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Autore: MissSaade    07/04/2013    16 recensioni
London High School...
Gabriella Styles: cheerleader, bella, popolare... tanto buona da non essere indifferente alle cattiverie che Liam, ogni giorno, è costretto a subire.
Amy Horan: migliore amica di Gabriella, dolce, sensibile, timida...triste perchè non riceve affetto dal fratello e per essersi innamorata di chi è già impegnato in una relazione complicata.
Liam Payne: vittima, solo, testardo...che presto conoscerà la vera amicizia e poi l'amore, quello che guarisce anche le ferite più profonde.
Harry Styles: bello, affascinante, popolare, seduttore... un gioco di sesso che coinvolgerà, poi, anche i sentimenti con un'insegnate e che si complicherà con l'arrivo di qualcun'altra.
Niall Horan: migliore amico di Harry, egoista, arrogante, antipatico...inizialmente menefreghista nei confronti della sorella e poi geloso non appena un ragazzo poserà i suoi occhi su di lei.
Louis Tomlinson: allenatore di calcio, frequentatore di casa Styles e con un matrimonio in vista.
Celine Brums: coach delle cheerlaeders, fidanzata di Louis e presto mamma.
Zayn Malik: proprietario del bar più esclusivo di Londra, grande amico di Niall e Harry e sarà colui che aiuterà Liam a credere di nuovo in se stesso.
Buona lettura.
Genere: Romantico, Slice of life, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
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I decided to help you

Gli edifici scolastici dovrebbero essere luoghi dove oltre ad assimilare e imparare la cultura, si apprendi anche il saper comportarsi e vivere una vita rispettando gli altri.  Anche se, nella London High School, così proprio non andava, visto che le lezioni non erano seguite da tutti gli studenti, ad accedere all’albo d’onore, in tutta la scuola, erano in cinque e alcuni erano addirittura vittima di bullismo. La preside, Brigitte Coral, non ne poteva più e a stento riusciva a mandare avanti quella scuola. Riguardo al primo problema, non poteva obbligare i suoi studenti a studiare costantemente, al massimo poteva bocciarli ma dopo varie volte che lo aveva fatto, da quest’ultimi non aveva notato nessun cambiamento e la loro media addirittura si era abbassata. Riguardo, invece, al secondo problema, non avendo testimoni e nessuna vittima che avesse il coraggio di parlare, non poteva accusare nessuno anche perché, avendo – gli studenti – genitori avvocati, si sarebbe ritrovata nei guai senza sapere come uscirne. E quindi lasciava correre mentre la sua amata scuola stava pian piano decadendo.
Anche quella mattina alcuni bulli stavano pestando la loro vittima preferita: Liam Payne. Liam subiva tutto questo dal suo primo anno; non aveva amici e non riusciva a reagire contro quelle tre bestie che ogni santo giorno gli lasciavano ferite che nemmeno sua madre era in grado di curare. Liam voleva sentirsi libero, addirittura invisibile, voleva lasciare quella scuola e iniziare la sua vita altrove dove nessuno lo conosceva e dove, forse, avrebbe trovato un po’ di pace.
Un pugno fu scagliato con tanta forza sul suo torace ed egli cadde a terra sfinito e dolorante.
<< Feccia. >> sputò Bill Austen. Poi fece segno agli altri di andare e lasciarono Liam lì, sul pavimento, con il naso gocciolante di sangue.
Era routine, ormai, per Liam e con fatica si alzò e si diresse dritto nel bagno dei maschi per sciacquarsi la faccia.
Raggiunto il lavabo si guardò allo specchio e si sentì inutile, stupido, vittima…sapeva di dover reagire, di provare a fermarli o di chiedere aiuto, ma si ostinava a non fare nulla perché sperava che un giorno o l’altro le cose sarebbero cambiate.
<< Ciao. >>
Liam si voltò ed incontrò gli occhi verdi di Gabriella Styles. Gabriella era una ragazza bellissima, un anno più piccola di lui e tanto stimata e rispettata in quella scuola. Indossava la sua divisa da cheerleader, capitano della squadra, e un sorriso sincero era dipinto sul suo volto perfetto. Gabriella era popolare, amata da tutti, protetta dal fratello Harry e brava a scuola. Di lei nessuno si prendeva gioco, nessuno si permetteva di sfiorarla, nessuno le aveva risposto sgarbatamente. Era rinchiusa in una bolla di vetro dove, solo suo fratello Harry e la sua migliore amica Amy, avevano accesso.
Di una cosa, però, gli altri erano ignari: Gabriella, essendo di animo buono, non era indifferente alle cattiverie che facevano a Liam, anzi erano mesi che lo spiava e cercava di avere quel pizzico di coraggio per andargli a parlare o per fermare quelle violenze. E quel giorno, il coraggio si era impossessato di lei e aveva aperto la porta del bagno.
<< Hai sbagliato. >> disse Liam in tono freddo, indicando la targhetta sulla porta.
<< Io credo proprio di no. >> rispose lei, chiudendo la porta alle sue spalle e avvicinandosi a lui.
Liam indietreggiò. Nessuno in quella scuola gli aveva mai rivolto la parola e fu sorpreso che proprio lei, Gabriella Styles, decidesse un giorno di salutarlo.
<< Perché? – domandò la ragazza, guardandolo dritto negli occhi. – Perché non reagisci? >>
Liam divenne pallido in volto e non riuscì a proferir parola. Era abbastanza incredulo e non capiva come mai lei gli avesse posto una domanda del genere. Che le importava? A nessuno era mai importato niente di lui, nessuno lo aveva difeso o aveva fermato i pugni, i calci e gli spintoni di quei tre ragazzacci.
<< Liam… >> lo chiamò piano Gabriella.
Purtroppo la reazione di quest’ultimo non fu quella desiderata, la superò e uscì dal bagno dirigendosi in classe.
Gabriella non lo avrebbe mai capito, però aveva deciso di aiutarlo e non si sarebbe arresa. In un modo o nell’altro avrebbe provato ad essere sua amica. Di questa sua “ missione” non aveva fatto parola con nessuno, solo Amy era a conoscenza del fatto e cercava di aiutarla anche se non agiva personalmente. Entrambe avevano deciso così perché in due sarebbe stato più difficile avvicinarsi a Liam.
Amy Horan era dolce, sensibile, timida e tanto simile caratterialmente a Gabriella. Si erano conosciute alle elementari e avevano approfittato dell’amicizia che legava i loro due fratelli maggiori per poter trascorrere più tempo insieme. Amy però, a differenza di Gabriella, non era una cheerleader, non era popolare e soprattutto non viveva in una bolla come la sua amica. Niall era diverso da Harry. Harry era geloso; Niall no. Harry controllava costantemente sua sorella; Niall se ne fregava. Questo però non stava a significare che il biondo tenesse meno a sua sorella rispetto ad Harry. Lui era solamente fatto così.
Gabriella uscì dal bagno e si diresse in palestra, quel giorno ci sarebbero stati gli allenamenti e la coreografia da imparare per le regionali.
La palestra della scuola era abbastanza grande e l’arte del cheerleading, sia nel suo istituto che in quelli vicini, veniva apprezzata e seguita. Onori, medaglie e coppe si erano aggiudicati e Gabriella, nel suo ruolo di capo, era ben vista anche dalle squadre di altre scuole. Tutti la temevano e tutti avrebbero voluto essere bravi quanto lei.
<< Ciao Gabri. >> la salutò la coach.
<< Ciao Celine. >> ricambiò Gabriella andandole incontro e schioccandole un bacio sulla guancia.
Celine Brums non era tanto più grande delle ragazze, era simpatica e una brava insegnante. Gabriella ci andava molto d’accordo anche perché era fidanzata con Louis Tomlinson, allenatore della squadra di calcio dove giocava suo fratello, e grande frequentatore di casa Styles. Louis era simpatico quanto Celine e secondo Gabriella facevano davvero una bella coppia. Non a caso erano stati proprio lei e suo fratello Harry a farli conoscere e poi innamorare perdutamente.
<< Pronta? – le domandò Celine, facendo riferimento alla coreografia da imparare – Dovrai eseguire un salto davvero difficile questa volta, altrimenti che possibilità avremo di vincere? >>
Gabriella annuì e pensò a quante ore avesse trascorso in quella palestra dando il meglio di se stessa per realizzare uno dei suoi sogni più grandi. Con onore, la mattina, indossava la divisa e con orgoglio la portava e la mostrava a tutta la scuola. Poi i suoi pensieri andarono a Liam, a quanto avrebbe voluto che anche lui assaporasse il potere di essere apprezzato e ammirato. Non aveva alcun dubbio, lo avrebbe aiutato e quando Gabriella Styles s’imputava su una qualsiasi cosa, riusciva sempre a portarla a termine e a conseguire una vittoria. Liam, un giorno, l’avrebbe ringraziata.
 
 

***

 
Alle due da me, baci.
Quando Amy lesse il messaggio, già sapeva che Niall non l’avrebbe mai accompagnata dalla sua migliore amica. Lei e Gabriella abitavano abbastanza lontane, s’impiegava all’incirca quaranta minuti a piedi per arrivare l’una alla casa dell’altra e solitamente preferivano farsi accompagnare in macchina dai loro fratelli o genitori. Il punto era che Amy non poteva mancare all’appuntamento perché sapeva che Gabriella le avrebbe parlato di Liam e le due tenevano a cuore la sua situazione. Non potendo dire a Niall la verità, sperava che lui l’avrebbe accompagnata senza fare storie e che non fosse stata costretta a supplicarlo, perché proprio non era da lei.
Quindi, armata della sua determinazione, bussò alla camera del fratello e ricevendo un invito ad entrare, pose la sua richiesta.
<< Potresti, per piacere – marcando l’ultima parola – accompagnarmi da Gabriella? >>
Niall, non distogliendo lo sguardo dallo schermo del computer, fece di no con la testa. Questo, di certo, non sorprese la sorella, che era abbastanza abituata alla non disponibilità che Niall le offriva. Avrebbe voluto fare a cambio con Gabriella e avere un fratello come Harry, però sapeva in cuor suo che non era la verità. Perché anche se egoista, rompiscatole, arrogante, mai disponibile, presuntuoso…rimaneva sempre il suo fratellone e mai nessuno lo avrebbe rimpiazzato.
<< È urgente!  >> si lamentò Amy, sperando che lui cambiasse idea.
<< Ora sono impegnato – sbraitò indicando il computer – aspetta che torni papà e fatti accompagnare da lui. >>
Amy abbassò lo sguardo e se ne ritornò in cucina. Riguardava una questione importante e non poteva dare buca all’amica. Così, con molta pazienza, uscì di casa e decise di andare a piedi. Avrebbe fatto ritardo, però almeno non sarebbe mancata.
Davvero non capiva Niall. Non gli aveva chiesto una cosa troppo impegnativa e grossa, ma un semplice passaggio dalla sua migliore amica, dove peraltro avrebbe incontrato lui stesso il suo migliore amico. Non avrebbe potuto aspettare il ritorno del padre, doveva studiare e sarebbe rientrato a casa dopo le sei.
Quel giorno, fortunatamente, Londra era abbastanza soleggiata e il profumo della primavera era alle porte. Amy mise le cuffie dell’i-pod arancione alle orecchie e iniziò ad inebriarsi della dolce melodia; pensava a quanto misera fosse la sua vita rispetto a quella di Gabriella. Lei non sapeva ballare, né cantare né sapeva fare qualcosa che la impegnasse interi pomeriggi a scuola. Era abbastanza goffa, inciampava spesso e s’imbarazzava facilmente. Non si sentiva abbastanza bella quanto la sua amica, però a differenza di molte altre ragazze, non provava invidia. Amy era buona, sensibile, e pronta ad aiutare qualcuno in difficoltà, come stava facendo – non in prima persona – con Liam.
Camminava a passo svelto e controllava ogni cinque minuti il telefono; Gabriella, nonostante il ritardo che l’amica stesse facendo, non le aveva mandato nessun messaggio e nemmeno Niall pareva non essersi accorto della sua assenza.
Gabriella abitava in un quartiere di “ lusso “ rispetto al suo. Possedeva una casa bellissima e davvero molto grande. La prima volta che andò a casa sua, ne rimase sorpresa e non appena vide la sua stanza, lo fu ancor di più. Gli Styles stavano bene economicamente, pensò.
Sentendo il telefonino vibrare, lo prese dalla tasca e comparve il nome di suo fratello sullo schermo.
<< Pronto? >> rispose lei, tranquilla.
<< Si può sapere dove sei? >> domandò la voce adirata di Niall.
<< Sto andando da Gabriella. >>
Si udì uno sbuffo e poi subito un altro. << Dove sei precisamente? – non l’avrebbe fatta proseguire a piedi. – E fermati che passo con la macchina. >>
Amy sorrise tra sé. << Sono proprio di fronte al bar di Zayn. >>
<< Bene. >> e riattaccò.
Niall era fatto così. Infatti, non appena si era accorto che la sorella si era avviata a piedi, non ci aveva pensato su due volte, e aveva preso la macchina per andarla a prendere. Avrebbe fatto un salto da Zayn, una bibita al volo e poi sarebbe ritornato a casa.
Non ci mise molto ad arrivare e accompagnò sua sorella a casa Styles; non appena fu uscita dalla macchina, sfrecciò senza nemmeno salutarla. Amy non aveva intenzione di ringraziarlo, metà strada l’aveva fatta a piedi. Avrebbe voluto anche lei comportarsi in quel modo: fredda, distaccata e indifferente, ma non ci riusciva.
Allontanando i pensieri suonò il campanello e aspettò che qualcuno l’aprisse.
Niente.
Nessuna risposta dall’altra parte della porta, nessuno che venisse ad aprirla, nessuno affacciato alla finestra. Provò a bussare di nuovo, pensando che l’amica fosse in bagno e non avesse sentito il campanello. Aspettò all’incirca due minuti, finché capì che nessuno l’avrebbe aperta perché evidentemente nessuno c’era in casa. Provò a chiamarla ma aveva il cellulare spento, poi si accomodò su una panchina lì vicino. Sarebbe arrivata, pensò.
Dopo circa una mezz’oretta, intenta a leggere un libro, quasi sussultò quando qualcuno le poggiò una mano sulla spalla. Si voltò di scatto e tirò un sospiro di sollievo quando vide Harry.
<< Ehy – la salutò il riccio, era appena tornato dagli allenamenti – Che fai qua? >>
Amy arrossì lievemente. I ragazzi la imbarazzavano, Harry la imbarazzava.
Nonostante lo conoscesse da tanto tempo, ovvero sapeva il suo nome, ogni tanto ci aveva scambiato qualche parola e da piccoli avevano giocato a nascondino, Harry la rendeva abbastanza nervosa.
<< Aspetto Gabriella, a proposito sai dov’è? >> domandò con voce tremante.
<< È agli allenamenti – rispose, per poi andarle di fronte – perché non te l’ha detto? >>
No, non l’aveva avvisata. Quindi questo stava a significare, che si era precipitata a casa dell’amica e aveva quasi litigato con Niall perché non voleva accompagnarla. In più, Gabriella non era in casa, aveva il telefonino staccato e lei stava lì ancora ad aspettarla quando gli allenamenti di cheerleading terminavano alle cinque.
<< No – si alzò dalla panchina – grazie Harry, io vado a casa. >>
Sapeva che non avrebbe potuto chiamare suo fratello, si sarebbe incazzato.
<< Vai a piedi? >> domandò lui alzando un sopracciglio.
Amy annuì per poi voltarsi e iniziare a camminare.
<< Aspetta – la fermò Harry – Ti accompagno io. >> detto questo andò a prendere la macchina.
Amy, imbarazzata, accettò il gentile passaggio e maledisse mentalmente la sua migliore amica per non essersi fatta trovare a casa.
Harry Styles era popolare quanto Gabriella ed era capitano della squadra di calcio. Il suo fascino e la sua bellezza, così diversa dalle altre, lo avevano aiutato a fare tante di quelle conquiste che avrebbe potuto elencarle in quaderno intero. La sua fama di seduttore era abbastanza nota nella London High School e al suo modo di fare neanche la professoressa, Olivia Button, era riuscita a resistere. Infatti Harry, da circa un mese, aveva intrapreso una relazione con la Button fatta di incontri notturni a casa di quest’ultima. Nessuno lo sapeva, nessuno sospettava nulla, nessuno avrebbe immaginato.
Durante il tragitto in macchina, Amy era nervosa. Era seduta composta sul sedile anteriore e guardava dritta la strada di fronte a sé. Poi diede un’occhiata al guidatore e si perse nella sua bellezza. Harry aveva lo sguardo concentrato, una mano al volante e l’altra fuori il finestrino. Subito distolse lo sguardo e divenne rossa in viso. Mai come allora, la sua casa le sembrava così lontana.
<< Mi passi il cell? >> domandò lui, ad un certo punto, indicando con la mano l- Phone sul cruscotto.
Infatti il telefonino aveva iniziato a vibrare, ma Amy non se ne era accorta. Allungò la mano e nel passarglielo notò il nome di Olivia sullo schermo. Harry staccò la chiamata e se lo infilò in tasca. Doveva essere una delle sue ultime conquiste, pensò Amy.
Giunti, finalmente, a destinazione, Amy scese dalla macchina e ringraziò Harry. Lui le disse di salutargli Niall e dopo sfrecciò veloce dando gas alla sua Porche.

***

 
Finita la coreografia, Gabriella e le altre ragazze erano corse a farsi una doccia. Questa volta Celine aveva optato per un pezzo abbastanza difficile, ma di forte impatto. Avrebbero di sicuro passato le selezioni per le regionali e poi dritte ai nazionali. Gabriella si lasciò accarezzare dal getto d’acqua della doccia e massaggiò il suo corpo con un profumato bagnoschiuma al lampone. Era stanca, doveva chiamare Harry per farsi venire a prendere e aveva approfittato di farsi la doccia per ultima per rilassarsi tranquillamente e non avere fretta. Amava trascorrere il tempo sotto l’acqua, la rendeva meno pensierosa e più rilassata.
Uscita, si vestì velocemente e prese il cellulare dalla borsa. Tre chiamate perse: una di Harry e due di Amy.
Amy, come aveva potuto dimenticare di avvisarla che non sarebbe tornata a casa per le due? Rimediò inviandole un messaggio di scuse. Prima che potesse chiamare Harry, venne attirata da alcune voci che rimbombavano nella palestra vuota. Ne era sicura: tutte le ragazze se ne erano andate e addirittura Celine, che aveva un appuntamento con Louis, aveva deciso di lasciarle prima. Chi poteva essere?
Non appena mise piede in palestra, la scena che si presentò ai suoi occhi fu tremenda. Liam Payne era accasciato a terra, con il naso gocciolante di sangue, e Bill e i suoi due scagnozzi si divertivano a pestarlo. Due erano le cose che non riusciva a capire: perché Liam fosse lì in quel momento e come mai, a quell’ora, non fosse già a casa. Non avendo modo di scoprilo, decise di agire e fermare quelle brutalità.
<< Smettetela! – urlò, andandogli incontro – Lasciatelo stare, non vi ha fatto niente. >>
Bill divenne tutto di un ghiaccio non appena la vide. Gabriella avrebbe avuto una sorte diversa se solo non fosse stata la sorella di Harry Styles. Tutti lo temevano in quella scuola, perfino l’omaccione di Bill che non ci pensava minimamente a farlo incazzare. Quindi, richiamando gli altri due, scappò a gambe levate.
Gabriella si abbassò all’altezza di Liam e lo aiutò ad alzarsi. Si diressero verso gli spogliatoi e lo fece sedere su una panca. Liam non aveva neanche la forza di reagire a quelle premure, in quel momento gli stava bene che qualcuno si occupasse di lui.
 
Torno con Celine.
 
Inviò il messaggio al fratello e poi posò la sua attenzione su Liam. Lo aiutò a sciacquarsi il viso e poi lo accompagnò alla sua macchina. Gli rubò le chiavi dallo zaino e partirono diretti verso il bar di Zayn. Liam non proferì parola per tutto il tragitto. Aveva gli occhi chiusi e una mano sulla fronte. Le ferite, i lividi, e tutto il male che quelle bestie gli avevano procurato, dovevano dolere. Parcheggiata l’auto, Gabriella entrò nel locale e dopo essersi premurata che non ci fosse nessuno, ritornò alla macchina e fece scendere Liam per poi condurlo nel bar e farlo sedere su una sedia. Chiuse la porta e girò il cartellone con la scritta “ CHIUSO” .
<< Gabriella? >> Zayn posò lo sguardo prima sulla ragazza e poi su Liam.
<< Zayn, scusami – si avvicinò al moro e cercò di spiegargli la situazione – l’ho trovato in palestra, Bill e la sua banda lo stavano picchiando… >> ma non riuscì a concludere che Zayn si avvicinò alla porta del locale e guardò fuori.
<< Hai chiuso? >> domandò.
Gabriella annuì e apprezzò l’aiuto dell’amico.
Zayn Malik era un ragazzo d’oro. Possedeva un bar/ pub al centro di Londra ed era grande amico di suo fratello e Niall. Organizzava sempre delle serate a tema il venerdì e le sue feste erano famose in tutta la città. Tempo fa, Amy si era presa una bella cotta per lui ma sapeva di non avere speranze anche perché Zayn era felicemente fidanzato da tre anni con una bellissima spagnola di nome Consuelo. I due si vedevano una volta al mese, era una relazione abbastanza complicata e come tutte le relazioni a distanza, a volte sorgevano dubbi e incomprensioni. Però i due si amavano davvero e nemmeno i kilometri e i kilometri che li dividevano potevano essere consederati un ostacolo.
<< Grazie. – disse Gabriella, per poi avvicinarsi a Liam – Però mi devi promettere che non ne farai parola con Harry. >> aggiunse.
Sul viso di Zayn comparve un sorriso sincero e annuì a quell’affermazione. Subito dopo, andò dietro il bancone e riempì un bicchiere con dell’acqua e poi lo porse a Liam.
Per non fare insospettire Harry, Zayn si offrì di accompagnare Gabriella e poi di ritornare al locale per aiutare Liam a riprendersi. Gabriella accettò e si fece lasciare a qualche metro di distanza, poi salutò e ringraziò nuovamente Zayn per il supporto e infine varcò la porta di casa sua.
Quando Zayn tornò al locale non trovò né Liam né la sua auto, se ne era andato. Doveva sentirsi poco forte, pensò il moro. Forse tutta quella situazione lo imbarazzava e forse non voleva che si sapesse in giro. Zayn avrebbe mantenuto il segreto, quel ragazzo gli faceva tanta pena.

 
 

Spazio Autrice:

Ciao, ho scritto diverse storie però poi l'ho sempre cancellate perchè, non ricevendo nessun tipo di commento, evidentemente dovevano proprio essere scritte male. Ora però mi sono cimentata in questa storia, un po' complicata, un po' diversa dalle altre e spero che vi possa piacere. Scriverò un capitolo a settimana e davvero non so ancora quale sia la conclusione che potrò cambiare da un giorno all'altro. Inserirò un banner per ogni capitolo, perchè ho un'amica a cui piace farli e mi darà una mano. Che altro dire, spero vi possa piacere e mi lasciate un commentino! :)

Ps: Quelli nel banner sono Liam, ovviamente, e Gabriella Syles.
 
 
 
 
 
 

  
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