalla morte sotto i colpi di una mitragliatrice, e tra un attimo avrà la sua rivincita agognata da anni.
Gli anticorpi sono un’arma non letale di potenza inaudita; anche sparati alla cieca, hanno immobilizzato in un attimo le altre quattro serve di Kandrakar, che ora mugolano e brancolano penosamente impotenti al centro della sala. Però hanno anche reso impossibile alle fruste di espandersi e hanno annullato il contatto telepatico con Vera; non si può sperare che gli iniettori dislocanti di narcotico possano funzionare in queste condizioni. Non importa: la cercheranno a tentoni, le si avvinghieranno addosso, poi la colpiranno a testate con il casco. Sarà il miglior narcotico, in questa situazione. 
‘Ma ora… cosa fa Will?’. ‘Va alla finestra?’. ‘Al tendone?’. ‘Vuole pulire Il Cuore di Kandrakar!’. ‘Non dobbiamo permetterlo!’. Wanda fa un cenno alle altre, e tutte assieme si buttano in avanti per chiudere la partita. 
  
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