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Autore: Axul    04/04/2013    0 recensioni
Dieci allievi maghi iniziano la loro avventura quasi per gioco: uno sconosciuto dą loro una mappa e loro decidono di seguirla perchč non hanno nulla di meglio da fare in quel momento. Si trovano intrappolati in avventure a genere: ogni capitolo rinvia a un genere letterario, dall'horror al musical.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Avranno trovato i corpi alla stazione» ipotizzò Xest per poi scrocchiare il collo.
«Non ci conviene tornare al dormitorio… non ci farebbero più uscire domani!» affermò Axul mordendosi il labbro.
Xelva prese la mappa e la aprì. «Beh, andiamo, no? Qui dice di andare… alla sede dell’ordine.»
Si scambiarono una lunga serie di sguardi.
«Perché proprio la sede dell’ordine con tutti i posti che ci sono in città?» sbuffò Xarf incamminandosi.
Sorix li bloccò. «Scusate, ma perché stiamo seguendo quella mappa?»
Tutti rimasero imbambolati a riflettere, il primo a rompere il silenzio fu Zaxzom. «Beh, con questi giri abbiamo tutti imparato ad usare meglio i nostri poteri… è stato utile!»
«Ma la sede dell’ordine è diversa… non possiamo andare lì, ci metterebbero in carcere!» obiettò lei sospirando per l’ottusità degli altri.
Raxas annuì soprappensiero. «Beh, ma ormai vediamo perché ci hanno dato ‘sta mappa!»
Controvoglia, Sorix si vide costretta a seguirli.
Il palazzo dell’ordine era una torre completamente bianca. Non era molto appariscente, era piccola e neanche tanto alta, però tutti se ne tenevano alla larga, infatti, quando vi arrivarono, non c’era assolutamente nessuno.
Xarf bloccò con il tempo delle guardie, così non si sarebbero accorti di loro, cosa che invece sarebbe successa se l’avessero fatto Sorix e Xest, ed entrarono tranquillamente. All’ingresso non vi era nessuno, ma, per sicurezza, s’incamminarono rasenti al muro. Davanti a loro solo le scale. Tutta la torre era un’enorme scala che conduceva alla balconata in cima da cui si poteva vedere tutta la città.
«Beh, andiamo a farci questo tour panoramico!» affermò Nyrpex avviandosi.
Le guardie cominciarono ad affluire verso di loro.
«Xarf?» domandò Leax notando che continuavano a muoversi.
«Sono protette! Posso solo…» le rallentò dando il tempo agli altri di pensare a qualcosa di intelligente.
«Ok, hanno degli scudi contro la magia. Idee?» chiese Axul continuando a controllare dove fossero quasi con isterismo.
Zaxzom evocò le sue fidate scimmie e loro si lanciarono verso il drappello facendo cozzare le varie teste.
«Perfetto, andiamo!» urlò Raxas lanciandosi verso le scale.
Percorsero qualche metro prima di incontrare due cavalieri con delle spade magiche in mano.
«Non riesco a fare nulla contro di loro…» mormorò Xarf sgomento.
Xest sorrise malefico. «Allora è il mio turno» e cominciò a suonare un immaginario violino. Le due si presero il capo fra le mani contorcendosi dal dolore.
«Sto io qui, andate» ordinò agli altri continuando a suonare. Axul provò a dire qualcosa, ma lui interruppe ogni possibile obiezione «Sono protetti, ci metterò un po’ a stordirli, voi andate, poi vi raggiungo».
Annuirono prima di ricominciare a correre. Axul aprì la borraccia e dell’acqua andò dietro Xest componendo una sedia. «Giuro che non ti bagni se ti siedi… a dopo!»
Arrivarono accanto ad una porta, quella si spalancò e due guardie come quelle che stava bloccando Xest si lanciarono verso di loro per attaccarli. Zaxzom evocò di nuovo le sue scimmie, ma quelle si dissolsero sotto i colpi delle lame.
«Gente?»
«Se faccio esplodere la scala?» domandò Nyrpex già pronto ad usare i suoi poteri.
«Idiota, c’è Xest sotto!» sbottò Xarf.
Però quell’idea permise a Raxas di avere un lampo di genio. Disse agli altri di aggrapparsi al corrimano e ghiacciò il pavimento creando un enorme scivolo. I soldati, però, conficcarono la spada a terra e tutto si sciolse istantaneamente.
«Bella idea, ma non ha funzionato…» commentò Xelva demoralizzata.
Raxas non si diede per vinta, si lanciò verso le guardie e le toccò con le mani: bloccò tutti i loro ricordi. Loro si guardarono intorno perplessi.
«Bella, Raxas!» esordì Leax abbracciandola.
«Devo stare qui, però… è un effetto temporaneo» mugugnò la ragazza sedendosi.
«Non mi piace ‘sta cosa che ci stiamo dividendo» affermò Axul sbuffando.
Cykrix ebbe l’intuizione che gli permise di andare avanti: «Portali da Xest! Due in più immagine che non gli cambino nulla!».
Raxas annuì con convinzione, prese le due guardie per mano e scese correndo. Si misero d’accordo che li avrebbe raggiunti con Xest.
Loro ripresero a correre. Alla porta seguente, si trovarono davanti un immenso energumeno con una clava in mano.
«Ok, lo blocco io» affermò Axul creando una barriera d’acqua.
L’essere la infranse con l’arma.
«Dicevi?» domandò retorica Sorix guadagnandosi un’occhiataccia.
«Solo perché ho poca acqua…» si ricordò della cripta e del sangue. Corse verso Leax e gli ordinò di ferirle una mano. Immediatamente una palla rossa avvolse il gigante.
«Devi stare qui perché è temporaneo?» domandò Cykrix sbuffando.
«No» rispose Axul inclinando il capo «Però starò comunque qui» si sedette a terra «Troppo sangue, mi gira la testa. Aspetto gli altri due».
Non poterono fai altro che annuire e proseguire. Nyrpex fu l’unico a notare due cani e a bloccare la loro corsa facendo esplodere l’aria prima che li azzannassero. Erano completamente neri e ringhiavano minacciosi, sembravano più un incrocio con dei lupi.
«Io non attacco gli animali!» sbottò Leax sbuffando.
«Eh, allora trova un’idea!» replicò Nyrpex continuando a tenerli a bada con il fuoco.
Xarf riuscì a rallentare i loro movimenti. «Ok, non sono completamente protetti. Qualcuno ha delle idee?»
Sorix sorrise a quell’informazione e li bloccò con i suoi poteri. «Io devo stare per forza qui» affermò prima che qualcuno glielo chiedesse.
Sentirono che la melodia del violino si era interrotta.
«Ok, fra poco arrivano gli altri, aspettali… a dopo!»
Nuovo ostacolo rappresentato da un altro gigante. Mancava poco alla balconata, stavano per farcela.
Nyrpex guardò in basso. «Dannazione, c’è proprio Axul qui sotto!»
«Smettila con st’idea di far saltare il pavimento!» sbottò Xarf provando ad usare la sua magia.
Leax schioccò le dita e una scarica di fulmini bloccò l’avanzata del mostro. Gli fece cadere alcune saette addosso e fu solo grazie a quello che scroprì il suo punto devole. «Questi cosi non sono protetti all abse del collo. nyrpex, vallo a dire ad Axul!»
Il mago del Fuoco corse indietro. Rimanevano solo in cinque. «Ok, qualcuno che mi aiuti? I fulmini non lo mandano a terra.»
Zaxzom evocò delle figure umane enormi che strinsero il collo dell’energumeno fino a farlo svenire.
«Bene! Andiamo!»
Sentirono delle esplosioni, si affacciarono e videro Nyrpex circondato da infinite guardie immuni alla magia.
«Vado da lui» annunciò Leax correndo indietro.
«Vengo anch’io» affermò immediatamente Xelva sapendo che i poteri di Leax non potevano fare molto in quella situazione.
Ora erano solo in tre. Due maghi della Terra e uno dell’Acqua. Arrivarono alla fine delle scale e si trovarono davanti degli uomini incappucciati. Con orrore compresero che erano i tre membri dell’ordine.
«Bene, dei maghi. Perché siete qui?» cominciò uno.
Un altro continuò il suo discorso: «O meglio» evocò la mappa «Perché avete questa?».
Sbarrarono gli occhi.
Il terzo sembrò comprendere i loro pensieri. «Ah, tranquilli, i vostri amici staranno presto bene.»
«Che vuol dire?» domandò Xarf confuso.
«Che stiamo per giustiziarli!» rispose il primo esaltato.
Ci rimasero di sasso.
«Ehi! Giustiziare chi?»
Riconobbero immediatamente la voce di Leax. Si voltarono e videro tutti gli altri dietro di loro conciati più o meno bene.
Il secondo uomo annuì stupefatto. «bene, che si aprano le danze, allora!»
«Oh sì» affermò Xest cominciando a suonare il violino.
Si resero conto che non accadeva nulla, troppo tardi capirono che gli effetti della musica si stavano ritorcendo contro di lui. Lo videro cadere con un rivolo di sangue che gli usciva dalle labbra socchiuse.
Xelva si trasformò immediatamente in lupo, provò ad azzannarli, ma quelli la spinsero contro il muro semplicemente muovendo la mano.
«Non potete nulla contro di noi» affermò il primo.
«Vi siamo superiori» spiegò il secondo.
Axul ghignò. «Non avrei mai trovato parole migliori.»
Un boa rosso sangue si materializzò e li avvolse nelle sua fameliche spire. Ancora una volta ruppero la magia. Axul sbiancò immediatamente e svenne.
«Dannazione!» imprecò Nyrpex facendo esplodere il pavimento sotto le tre figure.
«Inutile» commentò il terzo fluttuando nel nulla insieme ai suoi compagni.
Leax lanciò qualche fulmine rompendo la loro concentrazione. Zaxzom approfittò di quel momento che erano a terra per bloccarli con un’enorme e pesante palla.
Il primo riuscì a rilanciare la palla verso di lui facendolo cozzare contro il muro.
«Bene, e adesso?» domandò Xarf incerto.
Videro Xest scosso da degli spasmi sputare sangue. Xarf rallentò il tempo di tutti loro per evitare il peggio.
«Ok, almeno mettiamoli vicini» affermò Nyrpex per poi lanciarsi verso Axul e Xelva. Raxas creò una barriera di ghiaccio di fronte ai tre per distrarli e gli altri la imitarono lanciando incantesimi a caso per guadagnare tempo.
«Idee, gente» affermò Leax posando Zaxzom vicino agli altri.
«Zaxzom e Xelva sono solo svenuti, Xarf» informò Nyrpex dopo aver creato un’esplosione.
Xarf fece scorrere normalmente il loro tempo. «Xest e Axul però non ci sono. Dobbiamo recuperare il sangue di Axul…»
Sorix vide la chiazza rossa vicina ai tre. Con la telecinesi riuscì a sollevarla e a metterla entro la borraccia della ragazza mentre Raxas provava a svegliarla continuando a scuoterla e a bagnarle il volto con l’acqua. Finalmente, Axul si riscosse e il sangue rifluì dentro di lei acendole assumere un colore umano.
«Abbiamo vinto?» domandò massaggiandosi la testa.
La risposta fu un colpo di tosse di Xest e altro sangue.
Cykrix fissò il ragazzo sconvolto. Non era possibile che lui, che aveva un potere chiamato “vita” non potesse fare nulla, doveva esserci qualcosa che non conoscesse sui suoi poteri, sicuramente, era solo al primo anno! Respirò profondamente, pose le mani sul petto di Xest e subito una luce bianca e calda le illuminò. Xest si risvegliò sobbalzando, prendendo aria in modo quasi ossessivo.
«Che è successo?» chiese guardando gli altri spaesato.
Nyrpex riuscì a creare una palla di fuoco intorno ai tre membri dell’ordine. «Succede che stiamo per vincere!»
Sentì l’aria sfrigolare e seppe che lo scudo magico si era rotto. La sfera di fuoco si dissolse, subito i fulmini piombarono sui tre individui alla ricerca di punti deboli. Li videro muoversi convulsamente.
«Beh, sono umani» annunciò Leax interrompendo l’attacco.
I tre erano a terra svenuti.
«Farlo prima, Nyrpex?» domandò Raxas sconvolta.
Xelva e Zaxzom si risvegliarono in qual momento.
«Prova tu ad avvolgerli con il fuoco senza quelli ti interrompano lgi attacchi!» replicò l’altro sbigottito.
Lo zoppo comparve davanti a loro inchinandosi, prostrandosi a terra.
«Ecco chi aveva mandato questi ragazzini» affermò il primo alzando il capo lentamente.
Cykrix, innervosito da quella resistenza, usò i suoi poteri per far crescere le piante e bloccare i tre con delle robuste liane.
«Chi diavolo sei tu?» domandò Leax rivolto al vecchio-
«Io fui esiliato anni fa dall’ordine.»
«Perché ci hai dato questa mappa?» chiese Axul riprendendo la pergamena da terra.
«Perché…»
 
Due mesi dopo loro divennero i nuovi padroni della città. Come fu possibile? Grazie al fatto che avevano liberato la città dalla schiavitù dell’ordine e che le Accademie li riconobbero come maghi molto più potenti di tutti gli altri, persino dei professori. Automatico fu il loro successo quando annunciarono di voler svecchiare le leggi delle Accademie: tutti gli studenti, solo a sentire che potevano uscire quando volevano, li votarono: tutti i baristi non poterono che esserne felici, visti i soldi che ne avrebbero ricavato.
Dieci persone.
Dieci persone che regnavano su una città piccola.
Beh, quello fu uno dei periodi migliori per Hole Town.
 
«E questa è la storia che divulgheremo in giro perché la gente mi elegga come sindaco!» affermò l’imperatore Nyrpex chiudendo il piccolo libricino che aveva fatto stampare.
«Ma io non l’ho scritta per questo!» sbottò Axul fissandolo basita.
«E perché?»
Gli tirò via il cappello dorato da Babbo Natale. «Perché è Natale, idiota!»
E la neve fuori fioccava incessantemente rendendo tutti più o meno felici di quel clima. Cykrix correva da una parte all’altra del giardino in preda all’euforia; Raxas si chiuse in camera per via del suo odio verso la neve; Xest non riuscì ad andarsene dalle calde coperte; Leax e Vaxel erano andati in città a bere una cioccolata calda; Sorix leggeva un libro sotto le coperte con davanti una tazza fumante; Zaxzom andò in camera di Nyrpex per togliergli tutti i progetti delle trappole-scherzo che voleva installare in casa; e Xarf passò il pomeriggio in compagnia di Xandap.
E la neve continuava a cadere lentamente riempiendo tutto di un magico manto ovattato.


Angolo autrice:
ordunque, è davvero finita! Se vi state chiedendo chi sia Vaxel e che cosa sia Hole Town... beh, dovrete leggere "Le Avventure della compagnia del Buco".
Ringrazio tutti quelli che hanno letto <3
A presto, cicci

  
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