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Autore: Sakurina    16/11/2007    8 recensioni
Dopo una pericolosa missione, Ino, Shikamaru e Choji decidono di prendersi una meritata vacanza, ritornando nei luoghi della loro infanzia! E mentre il loro amico Choji si comporterà in modo strano, tra Ino e Shika nascerà un’intesa sempre più profonda...
[Puramente ShikaIno]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Choji Akimichi, Ino Yamanaka, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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La Vacanza di

La Vacanza di

Ino Shika Cho

 

 

Ciao sono Sakurina! Questa è una ficcy tenera tenera… tutta dedicata ai miei Ino e Shika! Sì, perché dopo tutte queste missioni, gli ci vuole un periodo di vacanza, soprattutto dopo aver rischiato (teneramente) la vita!!! Come? Leggete per scoprirlo! Bacione Sakurina.

 

 

 

Inizio: Una Strana Nottata

 

Era dura. Quella volta era veramente dura. Shuriken e kunai volavano ovunque. E quella foresta era così fitta e scura che era impossibile individuare gli avversari così ad occhio nudo. Ormai era notte fonda, e nemmeno la poca luce diurna che le alte piante facevano a malapena penetrare era presente. Tutto era umido e buio. E più la notte avanzava, più il freddo diventava pungente.

Shikamaru inspirò profondamente, inginocchiandosi, mentre le mani si congiunsero nella classica posizione che gli permetteva di concentrarsi meglio. Stava nascosto dietro il tronco di un albero, su un grosso ramo muschioso. Sperava che nessuno dei nemici potesse individuarlo, lì.

Stranamente, faticava a concentrarsi. In realtà aveva anche faticato a combattere, fino a quel momento. La tensione era alle stelle e tutte le strategie fino ad allora elaborate si erano rivelate fallimentari. Non era davvero giornata, quella. Era stanco. Davvero stanco. Non ci voleva andare in quella missione, lui. Ma Ino e Choji erano lì e lui non si sarebbe di certo tirato indietro. Perciò era partito, sperando che quella spossatezza e quella distrazione fossero momentanee, che sarebbero passate presto. Ma così non fu.

La sua deconcentrazione gli aveva procurato parecchie ferite un po' dovunque, ma una particolarmente profonda e dolorosa alla spalla destra. Il sangue, caldo e fastidioso, gli macchiava abbondantemente il giubbotto verde.

"Maledizione..." pensò altamente irritato Shikamaru. Già era difficile concentrarsi in mezzo a quel concerto di urla umane e scontri metallici di armi, figurarsi con una ferita dolorosa da impazzire.

"Proprio la spalla destra... fosse stata la sinistra, sarebbe stato più facile... però mi sa che sono quello messo meglio, ho visto che gli altri sono ridotti piuttosto male... maledizione, mi sa che questa volta mi toccherà lavorare... che scocciatura... devo andare da Ino..." pensò con irritazione Shikamaru, sollevandosi a fatica.

 

ù

 

Era dura. Quella volta era veramente dura. I feriti erano tantissimi. Stava dando il meglio che poteva. Però era stanca. Stanchissima. Lei e Sakura stavano curando compagni su compagni da quel pomeriggio e quando non curavano qualcuno, dovevano combattere. Non si erano ancora fermate un minuto. Ma il campo d'azione era troppo vasto, quella foresta era immensa, umida e buia. E le tenebre erano calate già da un pezzo, accompagnate dal gelo sempre più intenso. Sì, ciò che le dava più fastidio era proprio il freddo. Ino respirava affannosamente, era stanca morta. L'aria gelida le penetrava nei polmoni facendole un male da morire: ogni respiro era una fiammata ghiacciata che le bruciava il petto.

Alla fine, lei e Sakura avevano dovuto dividersi. I feriti erano tanti e dislocati in posizioni troppo distanti fra di loro. Sakura era andata ad est, Ino ad ovest.

Durante il percorso, alcuni amici le avevano detto che Choji era gravemente ferito. La biondina non aveva perso tempo, sebbene fosse stanca, sebbene tremasse come una foglia, si era precipitata in fretta e furia a soccorrere il suo migliore amico. Ma aveva toppato. La fretta l'aveva fregata. Non era riuscita a vedere quel maledetto kunai che arrivava ad alta velocità da destra e... ma no, non era un kunai. Era un vero e proprio pugnale. Ma se n'era accorta troppo tardi comunque...

Finalmente, dopo tanto vagare tra le varie fronde, Ino era riuscita a trovare Choji. L'amico era in compagnia di Kiba e Tenten. Erano nascosti in un angolo buio e ben riparato della foresta. Un luogo troppo scomodo per combattere, ragion per cui abbastanza sicuro per nascondere i feriti.

In realtà, Choji stava relativamente bene. Quelli seriamente feriti erano Kiba e Tenten. Choji aveva trovato l'Inuzuka mezzo tramortito, nascosto dietro un albero: una profonda ferita gli squarciava il fianco sinistro, sanguinando rovinosamente. Del resto, Tenten non stava meglio: un esteso taglio sulla gamba destra le impediva di camminare, e Neji l'aveva portata in braccio fino a lì, sebbene fosse esausto; dopodiché era tornato a combattere. Tutti e tre erano stanchi morti.

-"Ino, puoi fare qualcosa per loro?"- le chiese Choji, con tono apprensivo.

Ino sospirò, studiando bene i due amici mezzi tramortiti con attenzione. Kiba era quello che sicuramente stava peggio. Perdeva troppo sangue. Fortunatamente il suo intervento era stato tempestivo e non sarebbe stato difficile fermare l'emorragia. Il lavoro non era ancora finito. Anche se era stanca, Kiba e Tenten dipendevano da lei.

 

ù

 

-"Li senti?"- chiese Choji all'amico, sussurrando.

-"Sì, maledizione... si stanno spostando verso sud... se perdiamo lì, è la fine..."- sibilò Kiba, preoccupato.

-"Dobbiamo intervenire!"- aggiunse Tenten, ancora dolorante.

Ino, che non aveva ancora finito di medicarle la gamba, la guardò male.

-"Ma che diavolo dici, Tenten?! Non puoi tornare subito a combattere, devi riposarti!"- la riprese la biondina.

-"Mi piacerebbe... ma non posso lasciare Neji a combattere da solo, ha bisogno di me!"- spiegò Tenten, mentre stringeva i pugni per evitare di sentire il dolore.

-"Ha ragione Tenten... anche gli altri si staranno dirigendo a sud per dare manforte a Neji e Lee... dobbiamo raggiungerli!"- asserì Kiba, lanciando uno sguardo d'accordo a Choji.

-"Ma... ma..."- cercò di protestare Ino, preoccupata per la situazione delicata di Kiba e Tenten. Era riusciti a guarirli, ma non al 100%.

-"Non ti preoccupare, Ino, hai fatto un ottimo lavoro... la ferita già non mi fa più male!"- le sorrise Kiba, cercando di tranquillizzarla.

Ino rispose con un sorrisino poco convinto, dopodiché lasciò che Kiba e Choji potessero elaborare una nuova strategia.

-"Ino... cos'è quella?"- le sussurrò improvvisamente Tenten, attenta a non farsi sentire dai ragazzi.

-"Nulla... solo un graffio..."- rispose Ino, tranquillamente.

-"A me sembra una ferita bella profonda invece... stai perdendo parecchio sangue, Ino..."- la riprese l'amica.

-"Non importa... non appena finirò di curarvi, penserò a me..."- le rispose seccamente, senza possibilità di replica.

Non appena anche l'amica si fu completamente ripresa, Ino si lasciò scivolare a terra, appoggiando la testa contro il tronco di un albero. Era esausta. Le era rimasto pochissimo chakra in corpo, a malapena per curare se stessa. Quella maledetta ferita... era stato quel pugnale a fargliela. Era un taglio corto ma molto profondo, situato poco più a sinistra dell'ombelico. Perdeva molto sangue, aveva ragione Tenten. Doveva tamponare la ferita al più presto.

Avrebbe dormito volentieri, ma non poteva. La battaglia sembrava al suo culmine. Non era tempo di cedere. Però le forze la stavano abbandonando completamente, lentamente ed inesorabilmente.

Tenten percepì l'estrema stanchezza dell'amica: del resto era miracoloso che fosse resistita fino a quel momento senza fermarsi mai un attimo. Combattere era faticoso, ma utilizzare il chakra per curare le ferite forse lo era ancora di più. Senza contare lo stress psicologico maggiore che doveva sopportare Ino a salvare una vita dietro l'altra. Tenten non riusciva proprio a capire perché l'amica avesse deciso di intraprendere la faticosa strada del ninja medico.

-"Ragazze, andiamo?"- chiese Kiba, dopo qualche minuto.

Ino aprì gli occhi a fatica, ma li richiuse immediatamente: vedeva tutto sfuocato.

-"Io vengo, ma forse è meglio che Ino rimanga a riposare un po'..."- rispose Tenten, fissando con apprensione l'amica.

-"E' vero, mi sembri esausta, Ino..."- aggiunse Choji, fissando preoccupato la biondina semisdraiata a terra.

-"Allora rimani qui... è un posto piuttosto sicuro... ma tieniti pronta a curare altri feriti, okay?"- le spiegò Kiba, fissandola dall'alto al basso.

Ino annuì debolmente, chiudendo ancora gli occhi. Le palpebre erano davvero troppo pesanti per essere sostenute. Con sottofondo i passi dei suoi compagni che si allontanavano, la bella kunoichi si abbandonò alla stanchezza, e il sonno la rapì per qualche minuto.

 

ù

 

-"Ino, ehi, Ino!"-

Qualcuno scosse delicatamente la ragazza, ridestandola da quel sonno profondo e senza sogni in cui era piombata.

Riaprendo gli occhi, l'immagine sfuocata di Shikamaru apparve davanti a lei. Era tutto così buio che faticava pure a riconoscerlo.

-"Shikamaru..."- sussurrò con voce roca.

-"Sì... ehi, come stai? Sei ferita...?"- gli chiese il compagno di squadra, inginocchiato di fronte a lei. Il tono sembrava preoccupato.

Un lieve e fastidioso bagliore illuminava il viso di Ino, impedendole di aprire completamente gli occhi: la luna era apparsa, piena e radiosa, in cielo, brillando attraverso una apertura tra gli alti alberi e colpendo in pieno Ino con i suoi raggi.

Shikamaru la stava cercando ovunque. Aveva cominciato a preoccuparsi. Dappertutto non c'erano altro che moribondi e sangue, scene davvero strazianti. Era stato solo grazie a quel raggio di luna che il ragazzo col codino era riuscito a scorgere Ino, ben nascosta tra la vegetazione. Vedendola così pallida e con quella espressione sofferente sul volto, per un attimo aveva temuto il peggio. Ma fortunatamente, era ancora viva.

-"Mmh... solo un graffio..."- mugugnò Ino, mettendosi a sedere, senza però riuscire a trattenere una smorfia di dolore. La ferita le faceva molto male.

-"La solita lagna..."- ghignò Shikamaru, fissandola divertito. Per fortuna stava bene, non c'era motivo di farsi vedere preoccupato inutilmente.

-"Che cavolo vuoi...?!"- ringhiò Ino, infastidita dalla strafottenza del compagno. Lei soffriva davvero, che bisogno c'era di prenderla in giro a quel modo?

-"Cosa ti sei fatta? Ti hanno attaccata?"- chiese lui con disappunto, cercando di vedere la ferita della compagna. Ma Ino la nascose prontamente con le mani, abbassando lo sguardo.

-"Sono stata colpita per caso..."- brontolò la biondina. Era già pronta ad essere presa in giro dal compagno.

-"Tsè, non sarai in questo stato per un semplice kunai conficcato nella pancia, spero..."- la riprese lui, col solito sguardo severo.

-"Non era un kunai. Era un pugnale. Un maledettissimo pugnale."- protestò lei sottovoce. Odiava farsi vedere così debole, soprattutto da Shikamaru. Non voleva sembrargli debole, anche se a volte non poteva fare a meno di accettare l'idea che ormai il vero leader era lui e non più lei.

-"Ma chi è quel bastardo che lancia pugnali in giro?! Giuro che se lo becco..."- sbottò contrariato Shikamaru, distogliendo lo sguardo da Ino.

La ragazza lo guardava dispiaciuta: percepiva la grande agitazione che premeva Shikamaru. Era sempre stato molto calmo e controllato, ma quel giorno era particolarmente nervoso. Se ne era accorta subito.

-"Hai visto qualcuno in giro?"- cambiò argomento lui, con tono scocciato. Durante il tragitto, non aveva incontrato nessuno dei suoi compagni di squadra.

-"Sì... Choji, Kiba e Tenten sono andati a sud ad aiutare Neji e Rock Lee..."- spiegò Ino, flebilmente.

-"E ti hanno lasciata qui da sola?! Tsé, che gentaglia... però credo di aver intravisto Kiba un'oretta fa... ma mi sembrava conciato piuttosto male!"- sbottò Shikamaru, pensieroso.

-"Sì... ho curato sia lui che Tenten..."-

-"E quando pensi di curarti quello squarcio che hai sulla pancia?"- le chiese Shikamaru con tono irritato. Irritato dalla preoccupazione più che dalla rabbia, evidentemente.

-"Mmh... forse dovrei prima curarti quella ferita che hai alla spalla, non credi?"- ghignò Ino, di rimando.

Shikamaru inarcò un sopracciglio, perplesso. Si era accorta della sua ferita nonostante lui fosse completamente in penombra. Tipico di Ino. Anche se appariva tanto egocentrica e superficiale, preoccuparsi per gli altri era più forte di lei. E ormai le bastava un'occhiata per capire se c'era qualcosa che non andava in lui. Si conoscevano troppo bene.

-"Scommetto che ti è rimasto pochissimo chakra... avrai curato un sacco di persone. Lascia perdere, me la posso cavare anche così. E' solo un graffio."- disse seriamente Shikamaru, alzandosi in piedi.

-"Non è solo un graffio..."- lo riprese la biondina.

-"Come fai a dirlo? E' troppo buio, non riesci a vederlo..."- ghignò il ragazzo.

-"...a furia di passare tanto tempo insieme... siamo finiti a dire le stesse bugie, Shikamaru..."- sorrise divertita Ino.

Il ragazzo rimase pensieroso per alcuni minuti, fissando la bella compagna. Illuminata dal chiaro di luna, Shikamaru poteva distinguere chiaramente i suoi capelli d'oro, la pelle candida e tutto quel sangue che le macchiava i vestiti. Probabilmente il dolore che Ino percepiva era uguale se non superiore al suo.

-"Ino... se curi me... poi non avrai più chakra per la tua ferita, vero?"- le chiese a bassa voce, non riuscendo a nascondere una certa preoccupazione.

-"Un medico si preoccupa prima degli altri che di se stesso... non preoccuparti per me... mi basterà una fasciatura per arrestare l'emorragia, anche se mi curassi sarei comunque inutile... sono ridotta troppo male... tu invece puoi andare ad aiutare gli altri... avvicinati..."- asserì Ino, con voce pacata.

Shikamaru sbuffò irritato: non gli piaceva vedere Ino sacrificarsi a quel modo, ma d'altronde diceva la pura verità. Era l'unico ad avere chakra sufficiente per affrontare altri nemici. Ino era davvero senza energie, non sarebbe riuscita nemmeno ad alzarsi in piedi. Il ragazzo porse la spalla verso la compagna, scocciato. Ino faceva molta fatica a curarlo, ormai erano le ultime gocce di chakra. Era così pallida e stanca...

-"Ino... tu devi rimanere qui, hai capito? Sembra un posto abbastanza sicuro... non ti muovere... io cercherò di sbrigarmi e quando avrò finito tornerò qui a prenderti... intanto promettimi che cercherai di curarti quella ferita, okay?"- si raccomandò Shikamaru, cercando di mantenere un tono distaccato. D'altronde non era per niente tranquillo, non gli andava di lasciare Ino così. Non l'aveva mai vista così debole e indifesa. Per la prima volta, il ragazzo sentiva un peso enorme sulle sue spalle: aveva capito che forse Ino non era così forte come aveva sempre sostenuto. Sentiva che in quel momento la compagna aveva bisogno della sua protezione. E doveva ammettere di avere paura: sì, Shikamaru aveva paura di perdere anche lei. La ferita lasciata da Asuma non era ancora completamente guarita nel suo cuore, e se avesse perso pure Ino, lui... ma non aveva scelta, doveva andare a combattere. Quello era il suo dovere di ninja. Si vedeva costretto ad abbandonare la sua compagna di squadra inerme in mezzo ad un campo di battaglia.

Non appena la spalla fu guarita, il ragazzo col codino si alzò, sbuffando scocciato.

-"E sbrigati a curarti, maledizione..."- la riprese, infastidito dalla noncuranza che Ino mostrava verso se stessa. La biondina annuì, aprendo il suo grosso zaino per tirare fuori le bende.

-"Non ti preoccupare per me, Shikamaru... appena starò meglio tornerò alla base nord... non c'è bisogno che tu ritorni qui. Mi raccomando, stai attento alla spalla... torna tutto intero..."- lo riprese seriamente lei.

Shikamaru si concesse un ultimo sguardo apprensivo, prima di andarsene. La biondina percepì la preoccupazione del compagno su di lei e si voltò, confusa. Non lo aveva mai visto così turbato, non per lei. Quell'espressione la colpì profondamente, forse la commosse addirittura. Avrebbe voluto calmarlo, non era saggio lasciarlo andare in battaglia con quel peso sul cuore.

Per la prima volta, Ino gli sorrise in modo diverso. Era un sorriso dolcissimo, pieno di amore. Sì, perché nonostante tutto... lei gli voleva bene. Si volevano un gran bene. Tutti quegli anni insieme li avevano resi indissolubilmente inseparabili. Sebbene fossero diversi, sebbene avessero idee contrastanti, sebbene litigassero spesso... non si potevano lasciare. E dopo la morte del loro maestro, la loro amicizia si era rafforzata ancora di più.

Shikamaru fissò con attenzione quegli occhi azzurri ricolmi di speranza. Poteva essere l'ultimo sguardo. Forse era la luna, forse era l'ansia mista alla paura, ma quegli occhi non gli erano mai sembrati così belli in tutta la sua vita. Il ragazzo sentì qualcosa stringergli lo stomaco, dolorosamente. Non voleva lasciarla lì da sola, era troppo pericoloso. Si sentiva così in colpa...

Quello sguardo amoroso lo disorientò parecchio. Turbato, Shikamaru scostò lo sguardo dalla compagna e senza dirle nulla corse via, verso sud, per raggiungere i compagni.

Ino sospirò, fissandolo scomparire nelle tenebre. Aveva paura. Adesso era davvero sola. Davvero indifesa. Per la prima volta, avrebbe voluto che Shikamaru non se ne fosse andato. Spesso bisticciavano, la pensavano sempre in maniera diversa, ma in fondo lei aveva davvero bisogno di lui. E ultimamente, Shikamaru le sembrava così forte... e lei si sentiva molto più sicura al suo fianco. Era una bella sensazione. Una sensazione unica e tiepida, come la piacevole brezza d'estate. Ma ovviamente... lui non l'avrebbe mai saputo.

 

ù

 

-"Finalmente è finita... questa volta è stata davvero dura..."- sospirò Kiba, ancora col fiatone per la grande faticata.

-"Non cantare vittoria così presto. Dobbiamo ritirarci alla base nord e analizzare bene la situazione attuale. Non sappiamo come è andata a est e ovest."- lo riprese Neji, che non ostentava più la sua solita sicurezza. In realtà era molto stanco anche lui.

-"E' anche vero che però il settore ovest era praticamente tutto nostro... non c'era rimasto più nessuno e oltretutto è anche la parte più inospitale della foresta. Ormai è notte inoltrata, laggiù farà un freddo cane. Dubito che qualcuno decida di insidiarsi. Dobbiamo concentrarci al fronte nordorientale."- asserì Sai, con la sua solita tranquillità.

All'udire quelle parole, Shikamaru trasalì.

-"Che diavolo dici?!"- sbottò il ragazzo col codino.

-"A cosa ti riferisci, Nara?"- lo fissò Sai, con espressione impassibile.

-"...sei sicuro che laggiù faccia più freddo?"- chiese poi con tono più pacato Shikamaru.

Sai inarcò un sopracciglio, dubbioso.

-"Sì, sicuramente. Mi sono documentato, nella parte ovest la temperatura scende velocemente sotto lo zero. Perché?"-

-"Bando alla chiacchiere, dobbiamo rientrare, e anche di fretta."- li interruppe Neji, cominciando ad incamminarsi.

Tutti i ragazzi seguirono il jonin, tutti tranne uno. Shikamaru rimase indietro. Fissava la parte ovest, il punto dove la foresta era più intricata e dove la temperatura si abbassava sempre di più con l'avanzare della notte.

Improvvisamente, una mano amica gli si posò sulla spalla.

-"Ehi Shikamaru, che fai?"- gli chiese il suo migliore amico Choji.

Shikamaru diede un rapido sguardo all'amico, dopodiché tornò nuovamente a fissare la foresta.

-"Ino è laggiù, lo sai?"- gli disse Shikamaru, seriamente.

Choji lo fissò preoccupato. Lo sguardo gli cadde sulle varie ferite che l'amico aveva riportato nello scontro finale e soprattutto su quella spalla destra nuovamente sanguinante.

-"No, non credo... ormai sono passate più di due ore... si sarà già curata e sarà già tornata alla base nord, credimi... Ino è in gamba!"- gli strinse un braccio intorno al collo Choji, amichevolmente, trascinandoselo dietro verso il gruppo di amici.

"No, adesso Ino è debole..." pensò Shikamaru, non convinto dalle parole dell'amico. Fissava quella foresta scura e senza luce allontanarsi sempre di più e... senza luce? Il ragazzo portò istintivamente gli occhi al cielo: la luna era giunta all'apice del suo percorso, però dei grossi nuvoloni neri la oscuravano. Non era più limpida e lucente come poche ore prima. Un brivido percorse la schiena del ragazzo. Un brutto presentimento.

-"No"- sussultò Shikamaru, liberandosi dalla presa dell'amico. -"Ino è ancora laggiù. Ne sono sicuro. Vado a riprenderla."-

-"Shikamaru, fermo! Dove vai?! Sei ferito! Devi tornare alla base nord! Shikamaru!"- lo richiamava Choji a gran voce. Ma l'amico lo ignorava. Un enorme senso di preoccupazione si era impadronito di lui, spingendolo a correre più veloce che poteva attraverso quella foresta sempre più intricata.

 

ù

 

Quella dannata foresta era tutta uguale. E faceva freddo, maledettamente freddo. Come sempre, aveva ragione quel cretino di Sai.

Shikamaru non riusciva a distinguere bene le zone. Non ricordava bene dove fosse Ino. Come diavolo aveva fatto a dimenticarsene?! Possibile che quella foresta fosse tutta uguale?! Ino era sicuramente lì da qualche parte. Shikamaru lo sapeva. Lo sentiva. Lo percepiva.

-"INO!"- chiamò a gran voce il ragazzo. Non gli importava della possibilità di essere scoperto dagli avversari. Non gli importava di essere ferito. L'unica idea che gli frullava per la mente era quella di perdere Ino. Non poteva permetterselo.

Choji non capiva. Come faceva a non percepire la presenza di Ino in quella foresta?! Lei era lì da qualche parte e stava soffrendo. Shikamaru avrebbe tanto voluto sbagliarsi, sperava che Choji avesse ragione, che Ino fosse davvero tornata alla base, ma... eccola lì. Laggiù. Nella stessa posizione in cui l'aveva lasciata. Pallida, molto pallida. Però la luna non la illuminava più.

Velocemente, Shikamaru si precipitò verso di lei, intimorito.

Ora che le era vicino, si accorgeva che Ino tremava come una foglia. Non riusciva a capire se dormisse o fosse svenuta.

-"Maledizione, Ino!"- sbottò il ragazzo, fissandola preoccupato. La scosse leggermente, richiamandola in continuazione. -"Ino! Ino!"-

-"Mmh... Sh... Shika...?"- sussurrò lei, aprendo appena gli occhi.

-"Ehi! Come stai?!"-

-"Mmh... male... cough cough..."- tossì Ino, sofferente.

-"Maledizione... avresti dovuto tornare alla base!"- ringhiò Shikamaru, furioso.

Ino abbassò lo sguardo, dispiaciuta. Ancora una volta, si era comportata irresponsabilmente, facendosi riprendere dall'amico.

-"Non ce l'ho fatta... mi fa male... mi sento... debole..."- rispose con un filo di voce la biondina. -"...sono proprio una lagna..."- ghignò infine con amarezza.

Shikamaru la fissò dispiaciuto: forse era stato troppo sarcastico con lei e l'aveva ferita più di quanto non lo fosse già.

Shikamaru sbuffò, lasciando che una nuvoletta di fumo, dovuta al freddo, uscisse dalle sue labbra. Ci saranno stati un paio di gradi sotto lo zero. Il ragazzo si levò il giubbotto da chunin, purtroppo schizzato di sangue un po' ovunque, e lo appoggiò addosso alla compagna. Ino sollevò lo sguardo pesante verso il ragazzo, perplessa.

-"Che fai...?"- sussurrò lei con voce tremante a causa del freddo penetrante.

-"Se ti vesti come se dovessi andare in spiaggia mica è colpa mia..."- la riprese Shikamaru, sedendosi al suo lato.

-"Appunto... non è colpa tua... non preoccuparti per me, riprenditi il cappotto o passerai freddo..."- sussurrò irritata.

-"Lascia stare... è l'unica cosa che posso fare... mi dispiace Ino, ma purtroppo la ferita alla spalla destra mi si è riaperta... sono esausto anch'io... non ho abbastanza forze per riportarti alla base... mi dispiace, sono proprio un fallito..."- sibilò sprezzante Shikamaru, estremamente incazzato con se stesso. -"Tsè... che razza di situazione... che scocciatura infinita..."- sbottò infine.

Ino fissò il ragazzo con sguardo triste e serio.

-"...sei tornato indietro per me?"- gli chiese sottovoce.

Shikamaru non rispose. Si limitò a tirare fuori una sigaretta e ad accendersela. Forse quella l'avrebbe riscaldato un po'.

La ragazza lasciò scivolare la sua testolina bionda sulla spalla sinistra di Shikamaru: adesso si sentiva al sicuro. Lui non fece nulla, continuò a fumare imperterrito. Era troppo intento a commiserarsi mentalmente per non riuscire a portare in salvo Ino.

-"...grazie... per essere tornato..."- bisbigliò lei, con tono sommesso. Quel freddo infernale le era penetrato nel sangue, non percepiva più le gambe. Però sentiva che Shikamaru emanava un bel calduccio...

-"...non avrei mai potuto abbandonarti... sei una mia compagna di squadra, no?"-

-"Già... ma... come hai fatto a sapere... che ero qui? Ti avevo detto che..."-

-"Un presentimento. Ho avuto un presentimento."- la interruppe lui infastidito, arrossendo lievemente.

-"...ho sonno..."-

-"Lo so, lagna, che hai sonno... anch'io sono stanco... però è meglio restare svegli... è troppo pericoloso addormentarsi qui così, rischiamo di non svegliarci più."- rispose lui, sempre più irritato.

-"Mmh..."- mugugnò Ino, tutta accoccolata accanto al ragazzo. Era troppo stanca per riuscire a restare vigile, però doveva farcela. Non poteva deludere l'amico ancora. Anche se non riusciva a tenere aperti gli occhi: quel freddo glieli faceva bruciare maledettamente.

Passarono dei minuti di interminabile silenzio. La quiete di quel posto faceva percepire ancora di più il freddo pungente ai due ragazzi, che tremavano sofferenti.

-"...puzzi di fumo, Shikamaru..."- borbottò Ino, con voce tremante.

Il ragazzo guardò la testolina bionda appoggiata sulla sua spalla, inarcando un sopracciglio, contrariato.

-"Beh, se fumo... di certo non profumerò di lavanda come te, no?"- rispose seccato.

Un lieve sorrisino divertito si spaziò sul volto di Ino, che continuava a tenere gli occhi chiusi.

Passarono altri minuti di silenzio.

-"Ino... non ti addormentare..."- la riprese lui, improvvisamente.

-"Mmh..."- mugugnò lei, che ormai era in uno stato di dormiveglia. Il freddo tagliente impediva ai due di percepire gambe e braccia, ma anche il dolore delle ferite sembrava essersi lenito. Non capivano se fosse un buon o cattivo segno.

-"Ino... non dormire, ti prego... lo so che è dura, ma devi cercare di resistere..."- continuava ad incoraggiarla Shikamaru, sperando di tenerla vigile.

-"Mmh... ma fa... freddo... male... tanto..."- disse cose sconnesse Ino.

Shikamaru fissò l'amica, preoccupato. Lei non si muoveva da oltre tre ore, mentre lui aveva combattuto fino a mezzora prima. Lui era ancora caldo, ma probabilmente la temperatura corporea di Ino doveva essersi abbassata molto, soprattutto poco vestita com'era lei.

-"Che stupida... vuoi sempre fare la fashion ed ecco cosa succede..."- brontolò il ragazzo, mentre cingeva un braccio intorno al collo di Ino, avvicinandola a lui.

Percependo l'abbraccio dell'amico, la ragazzina parlò ancora, confusa, senza aprire gli occhi.

-"..che... fai...?"-

-"Cerco di riscaldarti, maledizione, visto che nelle vene ti staranno scorrendo i cubetti di ghiaccio..."- sbottò lui dopo averla abbracciata, appoggiando il mento sopra la testa della ragazza.

-"...grazie..."- sussurrò lei, con voce tremante.

Shikamaru sbuffò, buttando a terra il mozzicone di sigaretta, pensieroso. Non aveva mai abbracciato una ragazza in quel modo... amorevole. Tantomeno Ino. Un sorrisetto malinconico si era spaziato sul suo volto, però. Era da tempo che non teneva la compagna tra le sue braccia. Ultimamente non sempre capitavano in missione insieme, e per di più lei non usava più il capovolgimento spirituale con così tanta frequenza. Preferiva altre tecniche o spesso era più presa a curare che non a combattere. Shikamaru non si sarebbe mai aspettato quel sentimento di... nostalgia. Forse era il freddo che gli stava flippando completamente i neuroni, ma il ragazzo ricordava malinconicamente tutte quelle battaglie durante le quali si prendeva cura del suo corpo, durante le quali la teneva fra le sue braccia... e quel dolce profumo di lavanda? Era così tanto che non lo sentiva!

Era vero, era da un pezzo che non passavano un po' di tempo insieme, il mitico trio Ino-Shika-Cho si stava allontanando... e probabilmente era stato lui il primo ad essersi distaccato così tanto. Era sempre così preso che ultimamente non aveva neanche più tempo per guardare il cielo. Sì, tutto quel movimento... lo stancava parecchio.

-"Ti prometto che appena finisce questo casino... ti porto in vacanza... te lo giuro..."- mormorò Shikamaru, con voce tremante, stringendola forte al petto.

-"Sì... torniamo a... Kirizawa... con Choji... tutti insieme... come da bambini..."- rispose Ino nel dormiveglia.

Shikamaru abbassò lo sguardo, perplesso. Ino pensava ancora a Kirizawa...? Lui si era dimenticato già da un pezzo di quel bel posto immerso nella campagna, lontano qualche kilometro da Konoha. Ricordava che lì il cielo era molto più bello che da qualsiasi altra parte. Ricordava i lunghi pomeriggio passati a fissare le nuvole dall'alto delle collinette colorate, in compagnia di Ino che raccoglieva fiori e Choji che mangiava in continuazione. Lì a Kirizawa non c'era niente di particolare, solo campagna, campagna e campagna. Ma stare tutto il giorno in compagnia dei suoi amici a fare ciò che più gli piaceva, lo riempiva di gioia.

Erano anni che non tornavano laggiù. L'ultima volta, Ino, Shikamaru e Choji erano andati a Kirizawa insieme ai loro genitori l'estate prima di finire l'accademia ninja, l'estate prima di cominciare la loro fantastica avventura con il team 10. Prima di diventare genin e di conoscere Asuma.

-"...è tanto che non torniamo a Kirizawa, vero, Ino?"- chiese Shikamaru con tono malinconico, ricordando quei splendidi pomeriggi di risate.

-"...sì... tanto..."- mugugnò la ragazza.

-"...e allora cerca di stare sveglia... così appena tutto sarà finito... ce ne torniamo laggiù... in mezzo ai cavalli e alle mucche..."- rise lievemente Shikamaru, ricordando divertito quei giorni allegri.

-"...sì... e... tu che rubavi sempre le mele... alla signora Maho..."- sorrise Ino ad occhi chiusi.

-"...è vero..."- rise il ragazzo -"...è solo che, schizzinosa com'eri, a te piacevano solo le mele della signora Maho... ed era così antipatica che non ce le regalava mai... così quando scoprì che le teneva sul davanzale della finestra... gliene fregavo sempre due di nascosto..."-

-"...perché solo due...?"- chiese improvvisamente Ino, dubbiosa.

-"Beh... una per me e una per te... perché Choji già mangiava troppo di suo!"- sghignazzò Shikamaru. Anche Ino rise, divertita.

Anche se lievemente, alla fine della risata, Ino percepì l'abbraccio di Shikamaru farsi più stretto. Anche se stava soffrendo molto per via del freddo, la ragazza si sentiva stranamente felice, una felicità intensa, mai provata prima. Si sentiva così al sicuro lì con lui...

Al principio, mentre Shikamaru stava fumando, Ino pensava che quel sentimento strano fosse dovuto al fatto che il ragazzo le ricordava particolarmente Asuma, ultimamente. Ma poi si era resa conto che forse era proprio lui a farle quell'effetto e che in fondo il compagno non aveva niente, oltre alle sigarette, che le ricordasse il maestro. Ma in quel momento faceva troppo freddo per pensarci.

Stando così abbracciati, i due sentivano che pian piano un lieve tepore si era venuto a creare, forse proprio dovuto alla loro stretta vicinanza. Ino, troppo debole ormai per restare sveglia, si era lasciata rapire dal sonno senza problemi: sebbene fosse in una tremenda foresta, sapeva che quelle forti braccia che la cingevano l'avrebbero protetta. Sempre.

 

 

  
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