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Autore: Geid    02/04/2013    3 recensioni
E' da un po' che sto scrivendo questa storia e ora ho deciso di pubblicarla.
Dal capitolo 1:
E per questo sappi che ti terrò d’occhio tutta la serata.
- Ci penserà già mio fratello, grazie, non credo di aver bisogno di un altro babysitter. – Dissi sbuffando. – E poi sarai troppo impegnato con le tue cheerleader per tenermi d’occhio.
Frecciatina. Cavolo, mi stavo comportando proprio come una ragazzina.
- Cos’è sei gelosa? – Disse lui facendo un mezzo sorriso.
- Cosa? Gelosa? Chi, io? – Dissi lasciandomi andare ad una risata. – Ma figurati. Lo so che ti piacerebbe, ma mi dispiace deluderti. Non. Sono. Per. Niente. Gelosa. – dissi sillabando ogni singola parola e riprendendo a camminare verso la mia camera.
- Anderson, ancora un cosa. – Disse seguendomi, a quelle parole mi girai e me lo ritrovai a pochi centimetri da me. – La tua maglia mi piace un sacco. A stasera. – Si voltò e scese le scale.
A quelle parole, sentii le guance colorarsi e in quel momento mi sentii decisamente troppo poco vestita.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cory Monteith, Lea Michele, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’unica cosa che corrisponde agli attori di Glee sono i nomi e i volti. I cognomi sono stati cambiati.
 
 
 
CAPITOLO 1
 
- Mi mancherete!
Disse ancora una volta mia madre stringendomi tra le sue braccia. Era la sesta volta che si ripeteva quella scena e anche se ero stretta tra le braccia riuscii perfettamente a vedere mio fratello alzare gli occhi al cielo.
- Mamma, starete via solo alcuni mesi. Tra la scuola, i miei vari impegni e le vostre chiamate, non mi accorgerò nemmeno della vostra assenza.
Dissi una volta libera dalle sue braccia, cercando di rassicurarla. Se non fosse salita sull’aereo nel giro di due minuti, ce l’avrei messa io a forza.
- Ok, ok, ho capito. Charlie, credo sia ora di andare hanno chiamato il nostro volo già due volte.
Disse rivolta a mio padre, subito dopo si avvicinò a me e mi lasciò un leggero bacio sulla fronte e fu subito seguita da mio padre che mi abbracciò – forse per la terza volta -.
Mamma e papà presero in mano le loro borse e si diressero verso l’entrata del loro volo.
 
Quando ormai erano usciti dalla mia visuale, mi rivolsi verso mio fratello tirando un sospiro di sollievo.
- Finalmente se ne sono andati, sembrava che mamma avesse tutta l’intenzione di rimanere a terra.
Dissi camminando a suo fianco, diretta verso l’uscita dell’aeroporto.
- Lo sai com’è fatta mamma. Sei e rimarrai per sempre la sua piccola Lee Lee e le dispiace da morire dover lasciarti.
Sbuffai, per quanto mi costasse ammetterlo, Justin aveva ragione. Anche se ormai avevo sedici anni per mamma sarai sempre rimasta la sua “Lee Lee”.
In tutta la mia vita avevo sempre odiato quello stupido soprannome affibbiatomi da mia mamma all’età di cinque anni e che continuava a perseguitarmi, probabilmente anche una volta compiti i trent’anni mia mamma avrebbe continuato a chiamarmi in quel modo. 
- Non chiamarmi così, Jus, sai che non sopporto quell’odioso nomignolo.
Justin si lasciò andare ad una sonora risata.
Mio fratello, nonostante avesse diciassette, la maggior parte delle volte si comportava come un ragazzino al primo anno di superiori.
- Certo Lee Lee. Dai, andiamo a casa. Sai, non te l’ho ancora chiesto, ma non sei felice? Voglio dire, staremo a casa da soli per mesi e mesi.
- Oh si, Jus. Non vedi come sto sprizzando gioia da tutti i pori? Sono proprio elettrizzata.
Dissi usando la mia solita dose di sarcasmo. Mi veniva naturale essere sarcastica con lui.
Io e mio fratello eravamo così, un po’ come cane e gatto. Litigavamo per le cose più stupide come per chi dovesse fare per primo la doccia o per chi avesse diritto di mangiare l’ultimo pancake cucinato da mamma ma io gli volevo bene lo stesso. Mio fratello poteva avere tutti i difetti di questo mondo ma se io avevo bisogno, lui per me c’era sempre.
Arrivati alla machina di Justin, salii nel posto del passeggero e mio fratello prese il posto di guida. Inserii le chiavi nel quadrante e accese l’auto.
Mentre Justin guidava verso casa, io ero impegnata a sfogliare i cd che c’erano in quella macchina.
Mentre passavo in rassegna ogni singolo cd di mio fratello non potei che notare che i suoi gusti riguardanti la musica lasciavano alquanto a desiderare.
- Jus, dovresti davvero visitare un negozio di musica. Questi cd sono terribili.
Dissi ridacchiando, rimettendoli a posto e accendendo la radio, di sicuro lì trasmettevano qualcosa di più “ascoltabile”.
- Oh si, certo. Disse la ragazza che ascolta solo canzoni da musical e nient’altro. Comunque ho una cosa importante da chiederti.
L’avevo detto, no, che ci piaceva punzecchiarci a vicenda..
- Dai, spara. Stai già organizzando una festa piena di alcool a casa nostra?
Dissi tirando ad indovinare. Conoscendo mio fratello potevo benissimo immaginare quello che stava tramando: una festa con così tanti invitati da distruggere casa, alcool a fiumi, ragazze e le nostre camere da letto usate da sconosciuti pronti a darsi alla pazza gioia.
- Ma quanto sei scema – disse lui guardandomi per un attimo e io lo fulminai con lo sguardo – Ok, la festa è in programma… Per stasera e pensavo che magari potresti andare a dormire da Dianna.
- Stai scherzando spero? – dissi guardandolo male, ma in quel momento ebbi l’idea del secolo e un sorriso si impossessò del mio volto. - Non ti lascerò mai fare una festa a casa nostra… senza di me. Ti propongo un accordo Anderson.
Non potevo permettermi di perdere quell’opportunità. A scuola non ero proprio una delle ragazze più popolari, anzi per dirla tutta non ero proprio considerata ma mio fratello si. Justin era il capitano della squadra di football, era il tipico ragazzo che quando passa per i corridoi della scuola ogni ragazza si gira a guardarlo e ogni ragazzo vorrebbe essere lui. Si insomma, era il classico ragazzo popolare.
- Sentiamo, Anderson, cos’ha macchinato il tuo cervello malefico? – chiese lui continuando a tenere gli occhi fissi sulla strada.
- Vuoi fare la festa? Ok, puoi fare la festa ma a due condizioni. Uno: io sarò presente e due: anche alcuni miei amici lo saranno.
Dopo la mia frase, in macchina calò il silenzio. Conoscevo troppo bene mio fratello per poter affermare che ci stava pensando.
Presi il cellulare dalla tasca dei miei jeans e scrissi un messaggio a Dianna e Chris, i miei migliori amici.
 
Ragazzi, prevista festa stasera  a casa mia. Sapete cosa vuol dire questo? Ragazzi dell’ultimo anno a casa mia.
Preparatevi i vestiti per la sera, i sacchi a pelo per la notte.
Ci vediamo alle 4 pm da me.
Baci, L.
 
Inviato il messaggio, riposi nuovamente in tasca il telefono. La macchina si fermò e in quel momento capii di essere arrivata a casa.
Aprii la portiera dell’auto e scesi, diretta verso casa e davanti alla porta d’entrata presi le chiavi e le inserii nella serratura.
Lasciai la porta socchiusa in modo che anche Justin, che si trovava ancora in auto, potesse entrare tranquillamente.
Andai diretta verso il tavolo della cucina, presi la sedia e la girai in modo che una volta seduta potevo tranquillamente appoggiare le braccia sullo schienale.
Appena mi sedetti sentii dei passi provenire dal corridoio e la porta d’entrata chiudersi.
- Allora, Jus, ci hai pensato? Non puoi permetterti di annullare una festa.. La tua reputazione colerebbe a picco.
Presi il telefono che stava vibrando e lessi il messaggio era da parte di Dianna.
 
Io e Chris siamo fuori, quando sei pronta apri la porta.
P.s. Fuori c’è anche l’amico figo di tuo fratello.
D.

 
Mentre leggevo il messaggio, Justin aveva preso una sedia e si era seduto nello stesso modo, in modo da potermi guardare negli occhi.
- Ci sto. Ti concedo un massimo di due amici e per favore, non combinare disastri.
- Grazie, Jus. Sono sicura che non te ne pentirai. Ti adoro. – dissi alzandomi dalla sedia e stampandogli un bacio sulla guancia.
A passo veloce, quasi correndo, mi diressi verso la porta. L’aprii non proprio delicatamente e potei vedere Chris sussultare.
- Andiamo ragazzi, dobbiamo prepararci. – dissi prendendoli per mano. – E ciao anche a te, Hudson. – Dissi rivolta al ragazzo che mi guardava con sguardo interrogativo.

Trascinai i miei due migliori amici su per le scale, fino a farli entrare in camera mia. Ero felice… No, di più, ero completamente elettrizzata.
Chiusi la porta alle mie spalle e mi voltai verso i miei amici, rivolsi loro il sorriso più grande che potessi fare.
Non riuscivo a credere di essere riuscita a convincere Justin, quella giornata aveva le basi per terminare nei migliore dei modi.
- Lea? Lea? – Disse Chris, schioccandomi davanti al viso due dita – Tesoro, torna tra noi! Andiamo, dobbiamo prepararci!
- Oh, si, scusate ragazzi mi ero solo persa un attimo nei miei pensieri. – Dissi loro sorridendomi e muovendomi diretta verso il mio armadio.
- Tranquilla, Lea e scusa il tono un po’ scocciato di Chris. Non lo ammetterebbe mai ma è incredibilmente agitato per la festa di questa sera. – Disse la mia migliore amica, beccandosi un’occhiataccia da parte di Chris e, alla visione di quella scenetta, non potei fare a meno che lasciarmi andare ad una risata.
- Oh, ma non dire cavolate. – Disse lui alzando le spalle come se non gli importasse nulla di quello che Dianna aveva appena detta. – Comunque, tesoro, dobbiamo renderti irresistibile. Quindi, allontanati dal tuo armadio… A te ci pensiamo noi, col tuo gusto nel vestire avresti il coraggio di indossare dei jeans stasera.
Sbuffai sonoramente, andandomi a sedere sul mio letto.
- Non capisco proprio a cosa ti riferisci – Dissi a Chris, posizionandomi al centro del letto a gambe incrociate. – Voi fate quello che dovete, io vado a farmi una doccia, ci vediamo tra poco.
Dissi avvicinandomi, lasciando un bacio sulla guancia ad entrambi. Mi alzai dal letto e uscii dalla camera.

Prima di andare in bagno e fare una calda e meritata doccia, decisi di andare a bere qualcosa in cucina.
Mentre scendevo le scale non potei fare a meno di sentire due voci discutere.
- … Non riesco a credere che ti sei fatto fregare da tua sorella – Disse una voce maschile, simile a quella di Cory.
- Ho dovuto, Cory. Insomma, non potevo di certo cancellare la festa e se avessi detto di no, probabilmente avrebbe chiamato mamma e pa…-
- Oh, Jus, hai davvero così poca fiducia in me? – Chiesi ironica scendendo le scale e arrivando a toccare il pavimento del piano terra – Pensi davvero che correrei a chiamare mamma e papà? – Chiesi con sorriso innocente.
Li guardai entrambi sorridendo.
- Dai, sono sicuro che non ci daranno nessun fastidio – Disse mio fratello con voce poco decisa. – Me l’hai promesso. Ricordatelo – Disse poi puntandomi un dito contro.
- Io le mie promesse le mantengo quindi puoi stare tranquillo, fratellone. – Dissi avvicinandomi alla cucina e prendendo un bicchiere d’acqua, per poi tornare in salotto.
- In fondo io e i miei amici vogliamo solo divertirci proprio come voi, non vedo cosa ci sia di male – Dissi vedendo Cory continuando a scuotere la testa. – E smettila di lamentarti Cory. Detto questo, io vado a stasera ragazzi. – Dissi voltando loro le spalle.
Una volta arrivata in cima alle scale potei sentire Cory dire: - Tua sorella è una strega. – e ridendo di quell’affermazione mi chiusi in bagno, pronta a fare quella doccia che da tanto aspettavo.
 
Uscii dal bagno indossando la maglia che avevo preso dalla mia camera prima. Era la maglia dei Kiss di mio fratello. L’adoravo e ormai era diventato il mio pigiama da anni.
Mentre camminavo diretta verso la mia camera, continuavo a cantare la canzone che avevo iniziato prima sotto la doccia.
- Sai hai proprio una bella voce. Ci conosciamo da anni e non me ero mai reso conto – Disse una voce alle mie spalle e per poco non urlai dallo spavento.
Mi voltai e, appoggiato sullo stipite della porta della camera dei miei c’era Cory.
Cory era il migliore amico di Jus. Si conoscevano dalle scuole primarie, erano più o meno cresciuti insieme. I miei genitori lo consideravano uno di famiglia e lo stesso facevano i suoi con Jus.
Era la fotocopia esatta di mio fratello, solo con molti centimetri in più di altezza.
- Ma sei scemo? Vuoi farmi fare un infarto per caso? – Dissi con un tono forse un po’ troppo aggressivo e troppo alto. Presi un lungo sospiro per calmarmi e poi ripresi a parlare. – Scusa, è che mi hai fatto spaventare… - Dissi avvicinandomi e scusandomi per il comportamento che avevo avuto poco prima.
- Allora tu e i tuoi amichetti vi state preparando per la festa? – Chiese indicando con la testa la porta dov’erano chiusi dentro Dianna e Chis.
- Si si. Ammettilo non ti piace proprio l’idea che ci siamo anche noi. – Dissi incrociando le braccia al petto e appoggiandomi allo stipite opposto della stessa porta.
- Tu si che sei un genietto, Anderson. – Disse ridacchiando. – E per questo sappi che ti terrò d’occhio tutta la serata.
- Ci penserà già mio fratello, grazie, non credo di aver bisogno di un altro babysitter. – Dissi sbuffando. – E poi sarai troppo impegnato con le tue cheerleader per tenermi d’occhio.
Frecciatina. Cavolo, mi stavo comportando proprio come una ragazzina.
- Cos’è sei gelosa? – Disse lui facendo un mezzo sorriso.
- Cosa? Gelosa? Chi, io? – Dissi lasciandomi andare ad una risata. – Ma figurati. Lo so che ti piacerebbe, ma mi dispiace deluderti. Non. Sono. Per. Niente. Gelosa. – dissi sillabando ogni singola parola e riprendendo a camminare verso la mia camera.
- Anderson, ancora un cosa. – Disse seguendomi, a quelle parole mi girai e me lo ritrovai a pochi centimetri da me. – La tua maglia mi piace un sacco. A stasera. – Si voltò e scese le scale.
A quelle parole, sentii le guance colorarsi e in quel momento mi sentii decisamente troppo poco vestita.
 
Entrai in camera mia dove Dianna e Chris stavano parlando tranquilli seduti sul mio letto.
- Tesoro, cos’è successo lì fuori? Abbiamo sentito tu e il bel fusto parlare – Disse Chris con uno sguardo un po’ troppo malizioso.
Alzai gli occhi al cielo. Chris chiamava Cory “bel fusto” dalla prima liceo.
- Questa volta Chris ha ragione, Lea sei rossa – Disse Dianna trattenendo una risata.
- Ragazzi smettetela – Dissi maledicendomi per essere diventata rossa. – Su, io devo ancora preparami. Mi date una mano? – Chiesi sperando di placare la loro eccessiva curiosità.
- Mettiamoci al lavoro. – Disse Chris, prendendo in mano un vestito rosso e porgendomelo.
- Stai scherzando vero? Io non mi metterò questo. – Dissi prendendolo in mano – Non capisco se è un vestito decisamente troppo corto o una maglia leggermente lunga – Dissi sarcastica.
- Smettila di lamentarti e vai a vestirti. – Disse Chris. – Con questo vestito il bel fusto non guarderò più le cheerleader.-
- Hai origliato la conversazione. – Dissi sconvolta.
- Vai a vestirti, subito! – Disse Chris non rispondendo alla mia affermazione.
Sapevo bene che quando Chris usava quel tono non ammetteva repliche e senza creare ulteriori discussioni, andai a cambiarmi.
Ritornai da loro e mi posizionai di fronte allo specchio.
- Io sono ancora convinta che sia troppo corto. Jus mi farà cambiare – Dissi divertita immaginando la scena in cui mio fratello mi faceva tornare in camera per cambiarmi.
- Stai benissimo – Dissero i miei migliori amici in coro. Alla fine, gliela davo vinta ogni volta.
- Adesso senza discutere, metti quelle. – Disse indicando un paio di tacchi vertiginosi – e poi vieni qui che dobbiamo finire di sistemarti. –
- Mi scambieranno per una prostituta – Dissi a mezza voce facendo ridere Dianna, che se ne stava seduta sul mio letto, e beccandomi come al solito un’occhiataccia da parte di Chris.
 
- Abbiamo finito. Sono seduta qui da mezz’ora e mi fanno già male ai piedi. – Dissi sbuffando.
- Mi bastano due secondi – Disse Chris impegnato con i miei capelli. – Finito. Adesso chiudi gli occhi e ti alzi. Ti faccio strada io – Disse Chris, facendomi alzare a prendendomi a braccetto.
- Io continuo a pensare che abbiate fatto una cosa esagerata. È solo una festa liceale – Dissi camminando ad occhi chiusi sostenuta da loro.
- E’ la festa più importante dell’anno, Lea – Disse Dianna e a quelle parole sbuffai.
- Ok, adesso puoi aprire gli occhi. – Disse lui mollando la presa sul mio braccio e in quel momento io aprii gli occhi.
Guardai il mio riflesso nello specchio. Non sembravo nemmeno io.
I miei capelli, che tenevo sempre lisci, ricadevano mossi sulle mie spalle. Il trucco fatto da Dianna era perfetto, non troppo esagerato ma molto leggero quasi appena accennato.
Il vestito continuava ad essere decisamente troppo corto per i miei standard ma indossato era davvero bello e le scarpe erano davvero alte e mi facevano raggiungere un’altezza quasi normale.
- Ragazzi avete fatto davvero un lavoro fantastico – Dissi voltandomi verso di loro e abbracciandoli uno a uno. – Vi voglio bene – Dissi sorridendo.
- L’avevo detto io che le sarebbe piaciuto – Disse Chris battendo un cinque con Dianna.
- Si, voi avete sempre ragione – Dissi ridendo – Ma ora andiamo giù, voglio proprio sentire il parere di mio fratello – Dissi sorridendo.
- Solo tuo fratello? Non anche quello del bel fus.. – Disse Chris con la sua solita occhiata maliziosa ma lo fermai prima che potesse finire la frase.
- Oh ma sta zitto! – Dissi fulminandolo con lo sguardo.
Chris era sempre stato convinto che ci fosse qualcosa tra me e Cory. Erano anni che ormai andava avanti e nonostante io continuassi a negare lui continuava ad insistere.

- Dai, Jus, dimmi che ne pensi. – Dissi scendendo le scale ed arrivando in salotto, dove di lì a poco sarebbero arrivati gli ospiti.
- Chi sei tu e cosa ne hai fatto di mia sorella? – Disse Jus guardandomi dall’alto in basso – A quel vestito manca un pezzo di tessuto –
- Te l’avevo detto che non ti saresti pentito di aver accetto l’accordo – Dissi sorridendo. Adoravo vedere mio fratello comportarsi in modo così protettivo.
- Sappi che ti terrò d’occhio tutta la sera – Disse guardandomi un’ultima volta.
- Ehi Jus, ho portato l’ultima scatola di alcool. – Disse Cory entrando dalla porta – Caspita Anderson, hai fatto proprio un bel cambiamento. –
- E’ una festa e avevo bisogno di un modo per mimetizzarmi. – Dissi rivolta verso Cory. Si trovava ancora alle mie spalle ma potevo sentire i suoi occhi sulla mia schiena.
- Adesso, se avete smesso di flirtare, vorrei bere qualcosa. Di forte, possibilmente. – Disse Chris rompendo quel silenzio che si era creato.
- Appoggio in pieno. Lea vuoi qualcosa? – Chiese Dianna, guardandomi sorridendo e facendolo in modo strano.
- Mh? A si, va bene quello che prendete voi. – Dissi senza pensarci su.
Non stavamo flirtando. Non l’avevamo mai fatto. Chris di sicuro aveva detto un’atra delle sue cavolate.
- Aspetta, chi sta flirtando con chi? – Disse mio fratello non capendo il discorso fatto da Chris poco prima.
- Lascia perdere. Sono le solite cavolate che dice Chri, fai come faccio io, non farci caso. – Dissi rossa in viso e a tono alto in modo che anche il mio migliore amico potesse sentire.
- Ho bisogno di bere qualcosa. Ah, ricordatevi che la mia camera è off-limits. – Dissi indicando i due ragazzi. – Lì posso dormirci solo io.
- Ho capito, ho capito. Per favore, non bere tanto. – Disse mio fratello guardandomi dritto negli occhi.
- Fidati Justin, regge più l’alcool di me. – Disse il mio migliore amico mettendosi al mio fianco e porgendomi un bicchiere rosso.
- Oh, ma sta zitto! – Esclamai sperando di sviare quel discorso.
- Io e te dobbiamo parlare. – Disse mio fratello indicandomi. – A quanto pare devi raccontarmi un po’ di cose.
- Questa volta me la paghi, sappilo. – Dissi a bassa voce rivolta verso Chris e iniziando a bere il contenuto del mio bicchiere.
 
Mi spostai dal soggiorno e mi diressi verso la cucina e mi appoggiai al mobile. Scossi la testa decisa e buttai giù in contenuto del bicchiere tutto d’un sorso.
- Oh, tigre, vacci piano con quello. – Disse Cory divertito, sbucando da qualche angolo della sala.
-Mi stai seguendo per caso? Te l’ho già detto non devi tenermi d’occhio. – Dissi scocciata appoggiando il bicchiere vuoto.
- Come sei permalosa. La mia era solo una constatazione amichevole. – Disse lui come per giustificarsi.
- Si, va bene hai ragione tu. – Dissi prendendo il bicchiere e uscendo dalla cucina ma in quel momento venni bloccata per un braccio.
- Sappi che preferisco la maglietta dei Kiss. – Disse a bassa voce. – Buon divertimento.
Sentivo il cuore battere sempre più velocemente e avevo caldo.
Che diavolo mi stava succedendo? Io non ero una di quelle ragazze che si eccitavano solo perchè Cory Hudson le aveva fatto qualche complimento.
Oh andiamo Lea, torna in te!

Quella sarebbe stata una lunga festa, ne ero sicura.
  
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