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Autore: Roblol    13/04/2013    2 recensioni
La storia è ambientata nei nostri giorni e parla di un ragazzo di 16 anni che si butta nel mondo della musica rock senza avere una minima idea del mondo che c' è dietro il genere in questione. Nell' arco di tre anni il protagonista vivrà avventure divertenti e spiacevoli con la sua rock band che lo porteranno a crescere artisticamente sempre di più. In parallelo vivrà la sua difficile vita privata tra amici, ragazze, scuola e famiglia che influenzerà la sua carriera musicale. Un tragico evento però lo porterà ad avere una visione completamente diversa della vita e comincerà ad uscire fuori il vero artista, il vero rocker, il vero cantante che inizialmente era sepolto dentro di lui. Una storia di intrighi, amori, passioni e molto altro.
Genere: Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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In quel momento non ci credevo molto ma presto mi accorsi che era reale. Una ragazza, ma non una qualunque, era una ragazza bellissima. Aveva due occhi che luccicavano come se piangesse, un visino così dolce che avrei potuto guardarlo per tutto il giorno, capelli castani, un profumo quasi afrodisiaco per l' uomo e un sorriso che non ti togli difficilmente dalla testa, ma soprattutto era una coetania.
Quando arrivò il momento di sederci al tavolo, io ebbi la fortuna di trovare il posto proprio accanto a lei ma mia zia inspiegabilmente disse rivolgendosi a mio cugino " Claudio mettiti tu vicino a Manu perchè Rob non la conosce " . Avrei potuto avere una crisi epilettica in quel momento, pensai che non avrei mai avuto modo di rivolgerle la parola, ero spaventato.
Si chiamava Manu, un nome più dolce e carino non poteva averlo, era adatto a lei. Vicino a lei quasi come fosse la sua sorella siamese, per quanto le stava attaccata, c' era una sua amica particolarmente bruttina. Si chiamava Giuly e apparentemente sembrava la classica secchiona depressa con occhiali molto vistosi, un naso abbastanza lungo, apparecchio fisso per denti che metteva ancora di più in mostra il suo sorriso un pò da cavallo a causa della gengiva troppo visibile.
Mio cugino sembrava conoscerle bene, così tanto da permettersi di fare battute a doppio senso rivolgendosi al cibo in tavola, la salsiccia. Sparava frasi del tipo " eh Manu ti piace la salsiccia! " oppure " e Giuly hai visto com' è lunga e succosa?? " o anche " volete la mia salsiccia?? ". Claudio stava riuscendo a mettermi a mio agio con la sua ironia così, cominciai anche io a parlare facendo domande per conoscere meglio le ragazze ma soprattutto, per conoscere meglio Manu, di Giuly me ne fregava poco.
Noi avevamo un tavolo a parte dagli adulti e questo ci consenstiva di parlare abbastanza liberamente. Noi ragazzi finimmo di mangiare, ci alzammo e uscimmo dalla villa per andare sul viale dove c' era meno caos. Con le due ero entrato già in confidenza anche grazie alla mia simpatia scoperta solo quella sera da me stesso, perchè prima di quel giorno, difficilmente riuscivo a far ridere delle ragazze con delle battute di merda a cui, neanche a un bambino di sei anni sarebbero piaciute, ma mi stava andando alla grande.
Sul viale Manu mi disse " ti devo far conoscere la nostra amica, Mary ", non ero molto felice di quella notizia perchè mi toccava di entrare in confidenza anche con lei e quindi, dovevo lavorare ancora.
Arrivò Mary e a primo impatto mi sembrava Paris Hilton da giovane e bruna. Era una bella ragazza ma io preferivo di granlunga Manu. " Mary lui è Rob " e lei in modo quasi signorile " piacere, Mary " e io replicai " piacere, Rob ". Mi accorsi subito che Mary era una ragazza di mondo, grazie alla sua enorme capacità di socializzare e infatti allo stesso modo riuscì ad entrare in confidenza anche con lei. Nel viale cupo, illuminato in parte giusto da qualche lampione, Manu propose " giochiamo a obbligo, giudizio o verità? ", ovviamente la cosa mi allettava molto, così prima che qualcuno potesse dare una risposta negativa mi affrettai a dire " certo, vediamo chi ha le palle ". Cominciammo a giocare, il giro iniziò dalle ragazze e tutte non azzardavano mai all' obbligo ma solo alla verità. Il giro arrivò a Claudio e scelse anch' egli verità. La domanda gliela fece Giuly e gli chiese " ti piace Manu? " e Claudio in maniera ironica " si me la farei volentieri ", ma era evidente che gli piaceva davvero. Il giro arrivò anche a me e scelsi giudizio così, Giuly mi chiese " Dai un giudizio da 1 a 10 a Mary ", Io ero ossessionato da Manu così, li per li, risposi " sette ". Probabilmente non lo pensavo sul serio.
La serata continuò mentre io continuai ad intrattenere con le mie cazzate le ragazze, mi sentivo una persona famosa. Le attenzioni che le tre ragazze mi davano erano come una droga e non riuscivo a fermarmi.
Quella sera c' era anche il fratello di Giuly, Mario, un tipo bizzarro ma molto simpatico, un ragazzo con una pancia così grossa che sembrava facesse fatica a camminare.
Arrivammo quasi alla fine della serata, e avvicinai Claudio dicendogli in maniera euforica " ma queste ragazze da dove sono uscite? Perchè non me le hai presentate prima? " e lui non sapendo che dire, mi accennò giusto con dispiacere " non sapevo ti sarebbero piaciute " e io " vabbè ti perdono, ma probabilmente resto qui un altra settimana ". Ora l' idea che il giorno dopo sarei dovuto tornare a casa, quasi mi spaventava.
La serata finì e noi tornammo nella nostra realtà, nel nostro residence dimenticato da Dio, nella nostra bella villa ma così triste in quel momento. Io quella notte, non riuscivo a smettere di pensare a lei, Manu, avevo impressi nella testa i suoi occhi così belli, il suo sorriso così pieno di vita e nel naso impresso il suo profumo così intenso.
Il mattino seguente stavo per preparare la mia roba quando si affacciò nella camere mio zio e disse " che fai rimani un altra settimana? ". Mio zio ha il potere di leggere nel pensiero, fa sempre le domande giuste al momento giusto e io con gioia trattenuta risposi " si, certo " e lui " allora lascia qui le robe, non vale la pena che te le riporti a casa ". In reltà seremmo dovuti rientrare tutti in città perchè mio cugino Beppe doveva festeggiare il suo 18 anni e dopo la festa saremmo dovuti tornare a Torre canne.
Arrivai a casa mia a Torre a Mare, e rivedere dinuovo la mia stanza, il mio letto, il mio armadio era di una tristezza devastante. Non c' era momento che non pensassi alla serata passata il giorno prima e così cominciai a tirare le ore perchè non vedevo l' ora di tornare li.
Arrivò la festa dei 18 anni di mio cugino consumata in una sala di ricevimento un tantino abbattuta. Lo staff della sala non era granchè e il cibo lasciava un pò a desiderare. L' unica cosa che compensava tutto era il posto molto accogliente. La zia di Claudio e Beppe, zia Maddalena, mi avvicinò subito quella sera dicendomi " Hai fatto colpo sulle ragazzine del mio viale " io ero allibito e chiesi " in che senso? " e lei " sono rimaste interessate a te, e mi hanno chiesto se saresti tornato ", io non sapevo se essere felice o sorpreso, e probabilmente ero sia una cosa che l' altra. Io le chiesi " ma come mai sai queste cose? " e lei con aria soddisfatta " io sono la zia grande li, loro mi dicono tutto ", non sapevo bene se questa sarebbe stata una bella cosa. Mia madre era sorpresa anche perchè non ho mai parlato con lei della mia vita privata, quindi per lei, queste erano novità e probabilmente anche per me. Non avevo mai fatto colpo su tre ragazze in una sola volta, ero orgoglioso di me stesso.
Mia madre era titubande sul fatto che io sarei dovuto tornare li, ma come al solito suo fratello, mio zio Enzo, riuscì a convincerla . Per me si prospettava un avventura interessante.
Mia madre, i miei zii e la zia Maddalena mi guardavano come per chiedersi come facesse un ragazzo di 15 anni come me, ad essere così popolare in una sola serata.
Ovviamente oltre le ragazze anche i rispettivi genitori seppero di me, e su questa cosa, io ero molto nervoso. Pensavo che magari qualche padre mi avrebbe tirato per orecchie quando sarei tornato li.
Il giorno seguente ero impaziente che arrivasse la sera perchè sarei dovuto andare a Torre canne ma nel pomeriggio di quel giorno, mi venne la febbre. Ero nervoso e sudavo freddo, ma non per la febbre, ma perchè avevo paura che non sarei potuto andare con i miei cugini nella villa. Il pensiero di rimanere a casa era straziante, così, mi ombottì di farmaci, anche quelli che con la febbre non centravano niente, e mi misi a riposare.
Al mio risveglio miracolosamente stavo bene, mi alzai barcollante dal divano ma l' euforia mi aiutava a stere in piedi, mi dicevo tra me e me che non dovevo mollare.
Alla fine, la sera, riuscì a partire con i miei zii e raggiungere Torre canne. Ce l' avevo fatta e mi sentivo benissimo, sentivo già il profumo di Manu ancora prima di arrivare nel paese, quasi mi lacrimavano gli occhi per la gioia. La mia estate era iniziata.

  
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