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Autore: LiftingShadows_    18/03/2013    5 recensioni
Questa è la mia prima fic, quindi spero che vi piaccia! Questo primo capitolo l'ho scritto mentre ero in classe. *a chi pensi che può fregargliene qualcosa!* Avevo voglia di scrivere e sono uscite cose campate per aria, ma spero che vi piaccia comunque. E se Matt avesse incontrato una persona incredibilmente persuasiva e travolgente mentre era con Gaia? E se nonostante amasse Dom ci fosse qualcosa a mettersi in mezzo? E se il desiderio folle e maniacale di una persona portasse alla distruzione di tutto? Leggete! E recensite, se vi va. Sapere quel che pensate è molto importante per me. Ah, in questa storia c'è un nuovo personaggio, di cui sono gelosissima. Probabilmente ce ne saranno anche altri, vediamo dove mi porta la mia musa ispiratrice. Baci,
I
Genere: Fantasy, Fluff, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Era lì, il naso schiacciato contro il vetro dell'aereo.   Davanti a lui c'erano un vecchietto minuto con i capelli grigi che dormiva  pesantemente e una ragazza con il viso sprofondato in un libro.  Matt si mise a tamburellare con le dita sul vetro, faceva sempre così  quando era nervoso. Non riusciva a stare fermo.  Era nervoso perché fra poco più di quattro ore avrebbe rivisto Gaia.  Era sinceramente felice di rivederla.  L'amava. Sì, l'amava. Ma nonostante l'amasse, quando era con lei si  sentiva, in qualche modo–– incompleto. Gli mancava qualcosa.  Scacciò subito questo pensiero nell'angolo più recondito della sua mente.  Da quando l'aveva incontrata in quel bar di Como aveva sentito una  qualche sorta di attrazione nei suoi confronti e ben presto aveva scoperto che quest'attrazione era reciproca.  Lei era una bella ragazza, simpatica ed intelligente. Si erano frequentati  per alcuni mesi e poi erano andati a vivere insieme. Lui era spesso in tour ma alla prima occasione si prendeva una pausa di due o tre settimane per stare con lei.  Mentre la sua mente era concentrata su questi pensieri non si accorse che il suo tamburellare delle dita sul vetro si era fatto più forte.  Il vecchietto russò forte, si girò dall'altra parte e riprese il suo sonno  tranquillo.  Una voce calda e roca disse:  “Ehi, tu! Dannazione! Smettila di–––”  La ragazza aveva alzato il viso dal libro. In quel momento Matt si girò. Lei rimase per un istante senza parole, ma si ricompose subito. “Ehi, mi hai sentito? Essere Matthew Bellamy non ti da il diritto di  disturbare gli altri!”.  Lo guardò con uno sguardo gelido e se ne tornò nel suo libro con aria  molto stizzita.  Di sicuro non era una fan. Matt non disse niente e tolse le mani dal vetro. Diede un'occhiata al libro  della ragazza. La copertina era in pelle nera senza titolo e con uno strano  simbolo argentato.  Matt si sporse e guardò meglio. Era un cerchio con dentro–– Fiamme–––  Fiamme o gocce?  “Interessante” disse Matt. La ragazza non lo guardò. “E'––– Interessante––– quello che stai leggendo?” chiese, incerto. La ragazza sollevò il viso dal libro. Era proprio una bella ragazza. I suoi  capelli erano lunghi e neri, leggermente mossi. La sua pelle era  chiarissima, diafana, quasi trasparente. Le sue labbra erano vermiglie e  carnose. E i suoi occhi erano piccoli e marroncini, di un marrone chiaro,  quasi dorato.  Sbuffò e si raddrizzò sulla sedia fino ad assumere una posa quasi  statuaria.  “Ehm, sì. Lo è, per chi sa cogliere ciò che a molti sfugge”. Poi allungò il  braccio e prese la sua borsa dal portaoggetti al di sopra del suo sedile e vi ripose il libro. Poi con uno schiocco fece richiudere la borsa – anch'essa in pelle nera – e guardò Matt negli occhi.  “Vedo che il concetto di lasciare–in–pace–la–gente ti è estraneo, eh?”.  Sguardo gelido.  Matt si chiese come mai quella ragazza gli fosse così ostile.  “Ehm–– No. Io non–– non volevo disturbarti. Solo che il tuo libro ha–– ha  catturato la mia attenzione, ecco”.  La ragazza fece spallucce.  “Te l'ho detto. E' interessante se sai cogliere ciò che spesso agli altri  sfugge” disse.  Guardò Matt negli occhi, come se volesse sondarlo, spogliarlo, guardare  nel profondo della sua anima.  Lui sostenne il suo sguardo, occhi azzurri in occhi dorati. Mare e sabbia  insieme. Poi lei distolse lo sguardo e disse: “e gli altri due Muse? Howard e Wolstenholme dove sono?”. Matt rimase sorpreso per un attimo.  Poi disse: “non sono qui. Il tour è finito e ci siamo presi una pausa”.  “Capisco” disse lei.  Gli lanciò un'altra occhiata e la sua espressione, dapprima così dura – si  addolcì un po'.  Le sue labbra si incurvarono in un mezzo sorriso.  “Ehi, non è che potresti farmi un autografo?”.<>Lui rimase di nuovo sorpreso per  l'improvviso cambio di atteggiamento della ragazza, ma in quel momento  lei estrasse dalla borsa una piccola agendina rossa e una penna che porse a Matthew.  Lui aprì l'agenda e lei gli indicò la prima pagina. “Per––?” chiese lui, la  penna a mezz'aria. “Faye” disse la ragazza.  “Sei tu Faye?”. “No, Faye è mia sorella. Io sono Harriet”. <> “Ok” disse Matt. Si firmò e poi scrisse: “con–– af–– fetto per–– Faye”Poi le porse l'agenda. Lei prese la borsa, ripose l'agendina. Matt si girò ma in  quel momento lei disse. “E il mio?”Lui la guardò. Harriet aveva di nuovo in mano lo strano libro. Lo aprì, questa volta all'ultima pagina. Matt lo prese e lo autografò. La copertina del libro aveva un non–so–che di antico e misterioso ma era  ben mantenuta. Le pagine erano un po' ingiallite e dal libro emanava un  vago profumo di fiori secchi. Le ridiede il libro e lei sorrise. “Che strana ragazza” pensò. Si girò verso il finestrino e nel giro di qualche minuto si appisolò.

   
 
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