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Autore: Unsub    13/03/2013    3 recensioni
Qualcuno è un amico, qualcuno è un nemico, qualcuno è qui per aiutare, qualcuno è qui per fare del male. Decisioni difficile da prendere, fiducia mal riposta o meno, niente è quello che sembra e tutti hanno un secondo fine. Le regole a volte vanno infrante, ma cosa succede quando non conosci le regole del gioco?
La mia prima fanfiction, riveduta e corretta. Della storia originale rimane la trama e qualche spezzone, per il resto sono stati introdotti nuovi capitoli e le situazioni sono state approfondite. Ormai non mi soddisfaceva più come era all'inizio e ho deciso di riscriverla. Ringrazio Ronnie89 che mi fa da beta: sei sempre una grande! Enjoy!
Genere: Generale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sarah Collins '
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prologo AUTORE: Unsub
TITOLO: Collide
RATING: Arancione
GENERE: generale
AVVERTIMENTI: LongFic
PERSONAGGI: squadra BAU, nuovo personaggio.
DISCLAIMER: I personaggi non mi appartengono(tranne quelli da me inventati), sono di Jeff Davis. Criminal Minds appartiene alla CBS. Questa storia non è a scopo di lucro.
NOTE: Questa LongFic nasce dalla mia passione per Criminal Minds e dal folletto che vive nella mia testa. La storia è ambientata nella terza stagione tra l’abbandono di Gideon e l’episodio 17.

Prologo

Maggio 2002 - Accademia F.B.I., Quantico, Virginia

-    Non c’è posto per te nella squadra, sarebbe… sarebbe inappropriato. Ho fatto in modo che tu venga presa nell’Interpool, mi sembra la soluzione migliore per tutti – l’uomo evitava di guardarla dritta in viso.
-    Dove? – la ragazza cercava di ingoiare la delusione e l’amarezza per quel tradimento inaspettato.
-    In Francia, a Lione.
-    Mi stai mandando in esilio?
-    Ora non è il caso che tu rimanga qui, ci sono già troppe chiacchiere in giro. Quando sarai pronta e le acque si saranno calmate farò in modo che tu torni. Preferisco cosi. E’ meglio per tutti.
-    Voi dire che mi mandi via per quegli stupidi pettegolezzi? Ti vergogni di me? Di noi?
-    Se si venisse a sapere che ti ho favorito, che ho fatto in modo che tu venissi ammessa all’Accademia e, soprattutto, il motivo lo scandalo sarebbe enorme e deleterio per la tua carriera.
-    La mia carriera? Perché non dici le cose come stanno – la ragazza si alzò di scatto – Ti stai preoccupando della TUA di carriera. Sei un porco egoista!
-    Ora è meglio che tu vada a preparare i bagagli, parti fra due giorni.
-    Fottiti!
Sbatté la porta e vi si poggiò contro, guardando in malo modo gli altri cadetti che osservavano la migliore diplomanda dell’Accademia uscire dall’ufficio dell’agente supervisore Jason Gideon tutta rossa in volto; qualcuno si diede di gomito sorridendo e mormorando ancora su cosa legasse l’insegnate di profiling e la sua migliore allieva.
La ragazza socchiuse gli occhi e strinse così forte i pugni da far sbiancare le nocche.
-    Me la pagherai, dovessi metterci una vita ti porterò via la tua preziosissima squadra – mormorò a denti stretti, per poi incamminarsi lungo il corridoio.


Aprile 2008 – Appartamento del dr. Spencer Reid

Socchiuse gli occhi quel tanto che serviva per vedere il corpo di Reid steso al suo fianco. Sentiva ancora il sapore dei suoi baci, il modo in cui la pelle di lui rabbrividiva al suo tocco, il modo in cui Spencer aveva stretto a pugno le mani afferrando le lenzuola e mormorando “Ti prego non fermarti”.
Guardò le sue labbra. Dio! Voleva assaporarle ancora e ancora. Allungò una mano e la lasciò sospesa poco prima di arrivare a sfiorarle. Non voleva svegliarlo, non ancora, voleva godersi quel momento il più a lungo possibile.
Il suo cellulare cominciò a vibrare in quel momento. Girò lo sguardo verso il comodino e la radio sveglia. Le 3.55 del mattino: poteva significare solo una chiamata da parte del bureau. Maledizione! Aveva sperato di potersi svegliare con calma con lui vicino, godersi il momento in cui quegli splendidi occhi nocciola si sarebbero aperti incrociando i suoi.
Rispose al telefono girandosi per poter continuare a godere della vista di Spencer addormentato come un bambino.
-    Pronto?
-    Ciao, sono JJ. Scusami, ma abbiamo un caso urgente e dovresti venire il prima possibile.
-    Arrivo.
Chiuse la comunicazione, mentre il cellulare di Spencer cominciava a suonare a sua volta e lui apriva gli occhi. Per un momento parve sorpreso, poi le sue labbra si stirarono in un accenno di sorriso mentre allungava la mano per afferrare il suo Nokia.
Non poteva sentire l’interlocutore, ma sapeva fin troppo bene che sarebbe stata JJ e che le parole sarebbero state le stesse che aveva appena udito.
-    Si? – disse Spencer con voce assonnata – Certo, arrivo subito!
Si girò dall’altra parte perché lui non vedesse il lampo di incertezza e odio nei suoi occhi. Anche se avevano fatto sesso, anche se lui dormiva al suo fianco, non poteva dimenticare quell’appuntamento con JJ alla partita di football, appuntamento del quale Spencer si era sempre rifiutato di parlare con chiunque…
Come poteva spiegare al raziocinante dottor Reid quegli attacchi di gelosia? Come spiegargli che, quando Spencer pronunciava il nome di JJ o le parlava in quel modo dolce, il suo unico pensiero era quello di aprire la cassa toracica della biondina e strapparle via il cuore? Come spiegargli che il solo pensiero che lui potesse trovare o aver trovato l’agente Jareau attraente, o peggio ancora aver avuto una cotta per lei, faceva andare in frantumi il suo autocontrollo e rischiava di mandare in pezzi il suo equilibrio emotivo?
Cominciò a raccogliere i propri indumenti sparsi in giro per la camera da letto di lui voltandogli le spalle e cercando di mandare giù quel magone. Sicuramente la squadra aveva visto solo un lato del suo modo di essere: duro, deciso, senza tentennamenti. Sangue freddo e determinazione: ecco come doveva essere un profiler!
Solo a Spencer aveva concesso di vedere l’altro lato: la sensibilità, la dolcezza e la passione che racchiudeva gelosamente in fondo al cuore. Un lato tenuto segreto, perché non si fidava di nessuno.
-    Tutto bene? – la voce di Spencer suonava preoccupata.
Si girò e notò lo sguardo incerto del ragazzo. Aveva paura che tutto potesse finire in un attimo e sperava che quell’incertezza negli occhi nocciola di Spencer significasse che anche lui aveva gli stessi timori.
Guardò il suo corpo coperto solo dai boxer e si avvicinò fino ad allungare le mani per assaporare ancora il tepore e la morbidezza della pelle dell’uomo che amava. Avvicinò il suo viso a quello di Spencer per inalare ancora il suo odore che riusciva sempre a scuotere i suoi sensi e posò un bacio delicato e passionale allo stesso tempo sul collo di lui.
Lo sentì rabbrividire e un lampo di eccitazione attraverso il suo basso ventre.
Spencer si schiarì la voce.
-    Dobbiamo sbrigarci; la squadra ci aspetta. Si accorgeranno che porti ancora i vestiti di ieri quando hai lasciato l’ufficio.
-    Dirò di aver messo questi perché erano a portata di mano… mi cambierò sul jet.
Si voltò di nuovo e finì di vestirsi.
-    Vado avanti, non vorrei che ci vedessero arrivare insieme.
-    Già – mormorò lui con la tristezza nella voce.
Sapeva quello che provava. Avrebbe voluto gridare al mondo intero il loro amore, ma era un amore proibito tra colleghi. La Strauss avrebbe preteso le loro teste su un vassoio d’argento se solo avesse saputo o anche solo sospettato.
Si domandava chi si sarebbe accorto per primo di quello che c’era fra loro. Lavorare con dei profiler ha le sue controindicazioni. Oppure non si sarebbero mai accorti di niente perché non c’era niente di cui accorgersi.
Con Spencer non aveva affrontato l’argomento. Cosa c’era esattamente fra di loro? Era amore? Sesso? Amicizia con privilegi? Aveva paura di chiedere.

Vista l’ora il traffico era inesistente e arrivò all’Accademia in un baleno. Spencer arrivo cinque minuti dopo. La squadra si stava radunando nella sala riunioni. Con suo sommo sollievo anche altri portavano gli stessi indumenti del giorno prima; in fin dei conti chi si preoccupa di abbinare i vestiti quando deve correre in ufficio alle quattro del mattino?
JJ prese subito la parola:
-    Ragazzi, dobbiamo muoverci subito, i ragguagli sul caso ve li darò sull’aereo – e senza dire altro uscì dalla sala come un fulmine seguita dagli altri che si avvicinarono alle scrivanie per prendere le valigie.
Guardò quei volti ormai familiari e i suoi occhi si soffermarono un momento su Spencer. La sua mente tornò a come tutto era cominciato… un nuovo arrivo nel team, le difficoltà di un caso particolarmente cruento e la scoperta di un sentimento che metteva a repentaglio la sua carriera e il suo lavoro.
   
 
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