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Autore: NiraMalfoy    01/12/2007    2 recensioni
"No. Non aveva voluto vedere più nessuno di loro dopo quel brutto incidente. Non sarebbe stata capace di affrontarli e di guardarli negli occhi. Non sarebbe stata capace di dire loro che per colpa sua adesso lui non c’era più e non ci sarebbe mai più stato."
Una delle prime Fanfic che sono riuscita a concludere, ed anche quella a cui sono più affezionata in assoluto!
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Hanamichi Sakuragi, Ryota Miyagi
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti ^^
Fino al momento in cui non ho premuto il tasto d'invio non ero sicura se volevo davvero pubblicare questa Fanfic, perchè ci sono molto affezionata e non sapevo se volevo condividerla con qualcun'altro ... ma come potete constatare alla fine ho scelto di condividerla con voi ^^.
Questa è una delle prime Fanfic che ho concluso (e di cui vado molto fiera) per cui è già conclusa (ma va ... ndTutti), ma la pubblicherò a capitoli (che dovrebbero essere 5), e se tutto va bene pubblicherò un capitolo al giorno.

Per tutti i lettori di Childish Man che dovessero trovarsi per caso a leggere anche questa Fanfic: non temete, presto avrete un nuovo splendido capitolo! Ma se volete, per ora potete leggere ciò che segue ^^.

BUONA LETTURA A TUTTI.






Basketman Star



Era molto freddo quell’inverno. Era così freddo, eppure non aveva ancora nevicato. Non una volta il sole si era svelato attraverso le soffocanti nubi scure. Un grigiore quasi innaturale si era avviluppato attorno alle affollatissime strade di Tokyo.
Con l’arrivo del mese di dicembre, come al solito, le decorazioni natalizie avevano fatto la loro comparsa, riempiendo di gioia l’intera città. E così, si chiese, avrebbe dovuto sentirsi felice? Dopotutto, suo malgrado, il Natale era alle porte anche per lei.
Ma no, lei non era il tipo. Non le erano mai piaciute le feste e, almeno da un po’ di anni a quella parte, non aveva più festeggiato il Natale. Per lei era solo un triste giorno, un giorno tragico in cui non avrebbe mai potuto, neanche se avesse voluto, essere felice; un giorno pieno di nostalgici ricordi, fatto soltanto di pianti e autocommiserazione.

E così, quella fredda mattina d’inizio dicembre, se ne stava sdraiata sul divano del suo appartamento in centro, nell’attico di uno dei grattacieli più alti della città, a lasciarsi crogiolare dalla depressione che, in quel periodo dell’anno, le attanagliava sempre il cuore. Di andare a lavorare non se ne parlava neanche quel giorno.
Con la mano che penzolava giù dal divano afferrò il telecomando, che la sera prima era scivolato in terra, ed accese la televisione premendo un tasto qualunque.
La voce di un cronista sportivo di basket inondò la casa immersa nel silenzio, descrivendo alla perfezione l’azione di gioco che stavano svolgendo i giocatori in campo, tanto che Sachiko riuscì ad immaginarsi ogni singolo movimento anche senza osservare lo schermo. Il suo sguardo perso era infatti rivolto verso l’enorme vetrata della sala, che prendeva tutta la parete: il sole doveva ancora nascere.
Ma le parole del cronista, che fino a quel momento non stava ascoltando attentamente, continuavano a premere per riuscire ad insinuarsi nella sua testa e ci riuscirono infine, facendola voltare verso lo schermo.

Rimase zitta a fissare quelle immagini. Quanto tempo era passato? Eppure sembrava ieri quando anche lei giocava a basket, proprio come quei professionisti che adesso guardava alla televisione, anche se non aveva mai giocato a quei livelli.
La sua mente venne invasa dai ricordi: faceva le superiori, secondo anno, sezione 5, liceo Shohoku. La loro squadra di basket era una delle più forti del paese, tra quelle giovanili. Ricordava perfettamente che durante il Campionato Nazionale avevano battuto il Sannoh, la squadra più forte, i numeri uno. E poi, nella partita successiva, erano stati schiacciati ed umiliati da una squadra di poco conto. Si erano montati la testa ed erano stati puniti.

Eppure ricordava così bene l’espressione triste e rassegnata del capitano, Ryota Miyagi: era il suo migliore amico. Come aveva voluto bene a quel ragazzo. Fino allo sfinimento. Quel pazzo ragazzo dalla testa riccioluta, follemente innamorato della manager del club di basket: Ayako. Lui corteggiava ed adulava quella ragazza fino all’inverosimile, sebbene non fosse mai stato ricambiato in due anni. Ayako gli voleva bene, questo era certo, ma non aveva mai provato amore per lui.
E ricordava bene, al momento della sconfitta, le lacrime di tutti i suoi compagni di squadra. E anche quelle lacrime calde che lui aveva versato sulla spalla di lei, prima di confessarle il suo amore. E Sachiko, con un tuffo al cuore, si era finalmente resa conto che Hanamichi Sakuragi, quella promettente matricola del primo anno dalla bizzarra capigliatura rossa, provava gli stessi sentimenti che lei provava per lui. E si erano baciati lì, in mezzo al campo, nonostante la bruciante sconfitta appena subita, mentre tutti applaudivano commossi.

Quelli, Sachiko se lo ricordava bene, erano stati i giorni più belli e felici della sua vita. Tutti i giorni poteva stare accanto al ragazzo che amava, giocare a basket, e la scuola non andava neanche tanto male e soprattutto era circondata da amici. Amici veri. Gli amici del club, che ora non frequentava più.
No. Non aveva voluto vedere più nessuno di loro dopo quel brutto incidente. Non sarebbe stata capace di affrontarli e di guardarli negli occhi. Non sarebbe stata capace di dire loro che per colpa sua adesso lui non c’era più e non ci sarebbe mai più stato.

Sospirò. Solo il ricordo di quel brutto giorno era difficile da sopportare. Il rimorso, il peso sulla coscienza di una vita stroncata sul nascere, di una vita che non meritava di lasciare quel mondo. Un altro sospiro … era proprio il giorno di Natale quando successe:

“Era sera e la neve scendeva a fiotti dal cielo, candida e fredda abbondava lungo i marciapiedi e sulle strade. Lei e Hanamichi stavano passeggiando spensierati, diretti verso il negozio sotto casa di lui per compare i regali al resto della squadra: quella sera avevano organizzato una festa da passare assieme all’intero club di basket.
E andava tutto così tremendamente bene. Sachiko era felice. Hanamichi era felice. Tutti lo erano. D’altronde, a Natale, chi non potrebbe essere felice?, pensava la giovane, mentre camminava abbracciata al proprio ragazzo. Quel rossino dalla statura spropositata per un sedicenne: un metro e ottantanove centimetri, mentre lei misurava soltanto un metro e sessantacinque. Ma dopotutto si sentiva protetta quando stava con lui. Si sentiva al sicuro.
Nessuno avrebbe mai osato avvicinarla, perché Hanamichi metteva paura a tutti quanti, anche se, a discapito delle apparenze, era un ragazzo timido e romantico, tremendamente. E questo era un bene. Ad Sachiko piaceva molto quel suo modo di farla sentire speciale in ogni occasione, arrossendo ogni qualvolta le facesse un complimento. E lei non poteva fare a meno di amarlo ogni giorno di più e sapeva bene che i suoi sentimenti erano pienamente ricambiati da lui.
Ma poi l’inevitabile li travolse e sconvolse la vita di lei. Quella felicità che pensava sarebbe durata in eterno si spezzò all’istante, scomparendo nel nulla come per magia, infrangendosi al suolo come una maschera di porcellana.
Lo sguardo di terrore negli occhi di lei … il corpo esanime di lui sulla strada … il panico e il chiacchiericcio della folla di gente che si era radunata attorno a loro. E poi la luce rossa a intermittenza dell’ambulanza … le voci confuse dei paramedici … due macchine capovolte, ferme accanto al marciapiede … e i conducenti di esse privi di vita …
E Sachiko, in quel momento, sentì la vita di lui scivolare via portandosi dietro anche la sua. Sentì i battiti del cuore di Hanamichi farsi sempre più deboli e incostanti, fino a cessare di essere, completamente. E gli occhi del rossino, ancora spalancati, divennero vitrei e senza anima e lei, inginocchiata al fianco di lui, aveva versato tutte le lacrime che aveva in corpo. Aveva palesato ed esaurito tutta la sua tristezza su quella strada piena di sangue, sotto gli occhi di gente sconosciuta che rimaneva a fissarla, impotente di fronte a quella scena così tragica e dolorosa.
Hanamichi Sakuragi, quel ragazzo così pieno di vitalità, aveva smesso di esistere in quel momento, dopo averle rivolto il sorriso più dolce e colmo d’amore che lei avesse mai visto.”

Da quel giorno la vita di Sachiko fu completamente sconvolta. Si sentiva terribilmente in colpa per la morte di lui e, il giorno seguente, aveva cambiato scuola, abbandonando il basket e i propri amici dello Shohoku. Abbandonando la vecchia vita per sempre …
Era cambiata completamente d’allora; sebbene fossero passati soltanto sei anni da quel triste giorno, la Sachiko di un tempo non esisteva più. Ormai era diversa. Più cinica. Più forte. Non si era più legata a nessuno. Era senza amici e senza un uomo. Completamente priva di una vita privata. Ma era meglio così, lei lo sapeva, in questo modo non avrebbe più sofferto né fatto soffrire qualcuno.

Una lacrima solitaria solcò il volto della ragazza, spazzata bruscamente via dal braccio di lei strofinato più volte sulla guancia. Non voleva piangere, non più. Doveva essere forte e riuscire a dimenticare quel periodo della sua vita. Vivere come se tutto quello non fosse mai successo.
Eppure lo sapeva che, come tutti i Natali, si sarebbe recata al cimitero anche quella volta, sempre con la speranza di non incontrare nessuno dei suoi vecchi amici. Non voleva affrontarli. A distanza di anni non sarebbe ancora riuscita a guardare in faccia neanche uno dei vecchi giocatori del club di basket dello Shohoku. Non voleva. Aveva paura. Una paura che la perseguitava da sei anni.

E poi, per l’ennesima volta, il volto di Hanamichi comparve nei suoi pensieri. Che cosa provava adesso per quel rossino? Se l’era chiesto tante di quelle volte, ma non aveva mai trovato una risposta. Forse … non era più amore ciò che provava per lui. Era un’incredibile affetto, certo … ed una voglia immensa di poterlo riabbracciare.
Pensava sempre a come sarebbe diventato se fosse stato ancora vivo. Di sicuro non sarebbe cambiato molto, forse sarebbe cresciuto di un altro paio di centimetri …
Di sicuro sarebbe diventato una stella del basket: il miglior rimbalzista di tutto il Giappone, di questo lei ne era certa. Già alle superiori era un vero fenomeno nel prendere la palla su rimbalzo. Era la sua specialità.
Sorrise nel ricordare gli epiteti con cui lui stesso si chiamava: Genio del Basket, Punta di Diamante dello Shohoku, Re dei Rimbalzi …
Sì, sarebbe diventato un grande giocatore senz’ombra di dubbio.


*******************************



Uhm ... che ve ne pare??? ^_^''''''
I capitoli saranno tutti di questa lunghezza, circa ... lo so che sono cortini, ma ho preferito dividerla in cap anzichè postarla tutta assieme!

Come ho già detto e stradetto questa è una Fanfic a cui tengo moltissimo, per cui mi sembra futile dire che vi sarei infinitamente grata se decideste di lasciarmi un parere!! Vi supplico, vi sarò grata per sempre XDDDDD

Beh, come di consueto ringrazio tutti coloro che hanno letto e tutti coloro che decideranno di recensire (spero che tra di voi ce ne sia almeno uno!!!) e spero che tornerete per il prossimo capitolo!

Ciauz




  
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