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Autore: Gelidha Oleron    15/03/2013    11 recensioni
"La risposta ai tuoi dubbi si trova sulla mia nave, Makino" mi strizzò l'occhio "Devi unirti alla mia ciurma" si sporse a tendermi una mano, ma inciampò e finì rovinosamente in mare con un sonoro tonfo "Mer...acciderboli!" imprecò educatamente, mentre cercava di rialzarsi.
Apprezzai lo sforzo, ma non potei evitare di scoppiare a ridere fragorosamente, rendendo vani i miei tentativi di aiutarlo: quei capelli rossi bagnati e quella camicia bianca zuppa mi distrassero completamente dal mio intento e quando Shanks afferrò la mia mano, lo fece per trascinarmi in acqua insieme a lui "Hey!"
Così, la spensieratezza e la semplicità divennero gli ingredienti perfetti per la nostra idea di ricetta e gli spruzzi d'acqua che seguirono non fecero altro che farci tornare bambini per un istante e ridere, ridere di gusto, ridere fino a star male...
E forse con i miei sorrisi e con le sue follie avremmo davvero potuto colorare di rosso la realtà circostante: quel rosso che quando ero con Shanks mi faceva sentire libera, libera di poter dare voce alle mie emozioni più elementari senza essere giudicata, libera di essere me stessa senza alcuna paura.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Makino, Shanks, il, rosso
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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"Signor sindaco!" annaspai, correndo a più non posso tra le strade del villaggio "Signor sindaco!" urlai ancora, spalancando la porta trafelata e rivolgendo al diretto interessato uno sguardo allarmato.

"Che succede, Makino?" fece lui in tutta tranquillità, staccando per un istante le labbra dal fidato boccale di birra "Sei tutta agitata!"

"Si tratta di Rufy!" buttai subito fuori il rospo con ansia e preoccupazione "Vede, quei Masnadieri..."

Non mi fece terminare la frase che in un nanosecondo eravamo già fuori dalla sua casa, nuovamente in corsa verso il luogo dove, con ogni probabilità, quei malviventi stavano maltrattando il piccolo: non fu un percorso breve, ma ci parve di aver attraversato l'intera isola.

"Lo sapevo!" sputò a terra Woopslap, seccato "Sapevo che prima o poi avrei dovuto beccarmi una pallottola in fronte per colpa del nipote di quel megalomane pazzo!"

"La prego, non sia così pessimista" cercai di consolare lui e me stessa, prendendo ad avanzare ancora più velocemente.

"RUFY!" gridammo all'unisono non appena arrivammo, al che tutti gli uomini che circondavano il bambino si voltarono nella nostra direzione.

"Lascia stare quel bambino, ti prego!" li implorò subito il sindaco, osservato in modo sdegnoso dai Masnadieri e con riconoscenza da Monkey D. Rufy "Non so cos'abbia fatto Rufy ma per favore, lasciatelo andare" s'inginocchiò "Se volete i soldi, ve li darò"

"Signor sindaco..." mi lasciai sfuggire con apprensione, dopotutto anche lui ci teneva a quella piccola peste.

"Sai il fatto tuo, vecchio" commentò con soddisfazione il capo, avvicinandosi a noi "Sai come va il mondo" constatò con un ghigno malevolo.

L'aspettativa era crescente, ma nessuno ebbe il tempo di dire altro che udimmo una voce familiare alle nostre spalle "Non è venuto nessuno al porto, abbiamo subito sospettato che fosse successo qualcosa"

E nel medesimo attimo che la voce diventa rassicurazione, pericolo scampato allo stesso tempo, non c'è più da preoccuparsi, lui è qui: il tempo si ferma, il cuore perde i battiti e il respiro si mozza.

"Capitano!" mi portai istintivamente le mani alla bocca.

"Hey, Rufy!" si rivolse immediatamente al suo amico, che al momento aveva la testa sotto la scarpa del capo dei Masnadieri "Ma il tuo pugno non era micidiale come una pistola?"

Anche in una situazione come quella, non potei evitare di sospirare: c'era scherzo sempre e comunque, anche nel pericolo.

"Sta' zitto!" lo rimproverò Rufy, terrorizzato dalla sua possibile sorte.

A quel punto, Shanks cominciò a muoversi verso di lui, ma fu prontamente minacciato da uno dei fuorilegge "Fa' un altro passo e ti faccio saltare le cervella, codardo" lo apostrofò con risentimento.

Il mio nervosisimo cresceva, ma il rosso non sembrava risentirne "Intendo che questo non è lo strumento adatto per minacciarmi" rispose affabilmente ad una qualche superflua domanda, dopodiché Lucky Lou sparò all'uomo in un batter d'occhio.

Ancora una volta, la mia sorpresa e l'indignazione aumentavano, era ansia e tensione, pressione e apprensione: per chi avrei dovuto essere più preoccupata? L'imbarazzo della scelta era evidente eppure, di questo avrei dovuto essere più che convinta, non ce n'era alcun motivo.

"Con chi credevate di avere a che fare?" scrollò semplicemente le spalle Benn Beckman "Siamo dei pirati"

"Bene, ora ascoltatemi" incalzò Shanks con fare sbrigativo, prima che chiunque altro potesse aprire bocca "Non m'interessa se mi rovesciate la birra in testa e potrei ridermela anche se mi sputate addosso" i suoi occhi s'incendiarono e il fuoco delle sue pupille rispecchiò per un istante quello dei suoi capelli "Ma per nessuna ragione al mondo perdono chi fa del male ad un mio amico!"

"Shanks..." le lacrime volevano rompere gli argini degli occhi del piccolo Rufy: erano proprio quelle le parole che voleva sentire, era rincuorato, il suo affetto pienamente ricambiato e il suo destino irrimediabilmente nelle mani del suo imbattibile migliore amico.

Benn Beckman subitò cominciò a battersi con i Masnadieri fino a che, ad un certo punto, il loro capo sparì in una cortina di fumo imprecando sonoramente "Dannazione!"

"RUFY!" urlammo di nuovo tutti in coro, notando con disperazione che il farabutto aveva fatto sparire con sé anche il piccolo che volevamo con tanto ardore salvare.

"Oh, no!" si fece prendere dall'agitazione il capitano Shanks "Non mi aspettavo una mossa del genere! E ora che si fa?" si rivolse con foga al suo equipaggio che, come me, lo guardava con confusione e aspettativa.

"Sta' calmo, capitano!" cercò di tranquillizzarlo con flemmatica calma Lucky Lou "Se lo cerchiamo tutti insieme, riusciremo di sicuro a stanarlo!"

Beckman fece un tiro di sigaretta e abbozzò un sorriso "Non si smentisce mai..." mormorò tra sé e sé.

"Capitano" mi avvicinai a lui e gli tirai la manica della camicia, prendendolo in disparte "È vero, è stato Rufy a provocare quell'uomo" confessai con gli occhi lucidi "Ma l'ha fatto solo perché quei farabutti hanno osato sparlare di voi e mettere in discussione il vostro coraggio"

"Makino" mi afferrò per le spalle, guardandomi con dolcezza e infondendomi più sicurezza di quanta ne avrei sperata "Non angosciarti. Salverò quel piccoletto anche a costo della mia vita"

La sincerità di quelle parole anticipò la terribile realtà delle sue successive azioni: Shanks che agisce d'impulso, pirata che non è solito pensare, si è tuffato in mare e ha mantenuto la sua promessa, ma a che prezzo?

"Oh, mio Dio" e i palmi delle mie mani erano ormai stanchi di asciugare le mie lacrime insistenti, quasi non si scandalizzavano più, eppure tutti perdemmo un battito quando davanti ai nostri occhi si parò la visione di un Rufy piangente ma sano e salvo e del suo eroe mutilato "Oh, mio Dio" ripetei ancora, sconvolta, urlando tutto il mio orrore.

"È soltanto un braccio, state tranquilli" fece spallucce lui, stroncando il teso silenzio creatosi tra gli uomini che, di tanto in tanto, veniva interrotto solo dai singhiozzi miei e di Rufy.

"Sei stato un incosciente!" lo rimproverai successivamente, dopo averlo accompagnato a farsi medicare "Poteva andarti molto peggio!"

"Ma è andata così" minimizzò, misurando la mia reazione con il suo sguardo vigile "Ciò che conta è che il piccolo stia bene, non trovi?"

"Ma certo" mi passai una mano tra i capelli, agitata, ripensando al tenero abbraccio scambiato poco prima con Rufy "Però Shanks, io..." non riuscivo a trattenere il mio pianto.

"Makino, so che se tu fossi stata al mio posto, ti saresti comportata ugualmente" ammise con serietà, poi tornò a farsi giocherellone "Saresti stata meno carina senza un braccio, credo che non ti avrei più voluta" mi fece una linguaccia.

Sorrisi tra le lacrime "Sei sempre il solito, non cambierai mai!" gli cinsi la vita e adagiai la testa sul suo petto, sospirando "Io invece ti voglio sempre"

Sospirò anche lui, come se le mie parole gli avessero fatto tornare in mente un brutto ricordo "Tra poco me ne andrò"

"No!" affondai il viso nel suo petto, bagnandolo ancora della mia disperazione.

Tu eroe, tu salvatore di bambini innocenti e donne innamorate, quante cose hai fatto per noi. Ti prego, non lasciarmi alla mia vita: non ora, non più, hai bisogno di me più che mai, vorrò essere accanto a te per curare le tue ferite e risanarle con i miei baci, amore sul dolore, acqua fresca sul fuoco ardente.

"Shanks, non lasciarmi"

"Credimi, non lo farò mai"

 

 

 

 

 

Mi svegliai la mattina successiva scossa e inspiegabilmente in lacrime, forse perché avevo ascoltato con Shanks la nostra canzone per l'ultima volta: lui se n'era andato presto, preso com'era dai bagagli e dalle provviste da portare con sé, lasciandomi sola e malinconica.

Qui le nostre strade si dividono, Mio Capitano, i nostri stili di vita messi a confronto e contraddittori, lottano tra loro e sono incompatibili ma così perfettamente in sintonia... quanto avrei sperato di poter continuare i miei giorni in tua compagnia.

Mi passai una mano tra i capelli sudati e cercai di calmarmi, ma un attimo dopo mi accorsi di un foglio bianco sul comodino: lo afferrai e m'impegnai a leggerne il contenuto, accorgendomi subito che si trattava di un documento.

Sgranai gli occhi "Non è possibile" mi lasciai sfuggire in un sibilio "Come... perché..." ripetei in trance, dopodiché udii voci maschili provenire dal piano inferiore.

"Salperemo tra qualche ora" riconobbi quella di Shanks.

"Di già?" poi il sindaco Woopslap "Sicuri di aver preso tutto?"

Il capitano scoppiò a ridere "Ma certo! E poi siamo rimasti qui anche troppo, signor sindaco, non crede?"

Senza pensarci due volte, piegai con stizza il documento e mi vestii in quattro e quattr'otto, facendo le scale in tutta furia e non riuscendo più a trattenere le lacrime: quello era davvero troppo.

"Makino!" esclamò un Woopslap particolarmente meravigliato non appena mi vide "Che succede? Perché stai piangendo?"

Ma i miei occhi non incontrarono che quelli di Shanks che, preoccupati e premurosi, mi accolsero e mi scrutarono con apprensione "Dimmi solo perché!" mi gettai letteralmente tra le sue braccia senza curarmi degli sguardi altrui e lo baciai avidamente.

"Makino?" la voce di Woopslap divenne incredula, ma finalmente riuscii a sentire anche gli altri pirati che, al contrario di quanto mi aspettassi, non sembravano affatto imbarazzati.

"Gliel'hanno fatta proprio sotto il naso, signor sindaco, eh?" sghignazzò Yasop, intanto che anche il rosso mi stringeva e partecipava con passione al nostro contatto.

"Sono giovani e innamorati!" proruppe Lucky Lou a bocca piena, prima di spingere tutti fuori dal locale e concederci qualche minuto da soli.

Evidentemente mi ero sbagliata: il nostro amore, per quanto segreto, era ormai un qualcosa di ben visibile all'esterno, lo sprizzavamo da tutti i pori, eravamo l'uno una sola cosa con l'altra.

Il lungo bacio s'interruppe e finalmente Shanks poté parlare "L'ho fatto per noi" si giustificò, la sua mano sul mio viso e le sue labbra ancora terribilmente vicine alle mie.

"Avresti comprato la casa di mia nonna per noi?"  feci con enfasi, la cosa mi mandava su tutte le furie: non sopportavo che qualcuno spendesse soldi per me, né tantomeno che si permettesse di farmi regali così grandi.

"Sì, Makino" rise lui, non smettendo di asciugarmi le lacrime "Posso permettermelo, fidati. E poi... francamente, credevo che ti avrebbe reso felice" aggiunse con una nota di amarezza.

Alzai gli occhi al cielo "Certo che sono felice! Ma sai, non..." mi bloccò le parole in gola facendo muovere lentamente il suo indice sulle mie labbra.

"Un giorno verrò a viverci anch'io" concluse con fare criptico e straordinariamente serio.

"Questo vuol dire che tornerai?" chiesi speranzosa, il pianto appena superato che tornava a fare capolino e a mettermi a dura prova.

Shanks esitò per un istante, guardandomi a fondo negli occhi "Tornerò prima di quanto tu possa sperare" affermò con tono deciso "E ti porterò nel meriggio d'oro. Te lo prometto"

"No!" ecco di nuovo la tristezza prendere il sopravvento e portare questa ragazza fin troppo sensibile di nuovo a singhiozzare sul petto del suo amato "Ci sono già stata nel meriggio d'oro: mi ci hai già portata" confessai baciandolo ancora, come se i miei baci potessero prolungare la sua permanenza e farmi restare addosso la sua pelle, imprimere nella mia memoria il tocco della sua ruvida barba "Mi hai già fatto toccare il sole nel suo punto più alto... e anche se ora mi scotterò, sappi che non m'importa"

Mi sorrise dolcemente e si allontanò, facendo ondeggiare il suo mantello nero "Attenta: dal meriggio si può soltanto scendere" mi avvertì con una linguaccia "E mi riavrai tra i piedi in men che non si dica"

Sorrisi anch'io, nostalgica ma già rincuorata "Non vedo l'ora, capitano"

E una volta rassettata la mia stanza, accorsi anch'io a salutare i nostri amici al porto: erano venuti quasi tutti gli abitanti di Foosha, coloro che erano stati più vicini ai pirati del rosso e che con loro avevano trascorso i momenti più divertenti di quell'indimenticabile anno.

"Mi mancherete" ammise con calore il piccolo Rufy, in prima linea tra tutti "Ma stavolta ho intenzione di non chiederti di portarmi con voi: ho deciso che diventerò un pirata con le mie sole forze!" annunciò trionfante.

"Bene, perché tanto non ti avrei portato comunque" lo prese in giro il capitano della Red Force, che non si smentiva mai "Anzi, scommetto che non diventerai mai un pirata!"

"E invece sì!" lo fece arrabbiare, come al solito, e gli provocò una reazione esagerata, come al solito "Un giorno troverò dei compagni più in gamba di voi! Scoverò i tesori più preziosi del mondo e... diventerò il Re dei Pirati!"

Tutto l'equipaggio sorrise intenerito di fronte alle ambizioni del bambino e anche io non potei fare a meno di rivolgergli uno sguardo materno: allora non sapevo che il sogno di Monkey D. Rufy sarebbe ben presto divenuto realtà e non potevo neanche lontanamente immaginare con quanta forza e determinazione l'avrebbe portato avanti.

"E così vorresti superarci?" lo stuzzicò invece Shanks "Beh, in questo caso..." si tolse il cappello di paglia che tanto amava e, con immensa sorpresa da parte di tutti, lo adagiò sulla testa di Rufy "Ti affido volentieri il mio cappello"

E il miracolo avvenne: i sogni, i desideri e le aspettative di un futuro roseo non tardarono a farsi sentire, l'animo di Rufy era riconoscente e grato a quell'uomo almeno quanto lo era il mio.

"Abbine cura" si avviò verso la sua imbarcazione lasciandosi alle spalle la felicità che avrebbe potuto avere a Foosha e preferendo sempre e comunque la sua vita di mare "Un giorno verrai a restituirmelo, quando sarai diventato un grande pirata"

"Shanks..." mi lasciai sfuggire in un sorriso, sapevo quanto tenesse a quel cappello e comprendevo perfettamente quanto significativo doveva essere il suo gesto nel regalarlo a Rufy.

"Spiegate le vele! Levate l'ancora!" e in attimo la Red Force stava prendendo il largo: quanto, tutta la ciurma del rosso, sarebbe mancata alla nostra isola!

Presi per mano Rufy e gli stropicciai una guancia, cercando di arginare il suo pianto e godendo insieme a lui dell'ultimo sguardo del nostro Shanks: era uno sguardo d'addio ma pieno di promesse e senza rimpianti.

"E un altro equipaggio di fuorilegge se ne va" sospirò sconsolato Woopslap, tradendo un certo tremolio nella sua voce falsamente sollevata.

Tutta la folla scemò mano a mano che la nave procedeva sempre più lontano, fino a quando non restammo solo io e Rufy "Makino..." fece tutt'a un tratto quest'ultimo, ancora la piccola mano nella mia "Secondo te tornerà?"

Il mio sorriso era un mix perfetto di gioia e tristezza "Ma certo che tornerà. Ne sono più che sicura"

E infatti Shanks tornò, trionfalmente oserei dire, ma avremmo dovuto aspettare ben dieci anni prima di vederlo ricomparire e mantenere, così, la sua promessa: la sua promessa di tornare da me, la sua promessa di beneficiare di questa casa e di godere della mia compagnia, promessa che ora mi fa accarezzare il ventre rigonfio con dolcezza e mi fa sperare, ancora una volta, di rivederlo al più presto.

Ma allora tutto questo non potevo saperlo… e così mi limitai ad accompagnare con lo sguardo la Red Force che procedeva imperturbabile verso l'avventura, sferzando le onde del mare e allontanandosi da tutto ciò che era fermo e monotono: così come il suo capitano, anche la nave aveva sete di pericoli e sogni e, nei sogni e nei pericoli, attraversò decisa l'orizzonte e sparì nell'assolato sole rosso e nel meriggio d'oro. ©




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Allora, comincio subito con le scuse per il ritardo che, come molti di voi già sanno, è stato causato dagli innumerevoli capricci che fa il mio pc in quest’ultimo periodo… spero vivamente che l’attesa sia stata ripagata!

Dunque, volevo precisare un’imperfezione nel capitolo precedente che mi ha fatto notare pinklemon91 e che mi sembra giusto riportare: effettivamente, Shanks appare molte volte nei flashbacks con il cappello e NON con la cicatrice, di conseguenza si pensa che se la sia procurata successivamente, cosa che invece io ho stravolto in questa storia xD Ma vabbè, ormai il danno è fatto!

Un altro ringraziamento va senza dubbio a Tokorothx3 che mi ha regalato il bellissimo banner che vedete sopra le note, a celiane4ever (che spero di non aver deluso con il “misero” accenno alla gravidanza di Makino!), à mon amie Funeral of Hearts, le assidue e fedelissime magicaemy, namirami e  Akemichan, martychanfantasy e tutti coloro che hanno seguito questa storia! Spero di non aver dimenticato nessuno! Grazie, grazie, grazie!

 

  
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