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Autore: Sabry_Narumaki89    22/04/2013    2 recensioni
Tom Orvoloson Riddle ha sedicanni, già dopo cinque anni alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts è diventato tra i migliori e splendidi studenti di tutti i tempi. Ma nessuno sa cosa questo ambizioso ragazzo dall'aspetto affascinante tiene nascosto dentro di sè. Nessuno sa quanto è oscuro e malvagio il suo cuore. Nessuno, tranne i suoi fedeli compagni che sono per lui come dei ammiratori che provano per lui inestimabile rispetto e approvazione, arrivando fino ad amarlo e temerlo allo stesso tempo.
Cosa sarà mai successo, nella fantasia di qualcuno, in quei giorni quando il fatidico Lord Voldemort aveva appena sedicanni?
In questi capitoli racconterò secondo la mia fantasia, le giornate, i pensieri, i sentimenti stessi che forse il vero Tom Riddle non avrà mai provato... ma chi lo sa? Potrebbe anche esistere un amore segreto che nessuno ha mai scoperto.
ps:Tom Orvoloson Riddle Alias Frank Dillane
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tom O. Riddle
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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AVVISO: Nella classe di Tom Riddle ho voluto far comparire Bellatrix Lestrange anche se le loro date non combaciano, motivo; personaggio conosciuto, e perchè nella storia reale tra i due sembrava esserci un legamento sospsetto, e ho voluto usarlo per la mia fantasia. Poi anche Peter Minus, motivo; peronaggio conosciuto. E per chi avesse già letto i miei capitoli, ho deciso di eliminare il personaggio di Lucius, perchè creava troppo shok.

 

 

 

 

 

Tom Orvoloson Riddle osservava con riluttanza il suo compagno di classe poco più avanti di lui alla sua destra. Luridi mezzosangue, in quale mondo una feccia come quella aveva il diritto di vivere?

<< In nessun mondo… >> Strinse delicatamente il diario segreto che portava sempre con sé.

Walden Macnair si voltò verso di lui con espressione interrogativa. << Hai…hai detto qualcosa Tom? >>

Tom mosse solamente gli occhi verso quella domanda. Occhi verdi e velenosi, come quelli di un serpente. << Prego? >>

Walden si ritrasse, come se fosse stato accecato da quel rigido sguardo. << Forse mi sono sbagliato ma mi sembrava di averti sentito parlare. >> Sussurrò per non farsi udire dal professore Horace Lumacorno che in quel momento era preso a spiegare una pozione magica non molto interessante alle orecchie di Tom. Accennò a un sorriso e stavolta fissò Walden nelle pupille. << Hai per caso la capacità di entrare nella mia mente…Walden? >>

Il compagno strabuzzò gli occhi come se non avesse capito la domanda. << Assolutamente no… >>

Tom fece un ghigno. << Allora ti sei sbagliato. >>

<< Sì, sicuramente. >> Una ciocca di capelli platino gli saltò davanti al viso.

Tom posò di nuovo gli occhi su quel lurido mezzosangue che a ogni tre secondi annuiva, attento a prendere appunti su quel sudicio libro prendi appunti. Tutto quello che apparteneva a un mezzosangue lo riteneva sudicio.

Tom si mostrava agli altri apparentemente calmo, quasi gentile, raffinato, ma non avevano la minima idea dell’odio e della rabbia che nascondeva dentro di sé. Di quel padre babbano che aveva osato procrearlo in modo che venisse alla luce come un mago inferiore ai puro sangue. Lo detestava con tutte le sue forze. Persino il proprio nome a volte non riusciva a sopportare. Sapeva che prima o poi, un giorno lo avrebbe modificato. Non adesso, aveva appena sedici anni. Avrebbe solamente destato sospetto. Loro, tutti loro, non dovevano sapere cosa c’era in serbo per il futuro. Sarebbe diventato il mago più potente mai esistito. Era l’unico in quella scuola ad averne le capacità e le possibilità. Avrebbe cancellato dalla faccia della terra gli inferiori a lui, i mezzosangue e tutta la sua stirpe. Il primo sarebbe stato suo padre. Della madre non doveva preoccuparsi, era morta appena era nato. Lei era una purosangue in realtà ma solo il fatto che aveva sposato un babbano non meritava più il suo rispetto. Avrebbe preso in mano il mondo e lo avrebbe comandato a sua volontà. Infine avrebbe cercato l’eternità.

E come? Fu risucchiato da tutti quei pensieri quando si accorse che il professore Lumacorno stava cercando di rianimare la sua attenzione. << Tom? Per caso questa lezione ti sta annoiando? >> Pareva quasi preoccupato.

Rispose con codesta calma. << No, professore. La lezione di oggi mi fa venire voglia di imparare ancora molto di più da lei. Glielo assicuro. >> Assunse un aria affascinante e ipnotizzante.

Il professore Lumacorno gli sorrise eccitato. << Bene Tom, per un attimo ho pensato che per te fosse più interessante il capo di Thomas Flerik. >>

Thomas Flerik, il mezzosangue preso di mira quel giorno dai suoi occhi verdi. Il ghigno sulla faccia di Tom sparì, strinse le mandibole e frenò la voglia di urlare. Thomas Flerik interessante? Quel lurido mezzosangue? Interessante sarebbe stato ucciderlo davanti agli occhi di tutti gli studenti chiusi in quella stanza e vedere nei loro occhi la paura. Il professore Lumacorno gli aveva appena addebitato un insulto. Un insulto che gli fece contorcere lo stomaco. Se avesse avuto un gabinetto davanti ci avrebbe vomitato dentro.

<< Che hai Tom? Non stai bene? >>

Si sforzò di sorridere. << No professore. Sto benissimo. E comunque non trovo la testa di Thomas Flerik più interessante della pozione magica di cui ci sta parlando quest’oggi. Voglio dire, non c’è paragone. >>

Il professore ridacchiò in una sorta di divertimento e imbarazzo, scese i due scalini che lo mettevano in risalto in modo che gli occhi degli studenti arrivassero tutti quanti a lui, si avvicinò al banco di Tom. << Suvvia Tom! Ne sono onorato ma non è un complimento per il Signor Thomas. Dico bene? >> Abbracciò il voluminoso libro che teneva fra le braccia.

Thomas Flerik si voltò verso Tom con aria offesa e quasi lo affrontò con lo sguardo. Tom gli sorrise ma era meglio se il mezzosangue non vedesse oltre il suo petto, c’era qualcosa che in quel momento sarebbe voluto evadere. << Dice bene professore, mi rammarica saper di avere offeso qualcuno. Quindi mi scuso con Thomas Flerik. Non si ripeterà più. >>

Quando Il mezzosangue vide che Tom non accennava a cambiare sguardo altrove decise di voltarsi e inchiodò gli occhi sulla pozione fumante del professore Lumacorno. E finalmente Tom dedicò uno sguardo di compiacimento al professore che lo stava ancora osservando, lui gli sorrise e gli diede una pacca sulla spalla. << Bene, bene Tom. Possiamo procedere. >> Tornò alla sua gigantesca scrivania.

L’uccello canterino avvisò che le lezione finiva proprio in quel momento.

<< Ohoo, ragazzi la lezione è finita. Ci vediamo domani. Fate buona giornata e vi raccomando di tenere bene a mente quello che vi è stato insegnato oggi. >>

Tom raccolse le sue cose e con Walden e altri quattro studenti a presso, tra cui Bellatrix Lestrenge, si diresse verso l’uscita dell’aula.
<< Arrivederci professore. >>

Oltre a Thomas Flerik altri due mezzosangue gli passarono accanto con passo incerto e deciso a evitarlo. E ancora adesso dopo cinque anni si chiedeva com’era possibile che tre luridi mezzosangue potevano stare nella sua stessa casata. La casata dei serpeverde.

  
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