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Autore: arya_stranger    06/04/2013    7 recensioni
[MOMENTANEAMENTE SOSPESA]
Dal primo capitolo:
"Questa volta non era sicuro di farcela. Le frustate arrivavano una dopo l'altra, la schiena era ormai completamente coperta di sangue. Sua padre non avrebbe avuto compassione, non questa volta, l'aveva fatta troppo grossa. Ma non voleva cedere, non doveva cedere, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di non dargliela vinta, era determinato, e nonostante la situazione fosse difficile, il suo cuore era riempito dalla consapevolezza della vittoria."
Lyan è il principe delle Terre di Nemunas, odia il re, suo padre e desidera la libertà. Combatterà un ardura lotta contro la sua stessa famiglia e affronterà un viaggio per portare a compimento la sua missione.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1
L’inizio

Questa volta non era sicuro di farcela. Le frustate arrivavano una dopo l'altra, la schiena era ormai completamente coperta di sangue. Sua padre non avrebbe avuto compassione, non questa volta, l'aveva fatta troppo grossa. Ma non voleva cedere, non doveva cedere, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di non dargliela vinta, era determinato, e nonostante la situazione fosse difficile, il suo cuore era riempito dalla consapevolezza della vittoria. Restava, però il fatto che aveva sfidato l'autorità del re in prima persona, ma dire che l'aveva sfidata era forse poco.
Quella mattina suo padre lo aveva mandato a chiamare da una serva che non aveva mai visto. "Importante", aveva detto ma non aveva aggiunto altro, così era stato accompagnato fino alla sala del trono e poi erano stati lasciati soli.
-Da domani andrai al fronte- annunciò il re a suo figlio. -Hai ormai diciassette anni, per quanto mi riguarda, abbiamo rimandato anche troppo.-
Lyan rimase a bocca aperta. La notizia era arrivata così diretta che non aveva avuto nemmeno il tempo di capire ciò che era stato detto. Era una delle tante "doti" che aveva suo padre, dire le cose così esplicitamente che nemmeno avevi il tempo di assimilare il concetto. Lyan ormai lo sapeva com’era con suo padre: ascolti in silenzio, annuisci, t’inginocchi, enfatizzi il momento con un "sarà fatto" e te ne vai senza dire un ma o un però. Ma quella volta non sarebbe stato così. Non poteva. Suo padre e il suo regno erano le cose che odiava di più in assoluto e avrebbe dato qualsiasi cosa purché le Terre di Nemunas e tutti i territori di suo padre perdessero la guerra, ma questo non lo aveva mai detto a nessuno.
-Come? L'età di leva non è diciotto anni?- chiese.
-Sì ma per te no- disse. -Così ho detto e così farai.-
-No , in non ci vado in guerra- la sua voce era decisa come non lo era mai stata, e suo padre lo avrebbe ascoltato.
-Lyan, non ho tempo da perdere! Tu farai ciò che ti dico, e questo deve essere chiaro!- il tono si stava alzando e non si sarebbe abbassato finché Lyan non avesse ceduto.
-é a voi che non è chiaro, in non ci vado al fronte, non ho intenzione di combattere a fianco dei tuoi soldati-.
Il re si alzò in piedi e si avvicinò al figlio.
-Cos'è hai paura?- sibilò -Non sei mio figlio se temi la guerra!-
Stava mirando al suo orgoglio. Sapeva che era il punto debole del figlio. Lyan però non si lasciava trascinare dalle parole del padre, ormai lasciare da parte l'onore per una volta era diventata questione di onore stessa.
-Non ci vado e basta, non ho intenzione di combattere per voi!- esclamò.
Per Lyan la questione era chiusa, sapeva che suo padre gliela avrebbe fatta pagare cara, e se non fosse stato l'erede al trono, lo avrebbe fatto uccidere, ma aveva bisogno di un suo successore, e poiché sua moglie, la madre di Lyan era morta di parto, non c'era neanche la possibilità di un altro figlio.
Si girò e fece per andarsene, quando sentì il freddo di una lama sulla schiena.
-Tu non vai da nessuna parte, e mi ascolti, intesi?- la voce del re era diventata gelida.
Lyan rimase immobile al suo posto. La stava per fare grossa. La sua pazienza era sull'orlo del baratro e ci stava per cadere dentro.
Con uno scatto estrasse la spada dal fodero e si voltò verso il padre, che schivò un fendente alla testa e uno verso la gamba destra. Il re era abilissimo con la spada, ma suo figlio lo era altrettanto e aveva il vantaggio della giovinezza e dell'agilità.
Il re cominciò ad attaccare dopo un momento di sorpresa. Entrambi miravano a ferirsi, non stavano giocando, era una cosa seria.
Lyan cercava di disarmarlo mirando alle mani, ma puntava anche alle gambe per farli perdere l'equilibrio.
Si allontanarono un momento per riprendere fiato. Il re fece mulinare la spada in segno di sfida fissando Lyan. Lo scambio di colpi ricominciò. Lyan era in netto vantaggio, menava fendenti con ritmo serrato, che il re riusciva a stento ad assecondare, facendo fatica a parare i colpi di Lyan.
Era abile, ma la vecchiaia si faceva sentire e non avrebbe resistito molto.
Lyan continuò a combattere contro suo padre, accanito come non avrebbe mai pensato di fare. Era accecato dalla rabbia, non si sarebbe fermato per nessuna ragione al mondo. Questa volta le sue azioni avrebbero portato a qualcosa, non sarebbero rimaste come un momento d’incomprensione fra i due, come sempre facevano passare quando litigavano. Tutto ciò avrebbe lasciato un segno e che le conseguenze avrebbero portato qualcosa di negativo o qualcosa di positivo non contava, ma non sarebbe rimasto tutto in sordina.
Il re lo fissò e per un momento di distrazione da parte di Lyan riuscì a colpire il figlio al braccio sinistro provocandogli un taglio non molto profondo ma lungo. Non gli aveva mai fatto del male prima di allora, lo aveva sempre lasciato fare agli altri mentre lui stava a guardare impassibile.
Riprese a combattere con più foga, e fu lui questa volta a ferire il re, procurandogli un taglio sulla coscia, più profondo rispetto a quello di Lyan.
Si guardarono per un istante, quando dalla porta in fondo alla sala entrarono le guardie che stavano appostati davanti alla sala del trono. Corsero verso Lyan e lo immobilizzarono. Ci vollero cinque soldati per riuscire a legargli le mani dietro la schiena, poi gli presero la spada e la portarono fuori dalla stanza.
-Bene,- mormorò soddisfatto il re -tu non hai la minima idea di quello che il tuo gesto significhi.-
Lyan invece lo sapeva troppo bene e cominciava ad avere paura ma non si pentì di quello che aveva fatto.
-Pagherai per le tue azioni- proseguì. -Chiamate il Fustigatore.-
Lo aveva sentito pronunciare talmente tante volte quel nome che aveva perso il conto. Il Fustigatore era l'incubo di tutto il castello ad eccezione del re. Era stato catturato anni addietro durante una guerra con una regione del regno che si era ribellata al re. L'uomo sarebbe dovuto essere condannato a morte il giorno seguente ma quando il re era venuto a sapere della sua fama, aveva deciso di risparmiarlo. Nessuno sapeva il suo vero nome, ma dopo che il re lo aveva designato a boia, era diventato il Fustigatore, perché portava sempre una frusta legata alla cintura e quando ce ne era bisogno, puniva la gente per conto del re con la fustigazione.
E lui arrivò, minaccioso mentre Reide, re delle Terre di Nemunas e padre di Lyan sogghignava.
Lyan fu spinto da dietro e s’inginocchiò, tenendo la testa alta. Il re gli si avvicinò e gli stappò di dosso la leggera casacca di lino che portava, facendolo rimanendo a torso nudo. Poi Reide avvicinò le labbra al suo orecchio, per non far sentire a nessuno quello che diceva: -Sono stanco di dover ricorrere sempre a questi mezzi, chiedi scusa in ginocchio al tuo re, sarai risparmiato e partirai per il fronte domani all'alba. Altrimenti sarai frustato e dopo un paio di giorni nelle segrete capirai chi comanda. Allora? La tua scelta?-
-Preferisco morire piuttosto che implorare il vostro perdono!-
Sputò in faccia al re con disprezzo, tanto, pensò, la sua sorte era già decisa.
-Trenta frustrate, poi vedremo- gridò al Fustigatore.
Lyan si preparò e la tortura cominciò.
Era abituato, tutte le volte che disobbediva era così ma trenta erano davvero troppe non sapeva se ce l'avrebbe fatta.
La schiena faceva male da impazzire tanto da aver completamente oscurato il bruciore del taglio al braccio.
I sui pensieri erano annebbiati dal dolore, sembrava che quel momento non sarebbe finito mai. Cercava di non gridare e di tenere la testa alta verso suo padre ma non sapeva per quanto avrebbe resistito.
-Venti... Venticinque…-. Il Fustigatore contava come fanno i bambini quando giocano, a Lyan venne quasi da ridere.
Ventinove, trenta.
-Fermo- comandò -altre dieci poi portatelo nelle segrete-.
Il re si allontanò mentre l'incubo ricominciava.
Quando il lavoro fu finito, fu preso di peso da due guardie e lo portarono nelle segrete. Il tragitto sembò lunghissimo eppure, anche se non c'era mai stato, le segrete non dovevano essere poi così lontane.
Quando arrivarono, lo scaraventarono sul pavimento di una cella, e poi fu tutto buio.


Angolo autrice:
è la mia prima storia vi prego di recensire anche se queste sono critiche negative!!! Spero di aggiornare presto, alla prossima!!!
Bianca :)




    
 
 
 
 
 
   
 
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