Serie TV > Criminal Minds
Segui la storia  |       
Autore: ItsNaike    12/05/2013    2 recensioni
La BAU indaga su un serial killer che uccide ispirandosi ai Tarocchi. Ventuno figure, ventuno possibili vittime. I Trionfi marsigliesi diventano scenari di misteriosi delitti, e qualcosa sembra legare l'S.I. ai membri del team. Chi vincerà la partita? La caccia è aperta.
Genere: Azione, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: David Rossi, Derek Morgan, Spencer Reid, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il matto.
 
 
 
Hotchner osservò il biglietto con la fronte corrucciata ed un certo senso di estraneità, come non fosse stato recapitato a lui. Le sopracciglia aggrottate, fissò per un istante la strada fuori dalla stazione di polizia dove erano stati sistemati.
   - Abbiamo un indizio stavolta, Aaron.
   Hotch si voltò verso Rossi.
   - Lo so, Dave.
   - E allora cosa c’è che non va?
   Lui tornò a posizionarsi in piedi accanto al tavolo.
   - Non mi piace stare al suo gioco. Non voglio essere costretto a seguire le sue regole. E se fosse una trappola?
   - Non piace a nessuno, - ammise Rossi con il suo tono pacato, - Ma questo S.I. ucciderà comunque. Non può farne a meno, tanto vale utilizzare le sue carte contro di lui.
   Reid entrò nella stanza, carico di fascicoli e con la tracolla storta. Depose tutto sul tavolo e poi posò lo sguardo sul tarocco.
   - È questo? – domandò, in tono lievemente eccitato. Hotch annuì lentamente.
   - Recapitato qui, alla stazione di polizia. È stato imbucato da una cassetta a pochi isolati.
   - L’eremita, - disse Reid, prendendo in mano la carta, - Decisamente proveniente dallo stesso mazzo delle altre.
   - E cosa fa questo eremita? – chiese Morgan entrando a sua volta.
   - Cammina con una lampada in mano, appoggiandosi a un bastone, - sciorinò lui in risposta, - Viene spesso assimilato alla figura di Diogene che, con un lume, girovagava dicendo di cercare l’uomo. Era un filosofo cinico, e verso la fine del trecento la sua figura…
   - Va bene così, Reid.
   - Oh. Scusate.
   - Quindi presupponiamo che il Soggetto Ignoto abbia rapito un uomo sopra i sessanta?
   - Vista la sua ossessione per i dettagli, direi che lo cerchiamo somigliante a questo, - disse Reid, attaccando la carta al quadro delle prove, - Barba lunga e capelli bianchi.
   - Potrebbe essere un senzatetto? – fece Morgan.
   - L’S.I. fino ad ora sembra scegliere vittime causali che soddisfino le sue necessità, quindi perché no. I vagabondi sono facili da attirare ed è difficile che se ne denunci la sparizione, - rispose Rossi.
   Morgan prese il telefono in mano e compose un numero.
   - Ufficio dell’Ingegno Supremo in ascolto. Chiedete e vi sarà dato.
   - Ehi, bambolina. Puoi cercare se ci sono state denunce di scomparsa nella zona di Chicago negli ultimi tre giorni?
   - Okay, so bene di essere un supergenio, ma questo è un po’ vago anche per me…
   - Cerchiamo un maschio bianco di più di sessant’anni, barba e capelli bianchi, forse un senzatetto.
   - Sto cercando… Bingo, ne ho trovato uno! Jeff Olson, sessantadue anni, scomparso dall’altro ieri secondo Susan Horne, la direttrice della mensa dei poveri frequentata da Olson.
   - Mandaci l’indirizzo, Garcia.
   - È già sul vostro cellulare, tesoro.
   - Grazie, dolcezza, sei la migliore.
   - Lo so, ma grazie per essere uno stimolo continuo alla mia autostima.
   Morgan riagganciò sorridendo appena.
   - Dov’è JJ? – chiese Hotchner
   - Lo sceriffo l’ha chiamata cinque minuti fa. – fece Rossi, - Morgan, tu e Blake andate a parlare con Susan Horne.
   - Io vorrei restare qui per cercare di tirar fuori qualcosa da questi messaggi, - disse Reid, posizionandosi davanti alla lavagna delle prove, - Cercando di contattarci l’S.I. si sarà lasciato scappare qualcosa di troppo. O almeno spero.
   - Se c’è qualcuno che può farlo, quello sei senza dubbio tu, - rispose Morgan alzando un sopracciglio e lasciandosi sfuggire un sorrisetto.
   - Va bene. Troviamo Jeff Olson prima che sia tardi, - disse Hotch.
   In quell’istante la porta si aprì e apparve JJ, dietro di lei lo sceriffo del distretto.
   - JJ, bene. È molto importante che non trapeli nulla riguardo l’indagine. Questo S.I. cerca notorietà e controllo: non dobbiamo lasciare che la stampa gli dia ciò che vuole. Niente soprannomi, niente telegiornali, e nessun accenno alle carte da gioco.
   Ma qualcosa nello sguardo di lei fece tacere Hotchner.
   - Cosa succede?
   - Abbiamo un altro cadavere.                                                                                                                              
  
 
 
 
Jeff Olson era stato adagiato su una sedia, il bastone nella mano destra e una lanterna spenta a terra accanto a lui. Il rigor mortis impediva alla presa di cedere, così creava qualcosa di simile ad una grottesca statua di gesso. Hotch non sorrideva. Aveva le sopracciglia aggrottate e qualcosa di pensieroso nello sguardo.
   - L’ S.I. ci ha preceduto di nuovo, - disse infine, - Non possiamo più permettergli di controllarci a questo modo.
   - È Jeff Olson. L’assistente sociale che fa servizio alla mensa dei poveri lo ha confermato da una fotografia, - fece Morgan, venendo avanti.
   - Stavolta lo avevamo in pugno, - disse Alex, - Non capisco qual è il punto nel lasciarci degli indizi.
   - Senso di potere, egocentrismo. Vuole che ci muoviamo secondo le sue regole, vuole farci sentire impotenti. Ci invia dei messaggi, ma non ci dà il tempo di decifrarli. Lascia che gli corriamo dietro senza poterlo mai prendere.
   Hotch si voltò verso la squadra.
   - Siamo pronti per rilasciare un profilo.
 
 
 
 
   - L’S.I. è organizzato, progetta tutto nei minimi particolari e sta ben attento a non lasciare tracce. Ha dimostrato forza fisica per sopraffare da solo tutte le vittime, per questo riteniamo che sia tra i venticinque e i trentacinque anni. La sua ossessione per i dettagli salta subito agli occhi di chi lo osserva, per questo probabilmente ha difficoltà nelle interazioni sociali. Non crediamo che possa essere sposato o in una relazione stabile. Se possiede un lavoro, deve poterlo svolgere da casa oppure in solitudine.
   Il Soggetto uccide le sue vittime secondo l’immaginario dei tarocchi. È superstizioso, quindi state attenti a chi non passa sotto le scale, alle reazioni esagerate di fronte a vetri rotti o sale sparso, a chi evita gatti neri e ad altri segni del genere. Le vittime che sceglie sono di opportunità, gli unici requisiti sono la somiglianza con i personaggi raffigurati in una edizione dei tarocchi nota come Trionfi Marsigliesi.
   Inoltre vi chiediamo di non divulgare alcun particolare sugli omicidi. L’S.I. cerca attenzione, e i media gliene darebbero fin troppa. Grazie.
 
   Hotch osservò gli agenti allontanarsi, sussurrando tra loro e osservando gli appunti presi.
   - Credi che sia stata una buona idea?
   Rossi lo fissò.
   - Cosa?
   - Negargli la visibilità. Il Soggetto è un egocentrico che cerca attenzione, non concedergliela potrebbe portare ad un’escalation.
    Hotchner scosse la testa.
   - Lo agiterà, e questo gli farà commettere un passo falso.
   - Lo spero.
   Il suono del telefono li interruppe.
   - Rossi.
   - Sono Morgan. Venite dal medico legale, ci sono novità.
 
 
 
 
   Il coroner era chino sul cadavere.
   - Non me ne sono accorta prima perché non avevo esaminato lo stomaco. Ma ecco qui.
   Indicò un tavolino, dove erano sparsi alcuni frammenti.
   - È carta. Un foglio spesso, decorato. Non capisco cosa ci sia scritto, ma la scientifica lo può ricostruire.
   - È un tarocco, - disse Morgan, - Capite? Glielo ha fatto ingoiare prima di ucciderlo.
   - Ha cambiato il modus operandi.
   - Questa è una mossa da sadico, - disse ancora Morgan.
   - Ma l’S.I. non aveva mai dato segni di sadismo prima d’ora, - fece Rossi,  aggrottando le sopracciglia.
   - Cosa suggerisci?
   - E se lo avesse fatto solo per essere certo che la carta ci arrivasse?
   Hotch lo osservò.
   - C’è stato un temporale stanotte. Il corpo era all’aperto, protetto solo dal cornicione del palazzo. Se avesse lasciato il tarocco lì il vento lo avrebbe trascinato via. È stata una mossa di utilità, per essere sicuro che ricevessimo il messaggio.
   - Potrebbe essere, - disse Morgan, - Ma manca ancora qualcosa.
   - Cosa?
   - Il mittente. Questa volta non ha indirizzato l’indizio a nessuno?
   Hotchner si rivolse verso la dottoressa.
   - Ha trovato per caso qualche segno particolare, qualcosa che possa indicare un nome o un destinatario?
   Il coroner alzò le spalle e girò il cadavere con forza.
   -  Stavo per mostrarvelo. Non so se è abbastanza particolare per voi.
   Sulla schiena di Jeff Olson, scavate nella carne, spiccavano due ferite slabbrate. Avevano entrambe la forma di una J.
 
 
 
 
   Il telegiornale non aveva detto una parola. Non una sola parola.
   Non era possibile. Continuavano a non capire, continuavano a sottovalutarlo. Non capivano, non capivano mai.
   Ma l’errore non era suo, oramai lo sapeva.
   Parlavano degli omicidi. Nessuno avevano capito che quel vecchio era l’Eremita, nessuno. Nessuno capiva mai.
 
   Ti prego, stammi vicina.
   Ho bisogno della tua mano che mi guidi.
   Ho bisogno di te.
 
   Tu mi hai insegnato ogni cosa, e la colpa non è mia. La colpa è loro. E anche il Matto morirà se non correranno in tempo.
 
   Correte, correte, correte, correte, correte.
 
   Anche lui da piccolo correva, via, ma la mamma non voleva. Gli gridava sempre di tornare indietro, ma lui correva, correva, correva…
   E poi tornava sempre. La mamma non era contenta, di vederlo tornare.
   La mamma non era mai contenta di Josh. La mamma avrebbe voluto che fosse morto Josh al posto di suo fratello. E invece Josh era vivo. Vivo, vivo più che mai.
 
   Sono fortunato ad avere te. Sono tu mi capisci, solo tu mi ami.
   Sono fortunato.
   La Fortuna è con me.
 
 
 
 
   Reid si era messo gli occhiali. Non era un buon segno.
   - Mi hanno inviato la ricostruzione della carta trovata nello stomaco di Olsen, - disse, quando vide entrare Morgan. Hotch e Rossi lo seguirono poco dopo.
   - È il Matto. Senza numero, si può inserire all’inizio o alla fine del mazzo. È un giullare girovago che intraprende una strada sconosciuta, con poche cosa al seguito, mentre un cane lo rincorre. Una figura analoga compariva anche nei tarocchi del Mantegna, ma era chiamato il Misero, e… non vi interessa, - concluse bruscamente, osservando gli sguardi del resto della squadra.
   - Senza offesa, Reid.
   - Ci mancherebbe. Ho appena finito di analizzare i messaggi dell’S.I., ma mi manca ancora l’ultimo.
   - Credo che non ci sia molto da analizzare al riguardo, - rispose Rossi, - Lo ha inciso nella carne della vittima, e sono solo due lettere: JJ.
   Reid si sistemò gli occhiali di corno.
   - JJ lo sa?
   - Non ancora, - rispose Hotch, - Cosa hai trovato?
   - Qualcosa di interessante, in effetti, - disse Reid, - Osservate.
   Con il telecomando accese il proiettore, e i messaggi dell’S.I. ingranditi comparvero sullo schermo.
   - A prima vista niente di strano. Ma studiandoli attentamente ho notato che due diverse calligrafie dominano nelle frasi.
   - Cosa significa?
   - Guardate. Quando scrive ‘Parla con il dottore’ le linee delle lettere sono dritte e spigolose. Invece in ‘Il dottore non ha capito’ ci sono più curve, più irregolarità. Ed è così anche nel secondo messaggio, ma all’inverso. Il nome di Hotch è incerto, la minaccia fermissima.
   - Vuol dire che abbiamo a che fare con due S.I.? – domandò Rossi.
   - Forse sì. Oppure con un solo S.I., ma con due distinte personalità.
   Reid attese in silenzio, vagamente eccitato.
   - Mettiamoci al lavoro prima che uccida ancora.
 
 
 
 
   Tic tac, il tempo corre.
   Tic tac, JJ, salva il Matto, o il Matto morirà!
 
   E l’uomo si lamenta, nel buio della stanza, e fa rumore, lo infastidisce. Ma deve attendere, deve limitarsi a stringere le corde.
   - Abbi pazienza, presto verranno a salvarti.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Criminal Minds / Vai alla pagina dell'autore: ItsNaike