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Autore: Giuliettaa    06/05/2013    2 recensioni
Mai sentito parlare dei Nirkiop? Beh, io si, e me ne sono innamorata. Sono dei ragazzi simpaticissimi, e mentre guardavo dei loro video, e parlavo al telefono con il mio ex (pugliese come loro) mi è venuta in mente questo schifo di storia. In poche parole, mi trasferisco a Taranto, e durante il primo giorno di scuola... Beh, leggete dai, e fatemi sapere, please!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2

Mi sveglio di botto, dopo  un incubo. Entravo nella scuola, e il tempo passava, passava e passava. E io ero sempre sola. Sempre più sola, e vecchia, avevo le rughe, ero diventata magra da far paura, buchi nelle braccia, le narici rosse e un po' più larghe. Ok, non devo più pensarci, in fondo non è detto, era solo un sogno. Dicono che poi i sogni vanno all'incontrario... Guardo il cellulare, sono le sette e dieci. Nessun messaggio, nessuna chiamata... Grazie mamma... Prima che le lacrime ricomincino a scendere, guardo Riccardo. E' senza maglia e senza coperta. Messo così di lato gli addominali sono all'infuori, ed è difficile resistergli. Quindi... Si, meglio svegliarlo.. -Riccardo?- sussurro piano, dai, in fondo è mattina, la voce non è poi così calda.. Ma nulla. -Riccardo?- dico un po' più forte, come risposta un gemito e lui si volta dall'altra parte. Sbuffo, prendo un respiro e dico:-Ric..- Vengo interrotta da Lorenzo che entra urlando -CAZZO RICCARDO! GIA' LE SETTE STANNO! ALZA QUEL CULO E PREPARATI!-
Riccardo fa un salto e si mette seduto. La mattina è stupendo. Gli occhi socchiusi e un po' gonfi, i capelli scompigliati, la faccia proprio da ebete. Mi sorride, io di ricambio. Mi volto a guardare Lorenzo, un paio di jeans, giubbotto di pelle nero, profumo buonissimo, e una marlboro in mano.
-Giuliè, già sveglia!- gli sorrido. -Tieni va che vado a lavorare, fate veloce che è tardi, e se non andate a scuola mi chiamano eh!- Lorenzo mi da la sigaretta e va via.
E così siamo io e Riccardo, ci stiamo fissando. Metto la sigaretta vicino alla bocca, il primo tiro della mattina è il più soddisfacente. Lui intanto si alza, viene verso di me, lentamente. Il cuore inizia a battermi veloce, mi batte come quando ci siamo conosciuti, come quando è rimasto a dormire da me, come quando ci siamo baciati... Sbuffo il fumo, mentre lui sposta i miei capelli da un lato e inizia a baciarmi il collo. Dei baci piccoli, ma le sue labbra sono morbide, calde e... Oddio, è Riccardo, cazzo! Mi giro, ci fissiamo. E' così bello...
-Amore, a che ora inizia la scuola?- sussurro, vicinissima alle sue labbra.
-Sulle otto.- Oddio, ha la voce roca. Io AMO quando ha la voce roca, cè.
-Ci conviene muoverci o facciamo tardi.- sussurro ancora più piano.
-Possiamo anche fare tardi, sai?- si siede meglio, e mi accarezza la guancia.
-Richi... E' il mio primo giorno di scuola...- la mia voce quasi non si sente.
-E quindi?- sorride e si avvicina. Oddio, non ci credo. Mi sembra di essere catapultata in due anni fa. Era il mio ultimo giorno qua in Puglia, in macchina, io e lui...
-Cazzo Riccardo, muoviti.- me lo tolgo di dosso, prendo una sigaretta e scendo di sotto a fare colazione. Prendo una tazza, dei cereali e ci verso del latte, mischio un po' e mangio velocemente, appena  finito accendo la paglia e vado fuori. E' maggio, un mese che non piace per niente, non si capisce mai se fa freddo o caldo. Ma oggi si sta bene, il sole splende nonostante l'ora, l'aria è fresca, quella bella, quella in cui passeresti tutta la giornata.
Sento bussare, mi volto, Riccardo, mi rigiro, continuando a fumare. Sento dei passi, e le sue braccia forti mi avvolgono. Sorrido sentendo il suo profumo.
-Scusami per prima. E' che sono davvero troppo felice. Giuliè, sei qui. E' due anni che non ci vediamo. Finalmente. Ho bisogno di te, lo sai. Avevamo detto di rimanere amici, che anche se c'è qualcosa tra noi, siamo solo amici. E' facile farlo per telefono, sai? Ma tu sei qui, e io non riesco. Ho voglia di abbracciarti, di baciarti, di stringerti a me e non lasciarti mai più. Ma mi respingi, come sempre.-
Mi volto quasi con le lacrime agli occhi. E' sempre stato dolce. Ma averlo così vicino, sentirlo così vicino mentre pronuncia queste parole...
Mi volto, lo guardo negli occhi. -Riccardo, vedi, io a te ci tengo moltissimo, lo sai. Ma ora che abito qui, ora che siamo assieme, noi, beh, dovremmo vederci più come fratello e sorella che altro, non credi?-
-Hai ragione. Mi ci vorrà un po' di tempo..-
Lo so Riccardo, anche a me. Starti così vicino è incredibile per me. Con te provo emozioni che non ho mai provato con nessuno. E lo sai che sono stata con tanti tipi. Ma con te è sempre tutto diverso. Non posso dirtelo. Non posso dirti che ti amo ancora, non ora, non qui. Oh Riccardo, non dovevi farmi questo ora.
-Ne abbiamo di tempo.- prendo il cellulare, sono le sette e mezza, cazzo. -Non ora, però.- aggiungo.
Andiamo di sopra, Riccardo prende un paio di jeans scuri, la maglia con scritto 'ganja chanel' e va di sotto. Io apro la valigia, non l'ho ancora guardata da ieri sera, prendo un paio di panta con una fantasia, un maglia lunga con le c e le prime scarpe che vedo, vado nel bagno di sopra. Mi lavo, mi vesto e mi metto i piercing. Già, il bridge, il septum e il monroe. Riccardo non mi ha ancora visto coi piercing, sorrido all'idea. Torno in camera, Riccardo non c'è ancora. Prendo la borsa, ci metto dentro il diario e un quaderno. Oddio, sono spaventata e un po' eccitata all'idea di riniziare una scuola. Sarà sempre un Liceo Linguistico, però nuova classe... E la cosa che mi spaventa di più è la differenza di lingua. Cioè, io sono romagnola, e tutti qua sono pugliesi...
-Piccola, sono le otto e dieci, dobbiamo andare.- la voce di Riccardo mi risveglia. Mi giro guardando malissimo.
-Cioè, siamo già in ritardo di un quarto d'ora?!-
-Amore, scusa, dai tieni, andiamo- mi passa una giacca e corriamo di sotto ridendo. Saliamo sul motorino verde flash con la G (in mio onore) nera, e sfrecciamo verso la scuola.
 
 
Mentre  Riccardo lega il motorino guardo la scuola. E' enorme, dentro ci sono il liceo linguistico, sociopsicopedagogico e scientifico.
-Piccola, devi andare in presidenza.-
-Io, cosa, perché.-
-Perché hai fatto tardi.- si mette a ridere -dai, ti accompagno fino alle scale, poi io devo andare in classe.-
-Ma Riccardo! Ho paura!-
-Dai, vai tranquilla, andiamo!-
Entriamo nella scuola, dopo vari corridoi arriviamo davanti a una rampa di scale. -E ora?-
-Beh, la mia classe è qua. Sali le scale, giri a sinistra e c'è scritto PRESIDENZA, divertiti!- mi fa l'occhiolino, mi abbraccia e se ne va. Prendo dei grossi respiri e seguo le indicazioni di Riccardo. Busso alla porta. -N'attimo!- sento urlare con forte accento pugliese dall'altra parte. Mi allontano di qualche passo. La porta si apre, e sulla porta si staglia un ragazzo alto, magro, occhi azzurri e capelli scuri. E' stupendo.



Spazio dell'autrice c:
Allora, penso che questo capitolo non sia bello, personalmente non mi ispira, ma vorrei sapere voi cosa ne dite? Prometto che i prossimi saranno più belli, o almeno spero! Grazie in anticipo a chi mi darà un suo parere.
  
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