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Autore: Brooklyn_Rogers    27/03/2013    1 recensioni
Si tratta di una serie a sé, che comincia qualche anno prima dell’incontro fra Ichigo e Rukia, anche se questi non appariranno mai nella storia. I protagonisti saranno un nuovo personaggio e la sua Zampakuto. La storia seguirà la loro crescita e il loro imparare l’arte del combattimento fino all’incontro con Hitsugaya, che ormai figura come un diciassettenne, e Oshiko, la sorellina di Yoruichi, un’indomabile quindicenne in fuga dalla Soul Society. Da qui in poi la storia si intreccerà con questi due personaggi e la trama sarà più complessa.
Un piccolo avvertimento! Io ho visto Bleach solo fino alla fine della 2° Serie (il salvataggio di Rukia), quindi tutto ciò che riguarda Hitsugaya e gli altri personaggi che nominerò, sarà riferito solo a quella serie.
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hitsugaya Toushirou, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9-Quello è uno shinigami

 
-Non dirmi che non te l’aspettavi.- disse Kumoko davanti a una Tsuki piena di sé, impugnante una katana di fronte a un gruppo di ragazzi quasi terrorizzati.
-Tsuki, forse potevi mostrare un po’ di pietà, no?- Kazuko le sorrise.
-Zitto. Di chi pensi sia la colpa?- lui continuò a sorridere.
-Mi dispiace! Ti prego perdonami!- congiunse le mani davanti al viso in segno di preghiera. La ragazza sbuffò.
-Hey, ce n’è ancora uno!- la ragazza sollevò ancora la mano del capitano Hitugaya.
-Aspetta, io non ho mai detto niente del genere!
-Sei in ballo, Hitsugaya-kun, quindi balla!- gli misero in mano la stessa katana di Tsuki.
-Tu sei l’ultimo, vero?- chiese Tsuki allo shinigami.
-Di certo l’ultimo che oggi sfiderai.- rispose lui strizzando gli occhi.
-Tsk.
Si guardarono per un momento circospetti, camminando in cerchio, cercando i punti deboli.
-Ma perché Tsuki si preoccupa tanto?- Kumoko sbadigliò.
-Non ne ho idea.
Si scagliarono veloci l’uno contro l’altro, quasi fossero stati d’accordo. Tsuki parò l’attacco di Toshiro e Toshiro parò l’attacco di Tsuki, come due forze la cui risultante è nulla.
-Fa proprio impressione vederla combattere con un’altra spada, eh?- chiese Okami ridendo.
Ma nel momento esatto in cui un po’ di sole fece capolino fra le nubi, la Zanpakuto notò qualcosa di estremamente strano nell’ombra del capitano, nonostante fosse solo un unico secondo.
-Kumoko, puoi aumentare la luce?- il ragazzo era il suo interruttore portatile.
-Perché?- domandò lui annoiato.
-Ho un orribile presentimento.- allora l’amico obbedì e le nubi si diradarono facendo spazio ai caldi raggi del sole.
Ma in quel momento Tsuki riuscì a trovarla, dopo averla tanto cercata. L’apertura di Hitsugaya. Vi si lanciò contro sicura, la lama che cercava di colpirlo in ogni punto.
“Ma che diavolo è questa? La mia apertura, come cavolo ha fatto a vederla?”, pensò il capitano.
-Quello è…- Kazuko vide ancora l’ombra di Hitsugaya, e non era certo quella di un ragazzo. Era quella di un enorme drago pieno di spuntoni.
Hyorinmaru
Sentì dire.
-L’anello di ghiaccio… ecco perché avevo freddo.- mormorò.
-Cosa?- chiese Oshigami che, avendo notato qualcosa di interessante, era giunta a guardare.
-Quello è uno shinigami.
Daiguren Hyorinmaru
-E conosce il bankai!- esclamò.
-Tsuki! Smetti di combattere!- i due shinigami si stopparono.
-Perché, scusa?
-Ehm… papà si è sentito male! Torniamo a casa!- usò il padre come scusa. La ragazza mollò la spada a terra e corse dentro per togliersi la tuta da ginnastica e correre da Hisayuki.
Non appena uscì, Kazuko le afferrò il polso e la portò più lontano possibile di corsa.
-Tsuki… per fortuna che me ne sono accorto…- mormorò il ragazzo ansimante.
-Accorto di cosa? E papà non stava male?- chiese lei.
-No, ma mi serviva una scusa per portarti via da lì. Sorellina, quello è uno shinigami. E se quel che ha detto Urahara sul bankai è vero, è anche un capitano.- sentenziò la zanpakuto.
-Eh? Sul serio?- la ragazza non riusciva quasi a credere alle parole del fratello.
-Sì, ho sentito distintamente il nome della sua spada. Si chiama Hyorinmaru, è di tipo ghiaccio e neve.- spiegò.
-Tsuki, promettimi una cosa: devi stargli lontano. Se lo vedi avvicinarsi, scappa.
 
La ragazza teneva stretta la spada in mano, sul tetto. Adorava quel posto, la faceva sentire libera. Il vento la sfiorava leggero e lei si divertiva a deviarlo e a creare piccole trombe d’aria nel suo palmo.
-Guarda, Kazu.- il ragazzo si materializzò accanto a lei, che indossava il kimono da “Death Quincy”. Aveva ribattezzato così il suo modo di essere, ma non sapeva se la definizione era abbastanza esaustiva. Non era un Quincy, perché i Quincy non usano spade. Non era uno shinigami, perché gli shinigami non usano archi. Non apparteneva all’esercito dei Quincy, perché i Quincy odiano gli shinigami, e non apparteneva alla Soul Society perché gli shinigami avevano bandito i Quincy.
Sollevando della polvere scura, diede una sorta di colorazione al vento che le stava sulla mano e creò una barca fatta d’aria e di terra.
-Sei diventata davvero brava!- esclamò il fratello.
-Grazie…
Mentre rimuginava su vari pensieri, tra cui quello shinigami che aveva incontrato, il primo eccezion fatta per sua madre, Yoruichi e Urahara, che non erano più alleati della Soul Society, la ragazza cominciò a sentire freddo e le si accapponò la pelle.
Si girò e nel buio della notte vide brillare un haori bianco.
“I capitani per distinguersi indossano degli haori bianchi.” Le tornano in mente queste parole, pronunciate dal padre che più di una volta si era scontrato contro uno dei comandanti, senza mai vincere né perdere.
-Oh, santo cielo, Kazu! Diamoci una mossa!- il ragazzo si trasformò di nuovo in Okami e Tsuki, veloce, rinfilò la katana nel fodero, cominciando a eseguire parecchi shunpo in successione, ma era troppo tardi: Toshiro Hitsugaya aveva già percepito il reiatsu della ragazza e si era lanciato all’inseguimento.
-Cavolo, quel pazzo ci raggiunge!- la Quincy aumentò la velocità e desiderò con tutto il suo cuore che essere stata addestrata dalla Dea della velocità le tornasse utile.
-Al diavolo gli shunpo!- le disse Kazuko –Prova quella cosa che ti voleva insegnare papà! Una di quelle cose da Quincy con i nomi complicati!
-Il Hirenkyaku? Ma io non ho mai usato nemmeno il guanto Sanrei, non potrei mai riuscire a farcela!
-Prova!- la supplicò il ragazzo. Lei annuì e cercò un sostegno nel ricordo delle lezioni di suo padre.
“Niente emozioni. Logica fredda, ragionamento e onore.”
Si proiettò in avanti e in un solo passo, che somigliava più a un misto delle due tecniche, quella degli shinigami, e quella dei Quincy, arrivò a casa entrando dalla finestra davanti a uno stupito Hisayuki.
-Hirenkyaku… dovrei farlo più spesso.- mormorò sorridendo, e si accasciò al suolo sfinita.

  
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