Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Anna_95    09/04/2013    1 recensioni
Dal 1° capitolo
Era proprio lui, quegl’occhi, come poterli dimenticare? È stata la persona più importante della mia per 10 anni, oltre a mia mamma naturalmente...
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
5555555555555555
X "Tu da oggi farai quello che ti dico io! È un ordine!" queste parole mi rimbombano sempre nella testa durante il giorno e la notte sogno ciò che è successo prima di queste parole.
Dopo allora, io “lavoro” per quell essere, perché non è una persona, non è un uomo, non saprei descrivere cosa sia. È solo un essere che non sa quello che vuole, anzi si, vuole solo soldi, quei ******issimi pezzetti di carta che sembra che cambino la vita, ma non la mia, lui fai soldi attraverso me e altre ragazze, con questo “lavoro” così lo definisce lui. 
A me fare ciò fa schifo, Faccio ciò da quando avevo 16 anni, sono passati 2 anni e mezzo ormai, dice che io sia la più esperta in questo ambito, non vuole lasciarmi andare, ho tentato di scappare, ma mi ha ritrovata e l’ho pagata cara, mi ha picchiato, non è stata la prima, lo fa da quando sono nata. Vi chiederete ‘come fa a picchiarti da quando sei nata?’ quest’essere è mio padre. Eh bene si, quando avevo 3 anni vedevo che picchiava mia madre in una maniera assurda, vedevo che lei stava male, sanguinava, lo denunciava e lui si vendicava sempre più fino a quando ha iniziato ad alzare le mani su di me. Avevo 5 anni, mi picchio così forte che persi l’equilibrio cadendo a terra e perdendo i sensi. Risultato? Un anno di coma. Appena mi svegliai trovai mia mamma addormentata vicino me, che appena mi mossi si sveglio dicendomi che MIO PADRE era stato condannato a 8 anni e 6 mesi di carcere e lavori forzati, a me questo non bastava, speravo che in carcere subisse tutto ciò che è accaduto a me e mia madre. 
Gli anni passarono e lui ritornò a casa dicendo che quest’esperienza lo aveva cambiato, ma non fu così. Dopo 2 mesi uccise mia mamma e il giorno del mio sedicesimo compleanno mi picchiò nuovamente ma questa volta abusò di me e disse quella frase che rimbomba sempre nella mia testa. Sono Katy, ho 19 anni, alta, fisico normale, bruna e occhi color miele, non ho mai finito gli studi non per colpa mia ma perché mio padre mi ha obbligato a lavorare dall’età di 16 anni. Il mio lavoro? 
Sono una prostituta.
Ogni sera sono costretta ad indossare quei vestitini o quelle gonne che non coprono nulla e che io odio molto, calze a rete e tacchi vertiginosi, trucco troppo scuro. Ogni sera mi porta il quel posto intorno alle 22:00 e viene a prendermi la mattina alle 07:00. Vedo così tanti uomini, di differenti età, che non sanno la storia che ho alle mie spalle, non sanno chi sono io realmente, anzi chi ero, perché mi sono chiusa in me stessa, non ho più fiducia in nessuno. 
Questa sera non sto molto bene, ma devo andare lo stesso in quel posto li. Aspetto e aspetto. Cammino avanti e indietro, sempre solita routine. Ecco si è appena fermata un auto, mercedes, nero con vetri oscurati. Mi avvicino, abbassa il finestrino, tipo affascinante, è più giovane di tutti quelli che si fermano. Capelli castani, occhi color ghiaccio, la luna ci si specchiava dentro, bellissimo, avevo l’impressione di averlo già visto, sicuramente sarà venuto nuovamente.

"Non sei troppo giovane per fare questo?" chiese curioso
"Non sei troppo giovane per andare a prostitute?" chiesi di rimando con lo stesso tono
"Hai ragione ho osato troppo, sali" salgo senza esitare, intanto era partito.
"Allora, viene…" non riesco a finire di parlare
"Non mi interessa saperlo, non sono venuto per quello"
"Allora, sei pregato di riaccompagnarmi, ho del lavoro da svolgere"
"E’ così ce lo definisci? Lavoro?"
"Come posso chiamarlo se non tale? È questo che devo fare e lo faccio" cosa interessa a lui di come lo definisco io
"Katy, hai 19 anni, diamine, non puoi continuare così, non puoi farti sottomettere così" inizio a preoccuparmi. Come fa a sapere queste informazioni su di me?
"Chi sei? Cosa vuoi da me?" cerco di aprire lo sportello dell’ auto ma non ci riesco, c’erano le sicure. Ho davvero paura, cosa può volere da me questo tipo, non lo conosco, ha solo un viso familiare ma non riesco a capire chi sia. Si ferma e mi guarda attentamente
"Non può essere…. Louis…"
Era proprio lui, quegl’occhi, come poterli dimenticare? È stata la persona più importante della mia per 10 anni, oltre a mia mamma naturalmente, il mio migliore amico, io ero una tipa che non credeva nell’amicizia tra ragazzo e ragazza, fino a quando non ho trovato lui, riusciva a capirmi, ad aiutarmi nel momento del bisogno, c’è sempre stato, anche quando mia mamma morì. 
Lui era sempre lì, a sostenermi, a strapparmi anche un misero sorriso, con le sue stupide battute, riusciva a farmi cambiare l’umore da un momento all’altro. Ma da quel maledetto giorno, non l’ho più rivisto, mi è mancato così tanto i primi mesi, non sapevo con chi sfogarmi, non avevo nessuno a parte un quaderno ed un quaderno che usavo e uso ancora come “diario segreto” con cui sfogarmi. La sua famiglia era accogliente nei miei confronti, mi trattavano come una figlia, chissà cosa hanno pensato quando sono sparita così all’improvviso, senza ne un ma ed un perchè, chissà cosa penseranno di me ora se sanno o se scoprono ciò che faccio. Li avrò delusi sicuramente. 
Chissà come sarà stato Louis senza di me, se ha accettato subito la mia “scomparsa”, anche se non era così, eravamo nello stesso paese sole che io la mattina dormivo e la notte lavoravo, mentre lui andava a scuola, senza di me, che lo rimproverava per ogni minimo errore che faceva, anche il più stupido, che litigavamo per alcune stupidaggini, solo che non riuscivamo a stare lontani per più di 2 ore che sentivamo la mancanza dell’altro. Chissà come avrà superato tutto ciò, cosa ha dovuto inventare a scuola come scusa quando ho iniziato a non frequentare più. 

"Si, sono io" sorride, quel sorriso, quanto mi è mancato e mi manca ancora, mi faceva impazzire, un suo sorriso, provocava in automatico uno mio. Perché è venuto questa sera? Cosa vuole?


LOOK AT ME!
Ciao a tutti!
Eccomi qui con la mia 3° storia, spero che non sia un fallimento come le altre, questa mi ha presa molto.
Ho alcuni capitoli successivi già pronti.
Che ne dite di lasciarmi qualche recensione?
Spero che vi piaccia, fatemi sapere...
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Anna_95