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Autore: Water_wolf    20/04/2013    4 recensioni
Avete presente quelle storie che parlano di angeli? E quelle sui quattro elementi? Ecco, prendetele e buttatele nel cestino perché questa fanfiction non ha nulla a che vedere con la normalità. Perciò, ecco gli ingredienti per questa storia:
-Un angelo rincorso in metro
-Una quindicenne sempre in ritardo
-Una Milano piovosa
-Una sana dose di divertimento
-Tre cucchiai di buona musica
-Cavolate q.b
-Magia in abbondanza
-Quattro Elementi strampalati
-Una missione da compiere
-Un pizzico d'amore (attenzione a non esagerare!)
[Cap. 6 “Prendi appunti coscienza: quando un padre arrabbiato incontra un ragazzo semi nudo in casa con sua figlia, il ragazzo semi nudo è un ragazzo morto”. Il pugno lo colpì in pieno volto, l’angelo cadde a terra, dal labbro era iniziato a scendere sangue. ]
[Cap. 10 Devi aiutarlo. Devi salvarlo. Corri. Più forte. Va’ da lui. Lui ha bisogno di te. Jonas ha bisogno di te. Quei pensieri, quella consapevolezza, le facevano muovere le zampe freneticamente, mentre i cuore aveva abbandonato il petto già da un po’ per trovare una sistemazione più accogliente in gola. ]
Genere: Azione, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Emilia resistette all’impulso di rovinare il suo bel visino a furia di pugni e gli rivelò il suo nome << Mi chiamo Emilia, e se ti azzardi a chiamarmi ancora “ragazza calorifero” non credo avrai più i denti per farlo, dopo. >>
Dimitri sorrise, beffardo. << Ora il portafoglio. >> aggiunse la Custode del Fuoco.
Il ladro lo sfilò dalla tasca e, senza smettere di fissare gli occhi di Emy,  glielo porse. Lei lo afferrò, gli scoccò un’occhiataccia e se ne andò. Dimitri le se avvicinò, di nuovo, e provò a rubarle, ancora, il portafoglio.
Adesso basta, pensò Emilia. Si voltò di scatto e gli mollò un cazzotto in piena faccia. Il ladro forse non aveva calcolato bene la forza di quel colpo, perciò cadde a terra, svenuto.
Emilia roteò gli occhi. << Non ci casco, ora se mi avvicino mi rubi di nuovo il portafoglio. >>
Fece per andarsene, ma Dimitri non si alzò. Un pensiero riempì la sua mente: se l’avesse ucciso? Si torturò le mani, tirò uno schiaffo al ladro, ma nulla. In preda allo sconforto, prese il telefono e chiamò un taxi.
La macchina non tardò ad arrivare. Emilia, con un po’ di fatica, mise il corpo del ladro dentro, e diede al taxista l’indirizzo. Non sarebbe andata  a casa sua, sua madre l’avrebbe linciata se avesse visto chi si trascinava dietro, così decise di andare da Giovanni, il suo appartamento ormai sembrava un ostello per giovani, prima Jonas, poi Shai e ora quel ladro di nome Dimitri.
Emilia osservò meglio la sua vittima. Si chiamava come un qualsiasi russo eppure i suoi occhi scuri e tratti asiatici erano caratteristici dei cinesi e giapponesi.
<< Siamo arrivati, signorina. >> annunciò il taxista, cordiale.
<< Sì, sì, certo. >>
Gli mise dieci euro nel palmo aperto che le stava porgendo e uscì, senza nemmeno sapere se il costo fosse maggiore. Prese il braccio di Dimitri e se lo poggiò dietro il collo, iniziando a camminare. Jonas era già a casa, perché rispose lui al citofono.
Emy scongiurò l’ascensore d’arrivare in fretta e quando giunse innanzi la porta dell’appartamento le sembrava di aver perso due anni di vita, per tutto quello sforzo. L’angelo la squadrò da capo a piedi. Shai comparve sulla soglia, e sorrise maliziosa. << Chi è, uno dei tuoi ammiratori segreti? >> scherzò, ma si scontrò con lo sguardo duro di Emilia, comprendendo che era una faccenda seria.
Jonas prese l’altro braccio di Dimitri e insieme lo appoggiarono sul divano. Giovanni arrivò in quel momento, e sgranò gli occhi.
<< Un altro no, vi prego… >> mugolò.
L’angelo gli fece segno di stare zitto con la mano, e si rivolse alla bionda. << Chi è? >> chiese, secco.
La Custode del Fuoco si accasciò sul pavimento, sfinita e rispose << Stavo tornando a casa, lui voleva rubarmi il portafoglio e c’è riuscito. Però me ne sono accorta e l’ho rincorso. Ha provato a fregarmi un’altra volta, così gli ho tirato un pugno e… e l’ho steso. Si chiama Dimitri. >>
Giovanni si chinò sul ladro e esaminò i lembi della felpa bruciacchiati. << E questo? >> la incalzò, diventando serio.
<< Sono stata costretta a usare il mio potere. >> ammise.
<< Perché l’hai portato qui? Non potevi lasciarlo in strada? E’ un ladro, dopotutto. >> ribatté Jonas.
Emy fece una risatina scema << Sai, non tutti sono così senza cuore come te da abbandonare qualcuno all’angolo del marciapiede. >>
<< Ma avere la sindrome della crocerossina mi sembra esagerato. >> decretò l’angelo, scoccando un’occhiataccia al ragazzo inerme sul divano.
<< Non credo sia di questo che dobbiamo preoccuparci. >>  si intromise lo scrittore, un’espressione di mero terrore dipinta sul viso.
Tolse la felpa a Dimitri, mettendo in mostra un tatuaggio sulla spalla destra. Era un grosso drago cinese che si arrotolava su se stesso formando un otto, al centro vi era un pugnale dalla cui elsa spuntavano due ali spalancate.
<< Scrivendo gialli si impara molto, ragazzi. >>  iniziò Giovanni, accomodandosi sul divano << Questo marchio segna l’appartenenza di questo ragazzo ad un clan, ad un cartello della droga cinese. >>
Emilia sbiancò.  L’angelo fu scosso da un brivido.
<< Hai detto che è un marchio, non un tatuaggio. Questo vuol dire che è stato impresso col fuoco? >> domandò Shai, fredda e calcolatrice.
Lo scrittore annuì << Precisamente. L’hanno stampato nella carne come si faceva coi cavalli, un tempo. Ma il fatto insolito è che a Milano non ci sono basi di questo clan, è un cartello cinese, che risiede a Hong Gong, Shangai e Pechino. E… >> si interruppe, considerando ogni ipotesi. << Credo sia un clandestino, scappato dalla sua madre patria. >>
<< Il suo nome, Dimitri, ricorda la Russia, non la Cina. >> constatò Shai, saggiando con la pelle il viso del ladro.
<< Non ho ipotesi per questo. >> ammise.
<< Brava Emilia, hai portato  in questa casa uno spacciatore, perfetto! >> sbottò Jonas, stringendosi le tempie con le mani.
<< Oh, certo, non sei tu quello che ha corso una maratona perché è stato derubato! >> si difese lei.
Fecero per riprendere il litigio ma la violinista li fermò. << Non la sentite? >>
Scossero la testa. << L’aura che emana, non la avvertite? >> domandò.
I due si scambiarono un’occhiata confusa. << Pensi che lui… >> Emy non ebbe il coraggio di completare la frase.
<< Devo solo scoprirlo, se è uno di noi, deve svegliarsi assolutamente e spiegarci molte cose.  >> disse la mora.
Poggiò la sua mano sul cuore di Dimitri e una forza misteriosa la attrasse nei meandri del ragazzo.
Era buio, non come quando era entrata dentro Jonas. Le tenebre non si muovevano, lì sì. Formavano spire, fumi, figure mostruose, sorrisi sghembi e lame di pugnali. Un ruggito la fece voltare, e fu inghiottita da un drago da lunghi baffi rossi.
All’interno della pancia del drago il buio tentò di strozzarla. Si dimenò, si portò le mani al collo nel tentativo di non morire, ma alla fine la forza invisibile di dissolse nel nulla. Una luce abbagliante la accecò, bruciandole gli occhi, lentamente e dolorosamente. Gridò, urlò, grattò la pancia del drago, squarciò le tenebre, e con immensa pietà la visone ebbe inizio.

Un bambino era a terra, raggomitolato in posizione fetale, mentre altri ragazzi più grandi lo picchiavano, dandogli calci e pugni. Ridevano, si divertivano, gioivano del male altrui. Shai, benché cieca, li vide distintamente quei ghigni malefici di ragazzini.

A volte i bambini sanno essere più crudeli degli adulti, pensò.
“Sei diverso!”, “Sei impuro”, “Non meriti di stare tra noi!”, “Feccia russa!”, lo insultavano. La violinista li osservò meglio: carnagione olivastra, occhi a mandorla, tutti. Tutti tranne il bambino.
<< Anch’io sono come voi! >> si schermì il piccolo, tentando di proteggersi dalle percosse.
Un ragazzo più alto degli altri sputò per terra, un altro lo fece in uno dei suoi occhi. Il bambino era prossimo alle lacrime, ma non voleva dare la felicità agli altri di vederlo soffrire apertamente. Con un urlo si alzò da terra, e sfidò con lo sguardo i bambini.
Gli alberi di ciliegio si ingrandirono a dismisura, inghiottendoli in una foresta di petali rosati. Alcuni scapparono. Le radici si alzarono dal terreno, ingigantendosi a dismisura, chiudendosi sulle giugulari dei ragazzi. Loro provarono a ribellarsi, ma le radici stringevano e le loro mani erano piccole come ali di farfalla. Dopo appena cinque minuti, dieci corpicini ricaddero a terra, esanimi.
Il bambino li chiamò. Perse la voce, ma loro non si svegliarono.
Li ha uccisi, pensò Shai e sentì una lacrima rigarle il volto. Quando il cielo si tinse di rosa, tramontando col Sole, un uomo raggiunse il piccolo. Osservò disgustato la scena e schiaffeggiò il piccolo.
<< Che hai fatto, eh? Che cosa diamine hai fatto, bastardo!? >> gridò, senza smettere di picchiarlo. Il bambino pianse, impotente.
<< Non li ho uccisi io papà… ti prego… non sono stato io… >> lo supplicò.
Il padre si fermò, lo prese per un braccio e annunciò << Da questo momento non sarai più mio figlio, ho già pagato troppo per colpa tua. Ti consegnerò ai Dragoni, che facciano di te uno di loro, hanno sempre bisogno di giovani reclute. >>
Il bambino puntò i piedi. Il padre scosse la testa e lo strappò da terra con forza.
<< Sei come tua madre, solo un piccolo bastardo. >> disse tra i denti.

La violinista gridò, lanciando maledizioni contro quell’uomo che non poteva definirsi un padre. Sentì un dolore allucinante alla schiena, là dove i denti de drago le lacerarono la carne, aprendole uno squarcio sulla schiena. Gli occhi presero a sanguinare, mentre dalla bocca vomitò nuvole nere, composte da insetti assetati di morte.
Tentò di gridare ma non aveva voce, cercò di scappare ma non aveva gambe. Allora rimase lì, con la tortura che la divora dall’interno e dall’esterno al tempo stesso.


<< Shai! Shai! >> urlò Jonas, scuotendo la sua compagna per le spalle. Stava urlando, di dolore e di rabbia, mentre dagli occhi sgorgava sangue.
<< Esci da lì! Maledizione! >> sbraitò. La violinista ascoltò le sue preghiere e aprì piano le palpebre.
<< Sia lodato il cielo… >> esultò Giovanni, accorrendo al fianco dell’angelo.
<< Stai bene? >>le chiese Jonas, preoccupato, il suo viso era una maschera di orrore. Shai chiuse gli occhi, abbandonandosi alle braccia muscolose dell’angelo.
<< C-chi… è… q-q-questo ra-ag-gazzo? >> domandò, la voce appena udibile, simile al vento tra le foglie. Tentò di riaprire le palpebre, invano. Annaspò in cerca d’aria e svenne.

***
Angolino dell'autrice
Muahahah mi sentivo tanto malvagia mentre scrivevo questo capitolo, e anche un po' sadica.
Voglio bene ai miei personaggi, però è.é
Anyway, Dimitri è ancora avvolto da tanta tanta ombra, e neanche la visione di Shai ha chiarito molto la situazione. Perché non è solo un ladro, ma anche un figlio indesiderato, preso di mira, che ha ucciso per via dei suoi poteri. Quali sono? Fate lavorare i vostri cervelli e ditemelo voi, così vi sentirete realizzati se vi dirò che "sì, avete ragione" x3
E sì, Emilia fa proprio degli incontri strani...
Spero vi sia piaciuto almeno quanto a me scriverlo!

Water_wolf


Ringrazio le 8 persone che hanno aggiunto questa storia tra le preferite:
1 - Akilendra
2 - AlEsSaNdRa383
3 - Bimba98
4 - Clary1835
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7 - Roberta Styles Cannavo
8 - Tenshi No Yume
Le 18 persone che l'hanno messa tra le seguite:
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12 - Netmine
13 - nike97
14 - roncatella
15 - Smiling_
16- TheSandPrincess
17 - WeAreInfinity__
18 - _hunter_
Le 3 persone che l'hanno aggiunta tra le ricordate:
1 - D_Cocca
2 - luisa_94
3 - ScudoDiTiglio
Ma soprattutto chi recenscisce dando corda a quest'autrice folle^^

Grazie!

 

  
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