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Autore: SkyFullOfStars_    25/03/2013    1 recensioni
Kurt è un'apprendista stilista in un delizioso appartamento a New York.
Ma il destino ha deciso di giocherellare un po' con lui, facendolo capitolare in un evento, che gli farà incontrare un certo Blaine.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Burt Hummel, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7. Our Song
 
 
 
 
Kurt aveva un sacco di cd sulla sua libreria: gli piaceva tanto il pop, anche se amava la musica di per sé. Fin dai tempi del liceo, il suo ipod era stato il suo migliore “amico”, visto che di farsi amici non se ne parlava proprio.
Ogni mattina, sull’autobus per andare a scuola, si sedeva vicino al finestrino (come sempre), accendeva il suo “amico portatile”, faceva scorrere il dito sulle sue playlists e digitava la canzone che, in quel momento, in quel giorno, in quel periodo, sentiva più “sua” e che gli apparteneva.
Poi poggiava la testa verso il vetro della finestra dell’autobus e…pensava. Il più delle volte piangeva, poiché sapeva che a scuola non lo avrebbe atteso niente di buono.
Diciamo che la musica, quel misto di note così armonico e così sublime, lo aiutava a sopportare tutto quello che doveva sopportare: i bulli, la scuola, il disprezzo per essere “diverso”dagli altri…Lo aiutava ad andare avanti.
Era anche un buon calmante: la sera di solito si gettava sul letto , stanco, e si accucciava teneramente sul cuscino, come se cercasse protezione, accanto a lui poggiava il suo “amichetto musicale” e dava via ad una serie di emozioni che si scatenavano dentro di lui improvvisamente.  Andava pazzo per Pink, Celine Dion, Madonna, Patty Lupone, Barbra Streisand, Katy Perry e non solo.
Così rimaneva lì, con le sue emozioni e la sua musica che gli facevano da culla. Ed in questo modo si addormentava, a volte anche dimenticando di fare il suo rito di pulizie (ed infatti il giorno dopo si malediceva per una settimana).
Non aveva una canzone preferita, poiché ognuna aveva un proprio significato per lui e tutte lo rispecchiavano parecchio.
Una mattina delle tante stava per andare di nuovo all’ospedale e, con l’ipod e “Breathe Me” (una delle sue canzoni preferite) alle orecchie, si diresse verso l’edificio ormai conosciuto. Parcheggiò, entrò, salì le scale e percorse tutto il corridoio fino alla stanza 14.
Il suo angelo era lì come sempre: a petto nudo, coperto da vari fili, immobile, bellissimo.
Kurt, ogni volta che lo vedeva, sentiva un brivido dietro la schiena: anche solo il suo nome, “Blaine”… gli suscitava qualcosa di strano, ma bello.
Così, dopo aver studiato quella forma splendida, si sedette accanto a lui e solo lì si accorse di avere ancora le cuffiette con “Breathe Me” in riproduzione.

Era buffo.

Kurt notò che la canzone descriveva esattamente ciò che sentiva per Blaine.
“Come Kurt? Ma che dici! Non puoi innamorarti di qualcuno di cui sai quasi solo il nome!”- si sgridò il biondino.

Be my friend 
Hold me, wrap me up 
Unfold me 
I am small 
I'm needy 
Warm me up 
And breathe me…


Caspita, poteva negarlo quanto voleva, ma quella canzone pareva che gli leggesse nel pensiero.  Kurt stava quasi per ammettere a se stesso che…
“No, no, no…Kurt, piantala.”- si riprese prontamente.
Dopo questo spense la musica e si mise l’ipod con le cuffiette in tasca al suo giaccone e cominciò a raccontare a Blaine un po’ di cose. Anche se sentì un rumore verso la porta aperta non si girò poiché era concentrato su quello che doveva dire.
-Blaine, non so se tu mi senti o no, ma ho deciso di cominciare a parlare un po’ con te. Forse così mi sentirò meno in colpa per quello che è successo.- Il ragazzo si fermò subito, perché le parole gli morirono in gola. Deglutì pesantemente e, dopo un profondo respiro, continuò facendosi coraggio.
-Non sai quanto mi sento in colpa, Blaine. Io non volevo mandarti qui, in coma! Ti giuro con tutto il cuore che non era mia intenzione! Avevo paura che fossi morto!- disse tutto d’un fiato piangendo.
Per qualche minuto nella stanza si sentirono solo i suoi singhiozzi. Dopo un po’ il ragazzo dagli occhi chiari si fece coraggio e ricominciò a parlare, mentre con una mano cercava di asciugarsi le lacrime.
-Ok, ora la smetto di piangere, eh!- scherzò cercando di sorridere. I suoi occhi si fermarono un attimo sulle palpebre chiuse di Blaine. Aveva una voglia di vedere i suoi occhi che ridevano, che piangevano, che sorridevano…Era curioso di vederne il colore.
Poi, accorgendosi che stava divagando, si scrollò da quel desiderio e gli parlò ancora:
-Ti piace la musica? Spero di si! Anche perché andremmo molto d’accordo, poiché io l’adoro!- disse allegramente Kurt. Così fece mente locale a quella canzone che prima l’aveva fatto sognare e decise di risentirla di nuovo mentre parlava con Blaine.
Riprese l’ipod dalla tasca del giaccone, l’accese, cliccò su la voce “musica” e cercò “Breathe Me”, cliccando “play”. Non mise le cuffiette, bensì voleva farla ascoltare anche a Blaine. Regolò il volume.
 
*sottofondo di “Breathe Me”di Sia

Quelle magiche note, così delicate e sublimi trasportarono Kurt in una sensazione di relax e per un momento chiuse gli occhi, cercando di fare “sue” quelle parole…
Mentre ascoltava quella canzone riaprì gli occhi e ricominciò a parlare al ragazzo accanto a lui:
-Sai qualche giorno fa è venuto mio padre a trovarmi…Non puoi capire quanto sono stato contento! Ti giuro, non avrei mai pensato che mio padre si sarebbe preoccupato così tanto da venire qui da me. Ok, è vero che un padre è sempre un padre, però lui, con tutto il lavoro che ha da fare con l’officina…insomma non me l’aspettavo! Ma sono stato contento. Oggi voleva addirittura venire qui per vederti! Io gli ho detto che oggi proprio non era il caso, ma gli ho promesso che prima o poi te lo presenterò.-
E si fermò un attimo.
 
…Ouch I have lost myself again 
Lost myself and I am nowhere to be found, 
Yeah I think that I might break 
I've lost myself again and I feel unsafe…

 
Poi continuò.

-…Gli ho parlato dell’incidente, perché lui non ne sapeva niente. Lo so che forse tu ritieni che dovevo dirglielo prima, ma…avevo paura. Non so, è come se da quando c’è stato l’incidente mi preoccupassi molto di più del giudizio della gente. Non dico che al liceo non lo facessi, anzi, ero il primo a giudicare il look di Rachel o di Mercedes!
Rise. Poi si spense di nuovo.
-Vorrei solo che la gente mi accettasse per quello che sono! Insomma, io ora non so se tu sei gay o etero, ma non penso che discrimineresti la gente.-
In realtà Kurt questo non poteva saperlo, ma c’era qualcosa dentro di lui che lo spingeva a pensarla così.
Si gettò quel pensiero alle spalle e continuò:
-Devo dire che al liceo la vita non è stata facile…Bulli, prese in giro, scherzi pesanti…Insomma, in alcuni momenti ho addirittura desiderato essere etero. Ma sai che c’è?- gli domandò osservando il riccioluto attentamente.
Gli pareva che Blaine avesse cambiato espressione e l’avesse trasformata in una in cui sembrava stesse ascoltando interessato e rapito ogni singola parola di Kurt. Scacciando quel pensiero che ritenne stupido il biondino finì la frase:
-…Sono felice di essere gay.- detto questo si fermò un attimo.
Qualcosa dentro di lui era appena scattato. Per la prima volta in vita sua l’aveva detto apertamente e questo gli causava un brivido in tutto il corpo. Così accennò un timido sorriso e poi decise di continuare:
-Wow, è la prima volta che lo dico sicuro di me…E’ una sensazione bellissima!- esclamò felice sorridendo di nuovo,stavolta più deciso.
-Sai chi è stata la persona che mi è stata più vicina nel periodo del liceo? Mio padre. Ora, io non so se tu e tuo padre andate molto d’accordo, visto che lui è così freddo…Ma io penso che la relazione tra un padre ed un figlio sia un legame che nessuno può spezzare. E’ un qualcosa di indivisibile e di…bellissimo.- Kurt si stava commuovendo con le sue stesse parole. Tutto questo gli faceva ricordare le nottate passate a piangere con Burt, le camomille che gli preparava per tranquillizzarsi e le cioccolate calde alle sei di mattina, dopo le chiacchierate notturne passate insieme.

Questi ricordi suscitavano in lui un calore paterno indescrivibile che lo riscaldava, come se stesse davanti al camino ad osservare le fiamme che si dimenavano energicamente.
-Comunque io penso che tuo padre ti voglia veramente bene, anche se forse non andate d’accordo, lui sarà sempre tuo amico, sarà sempre tuo padre.- concluse guardando dolcemente il riccioluto che ascoltava silenziosamente.

…Be my friend 
Hold me, wrap me up 
Unfold me 
I am small 
I'm needy 
Warm me up 
And breathe me…


Intanto che la canzone finiva, il ragazzo si sentiva magicamente più sollevato e, rendendosi conto delle splendide parole che aveva pronunciato, si disse:
“Cos’è tutta questa saggezza?”- e sorrise.
-Bel discorso.- si sentì rispondere alle spalle. Kurt fece un balzo sulla sedia su cui era seduto e, mettendosi una mano sul cuore per lo spavento, si girò velocemente verso la direzione dalla quale proveniva quella voce.
 











AnGoLo DeLl'AuTrIcE-----------------------------------------


Ehilà! Come va ragazzi??? Spero bene :D  Ecco qui un altro capitolo fresco fresco, appena sfornato solo per voi!! 
Sono adorabile, non è vero? Ok, la pianto qui :P.               Commentate mi raccomando!                       -SkyFullOfStars_
P.S: Durante le vacanze di Pasqua non ci sarò, quindi dovrete aspettare per scoprire chi è la "voce misteriosa"...MUAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!! Ok ora mi dileguo altrimenti faccio una brutta fine... ;) LOOOOVEEE  

 
  
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