Innegabilmente,
quella era stata una brutta giornata.
James aveva imprecato, grugnito e mugugnato per ore, mentre
gironzolava a larghi passi dalla cucina al salotto. Poi si era arreso
e,sdraiato sul divano verde davanti alla televisione,era sprofondato in un
silenzio funereo, finché il sonno non lo aveva colto impreparato, lasciandolo
indifeso e profondamente addormentato.
Remus era stato ancor peggio: aveva passato delle ore a fissare il
camino in cui erano scomparsi Lily e il nonno di James, sordo ad ogni tentativo
di conversazione che aveva tentato di fare. Verso le cinque e mezza aveva
deciso di andare a dormire e, con un giornale sottomano (quello di due
settimane prima), si era avviato al piano di sopra strascicando i piedi, dopo
aver biascicato un ’Buonanotte’ poco convinto.
L’orologio segnò le undici di sera e Peter represse a fatica uno
sbadiglio: era da più di dieci ore che non si sapeva nulla della loro compagna
di casa e la preoccupazione e il pessimismo, che fino a quel momento era
riuscito a tenere a bada, gli attanagliarono lo stomaco.
Non riusciva ancora a capacitarsi di quanto era accaduto in quegli
ultimi due mesi, era successo tutto troppo in fretta! I suoi amici,poi, erano
stati di ben poco aiuto:sempre di cattivo umore, litigavano tra di loro e gli
rispondevano male. Alla fine della scuola, quando si erano trasferiti a casa
Potter, aveva accolto l’arrivo della Evans come una benedizione dal cielo:
aveva esultato più lui di James,che,non appena l’aveva vista,aveva aggredito
Dumbledore, sostenendo che non avessero alcun bisogno dell’aiuto di una ragazza.
D’improvviso le fiamme del camino diventarono blu e ,con un sonoro CRACK!,due
figure gli comparvero innanzi,facendolo sobbalzare per lo spavento. Anche James
si svegliò di colpo, sopprimendo a fatica l’urlo spaventato che gli premeva in
gola, quando vide suo nonno fissarlo divertito.
-A quanto pare nipote, mentre io e la mia giovane accompagnatrice
lavoravamo come pazzi, tu dormivi senza farti alcun problema- lo schernì
l’uomo, mentre con un movimento fluido si toglieva il mantello scuro.
-Avete scoperto qualcosa?-chiese Peter trepidante.
-Abbiamo scoperto tutto quello che c’era da sapere,Minus- rispose
Lily,mentre con le mani ripuliva il vestito dalla polvere- Il vostro amico è
rinchiuso a Grimmauld Place,almeno per adesso: venerdì un medimago si dirigerà
nella dimora dei Black per dichiarare la sua insanità mentale e quella del
padre, poi verranno trasferiti nella dimora di campagna e lì saranno rinchiusi-
Peter sbiancò di colpo e con una mano cercò il bracciolo del
divano,quasi non si sentisse più in grado di stare in piedi da solo.
James deglutì,sentendo un brivido percorrere tutta la sua spina
dorsale: Sirius malato di mente? Non poteva crederci! Insomma, non era mai
stato il tipo di ragazzo che rientrava nei canoni tradizionali del bravo
studente, ma diamine! Era Sirius! Un insopportabile,detestabile ed estremamente
divertente compagno di scorribande, che aveva saputo farsi amare e benvolere da
tutti,persino da quella frigida della McGonagall.
Sentì le lacrime che si facevano strada tra le sue palpebre e,con
sua grande sorpresa,si ritrovò a piangere come un bambino.
-James,no,dai non fare così- sussurrò Peter, posandogli una mano
sulla spalla e guardandolo con nervosismo.
Lily guardò sconvolta la scena che le si presentava davanti:
Potter,il grande James Potter stava piangendo come un bambino e si guardava
bene dal nasconderlo.
“Allora è proprio vero che anche gli dei cadono ogni tanto dal loro
trono di perfezione” pensò la ragazza.
-Jamie,capisco che tutto ciò ti sconvolga,ma non è il momento di
piangere. Il vostro amico ha bisogno di noi- disse il nonno Potter mentre con
delicatezza riconduceva il nipote verso il divano.
Lo fece sedere e,con lentezza, cercando di non fare movimenti
bruschi,gli si accovacciò davanti prendendogli le mani tra le proprie.
-Devi essere forte,nipote mio, perché, se non lo sarai, i tuoi
compagni si sentiranno smarriti e Sirius sarà perduto-gli disse,asciugandogli
le gote dalle lacrime con un fazzoletto:-Lo capisci,Jamie?Sii forte!-
Il ragazzo alzò lo sguardo:- S--s-s-ì, ho capito nonno- sussurrò
tirando su con il naso.
-Bene! Ora andate a dormire, domani sarà una lunga giornata- disse
l’uomo alzandosi in piedi e dirigendosi verso la cucina.
Peter si sedette accanto a James e cautamente cercò la mano
dell’amico con la propria: -Avanti Prongie, sono sicuro che ce la faremo,
riporteremo Paddy indietro-
Il giovane si voltò a guardarlo ed incontrò lo sguardo sincero
dell’amico; sorrise e ricambiò la stretta:-Sì,hai ragione,devo tirarmi su di
morale,altrimenti qui diventa un mortorio e voi di sicuro senza di me morireste
di noia-scherzò passandosi una manica della maglietta sul naso,gli occhi lucidi
per le lacrime.
-Veramente Potter, staremmo molto più tranquilli se tu sparissi per
un po’-
James si voltò verso Lily, il volto indecifrabile.
La ragazza non si sentì affatto intimidita sotto quello sguardo
indagatore e,con nonchalance, si portò le mani sui fianchi,in un chiaro
atteggiamento di sfida:-D’altronde ho già constatato quanto questo mio sogno
sia irrealizzabile, quindi mi dovrò accontentare di starti il più lontano
possibile. E poi non ho sedotto Regulus Black per nulla-concluse portandosi con
aria strafottente una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
-Tu cosa?-esclamò James,scoppiando subito dopo a ridere.
Lily lo guardò indignata: -Che c’è Potter? Non credi che io sia
capace di sedurre un ragazzo?-
-No,no per carità Evans, mi chiedevo solo quale sia stata la tua
tattica di seduzione:che dici Peter? Gli avrà recitato l’intera procedura per
creare una perfetta Felix Felicitis o lo avrà incantato con i movimenti della
sua bacchetta mentre trasfigurava il suo letto in un delfino?-disse tra le
risate James, stringendo più forte la mano dell’amico.
Quest’ultimo,dopo aver ponderato se fosse più conveniente rimanere
impassibile ed evitare le ire della Evans oppure scegliere la strada della
perdizione e unirsi alle risate del suo amico, scelse la seconda: d’altronde
era un Maradeur!
Lily era livida: come si permetteva di prenderla in giro adducendo
che non avesse una grande femminilità! Lei era una bella ragazza, aveva frotte
di ammiratori ai suoi piedi!
Con un ringhio (a dire il vero ben poco femminile) afferrò la prima
cosa che si ritrovò sotto mano,un cuscino, e lo lanciò contro James.
Sfortunatamente il suddetto cuscino era vecchio quanto il trisnonno
Potter e,non appena entrò in collisione con il volto di James (sì,Lily tra i
suoi vari pregi vantava anche una mira perfetta!) esplose riempiendo di piume
il giovane.
Calò un silenzio di tomba.
Sia Lily che Peter guardarono con orrore il loro compagno di casa,
la prima perché temeva le ovvie conseguenze delle sue azioni, il secondo perché
l’idea di vedere l’ennesima sfuriata da parte dell’amico non lo esaltava.
James,totalmente ammutolito (e ricoperto di piume), liberò la mano
dalla stretta di Peter e la alzò a livello del volto,constatando che anch’essa
era ricoperta di piccole piume candide.
Poi un ghigno si dipinse sul suo volto.
-Peter, noto che sei particolarmente pulito stasera-
Minus realizzò nella frazione di un nanosecondo ciò che il suo amico
aveva in mente:-James, no! Lo sai che non sopporto le piume-gemette,mentre
cominciava ad arretrare sul divano.
-Ohhh,non ti preoccupare,me lo ricordo,me lo ricordo-
E con un balzo gli fu addosso.
Caddero sul divano e cominciarono a rotolare sul tappeto, in una
nuvola di piume candide. Peter,dopo i primi venti secondi,in cui aveva
continuato a chiedere pietà, cominciò a difendersi strenuamente dal proprio avversario.
Le sue armi? Il solletico e i morsi.
Lily era rimasta sbalordita ma,davanti a quel groviglio di corpi in
lotta,contornati dalle piume implacabili, cominciò a ridere: non aveva mai
visto nulla di tanto spassoso in vita sua!
Rise talmente tanto che dovette sedersi pur di non cadere per terra!
James e Peter,dinanzi alla reazione del tutto inaspettata della loro
compagna, si fermarono e ,dopo essersi guardati a vicenda, scoppiarono
anch’essi a ridere.
Alexis Potter li guardava dalla cucina,un sorriso appena accennato
sulle labbra sottili.
# # #
La
mattina seguente James si alzò presto.
Nonostante fosse andato a letto meno di quattro ore prima si sentiva
pieno di energie e non vedeva l’ora di mettersi all’opera. Con il sorriso sulle
labbra si lavò i denti,il viso e cercò pure di pettinarsi i capelli. Ma quelli
non avevano la minima voglia di farsi domare e quindi il giovane desistette
all’idea che per una volta nella propria vita avrebbe potuto vantarsi di avere
una frangia più o meno decente.
Tornato in camera,dopo aver tirato fuori dal baule nell’armadio con
estrema fatica la colonia che gli aveva regalato Sirius a Natale,se ne spruzzò
un poco addosso.
Così la smetti di puzzare come un caprone gli aveva detto
lui,quando lo aveva fissato perplesso,la boccetta appena scartata in mano. Naturalmente
si erano azzuffati come dei pazzi,gridando a più non posso ( Io non puzzo aveva
urlato James mentre lo trascinava a terra assieme a sé ) e insultandosi come
degli scaricatori di porto ( Certo che puzzi come un caprone,stupido idiota,
non vedi come tutti si scostano quando passi tu aveva ribattuto Sirius
mentre gli si buttava addosso con la sua tipica grazia di
elefante,schiacciandolo a terra).
Fischiettando, scese le scale e si diresse verso la cucina. Aveva
una fame tremenda! Era da più di una settimana che si rifiutava di mangiare
qualsiasi cosa che non fosse cereali e non vedeva l’ora di mettere sotto i
denti un succulento tacchino, sebbene fossero appena le sette della mattina.
La cucina era deserta e il ragazzo,sorridendo tra sé, cominciò a
tirare fuori dall’armadio il pentolame necessario alla sua “colazione”. Poi si
diresse verso il loro frigo di ultima generazione, vanto e gioiello
inestimabile di sua madre, e ne estrasse un tacchino di dimensioni
considerevoli, un maschio probabilmente.
Armato di un coltello che somigliava più a una mannaia,che
probabilmente sua madre aveva rubato dall’officina dello zio Wincester, il
falegname ufficiale della famiglia Potter, si apprestò a tagliare il povero
volatile.
-Non avrai mica intenzione di cucinare quel affare?-
James con la mannaia a mezz’aria si voltò: Remus lo fissava
con aria assonata e vagamente perplessa dalla soglia della cucina.
-Certo,altrimenti perché avrei tirato fuori tutte quelle pentole!-
rispose lui,indicando il pentolame vario che aveva accatastato in malo modo sul
tavolo della cucina.
Lupin assunse un’espressione ancora più perplessa,ma si limitò ad
alzare le spalle e si diresse verso la dispensa cominciando a tirare fuori
latte e cereali.
Rimasero in silenzio per più di dieci minuti:uno che fissava con
aria critica il povero pennuto,chiedendosi se fosse meglio cominciare a
tagliare partendo dalla coscia o tagliargli senza troppe cerimonie la testa per
poi sventrarlo partendo dal collo; l’altro invece ostentava
indifferenza,mentre,seduto al lato opposto del tavolo, mangiava i suoi cereali.
In realtà un occhio più attento sarebbe stato in grado di scorgere
il sottile gioco di sguardi furtivi che i due ragazzi avevano cominciato subito
dopo il loro breve scambio di battute.
Nessuno dei due aveva il coraggio di rivolgere la parola all’altro:
c’erano troppe cose non dette tra loro, troppe volte si erano
aggrediti,feriti,umiliati in quelle due settimane. Le ferite bruciavano, gli
insulti giacevano in una parte ben visibile della loro memoria. Sembrava quasi
che,dopo quella notte, fossero diventati due estranei; più di una volta Peter
aveva cercato di farli ragionare ma non c’era stato verso.
Il problema? Entrambi ritenevano che l’altro fosse la causa del
tradimento di Sirius.
D’altronde perché il loro amico avrebbe dovuto tradirli in quel
modo? Non aveva nessun motivo razionale ed entrambi ritenevano che la famiglia
Black fosse ormai un ricordo lontano nella mente del loro amico. L’unica
soluzione a cui entrambi erano giunti, dopo aver deposto la rabbia nei
confronti dell’amico, era che uno dei Maradeurs lo avesse deluso o ferito
profondamente,tanto da spingerlo a compiere un’azione tanto efferata.
Peter lo avevano escluso entrambi a priori: non aveva degli
strumenti,un’amicizia tanto profonda con Sirius da ferirlo in una maniera così
dolorosa. Gli unici rimasti erano loro due, uno di loro due era il colpevole.
Spesso Peter aveva cercato di dissuaderli dal pensare una cosa del
genere : Nessuno di noi ha ferito Sirius. Ha perso la testa, ha fatto tutto
da solo e voi lo sapete bene,quindi smettetela di accusarvi per qualcosa che
non è stata provocata da nessuno,se non da Paddy stesso.
Poi James, mentre con lentezza faceva aderire la lama del coltello al collo
fragile dell’animale, ebbe una folgorazione: rivide gli occhi ridenti di Sirius
a Natale,quando,a cavalcioni su di lui,aveva riso delle sue espressioni di
finto dolore, si ricordò della sua risata,quella risata tanto simile ad un
latrato,le sue mani energiche che lo afferravano per le spalle e lo tiravano
su, porgendogli gli occhiali. Allora Sirius emanava calore ed allegria, lo
aveva sempre fatto da quando lo aveva conosciuto.
Ma non a febbraio.
Non si ricordava il momento preciso,l’esatta frazione di attimo in
cui il suo amico aveva perso il suo calore. Forse subito dopo San Valentino,o
accaduto prima? Al momento non ci aveva fatto caso,troppo perso com’era a
cercare di sedurre la Evans, ma ora rammentava che una settimana prima di
quella notte Sirius era diventato una persona completamente diversa:più
taciturno, più freddo,alla sera,invece di ubriacarsi con la Butterbeer che
avevano sottratto a Hogsmeade, preferiva andare a letto presto,chiudendo le
tende attorno a sé,cosa che non faceva dal secondo anno, quando i Maradeurs si
erano formati.
Perché non se n’era accorto?
James sospirò e posò il coltello sul tavolo:- Sai,Remus, mi sono
chiesto migliaia di volte il perché Sirius si sia comportato in quel modo,
ma,per quanto mi sforzassi, non mi veniva in mente una sola spiegazione logica-
Remus lo fissò in silenzio,la tazza abbandonata a lato.
- Allora la risposta logica che mi sono dato è stata che qualcuno di
noi lo avesse ferito in maniera irrimediabile, perché -ti ricordi?-quella
notte,quando ti ho allontanato da lui,sembrava che stesse per impazzire dal
dolore-disse passandosi una mano tra i capelli.
-Ti ho accusato perché sei l’unica persona in grado di fargli del
male oltre a me. Mi sono escluso a priori,perché ero sicuro di non aver fatto
nulla di sbagliato, di essermi comportato da amico come sempre- un sospiro- e
forse è proprio in questo che ho sbagliato … perché Sirius per arrivare a quel
punto deve aver incubato tutto per più di una notte. Lui stava soffrendo già da
tempo e io,da bravo coglione, non me ne sono minimamente accorto!-
Strinse i pugni e con rabbia fissò il muro davanti a sé: come poteva
essere stato così sciocco? Non solo non si era accorto del malessere di Sirius,
ma aveva addirittura accusato Remus di tutto!
-Mi sa che siamo in due- sussurrò Remus,mentre giocherellava con la
sua tazza:- Ci ho pensato anch’io un migliaio di volte,mi sono scervellato
tutte le notti per trovare una spiegazione e stanotte,quando ti ho sentito piangere,
mi sono reso conto che non potevi essere tu il solo colpevole-
Un sorriso amaro gli si dipinse sulle rabbia: - Hai ragione, Sirius
probabilmente stava già soffrendo da tempo e persino Frank se ne era accorto-
Potter lo fissò interrogativo.
Remus lo guardò a sua volta;poi,con un sospiro, si passò una mano
tra i capelli: -Una settimana prima di…di quella sera, Frank è venuto da me in
biblioteca,dicendomi che mi voleva parlare-
James poggiò il coltello sul tavolo.
- Ti devo parlare mi ha detto e io allora l’ho invitato a
sedersi
Hai notato qualcosa di strano in Sirius?
L’ho guardato e gli ho risposto che no,non avevo notato nulla
di strano in Sirius,forse che era un po’ di malumore,ma nulla di più. Allora
lui ha sospirato e ha cominciato a tamburellare con le dita sul tavolo,sai,come fa lui quand’è nervoso-
Potter annuì in silenzio.
- Vedi Remus,io non mi permetterei mai di intromettermi nella
vostra amicizia, voi avete il vostro gruppo,io il mio, quindi non è che io
voglia impicciarmi negli affari vostri, mi conosci,no?
Al che ho annuito e lui ha continuato
Però è da più di una settimana che vedo che Sirius diventa sempre
più cupo,più triste e né tu né James sembra che ve ne siate resi conto. L’altra
notte,quando James e Peter erano in punizione e tu di ronda, mi è
sembrato addirittura di sentirlo piangere.-
Remus smise di parlare e si alzò dal tavolo: -Capisci che quando mi
sono sentito dire certe cose, non ho potuto crederci, James. Non era possibile
che Sirius stesse così male da piangere. Noi ci siamo sempre detti
tutto:sicuramente,se fosse stato così male,ce lo sarebbe venuto a dire. Così ho
ringraziato Frank e gli ho detto che gli avremmo parlato-
Un sospiro.
-Non gli ho parlato,né quella sera,né dopo. Sono stato dannatamente
superficiale e solo ora mi sono ricordato che nell’ultimo periodo aveva
cominciato a lamentarsi di una strana allergia che gli faceva irritare gli
occhi,nello stesso modo in cui si irritano quando uno piange a lungo-
Con passi lenti,quasi circospetti,si avvicinò all’amico,posandogli
una mano sull’avambraccio:- Quindi i coglioni sono due,James,non uno- gli disse
guardandolo negli occhi con fermezza:-Però non possiamo mollare. Dobbiamo
salvarlo,glielo dobbiamo!-
Potter si voltò a guardarlo,poi annuì:- Già,glielo dobbiamo-
Si sorrisero a vicenda e,così,senza preavviso,si
abbracciarono,sentendo come la tensione venutasi a creare tra loro si dissipava
lasciando posto a una piacevole e familiare sensazione di calma. Erano di nuovo
uniti ed pronti ad affrontare il futuro assieme.
-Bene,e ora,caro Moony, sei obbligato ad aiutarmi a tagliare questo
dannato pennuto,ho una fame da lupo-esclamò James,sciogliendosi dall’abbraccio
e brandendo con nuova convinzione la mannaia.
Remus rise: -Ehm, Prongie,sei sicuro di sapere come si fa a tagliarlo-
L’altro ragazzo lo guardò oltraggiato:- Certo che lo so, e poi non
ci vorrà mica una laurea per affettarlo come si deve.
Lupin lo guardò con aria sufficiente:- Aha,…senti James,perché non
lasci a me questo lavoro e ti dedichi al contorno di patate,mi ricordo che
l’ultima volta eri riuscito a farle anche in una maniera vagamente
decente,senza farle bruciare tutte intendo- disse prendendo dalla mano del suo
compagno di casa la mannaia e cominciando ad analizzare con aria più esperta il
povero volatile,che ormai non vedeva l’ora di essere affettato piuttosto che
stare ad ascoltare i discorsi strampalati di quegli altrettanto strambi ragazzi.
Potter lo guardò con aria altamente offesa,ma fece quello che gli
era stato chiesto.
-Se Sirius e Peter fossero stati qui,avrebbero difeso a braccia
aperte le mie doti di macellaio-
-Se Sirius e Peter fossero stati qui,il primo ti avrebbe sfilato di
mano il coltello e il secondo avrebbe aiutato me e Sirius a legarti ed
imbavagliarti alla sedia-
-Non è vero,io non….-
La
discussione continuò ancora a lungo, tanto che all’alba delle dieci,quando il
tacchino,messo in salvo dalle mani di James nel forno, cominciò ad assumere un
colorito vagamente appetitoso e Peter e Lily scesero per fare colazione, i due
stavano ancora discutendo.
Ma,come si suol dire, il peggio era passato.
I Maradeurs erano tornati uniti ed erano pronti a tornare
all’attacco.
E a riprendersi Sirius Black.
Naturalmente
mangiarono tacchino per tre giorni di seguito.
#
# #
Note:
Un
capitolo lungo ma vagamente statico. Non ho potuto fare altrimenti, poichè,dato
il salto temporale che ho fatto con il capitolo precedente, dovevo darvi
un'idea di cosa stesse passando per la testa ai Maradeurs. Naturalmente vi
chiedo scusa per il ritardo,ma cercate di capire,sono al primo anno di
università e devo darmi da fare fin dall'inizio se voglio superare gli esami!
Ringraziamenti
Per Chloe 89: ti ringrazio per la recensione,sono
contenta che questa fic discontinua continui a piacerti!
Per Viky Lunastorta: con tutti questi complimenti mi lusinghi,spero che questo
mio nuovo capitolo ti piaccia tanto quanto gli altri.
Ringrazio poi Pikkola Prongs che ha avuto il coraggio di affermare,nel forum, che sono una brava scrittrice di ff: grazie per
avere avuto questo coraggio da leone!
Direi
che per stavolta è tutto.
Fatemi sapere che ne pensate!
Mellory