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Autore: Amrita    10/05/2013    1 recensioni
Hermione incontra un tipo strano di un altro pianeta. Egli dice che la sua città si chiama "Asgard" e di aver bisogno del suo aiuto.
Può fidarsi di lui?
[Loki x Hermione]
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Loki
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Un uomo alto mi si avvicinò. Era vestito in modo bizzarro, non come un babbano e nemmeno come un mago. Sembrava provenire quasi da un altro universo, ma roba come quella non esisteva... giusto?
L'uomo dagli occhi azzurri come il cielo pronunciò parole che non riuscivo a capire, ma il sorriso sincero disteso sul suo viso e la morbida voce fecero sì che il mio cuore saltasse un battito.
Allungò una mano forte ma dalle dita delicate verso di me, che l'afferrai quasi inconsciamente.

In quel momento, qualcosa cambiò. L'ambiente quasi paradisiaco in cui ci trovavamo sembrò trasformarsi in un inferno: il cielo diventò rosso sangue, la terra inaridì e una strana piogga iniziò a cadere fitta, bruciando tutta la flora che ci circondava, come se fosse acida.
Sentire la mia mano, ancora intrecciata a quella dell'uomo, essere strattonata, richiamò la mia attenzione su di lui, ormai caduto sulle ginocchia, come inerme. Il bel volto incorniciato da capelli corvini aveva perso tutta la sua gioia, lasciando spazio a un'espressione di terrore, gli occhi pieni di lacrime.

Anche io mi misi in ginocchio e lo guardai. Quando i nostri sguardi si incontrarono, si accese una strana scintilla e l'espressione dell'uomo ebbe un guizzo quasi impercettibile.
Avrei potuto lasciarlo lì e andare via, dopotutto non lo conoscevo nemmeno, ma c'era qualcosa che traspariva da quegli occhi che mi avevano convinta a non farlo. Le nostre mani si strinsero forte, la pioggia cessò.


Hermione si svegliò di soprassalto, il cuore a mille, madida di sudore sia per il caldo sia per... ah, che sogno strano aveva fatto. Forse aveva solo letto troppo, ma quell'uomo sembrava così reale...
Le sembrava ancora di poter stringere le sue mani e annegare nei suoi occhi...
Sospirò. Erano le 7 di mattina. Avrebbe potuto dormire un altro paio di ore, ma non aveva proprio più sonno. Si mise a sedere, facendo scivolare a terra il libro su cui si era addormentata la notte prima e che aveva abbandonato aperto sul suo petto, dopo aver "chiuso gli occhi per due minuti".
Normalmente l'avrebbe raccolto e rimesso sullo scaffale, ma sembrava che quella mattina anche le cose abitudinarie le passassero di mente.

Aprì il frigorifero e constatò con disappunto che era quasi vuoto. Una scusa per uscire.
Mise un paio di jeans e una t-shirt che aveva rubato tempo prima a Ron, quando ancora stavano insieme, e uscì.
Si sarebbe dovuta sbrigare se avesse voluto evitare il traffico di persone dell'ora di punta, quindi iniziò a marciare a ritmo sostenuto verso il supermercato.
In sovrappensiero, sbattè contro un passante. Si girò per scusarsi con un volto sconosciuto, ma incontrò due occhi familiari. Senza aspettare nulla, il tipo distolse lo sguardo e continuò per la sua strada.
Hermione rimase interdetta. Fece altri due passi senza vedere davvero dove andava, con lo stesso azzurro che aveva incontrato quella notte stampato in testa.
Si fermò e si girò per dare un'altra occhiata al passante, ma la sua figura era già svanita nella folla immensa di gente che iniziava ad uscire da casa per recarsi al posto di lavoro.


Qualche settimana dopo, Hermione saltò giù dal treno, arrivata alla sua fermata. Si allontanò un po' dalle porte e iniziò a cercare il telefono, che aveva iniziato a squillare, nella borsa.
Qualcosa, forse l'istinto, la indusse a girarsi e lanciare un'occhiata nel treno.
Dei capelli corvini attirarono la sua attenzione. L'uomo che li possedeva girò la testa, permettendole di vedere il suo profilo.
Ancora quegli occhi.
Che fosse il passante dell'altra volta? Eppure sembrava che qualcosa nel suo aspetto fosse degenerato, sembrava...meno curato, forse?


Era passato un mese ed Hermione non aveva più visto occhi familiari nei dintorni.
Chiuse il libro, sospirando dopo aver letto l'ultima pagina.
Guardò fuori dalla finestra: si era fatto buio e iniziava a fare abbastanza freddo.
Mentre si metteva un giacchetto, vide qualcuno sedersi con aria esausta sul marciapiede.
Hermione si avvicinò al vetro della finestra.
Capelli corvini... occhi così azzurri che brillavano come quelli di un gatto sotto la luce fioca dei lampioni... gli stessi abiti del passante e del tipo sul treno, solo ridotti peggio, così come il viso, che aveva un' aria molto più consumata di quello del passante...
Hermione trattenne il fiato. Non poteva lasciarlo lì così, anche se nemmeno lo conosceva...
Corse a prendere una coperta calda e mise due pentole d'acqua a bollire, poi corse alla porta. Con la mano già sulla maniglia, si bloccò. Poteva fidarsi a lasciarlo entrare?
Be', dopotutto non poteva nemmeno farlo morire da solo lì fuori, quindì aprì la porta e sperò per il meglio.

Attraversò la strada con una corsetta e si fermò a qualche passo dall'uomo.
Se ne stava seduto rannicchiato, le braccia che stringevano le gambe assieme e la fronte sulle ginocchia.
Hermione aprì la coperta, si avvicinò piano e la avvolse attorno alle larghe spalle.
L'uomo sussultò, ma privo di forze com'era sembrò più un brivido, e alzo la testa.
Un volto quasi impaurito e occhi pieni di lacrime la guardavano dal basso.
Hermione lo guardò sopraffatta da un tumulto di pensieri e...quel sogno....
Scosse la testa piano, poi aiutò l'uomo ad alzarzi circondandogli le spalle e disse secca «Andiamo»
   
 
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