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Autore: Isa0ic    19/05/2013    1 recensioni
«I nomi sono importanti quando vivi in un mondo come questo», mormorò, il viso adombrato dal chiaro di luna mentre fissava la sigaretta, le dita, la terra. «Un nome può esserti utile. Lo puoi vendere, lo puoi scambiare, lo puoi usare. Sono vere e proprie merci che non dovresti sottovalutare».
In un mondo diverso da quello che conosciamo, gli esseri della notte convivono... non così pacificamente. Le tenebre avvolgono il Bastione in un abbraccio amaro e del sapore del ferro, mentre il sangue scorre e minaccia di interrompere un filo sottile che lega insieme le entità soprannaturali. I Cacciatori ascoltano e il cambiamento sta per arrivare... Sarà un gruppo di ragazzi a dover affrontarlo tra avventura, sangue e passione.
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo
Prologo

Al mondo vi sono solo due tipi di persone capaci di sopravvivere all’incontro con un vampiro: i Licantropi, quegli esseri assurdamente pelosi a cui ho sempre desiderato strofinare le orecchie al chiaro di luna, e i Cacciatori, quel gruppo di persone sfuso per il Paese che porta giustizia alle porte di chi la richiede…
I Cacciatori sono un po’ come gli “sceriffi” del nuovo mondo, sempre pieni di risorse ed entusiasti rappresentati.
Persino Anna Mend è una di loro… Ah, e tanto per la cronaca, Anna Mend sono io.
 
«Esci e non farti più rivedere, stupida ragazzina!».
Le dolci parole della Signora Manny mentre mi trascinava fuori dalla locanda, la Trash&Furious, riecheggiarono per tutto il vicinato. Un gatto corse a nascondersi sotto quel che rimaneva di un vecchio furgone, mentre gli abitanti rimasti in Furious Road sbarrarono le tapparelle, senza dubbio per paura che il buio e le urla attirassero attenzioni… poco gradevoli. O magari semplicemente per paura delle furia della locandiera che minacciava di staccarmi un braccio.
«Manny, la prego, stavo solo scherzando, non può lasciarmi qui fuori». Non poteva. Non poteva. Soprattutto non nel bel mezzo della notte, senza nemmeno un coltellino svizzero da agitare in aria.
La Signora M alzò un sopracciglio e mi fissò con fare inflessibile. «Mi dispiace Anna, hai perso la tua ultima occasione quando hai deciso che versare l’ultimo boccale di birra sui pantaloni del cliente fosse un’ottima idea».
L’idiota aveva cercato di toccarmi il sedere. Al momento era sembrata davvero un’idea grandiosa.
«Non era mia intenzione. Il boccale è scivolato e sono comunque disposta a fare gli straordinari per ripagarla, glielo giuro». Avevo bisogno di un posto dove stare. Non poteva liquidarmi così. Non potevo tornare indietro.
Manny mi lasciò andare con un’ultima spinta e si ritirò velocemente verso la porta sul retro da cui eravamo uscite. Feci qualche passo avanti con un’espressione di supplica sul viso, ma la Signora M si fermò con una mano sulla maniglia e l’altra sollevata di fronte a sé… stava facendo sul serio? «Non ci pensare nemmeno, Anna. Torna dai tuoi amici e non mettere più piede qui dentro. Le cose vanno già abbastanza male senza che tu e quelli come te continuiate a mettermi i bastoni tra le ruote». Chiuse la porta e mi lasciò lì a fissarla mentre la disperazione montava. Lo aveva fatto davvero. Mi aveva lasciata nel bel mezzo della notte alla mercé di qualunque strano essere avesse avuto voglia di uno spuntino, il tutto senza un minimo di compassione. Senza un minimo di maternità, dannata donna.
Ma io non potevo tornare indietro.
Disperata, alzai gli occhi al cielo. Neanche una nuvola oscurava la luna piena e minacciosa che incombeva su quel che rimaneva delle case della Nuova Capitale. Con le mani tra i capelli respirai aria fresca dopo non so quante ore passate a servire alcolici nel Trash. Scossi la testa e mi decisi: non potevo rimanere nel bel mezzo del vicolo. Era troppo pericoloso. Ma dove andare? A quest’ora della notte i posti erano abbastanza limitati. E anche se fossi riuscita a trovare un buco in cui infilarmi, cosa mi avrebbe assicurato che ne sarei uscita illesa? Ormai i vampiri erano ovunque e conquistavano quartiere dopo quartiere. Questo, il diciannove, sarebbe stato uno dei prossimi e…
Un gemito strozzato si fece strada tra i vecchi cassonetti abbandonati, riempiendo la notte o, più precisamente, riempiendomi i timpani con quello che doveva essere uno degli ennesimi suoni a cui, volente o nolente, mi toccava prestare attenzione. Uno dei ricordini lasciatimi tempo fa, anni fa, dai Cacciatori della Nuova Capitale – nota anche come il Bastione per gli amici – era l’udito. Tutti i Cacciatori, infatti, arrivati alla fine dell’allenamento a cui venivano sottoposti imparavano a gestire i cinque sensi in un modo che veniva considerato tutt’altro che umano. L’udito, purtroppo, era tra quelli.
E il gocciolio che seguì il gemito non fece che confermare le mie convinzioni: dannati i Cacciatori e tutto quello a cui avevano condotto.
Dannata me per non essermene andata prima.


***

Note: Dopo tanto tempo passato a domandarmi se farlo o meno, alla fine ho deciso di pubblicare il prologo di questa storia, L'Eredità del Sangue, per poterla finalmente "liberare" e darle l'opportunità di esprimersi a dovere. Spero che chiunque ne abbia voglia darà una chance ad Anna e ai suoi amici, che faranno presto capolino, e mi seguirà in questa nuova, nuovissima avventura.
Kisses, Isa

  
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