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Autore: isghighi    29/04/2013    7 recensioni
“Andrè, ti arruoli nelle guardie metropolitane hai capito?” urlava totalmente fuori di sé ” Non devi lasciare un secondo quella stupida cocciuta fin quando il suo orgoglio sarà a pezzi e tornerà sui suoi passi” Andrè annuì e lui e se ne andò via sbottando “la guardia metropolitana, dannazione, la guardia metropolitana, stupida! Incosciente!”
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Generale Jarjayes, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qua, non me l'aspettavo ma sono qui con un'altra storiella, anche questa volta legata al manga. Credo che seguirà gli avvenimenti di questo con qualche variazione qua e là. Non me ne vogliano le fan dell'anime,che pure amo, ma trovo che i personaggi del manga siano terribilmente più realistici, preferisco la Oscar meno “congelata”. Per chi non abbia letto il manga premetto che l'episodio della camicetta non parte dalla decisione di Oscar di allontanare Andrè, ma dalla semplice gelosia che lui prova dal momento che lei ha incontrato Fersen (per dirsi addio tra l'altro!) . Anche se molte non se lo spiegano, capisco perchè la MangOscar non odi a morte il MangAndrè dopo quel fatidico momento, in fondo ne comprende la sofferenza, anzi credo sia il momento in cui cominci a guardarlo con occhio diverso.

Spero vi piaccia questa storiella buttata giù in un momento di romanticheria!! **isghighi

 

 

 

 

 

 

“Come puoi essere tanto studipo da aver chiesto il congedo dalla guardia reale? Capisci perchè ti ho messo lì?”

Andrè sentiva il generale urlare come una furia.

“Io non sono una bambola” Come una formula magica il grido sovrumano di Oscar ammutolì il padre dopo quasi un quarto d'ora che litigavano “Ora gentilmente gradirei non essere disturbato nel mio studio”

 

Ad Andrè sembrò di vedere il ghigno soddisfatto ai lati della bocca di Oscar, anzi probabilmente appena uscito il padre si sarebbe fatta una grossa risata. Era diventata terribilmente più sicura di sè,ormai suo padre non le incuteva più molto timore, e sembrava cogliere ogni occasione per ribadirglielo.

“Andrèèèè”

Dannazione ora cosa voleva il generale da lui? Si precipitò in sua presenza in un batter d'occhio, non che fosse molto lontano.

“Andrè, ti arruoli nelle guardie metropolitane hai capito?” urlava fuori di sé ” Non devi lasciare un secondo quella stupida cocciuta, nemmeno un istante intesi?  Devi essere la sua ombra fin quando il suo orgoglio sarà a pezzi e tornerà sui suoi passi” Andrè annuì e lui e se ne andò via sbottando “la guardia metropolitana, dannazione, la guardia metropolitana, stupida! Incosciente!”

Andrè sorrise, da quando il generale definiva Oscar al femminile? Ad arruolarsi ci aveva già pensato, quello che lo tormentava era il tentativo di capire le ragioni di Oscar. Era innegabile che da quando Bernard era entrato nella loro vita di lei non riusciva più ad ignorare la nuova voce che emergeva dal basso di Parigi. Leggeva Rousseau e Voltaire , trovando probabilmente nelle idee dei giovani illuministi lo stesso spirito di giustizia che ardeva in sè, però una parte di lui lo tormentava col pensiero che un forte peso nella decisione di Oscar l'avesse Fersen, la voglia di allontanarsi da lui.

“Così non te la scampi neanche questa volta” La voce leggera di Oscar lo distolse dai suoi pensieri, le rivolse un sorriso ironicamente rassegnato.

“Posso chiederti il perchè di questa decisione?”

Oscar fece un sorriso tirato, si aspettava quella domanda “Ho lasciato fuggire il cavaliere nero...con la sola pena di dover badare alla piccola Rosalie”

Andrè la guardava poco convinto, ma prima che potesse ribattere lei si avviò di nuovo verso lo studio “torno a leggere, non disturbarmi”

Andrè scosse la testa rassegnato al suo tono acido e stava per incamminarsi verso le cucine quando lei lo richiamò.

Era di spalle, con ancora la mano sulla maniglia, gli volgeva solo la testa con uno sguardo che gli incendiò il cuore “Andrè, con le mie decisioni avventate non faccio altro che causarti problemi, però lo so che è solo grazie a te che posso essere serena, e fare liberamente ciò che voglio”

Era l'ultima cosa che si aspettava, ultimamente Oscar era diventata un mistero per lui. Riuscì solo ad incatenare per qualche attimo il suo sguardo, quello che avrebbe voluto dirle non poteva dirglielo, non lì e non dopo quello che le aveva fatto.

Lei sorrise e volò nello studio, chiudendo la porta dietro di sé e schernendosi da sola per quanto fosse diventata facile alle lacrime.

Guardò la “nouvelle heloise” sul tavolo dello studio e ripensò a quanto disperatamente Andrè le avesse rivelato pochi giorni prima di essere innamorato di lei. L'aveva aggredita, eppure non riusciva a sentirsi in collera con lui : era la sua stessa disperazione che aveva visto in lui, la stessa disperazione che aveva portato lei a rinnegare sé stessa ed indossare un abito femminile, la stessa disperazione che condannava Fersen alla solitudine per un amore immenso verso colei che non avrebbe mai potuto avere. Piuttosto le metteva addosso una grande inquietudine pensare come Andrè, sempre pacato e ragionevole, avesse potuto perdere la testa a tal punto per la gelosia, avesse potuto rivelare un animo così passionale ed una tale forza da farle paura. Andrè che aveva perso un occhio per lei… Andrè che la amava di un amore impossibile,quanto aveva sofferto in silenzio? Quanto doveva soffrire a starle accanto?

“Io non sono così coraggiosa” mormorò pensando alla necessità che sentiva di allontanarsi dal palazzo reale, da Fersen e dalla sua regina che non avrebbe mai saputo felici. Tornò a guardare il libro “ A cosa servono tante stupide regole allora?”

  
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