La
Vacanza di
Ino Shika Cho
Ciao sono Sakurina!
Questa è una ficcy tenera tenera… tutta dedicata ai miei Ino e Shika! Sì, perché dopo tutte queste missioni, gli ci vuole
un periodo di vacanza, soprattutto dopo aver rischiato (teneramente) la vita!!! Come? Leggete per scoprirlo! Bacione
Sakurina.
Inizio: Una Strana Nottata
Era dura. Quella volta era
veramente dura. Shuriken e kunai
volavano ovunque. E quella foresta era così fitta e
scura che era impossibile individuare gli avversari così ad occhio nudo. Ormai
era notte fonda, e nemmeno la poca luce diurna che le alte piante facevano a
malapena penetrare era presente. Tutto era umido e buio. E
più la notte avanzava, più il freddo diventava pungente.
Shikamaru inspirò profondamente, inginocchiandosi, mentre le mani si
congiunsero nella classica posizione che gli permetteva di concentrarsi meglio.
Stava nascosto dietro il tronco di un albero, su un grosso ramo muschioso. Sperava che nessuno dei nemici potesse
individuarlo, lì.
Stranamente, faticava a
concentrarsi. In realtà aveva anche faticato a combattere, fino a quel momento.
La tensione era alle stelle e tutte le strategie fino ad
allora elaborate si erano rivelate fallimentari. Non era davvero
giornata, quella. Era stanco. Davvero stanco. Non ci voleva andare in quella
missione, lui. Ma Ino e Choji erano
lì e lui non si sarebbe di certo tirato indietro. Perciò
era partito, sperando che quella spossatezza e quella distrazione fossero
momentanee, che sarebbero passate presto. Ma così non
fu.
La sua deconcentrazione gli
aveva procurato parecchie ferite un po' dovunque, ma una particolarmente
profonda e dolorosa alla spalla destra. Il sangue, caldo e fastidioso, gli
macchiava abbondantemente il giubbotto verde.
"Maledizione..." pensò altamente irritato Shikamaru.
Già era difficile concentrarsi in mezzo a quel concerto di urla
umane e scontri metallici di armi, figurarsi con una ferita dolorosa da
impazzire.
"Proprio la spalla
destra... fosse stata la sinistra, sarebbe stato più facile...
però mi sa che sono quello messo meglio, ho visto che gli altri sono
ridotti piuttosto male... maledizione, mi sa che questa volta mi toccherà
lavorare... che scocciatura... devo andare da Ino..." pensò
con irritazione Shikamaru, sollevandosi a fatica.
ù
Era dura. Quella volta era
veramente dura. I feriti erano tantissimi. Stava dando il meglio che poteva. Però era stanca. Stanchissima. Lei e Sakura
stavano curando compagni su compagni da quel
pomeriggio e quando non curavano qualcuno, dovevano combattere. Non si erano
ancora fermate un minuto. Ma il campo d'azione era troppo vasto,
quella foresta era immensa, umida e buia. E le
tenebre erano calate già da un pezzo, accompagnate dal gelo sempre più intenso.
Sì, ciò che le dava più fastidio era proprio il freddo. Ino respirava
affannosamente, era stanca morta. L'aria gelida le penetrava nei polmoni
facendole un male da morire: ogni respiro era una fiammata ghiacciata che le
bruciava il petto.
Alla fine, lei e Sakura avevano dovuto dividersi. I
feriti erano tanti e dislocati in posizioni troppo distanti fra
di loro. Sakura era andata ad est, Ino ad
ovest.
Durante il percorso, alcuni
amici le avevano detto che Choji
era gravemente ferito. La biondina non aveva perso tempo, sebbene fosse stanca,
sebbene tremasse come una foglia, si era precipitata in fretta e furia a
soccorrere il suo migliore amico. Ma aveva toppato. La
fretta l'aveva fregata. Non era riuscita a vedere quel maledetto kunai che arrivava ad alta velocità da destra e... ma no,
non era un kunai. Era un vero e proprio pugnale. Ma
se n'era accorta troppo tardi comunque...
Finalmente, dopo tanto
vagare tra le varie fronde, Ino era riuscita a trovare
Choji. L'amico era in compagnia di Kiba e Tenten. Erano nascosti in
un angolo buio e ben riparato della foresta. Un luogo troppo scomodo per combattere, ragion per cui abbastanza sicuro per
nascondere i feriti.
In realtà, Choji stava relativamente bene. Quelli seriamente feriti
erano Kiba e Tenten. Choji aveva trovato l'Inuzuka
mezzo tramortito, nascosto dietro un albero: una profonda ferita gli squarciava
il fianco sinistro, sanguinando rovinosamente. Del resto, Tenten
non stava meglio: un esteso taglio sulla gamba destra le impediva di camminare,
e Neji l'aveva portata in braccio fino a lì, sebbene
fosse esausto; dopodiché era tornato a combattere.
Tutti e tre erano stanchi morti.
-"Ino, puoi fare
qualcosa per loro?"- le chiese Choji, con tono
apprensivo.
Ino sospirò, studiando bene
i due amici mezzi tramortiti con attenzione. Kiba era
quello che sicuramente stava peggio. Perdeva troppo sangue. Fortunatamente il
suo intervento era stato tempestivo e non sarebbe stato
difficile fermare l'emorragia. Il lavoro non era ancora finito. Anche se era stanca, Kiba e Tenten dipendevano da lei.
ù
-"Li senti?"-
chiese Choji all'amico, sussurrando.
-"Sì, maledizione...
si stanno spostando verso sud... se perdiamo lì, è la fine..."- sibilò Kiba, preoccupato.
-"Dobbiamo
intervenire!"- aggiunse Tenten, ancora
dolorante.
Ino, che non aveva ancora
finito di medicarle la gamba, la guardò male.
-"Ma che diavolo dici, Tenten?! Non puoi tornare subito a combattere, devi riposarti!"- la
riprese la biondina.
-"Mi piacerebbe... ma non posso lasciare Neji
a combattere da solo, ha bisogno di me!"- spiegò Tenten,
mentre stringeva i pugni per evitare di sentire il dolore.
-"Ha ragione Tenten... anche gli altri si staranno dirigendo a sud per
dare manforte a Neji e Lee...
dobbiamo raggiungerli!"- asserì Kiba, lanciando
uno sguardo d'accordo a Choji.
-"Ma...
ma..."- cercò di protestare Ino, preoccupata per la situazione delicata di
Kiba e Tenten. Era riusciti a guarirli, ma non al 100%.
-"Non ti preoccupare,
Ino, hai fatto un ottimo lavoro... la ferita già non mi fa più male!"- le
sorrise Kiba, cercando di tranquillizzarla.
Ino rispose con un
sorrisino poco convinto, dopodiché lasciò che Kiba e Choji potessero elaborare
una nuova strategia.
-"Ino... cos'è
quella?"- le sussurrò improvvisamente Tenten,
attenta a non farsi sentire dai ragazzi.
-"Nulla... solo un
graffio..."- rispose Ino, tranquillamente.
-"A me sembra una
ferita bella profonda invece... stai perdendo parecchio sangue, Ino..."-
la riprese l'amica.
-"Non importa... non
appena finirò di curarvi, penserò a me..."- le rispose seccamente, senza
possibilità di replica.
Non appena anche l'amica si
fu completamente ripresa, Ino si lasciò scivolare a
terra, appoggiando la testa contro il tronco di un albero. Era esausta. Le era
rimasto pochissimo chakra in corpo, a malapena per
curare se stessa. Quella maledetta ferita... era stato
quel pugnale a fargliela. Era un taglio corto ma molto
profondo, situato poco più a sinistra dell'ombelico. Perdeva
molto sangue, aveva ragione Tenten. Doveva
tamponare la ferita al più presto.
Avrebbe dormito volentieri,
ma non poteva. La battaglia sembrava al suo culmine.
Non era tempo di cedere. Però le forze la stavano
abbandonando completamente, lentamente ed inesorabilmente.
Tenten percepì l'estrema stanchezza dell'amica: del resto era
miracoloso che fosse resistita fino a quel momento senza fermarsi mai un
attimo. Combattere era faticoso, ma utilizzare il chakra
per curare le ferite forse lo era ancora di più. Senza
contare lo stress psicologico maggiore che doveva sopportare Ino a salvare una
vita dietro l'altra. Tenten non riusciva
proprio a capire perché l'amica avesse deciso di intraprendere la faticosa
strada del ninja medico.
-"Ragazze,
andiamo?"- chiese Kiba, dopo qualche minuto.
Ino aprì gli occhi a
fatica, ma li richiuse immediatamente: vedeva tutto
sfuocato.
-"Io vengo, ma forse è
meglio che Ino rimanga a riposare un po'..."- rispose Tenten,
fissando con apprensione l'amica.
-"E' vero, mi sembri
esausta, Ino..."- aggiunse Choji, fissando
preoccupato la biondina semisdraiata a terra.
-"Allora rimani qui...
è un posto piuttosto sicuro... ma tieniti pronta a
curare altri feriti, okay?"- le spiegò Kiba,
fissandola dall'alto al basso.
Ino annuì debolmente,
chiudendo ancora gli occhi. Le palpebre erano davvero troppo pesanti per essere sostenute. Con sottofondo i passi dei suoi
compagni che si allontanavano, la bella kunoichi si
abbandonò alla stanchezza, e il sonno la rapì per qualche minuto.
ù
-"Ino, ehi,
Ino!"-
Qualcuno scosse
delicatamente la ragazza, ridestandola da quel sonno profondo e senza sogni in
cui era piombata.
Riaprendo gli occhi,
l'immagine sfuocata di Shikamaru apparve davanti a
lei. Era tutto così buio che faticava pure a riconoscerlo.
-"Shikamaru..."-
sussurrò con voce roca.
-"Sì... ehi, come
stai? Sei ferita...?"- gli chiese il compagno di
squadra, inginocchiato di fronte a lei. Il tono sembrava preoccupato.
Un lieve e fastidioso
bagliore illuminava il viso di Ino, impedendole di
aprire completamente gli occhi: la luna era apparsa, piena e radiosa, in cielo,
brillando attraverso una apertura tra gli alti alberi e colpendo in pieno Ino
con i suoi raggi.
Shikamaru la stava cercando ovunque. Aveva cominciato a
preoccuparsi. Dappertutto non c'erano altro che moribondi e sangue, scene davvero
strazianti. Era stato solo grazie a quel raggio di luna che il ragazzo col
codino era riuscito a scorgere Ino, ben nascosta tra la vegetazione. Vedendola
così pallida e con quella espressione sofferente sul
volto, per un attimo aveva temuto il peggio. Ma
fortunatamente, era ancora viva.
-"Mmh...
solo un graffio..."- mugugnò Ino, mettendosi a sedere, senza però riuscire
a trattenere una smorfia di dolore. La ferita le faceva molto male.
-"La solita lagna..."- ghignò Shikamaru,
fissandola divertito. Per fortuna stava bene, non c'era
motivo di farsi vedere preoccupato inutilmente.
-"Che cavolo vuoi...?!"- ringhiò Ino, infastidita dalla strafottenza del
compagno. Lei soffriva davvero, che bisogno c'era di prenderla in giro a quel
modo?
-"Cosa
ti sei fatta? Ti hanno attaccata?"- chiese lui
con disappunto, cercando di vedere la ferita della compagna. Ma
Ino la nascose prontamente con le mani, abbassando lo sguardo.
-"Sono stata colpita
per caso..."- brontolò la biondina. Era già pronta ad essere presa in giro
dal compagno.
-"Tsè,
non sarai in questo stato per un semplice kunai
conficcato nella pancia, spero..."- la riprese lui, col solito sguardo
severo.
-"Non era un kunai. Era un pugnale. Un maledettissimo pugnale."-
protestò lei sottovoce. Odiava farsi vedere così debole, soprattutto da Shikamaru. Non voleva sembrargli debole, anche se a volte
non poteva fare a meno di accettare l'idea che ormai
il vero leader era lui e non più lei.
-"Ma chi è quel
bastardo che lancia pugnali in giro?! Giuro che se lo
becco..."- sbottò contrariato Shikamaru,
distogliendo lo sguardo da Ino.
La ragazza lo guardava
dispiaciuta: percepiva la grande agitazione che
premeva Shikamaru. Era sempre stato molto calmo e controllato, ma quel giorno era particolarmente nervoso. Se ne era accorta subito.
-"Hai visto qualcuno
in giro?"- cambiò argomento lui, con tono scocciato. Durante il tragitto,
non aveva incontrato nessuno dei suoi compagni di squadra.
-"Sì... Choji, Kiba
e Tenten sono andati a sud ad aiutare Neji e Rock Lee..."- spiegò Ino,
flebilmente.
-"E ti hanno lasciata qui da sola?! Tsé, che
gentaglia... però credo di aver intravisto Kiba
un'oretta fa... ma mi sembrava conciato piuttosto
male!"- sbottò Shikamaru, pensieroso.
-"Sì... ho curato sia
lui che Tenten..."-
-"E
quando pensi di curarti quello squarcio che hai sulla pancia?"- le chiese Shikamaru con tono irritato. Irritato dalla preoccupazione
più che dalla rabbia, evidentemente.
-"Mmh...
forse dovrei prima curarti quella ferita che hai alla spalla, non credi?"-
ghignò Ino, di rimando.
Shikamaru inarcò un sopracciglio, perplesso. Si era accorta della
sua ferita nonostante lui fosse completamente in penombra. Tipico di Ino. Anche se appariva tanto
egocentrica e superficiale, preoccuparsi per gli altri era più forte di lei.
E ormai le bastava un'occhiata per capire se c'era
qualcosa che non andava in lui. Si conoscevano troppo bene.
-"Scommetto che ti è
rimasto pochissimo chakra... avrai
curato un sacco di persone. Lascia perdere, me
la posso cavare anche così. E' solo un graffio."- disse
seriamente Shikamaru, alzandosi in piedi.
-"Non è solo un
graffio..."- lo riprese la biondina.
-"Come fai a dirlo? E' troppo buio, non riesci a vederlo..."- ghignò il
ragazzo.
-"...a furia di
passare tanto tempo insieme... siamo finiti a dire le
stesse bugie, Shikamaru..."- sorrise divertita
Ino.
Il ragazzo rimase
pensieroso per alcuni minuti, fissando la bella compagna. Illuminata
dal chiaro di luna, Shikamaru poteva distinguere
chiaramente i suoi capelli d'oro, la pelle candida e tutto quel sangue che le
macchiava i vestiti. Probabilmente il dolore che Ino percepiva era
uguale se non superiore al suo.
-"Ino... se curi me...
poi non avrai più chakra per la tua ferita,
vero?"- le chiese a bassa voce, non riuscendo a nascondere una certa
preoccupazione.
-"Un medico si
preoccupa prima degli altri che di se stesso... non preoccuparti per me... mi
basterà una fasciatura per arrestare l'emorragia, anche se mi curassi sarei comunque inutile... sono ridotta troppo male... tu invece
puoi andare ad aiutare gli altri... avvicinati..."- asserì Ino, con voce
pacata.
Shikamaru sbuffò irritato: non gli piaceva vedere Ino sacrificarsi a
quel modo, ma d'altronde diceva la pura verità. Era
l'unico ad avere chakra sufficiente per affrontare
altri nemici. Ino era davvero senza energie, non sarebbe
riuscita nemmeno ad alzarsi in piedi. Il ragazzo porse la spalla verso la
compagna, scocciato. Ino faceva molta fatica a curarlo, ormai
erano le ultime gocce di chakra. Era così
pallida e stanca...
-"Ino... tu devi rimanere qui, hai capito? Sembra un posto abbastanza
sicuro... non ti muovere... io cercherò di sbrigarmi e quando avrò finito
tornerò qui a prenderti... intanto promettimi che cercherai di curarti quella
ferita, okay?"- si raccomandò Shikamaru,
cercando di mantenere un tono distaccato. D'altronde non era
per niente tranquillo, non gli andava di lasciare Ino così. Non l'aveva
mai vista così debole e indifesa. Per la prima volta, il ragazzo sentiva un
peso enorme sulle sue spalle: aveva capito che forse Ino non era così forte
come aveva sempre sostenuto. Sentiva che in quel momento la compagna aveva
bisogno della sua protezione. E doveva ammettere di
avere paura: sì, Shikamaru aveva paura di perdere
anche lei. La ferita lasciata da Asuma non era ancora
completamente guarita nel suo cuore, e se avesse perso pure Ino, lui... ma non
aveva scelta, doveva andare a combattere. Quello era il suo dovere di ninja. Si vedeva costretto ad abbandonare la sua compagna
di squadra inerme in mezzo ad un campo di battaglia.
Non appena la spalla fu
guarita, il ragazzo col codino si alzò, sbuffando scocciato.
-"E
sbrigati a curarti, maledizione..."- la riprese, infastidito dalla
noncuranza che Ino mostrava verso se stessa. La biondina annuì, aprendo il suo
grosso zaino per tirare fuori le bende.
-"Non ti preoccupare
per me, Shikamaru... appena starò meglio tornerò alla
base nord... non c'è bisogno che tu ritorni qui. Mi raccomando, stai attento alla spalla... torna tutto
intero..."- lo riprese seriamente lei.
Shikamaru si concesse un ultimo sguardo apprensivo, prima di
andarsene. La biondina percepì la preoccupazione del compagno su di lei e si
voltò, confusa. Non lo aveva mai visto così turbato, non per lei.
Quell'espressione la colpì profondamente, forse la commosse
addirittura. Avrebbe voluto calmarlo, non era saggio
lasciarlo andare in battaglia con quel peso sul cuore.
Per la prima volta, Ino gli sorrise in modo diverso. Era un sorriso dolcissimo,
pieno di amore. Sì, perché
nonostante tutto... lei gli voleva bene. Si volevano un gran bene. Tutti
quegli anni insieme li avevano resi indissolubilmente inseparabili. Sebbene fossero diversi, sebbene avessero idee contrastanti,
sebbene litigassero spesso... non si potevano lasciare. E
dopo la morte del loro maestro, la loro amicizia si era rafforzata ancora di
più.
Shikamaru fissò con attenzione quegli occhi azzurri ricolmi di
speranza. Poteva essere l'ultimo sguardo. Forse era la luna, forse era l'ansia
mista alla paura, ma quegli occhi non gli erano mai
sembrati così belli in tutta la sua vita. Il ragazzo sentì qualcosa stringergli
lo stomaco, dolorosamente. Non voleva lasciarla lì da sola,
era troppo pericoloso. Si sentiva così in colpa...
Quello sguardo amoroso lo
disorientò parecchio. Turbato, Shikamaru scostò lo
sguardo dalla compagna e senza dirle nulla corse via, verso sud, per
raggiungere i compagni.
Ino sospirò, fissandolo
scomparire nelle tenebre. Aveva paura. Adesso era davvero sola. Davvero
indifesa. Per la prima volta, avrebbe voluto che Shikamaru
non se ne fosse andato. Spesso bisticciavano, la
pensavano sempre in maniera diversa, ma in fondo lei aveva davvero bisogno di
lui. E ultimamente, Shikamaru
le sembrava così forte... e lei si sentiva molto più sicura al suo fianco. Era
una bella sensazione. Una sensazione unica e tiepida, come la
piacevole brezza d'estate. Ma ovviamente... lui
non l'avrebbe mai saputo.
ù
-"Finalmente è
finita... questa volta è stata davvero dura..."- sospirò Kiba, ancora col fiatone per la grande
faticata.
-"Non cantare vittoria
così presto. Dobbiamo ritirarci alla base nord e analizzare bene la situazione
attuale. Non sappiamo come è andata a est e
ovest."- lo riprese Neji, che non ostentava più
la sua solita sicurezza. In realtà era molto stanco anche lui.
-"E' anche vero che però
il settore ovest era praticamente tutto nostro... non
c'era rimasto più nessuno e oltretutto è anche la parte più inospitale della
foresta. Ormai è notte inoltrata, laggiù farà un freddo cane.
Dubito che qualcuno decida di insidiarsi. Dobbiamo concentrarci
al fronte nordorientale."- asserì Sai,
con la sua solita tranquillità.
All'udire quelle parole, Shikamaru trasalì.
-"Che diavolo dici?!"- sbottò il ragazzo col codino.
-"A cosa ti riferisci,
Nara?"- lo fissò Sai, con espressione impassibile.
-"...sei sicuro che
laggiù faccia più freddo?"- chiese poi con tono più pacato
Shikamaru.
Sai inarcò
un sopracciglio, dubbioso.
-"Sì, sicuramente. Mi sono documentato, nella parte ovest la temperatura scende
velocemente sotto lo zero. Perché?"-
-"Bando alla chiacchiere, dobbiamo rientrare, e anche di
fretta."- li interruppe Neji, cominciando ad
incamminarsi.
Tutti i ragazzi seguirono il jonin, tutti tranne uno. Shikamaru rimase indietro. Fissava la parte ovest, il punto
dove la foresta era più intricata e dove la temperatura si abbassava sempre di
più con l'avanzare della notte.
Improvvisamente, una mano
amica gli si posò sulla spalla.
-"Ehi Shikamaru, che fai?"- gli chiese il suo migliore amico
Choji.
Shikamaru diede un rapido sguardo all'amico, dopodiché tornò nuovamente a fissare la foresta.
-"Ino è laggiù, lo
sai?"- gli disse Shikamaru, seriamente.
Choji lo fissò preoccupato. Lo sguardo gli cadde sulle varie
ferite che l'amico aveva riportato nello scontro finale e soprattutto su quella
spalla destra nuovamente sanguinante.
-"No, non credo...
ormai sono passate più di due ore... si sarà già curata e sarà già tornata alla
base nord, credimi... Ino è in gamba!"- gli strinse un braccio intorno al
collo Choji, amichevolmente, trascinandoselo dietro
verso il gruppo di amici.
"No, adesso Ino è
debole..." pensò Shikamaru,
non convinto dalle parole dell'amico. Fissava quella foresta scura e senza luce
allontanarsi sempre di più e... senza luce? Il ragazzo portò istintivamente gli
occhi al cielo: la luna era giunta all'apice del suo percorso, però dei grossi nuvoloni neri la oscuravano. Non era più limpida e lucente
come poche ore prima. Un brivido percorse la schiena del
ragazzo. Un brutto presentimento.
-"No"- sussultò Shikamaru, liberandosi dalla presa dell'amico. -"Ino è
ancora laggiù. Ne sono sicuro. Vado a riprenderla."-
-"Shikamaru,
fermo! Dove vai?! Sei ferito!
Devi tornare alla base nord! Shikamaru!"- lo
richiamava Choji a gran voce. Ma
l'amico lo ignorava. Un enorme senso di preoccupazione si era impadronito di
lui, spingendolo a correre più veloce che poteva attraverso quella foresta
sempre più intricata.
ù
Quella dannata foresta era
tutta uguale. E faceva freddo, maledettamente freddo.
Come sempre, aveva ragione quel cretino di Sai.
Shikamaru non riusciva a distinguere bene le zone. Non ricordava
bene dove fosse Ino. Come diavolo aveva fatto a
dimenticarsene?! Possibile che quella foresta fosse
tutta uguale?! Ino era sicuramente lì da qualche
parte. Shikamaru lo sapeva. Lo sentiva. Lo percepiva.
-"INO!"- chiamò a
gran voce il ragazzo. Non gli importava della possibilità di essere scoperto
dagli avversari. Non gli importava di essere ferito. L'unica idea che gli
frullava per la mente era quella di perdere Ino. Non poteva permetterselo.
Choji non capiva. Come faceva a non percepire la presenza di Ino in quella foresta?! Lei era lì da qualche parte e
stava soffrendo. Shikamaru avrebbe tanto voluto
sbagliarsi, sperava che Choji avesse ragione, che Ino
fosse davvero tornata alla base, ma... eccola lì.
Laggiù. Nella stessa posizione in cui l'aveva lasciata.
Pallida, molto pallida. Però
la luna non la illuminava più.
Velocemente, Shikamaru si precipitò verso di lei, intimorito.
Ora che le
era vicino, si accorgeva che Ino tremava come una foglia. Non riusciva a
capire se dormisse o fosse svenuta.
-"Maledizione,
Ino!"- sbottò il ragazzo, fissandola preoccupato. La scosse leggermente,
richiamandola in continuazione. -"Ino! Ino!"-
-"Mmh...
Sh... Shika...?"- sussurrò lei, aprendo appena gli occhi.
-"Ehi! Come stai?!"-
-"Mmh...
male... cough cough..."- tossì Ino,
sofferente.
-"Maledizione... avresti dovuto tornare alla base!"- ringhiò Shikamaru, furioso.
Ino abbassò lo sguardo,
dispiaciuta. Ancora una volta, si era comportata irresponsabilmente, facendosi
riprendere dall'amico.
-"Non ce l'ho fatta... mi fa male... mi sento... debole..."-
rispose con un filo di voce la biondina. -"...sono proprio una lagna..."- ghignò infine con amarezza.
Shikamaru la fissò dispiaciuto: forse era stato troppo sarcastico
con lei e l'aveva ferita più di quanto non lo fosse già.
Shikamaru sbuffò, lasciando che una nuvoletta di
fumo, dovuta al freddo, uscisse dalle sue labbra. Ci saranno
stati un paio di gradi sotto lo zero. Il ragazzo si levò il giubbotto da
chunin, purtroppo schizzato di sangue un po' ovunque,
e lo appoggiò addosso alla compagna. Ino sollevò lo sguardo pesante verso il
ragazzo, perplessa.
-"Che fai...?"- sussurrò lei con voce tremante a causa del freddo
penetrante.
-"Se
ti vesti come se dovessi andare in spiaggia mica è colpa mia..."- la
riprese Shikamaru, sedendosi al suo lato.
-"Appunto... non è
colpa tua... non preoccuparti per me, riprenditi il cappotto
o passerai freddo..."- sussurrò irritata.
-"Lascia stare... è
l'unica cosa che posso fare... mi dispiace Ino, ma purtroppo la ferita alla
spalla destra mi si è riaperta... sono esausto anch'io... non ho abbastanza
forze per riportarti alla base... mi dispiace, sono
proprio un fallito..."- sibilò sprezzante Shikamaru,
estremamente incazzato con se stesso. -"Tsè... che razza di situazione... che scocciatura
infinita..."- sbottò infine.
Ino fissò il ragazzo con
sguardo triste e serio.
-"...sei tornato
indietro per me?"- gli chiese sottovoce.
Shikamaru non rispose. Si limitò a tirare fuori una sigaretta e ad
accendersela. Forse quella l'avrebbe riscaldato un po'.
La ragazza lasciò scivolare
la sua testolina bionda sulla spalla sinistra di Shikamaru:
adesso si sentiva al sicuro. Lui non fece nulla, continuò
a fumare imperterrito. Era troppo intento a commiserarsi mentalmente per non
riuscire a portare in salvo Ino.
-"...grazie... per
essere tornato..."- bisbigliò lei, con tono sommesso. Quel freddo
infernale le era penetrato nel sangue, non percepiva
più le gambe. Però sentiva che Shikamaru
emanava un bel calduccio...
-"...non avrei mai potuto abbandonarti... sei una mia compagna di
squadra, no?"-
-"Già... ma... come
hai fatto a sapere... che ero qui? Ti avevo detto
che..."-
-"Un presentimento. Ho avuto un presentimento."- la interruppe lui
infastidito, arrossendo lievemente.
-"...ho
sonno..."-
-"Lo so, lagna, che hai sonno... anch'io sono stanco... però è meglio
restare svegli... è troppo pericoloso addormentarsi qui così, rischiamo di non
svegliarci più."- rispose lui, sempre più irritato.
-"Mmh..."-
mugugnò Ino, tutta accoccolata accanto al ragazzo. Era troppo stanca per riuscire a restare vigile, però doveva farcela. Non
poteva deludere l'amico ancora. Anche se non riusciva a
tenere aperti gli occhi: quel freddo glieli faceva bruciare
maledettamente.
Passarono dei minuti di interminabile silenzio. La quiete di quel posto faceva
percepire ancora di più il freddo pungente ai due ragazzi, che tremavano
sofferenti.
-"...puzzi di fumo, Shikamaru..."- borbottò Ino, con voce tremante.
Il ragazzo guardò la
testolina bionda appoggiata sulla sua spalla, inarcando un sopracciglio,
contrariato.
-"Beh, se fumo... di
certo non profumerò di lavanda come te, no?"- rispose seccato.
Un lieve sorrisino
divertito si spaziò sul volto di Ino, che continuava a
tenere gli occhi chiusi.
Passarono altri minuti di
silenzio.
-"Ino... non ti
addormentare..."- la riprese lui, improvvisamente.
-"Mmh..."-
mugugnò lei, che ormai era in uno stato di dormiveglia. Il freddo tagliente
impediva ai due di percepire gambe e braccia, ma anche il dolore delle ferite
sembrava essersi lenito. Non capivano se fosse un buon o cattivo segno.
-"Ino... non dormire,
ti prego... lo so che è dura, ma devi cercare di resistere..."- continuava
ad incoraggiarla Shikamaru, sperando di tenerla
vigile.
-"Mmh...
ma fa... freddo... male... tanto..."- disse cose sconnesse Ino.
Shikamaru fissò l'amica, preoccupato. Lei non si muoveva da oltre
tre ore, mentre lui aveva combattuto fino a mezzora prima. Lui era ancora
caldo, ma probabilmente la temperatura corporea di Ino
doveva essersi abbassata molto, soprattutto poco vestita com'era lei.
-"Che stupida... vuoi
sempre fare la fashion ed ecco cosa succede..."-
brontolò il ragazzo, mentre cingeva un braccio intorno al collo di Ino,
avvicinandola a lui.
Percependo l'abbraccio
dell'amico, la ragazzina parlò ancora, confusa, senza aprire gli occhi.
-"..che... fai...?"-
-"Cerco di
riscaldarti, maledizione, visto che nelle vene ti staranno scorrendo i cubetti
di ghiaccio..."- sbottò lui dopo averla abbracciata, appoggiando il mento
sopra la testa della ragazza.
-"...grazie..."-
sussurrò lei, con voce tremante.
Shikamaru sbuffò, buttando a terra il mozzicone di sigaretta,
pensieroso. Non aveva mai abbracciato una ragazza in quel modo... amorevole. Tantomeno Ino. Un sorrisetto
malinconico si era spaziato sul suo volto, però. Era da tempo che non teneva la
compagna tra le sue braccia. Ultimamente non sempre capitavano in missione
insieme, e per di più lei non usava più il capovolgimento spirituale con così tanta
frequenza. Preferiva altre tecniche o spesso era più presa a curare che non a
combattere. Shikamaru non si sarebbe mai aspettato
quel sentimento di... nostalgia. Forse era il freddo che gli stava flippando completamente i neuroni, ma il ragazzo ricordava
malinconicamente tutte quelle battaglie durante le quali si prendeva
cura del suo corpo, durante le quali la teneva fra le sue braccia... e quel
dolce profumo di lavanda? Era così tanto che non lo
sentiva!
Era vero, era da un pezzo
che non passavano un po' di tempo insieme, il mitico
trio Ino-Shika-Cho si stava allontanando... e
probabilmente era stato lui il primo ad essersi distaccato così tanto. Era
sempre così preso che ultimamente non aveva neanche più tempo per guardare il
cielo. Sì, tutto quel movimento... lo stancava parecchio.
-"Ti prometto che
appena finisce questo casino... ti porto in vacanza... te lo giuro..."-
mormorò Shikamaru, con voce tremante, stringendola
forte al petto.
-"Sì... torniamo a... Kirizawa... con Choji... tutti
insieme... come da bambini..."- rispose Ino nel dormiveglia.
Shikamaru abbassò lo sguardo, perplesso. Ino pensava ancora a Kirizawa...? Lui si era
dimenticato già da un pezzo di quel bel posto immerso nella campagna, lontano
qualche kilometro da Konoha.
Ricordava che lì il cielo era molto più bello che da qualsiasi altra parte.
Ricordava i lunghi pomeriggio passati a fissare le
nuvole dall'alto delle collinette colorate, in compagnia di Ino che raccoglieva
fiori e Choji che mangiava in continuazione. Lì a Kirizawa non c'era niente di particolare, solo campagna, campagna e campagna. Ma stare tutto
il giorno in compagnia dei suoi amici a fare ciò che più gli piaceva, lo
riempiva di gioia.
Erano anni che non
tornavano laggiù. L'ultima volta, Ino, Shikamaru e Choji erano andati a Kirizawa
insieme ai loro genitori l'estate prima di finire l'accademia ninja, l'estate prima di cominciare la loro fantastica avventura con il team 10. Prima di diventare genin e di conoscere Asuma.
-"...è tanto che non
torniamo a Kirizawa, vero, Ino?"- chiese Shikamaru con tono malinconico, ricordando quei splendidi pomeriggi di risate.
-"...sì...
tanto..."- mugugnò la ragazza.
-"...e allora cerca di stare sveglia... così appena tutto sarà
finito... ce ne torniamo laggiù... in mezzo ai cavalli e alle mucche..."-
rise lievemente Shikamaru, ricordando divertito quei
giorni allegri.
-"...sì... e... tu che
rubavi sempre le mele... alla signora Maho..."-
sorrise Ino ad occhi chiusi.
-"...è vero..."-
rise il ragazzo -"...è solo che, schizzinosa com'eri, a te piacevano solo
le mele della signora Maho... ed era così antipatica
che non ce le regalava mai... così quando scoprì che
le teneva sul davanzale della finestra... gliene fregavo sempre due di
nascosto..."-
-"...perché solo due...?"- chiese improvvisamente Ino, dubbiosa.
-"Beh... una per me e
una per te... perché Choji già mangiava troppo di
suo!"- sghignazzò Shikamaru. Anche
Ino rise, divertita.
Anche se
lievemente, alla fine della risata, Ino percepì l'abbraccio di Shikamaru farsi più stretto. Anche se stava soffrendo molto
per via del freddo, la ragazza si sentiva stranamente felice, una felicità
intensa, mai provata prima. Si sentiva così al sicuro lì con lui...
Al principio, mentre Shikamaru stava fumando, Ino pensava che quel sentimento
strano fosse dovuto al fatto che il ragazzo le
ricordava particolarmente Asuma, ultimamente. Ma poi
si era resa conto che forse era proprio lui a farle quell'effetto e che in
fondo il compagno non aveva niente, oltre alle sigarette, che le ricordasse il maestro. Ma in quel
momento faceva troppo freddo per pensarci.
Stando così abbracciati, i
due sentivano che pian piano un lieve tepore si era venuto a creare, forse
proprio dovuto alla loro stretta vicinanza. Ino, troppo debole ormai per
restare sveglia, si era lasciata rapire dal sonno senza problemi: sebbene fosse
in una tremenda foresta, sapeva che quelle forti braccia che la cingevano
l'avrebbero protetta. Sempre.