Avevo dormito
davvero malissimo anche se non riuscivo a
ricordare bene che cosa avessi sognato di preciso, erano tutti ricordi
molto
confusi, quello che ricordavo era di aver rivissuto l’ultima
parte della sera
precedente, era una mia abitudine farmi influenzare da quello che mi
accadeva
intorno, anche la più piccola stupidaggine mi rubava spazio
nei miei sogni.
“Rach
dormi ancora?”chiese Ellie sbucando dalla porta ancora
in pigiama con una tazza in mano e l’espressione colpevole.
“no,no
sono sveglia dimmi tutto”dissi io sbadigliando e
buttando un occhio sul display del cellulare realizzai in
quell’esatto momento
di essere rimasta a rimurginare sul significato dei miei incubi
più tempo di
quanto credessi.
“sei
sicura di essere sveglia? Sembri a pezzi”disse Ellie
sedendosi sulla sedia di fronte alla mia scrivania e posando la tazza
dietro di
se.
“incubi
vari” dissi strofinandomi gli occhi
“allora
siamo in due”disse prendendo un bel respiro, sembrava
sull’orlo di una crisi.
“qualcosa
ti preoccupa?”dissi vedendo ancora
quell’espressione,
ancora non mi ero abituata a vederla, eppure negli ultimi tempi
l’espressione
da catastrofe che non so come raccontarti l’avevo vista
spesso, eppure ancora
non ci avevo fatto l’abitudine.
“provo
strani sentimenti”disse Ellie come se avesse appena
confessato un crimine tremendo.
“strani
sentimenti?”
“tipo
che mi piace stare con un ragazzo che non dovrebbe
piacermi per ovvie ragioni,è di buona famiglia, vive in un
quartiere da posh, è
gentile e mi fa dei regali ”disse lei tutto d’un
fiato tanto che mi fu
difficile correre dietro alle sue parole.
“sono
dei difetti questi?”chiesi io perplessa
“vive
a Green Park, Rach a Green Park perché un soggetto
simile ha incrociato la mia esistenza, perché”
“c’è
di peggio penso, insomma l’ultimo con cui uscivi ha
detto Peter che non faceva che organizzare festini con
cocaina”
“era
un musicista Rach, è normale quasi quanto per un
genitore amare il proprio figlio”
“non
penso siano paragonabili le cose”
“fidati
con Tom il paragone reggeva”
“beh a
maggior ragione, sei uscita con questi soggetti e vuoi
preoccuparti di un ragazzo perché è ricco e
gentile? Ma poi ti piace giusto? Ti
piace passare del tempo con lui, parlare con lui, immagino sia anche
carino
conoscendo il tuo buon gusto, voglio dire fai sempre la ribelle e ora
ti
preoccupi di queste cose?”
“fa le
cose fatte bene, mi ha invitata a cena, non mi ha
detto una di queste sere beviamo qualcosa, mi ha invitata ad una vera
cena”
“ripeto
non mi sembrano difetti”dissi io quasi sicura di
averla finalmente convinta a non preoccuparsi della cosa.
“finirà
per piacermi sempre di più”
“e
come si chiama?”chiesi io per cambiare argomento prima che
tornasse a farsi inutili paranoie
“Jude,
fa il batterista in una band indie, in realtà non
è
proprio inglese è di New York ma i suoi si sono trasferiti
qui quand’era molto piccolo”
“Però
sai tante cose sul suo conto”
“dai
Rach che mi vergogno”
“è
figo?”
“terribilmente”disse
lei sorridendo
“faccio
il tifo per Jude allora, escici e divertiti”
“è
posh, ci fermeremo alla cena”disse lei sospirando
“che
scema”dissi io scuotendo la testa.
“ma
invece come va con i Miller-Sturridge?“
“bene,
la bambina è un tesoro è un lavoro facile, almeno
penso sono stata da loro solo ieri sera”dissi io evitando di
aggiungere altri
dettagli sulla sera precedente.
“sono
proprio felice, ti meriti un po’ di tranquillità,
ma
non troppa, non vedo l’ora di presentarti qualche mio
amico”
“ah
guarda, credo mi godrò la tranquillità ancora per
molto”
“hai
avuto altri?”chiese Ellie senza continuare, tutti erano
al corrente dei problemi che avevo avuto dopo la perdita di mio padre,
e del
percorso di terapia che avevo affrontato ed erano anche al corrente del
fatto
che avevo lottato da sola senza prendere nemmeno una pillola, non
credevo che
dei farmaci sarebbero stati in grado di curare le crepe che si erano
create
nella mia anima, insomma se fosse stato così chiunque li
avrebbe presi
riuscendo a superare il dolore.
In
realtà il mio terapista aveva insistito perché li
prendessi in considerazione ma io avevo trovato la mia terapia
alternativa, mi
mettevo le cuffie e smettevo di pensare e di avere paura del prossimo
attacco.
Quindi tutto
sommato i miei amici non mi consideravano del
tutto pazza, ma era pur sempre un argomento che facevano fatica a
tirare fuori,
e quindi finì io la frase per Ellie.
“attacchi
di panico? No, per ora no, forse era l’aria
irlandese”dissi io
“forse”disse
Ellie
“ditemi
che avete lasciato qualcosa per colazione, l’idea di
dover uscire a fare la spesa mi uccide”dissi io cambiando
argomento, non mi
andava di parlare degli attacchi di panico, era qualcosa che volevo
dimenticare
come volevo dimenticare tutto il resto.
“la
spesa ti tocca comunque prima di raggiungere i quartieri
alti, ma ci sono gli avanzi di Gail’s”
“dimmi
che c’è un almond croissant, ti prego, ti prego,
ti
prego”dissi io nella vana speranza che ancora ci fosse, anche
se era tardi per
fare colazione.
“sorry
Rach, ho mangiato l’ultimo, ma ci sono muffin di ogni
tipo”
“ti
odio”dissi io lanciandole un’occhiataccia.
“per
così poco? Era solo un croissant”disse Ellie
“non
era solo un croissant, vabbeh ho capito vado a fare
colazione da Cassie, e la spesa la faccio quando torno
stasera”dissi io
“basta
che la fai, che poi vorrei capire che cos’hai contro
la spesa, io adoro fare la spesa”disse Ellie
“è
una delle cose più noiose del mondo, e Mark mi ha lasciato
al supermercato, nella corsia della verdura”dissi io
“ahahaha
dai però è stato geniale”
“doveva
lasciarmi nella corsia degli alcolici visto che si
lamentava che stare con me equivaleva a stare dietro al mio padre
alcolista”
“era
uno stronzo Rach, noi l’abbiamo sempre detto, dai faceva
architettura e secondo me a te non piaceva nemmeno così
tanto, era solo bello
da guardare”
“si
forse, di recente nemmeno tanto”dissi io ridendo e quando
lei aveva detto le parole bello da guardare però nella mia
testa si era
materializzato il viso dell’amico di Tom che la sera prima mi
aveva fatto
prendere un colpo svenendo davanti a casa loro.
“e poi
era ricco da far schifo, io l’avrei lasciato solo per
questo”disse Ellie
“non
ti darò motivi per non uscire con il tuo Jude”
“non
chiamarlo mio, appartiene a sé stesso non a
me”disse lei
irritata
“raggiungo
Cassie” dissi io esasperata.
“ci
sarà un perché i vostri ragazzi si chiamavano con
lo
stesso nome”
“Mark
è un nome da idiota, si noi ne abbiamo la
conferma”dissi
io
“anche
se solo il tuo era ricco sfondato, il Mark di Cassie
decisamente no”
“visto
la condizione economica non conta, noi ne siamo la
prova”
“è
che Pete”disse Ellie
“ti
prenderà in giro fino alla fine dei tuoi giorni
“dissi io
“vado
a sotterrarmi in camera mia e penso a come raccontargli
tutto per contenere i danni”disse Ellie.
“mi
sembra una buona idea”dissi io raggiungendo il bagno e
preparandomi per uscire.
Fuori da casa
sembrava che splendesse proprio una bella
giornata e questo mi mise molto di buon umore. Raggiunsi la fermata
dell’autobus
e misi le cuffie preparandomi al lungo viaggio che mi attendeva, ci
voleva un po’
a raggiungere Maida Vale, e tutto sommato la cosa non mi dispiaceva
affatto, mi
piaceva starmene seduta sull’autobus e godermi il tour di una
delle mie città
preferite.
Quando arrivai a
Maida Vale era trascorsa più di un ora e
avevo sentito tutto l’album dei The National una nuova band
che mi aveva
passato Pete, li adoravo, come poteva essere diversamente, Pete aveva
un innato
gusto per la musica.
Entrai nella
caffetteria dove lavorava Cassie e non appena mi
vide iniziò a sbracciarsi come se attirare la mia attenzione
in quel momento
fosse una questione di vita o di morte, onestamente mi sembrava troppo
su di
giri, forse aveva un po’ esagerato con la caffeina quel
giorno o con i dolci e
Cassie era come me, quindi in genere reggeva bene un sovraccarico di
zuccheri,
o forse aveva preso qualche super multivitaminico, insomma i motivi
potevano
essere molteplici.
Mi accorsi della
sua sovraeccitazione quando cercando un
tavolo a cui sedermi notai lui.
Se ne stava
seduto ad un tavolo che dava le spalle alla
vetrata con un cappuccio scuro calato sulla testa e lo sguardo perso
nella
tazza davanti a sé, mi fece venire tristezza solo a vederlo.
Era
solo un ragazzo
che era stato tradito dalla sua ragazza, tutti prima o poi ci
passavano, per
fortuna a me non era mai successo, ma io avevo fatto il pieno di altre
cose,
cose per le quali valeva davvero la pena deprimersi, non certo un
tradimento,
quindi non lo capivo proprio eppure anche se era solo un ragazzo
tradito mi
faceva una pena tremenda.
Lasciai perdere
il ragazzo e mi voltai verso Cassie scuotendo
la testa, era senza speranza.
“hai
letto i giornali? Quella maledetta troia, non lo merita
per chi poi? Per un vecchio sposato e con figli? Lasci l’uomo
della tua vita
per un’avventura torbida, che schifo, davvero che
schifo”disse Cassie
“Cassie
controllati o ti licenzieranno”dissi io sedendomi al
bancone.
“guarda
che cane bastonato, vorrei tanto abbracciarlo e
consolarlo”
“oh
immagino come lo consoleresti, fammi un latte macchiato
ti prego”
“no
davvero, mi accontenterei solo di abbracciarlo”disse
Cassie sognante
“il
latte macchiato ti prego, e una almond croissant”dissi io
di nuovo
“ti
sembra che io possa riuscirci?”chiese Cassie
“ma a
te non piaceva più Tom?”chiesi io
“vanno
bene tutti, quando sono single vanno bene tutti gli
attori affascinanti”disse Cassie
“il
latte macchiato”dissi io di nuovo
“voglio
abbracciarlo”
“Cassie”dissi
io
“Oh
mio dio guarda chi c’è, cazzo è il mio
giorno fortunato
allora”disse Cassie sospirando e non potei fare a meno di
voltarmi per vedere
chi fosse, ebbene era arrivato anche il suo Tom che sembrava avere
qualche
difficoltà ad entrare con quel passeggino mentre teneva la
piccola in braccio.
“il
mio giorno fortunato allora, Rachel ti stavo proprio
cercando”disse Tom quando
finalmente
riuscì ad entrare.
“buongiorno
signor Sturridge”dissi io
“signor
Sturridge”disse Cassie ridendo alle mie spalle
“dai
retta a Cassie, Tom è sufficiente”disse lui
sorridendo.
“qual
è l’emergenza?”chiesi io curiosa.
“Sienna
aveva le prove per lo spettacolo e io devo andare a
fare un provino, ma sai come vanno queste cose, ci metterò
un sacco ora che
aspetto il mio turno” disse Tom
“ok,
ma non c’è problema vero cucciola? Vuoi stare un
po’ con
me mentre aspettiamo che mamma e papà finiscano al
lavoro?”chiesi io e la
piccola mi sorrise subito facendo dei versetti strani.
“Le
piaci un sacco”disse Tom passandomela in braccio.
“ai
bambini piacciono tutti quelli che sembrano strani”dissi
io
“si,
sarà per il tuo accento strano”disse lui
“forse”dissi
io sorridendo
“ah
oddio ecco il mio coinquilino, non sapevo dove andarlo a
pescare, Sienna puntava su qualche pub, beh è un bene no?
Non beve ancora
alcolici e sono le 15 del pomeriggio che bel record”disse Tom
fingendosi
orgoglioso mentre guardava il suo amico che invece non si era accorto
nemmeno
che stavano parlando di lui.
“Rob
vieni a conoscere la baby sitter di Marlowe da sobrio”disse
Tom attirando l’attenzione solo di un signore che lavorava al
computer.
“dubito
ti risponderà, ha ordinato e si è seduto e credo
stia
studiando quel caffè”disse Cassie
“la
fase catalessi sta durando troppo a questo giro”disse Tom
sbuffando
“a
questo giro?”chiese scioccata Cassie e io le lanciai un
occhiataccia, fare la curiosa di gossip non mi sembrava una grande idea.
“beh
non è la prima che lo tradisce, ma capita a tutti no? Io
non avevo fatto così”disse Tom
“io
gli ho tirato un pugno in faccia”disse Cassie
“io
l’ho tirato al tipo con cui mi ha tradito”disse Tom
“mi fa
così pena”disse Cassie e io scossi la testa mentre
Tom
rideva.
“sei
una sua fan Cassie?”chiese Tom
“un
po’”ammise Cassie
“quando
tornerà ad essere un essere vivente te lo
presento”disse
Tom facendole l’occhiolino, ecco come uccidere
definitivamente Cassie.
“vieni
Rachel voglio presentartelo visto che lo vedrai in
giro per casa, e poi ti deve delle scuse”disse Tom
“ti
deve delle scuse?”chiese Cassie perplessa
“allora
sei davvero affidabile, non l’hai raccontato nemmeno
alla tua amica, eh si abbiamo scelto bene”disse Tom mentre
raggiungevamo il
tavolo del suo amico.
“Robert,
quel caffè non ti parlerà “disse Tom
sedendosi di fronte
a lui.
“che
vuoi Sturridge?”chiese lui scocciato.
“chiedi
scusa alla baby sitter di Marlowe per ieri sera”disse
Tom
“Rachel
siediti, Marlowe non è leggera”disse Tom
invitandomi
a sedere, si ero rimasta in piedi come un’idiota.
“si,
grazie”dissi accomodandomi accanto a Tom e liberandomi
finalmente dalla visuale di Cassie che continuava a lanciarmi
occhiatacce per
non averle raccontato tutto subito.
“ciao
e scusa per ieri sera”disse Robert guardandomi.
“non
è stato nulla non si preoccupi”dissi io
“che
socialità Robert, passerà tanto tempo in casa con
noi,
potresti dire tipo
ciao sono”disse Tom
“tanto
lo sa chi sono, che senso ha presentarmi”disse Robert
“lei
comunque è Rachel”disse Tom
“l’hai
chiamata così, e poi l’hai chiamata
così anche ieri
sera”disse Robert
“ti
ricordi di lei quindi?”chiese Tom
“si”disse
Robert
“e
perché non ti ricordi come sei arrivato in quello stato a
casa mia?”chiese Tom
“Tom
basta, ho già avuto la ramanzina da Sienna questa
mattina, non berrò più ok?”chiese
Robert
“lo
spero, abbiamo una bambina in casa, e ieri Rachel stava
per chiamare un ambulanza e la polizia”disse Tom
“scusa
per qualsiasi cosa abbia detto o fatto”disse Robert
guardandomi di nuovo solo per un secondo, il secondo dopo stava
sorridendo a
Marlowe.
“ti
sorride perché hai il cappuccio, sei un pessimo padrino e
ti odia sappilo, vero tesoro di papà dillo allo zio Robert,
noi odiamo lo zio
Robert ubriaco che disturba la quiete dell’intero
quartiere”disse Tom
“certo
Tom, ho capito”disse Robert
“io
devo andare a fare quel provino, credo di essere a casa
per cena circa, se quando torni a casa lo trovi ubriaco o ti spaventa
chiama la
polizia tranquillamente”disse Tom
“chiama
anche i paparazzi insieme nel caso”mi disse Robert
“secondo
me non ne avrò bisogno”dissi io rassicurando Tom
“si,
ma nel caso non farti problemi”disse Tom
“ciao
cucciola, papà torna presto, tu divertiti con
Rachel”disse
Tom salutando la sua piccola e quando lasciò il locale
temevo che sarebbe
scoppiata a piangere da un momento all’altro e invece la sua
attenzione fu
catturata dai tovaglioli sul tavolo, ne afferrò uno e
iniziò a giocarci.
“è
una bambina socievole, non voleva stare in braccio solo
alla mia ragazza”disse Robert
“si,
è un tesoro, ma è il secondo giorno che sto con
lei e
temevo piangesse”dissi io
“volevi
davvero chiamare la polizia? Mi sembra un po’
esagerato”disse
lui
“non
sapevo chi fosse”
“grazie
per non averlo fatto, sarei stato bene in copertina
ubriaco e svenuto sul marciapiede”
“a
nessuno interessano queste storie”dissi io
“non
sei appassionata di gossip devo dedurre”
“ammetto
di non esserlo”
“ci
avresti fatto parecchie sterline”
“beh
adesso che me lo dice magari ci penserò su”
“dammi
del tu non sono così vecchio”disse lui ridendo
probabilmente per la mia battuta.
“va
bene, ora scusa ma io e Marlowe andiamo al parco”dissi
io, sentendomi in imbarazzo, forse erano i suoi occhi azzurro grigio,
ma aveva
qualcosa che mi metteva a disagio.
“certo,
a più tardi allora”disse lui salutando la piccola
mentre la sistemavo nel passeggino.
“ciao”dissi
e lui mi rispose con un cenno.
“ciao
Cassie”dissi e lei mi mimò un “voglio
sapere tutto poi”.
Maida Vale era
decisamente un quartiere al di sopra delle mie
possibilità, eppure era la zona in cui mi sentivo
più serena, forse perché mi
risultava difficile pensare che al di là di quei bei
portoncini lucidi ci
fossero delle storie tristi, e per assurdo mi sembrava che stando
lì potevo
dimenticare, come se potesse contagiare in qualche modo la mia di
storia.
“ci
sediamo qui? C’è un bell’albero hai
visto?”dissi a
Marlowe che osservava i miei movimenti incuriosita.
“vieni
guardiamolo bene”dissi io prendendola in braccio.
“è
proprio un bell’albero, è grande, ha tantissime
foglie”dissi
avvicinandomi all’albero.
Non credevo
sarei mai stata in grado di occuparmi di una
bambina tanto piccola, pensavo mi avrebbero mandata via al volo capendo
che non
ero in grado di occuparmi della loro piccola, e invece sembrava che le
cose si
stessero mettendo bene.
Certo, ero
esageratamente ottimista a pensarlo al secondo
giorno, ma che diamine io ero un ottimista, lo ero sempre stata.
In fondo a cosa
serve essere pessimisti? A sembrare un po’ meno
ingenui quando le cose alla fine vanno
male forse?
Certo, ci si
dice e si racconta agli altri “si, ma me
l’aspettavo”,
ma intanto dentro la delusione c’è eccome.
Quindi
perché iniziare a vedere le cose subito in negativo prima
che vadano realmente male, insomma godiamoci quel momento di
felicità, poi se andrà
male soffriremo comunque.
Ok, forse soffriremo
quasi di più, perché ci sentiremo degli ingenui
che hanno osato sperare, ma in
fondo non è che pensare in negativo dall’inizio al
momento della sconfitta ci
farà sentire meglio, avremo comuque perso.
“si,
proprio questo albero dovete guardare?”chiese un ragazzo
seduto su una panchina accanto alla nostra sgarbatamente.
“mi
scusi”dissi io perplessa, non mi sembrava di aver dato
chissà quale disturbo alla quiete, oltretutto non
c’era nessun cartello che
diceva non giocare con i bambini sotto gli alberi.
“non
capisco che diavolo ci faccio a scrivere qui, la zona
super posh di Londra chi dovrei incontrarci se non le odiose ragazze
posh”disse
lui sospirando infastidito.
“se
non vuoi che nessuno ti disturbi non dovresti scrivere in
un parco”dissi io guardandolo bene, era moro con i capelli
spettinati un paio
di occhiali da sole a coprirgli gli occhi e dei vestiti che sembrava
gli stessero
addosso da giorni, però era carino.
Ecco ancora il
flash del suo viso, ok va bene, abbiamo capito
ora sotto la parola carino, di bell’aspetto, bello, attraete
dovrà sempre
comparire la faccia di Robert, alias il pazzo che era svenuto sul
marciapiede
davanti alla casa dei genitori della piccola di cui mi occupavo.
“ah ma
tu non sei la mamma allora? Sei una baby sitter vero? E
non sei nemmeno dei quartieri alti”disse lui come a prendersi
gioco di me, e
questo mi infastidiva alquanto, chi si credeva di essere?
“si,
mi occupo della bambina, ma non vedo cosa centri con il
fatto che sei stato sgarbato”dissi io cercando di mantenere
la calma.
“e hai
qualcosa da fare stasera?”chiese lui
“non
posso crederci”dissi io scioccata, era passato
dall’insultarmi
al provarci in praticamente tempo zero, che gente assurda
c’era in giro?
“vivi
nell’East end irlandese?”chiese lui
“mi
spiace ma non rientro alla perfezione nel quadrettino che
ti stai immaginando”dissi io
“però
è vero che sei irlandese”disse lui
“ci
poteva arrivare chiunque”
“io
vivo a Camden e sono un musicista, non mi dispiacerebbe
vederti qualche volta, ma sono sicuro che ci rivedremo”disse
prima di
andarsene.
E sarei io a
rientrare nel clichet? Voglio dire, musicista
che vive a Camden con problemi con l’igiene personale
evidenti, qualcuno
dovrebbe dirgli che il punk è finito e che non siamo
più negli anni 70, questa
dovevo assolutamente raccontarla a Pete, avremmo riso sicuramente un
sacco.
Non so cosa mi
trattenne dallo scoppiare a ridere, mi
sembrava di essere in un telefilm di serie b, era davvero assurdo,
nessun
ragazzo si era mai approciato con me in quel modo, e ci credeva anche
insomma,
sembrava scontato per lui che io dicessi si.
“vedi
Marlowe quelli sono ragazzi da evitare”dissi lasciando
finalmente andare quella risata che avevo trattenuto per non sembrare
troppo
stronza.
“ma
tanto il tuo papà te lo ricorderà
spesso”dissi io mentre
lei giocava con le palline del mio braccialetto.
Il mio di padre
non era mai stato molto protettivo, era
sempre stato preso dal suo ristorante di successo, troppo impegnato a
diventare
il migliore per occuparsi di me, ero stata io ad essere protettiva con
lui.
Avevo cercato di
proteggerlo in ogni modo, avrei anche
lottato al suo posto se fosse stato possibile, avrei fatto rehab al
posto suo
se solo fosse servito, ma purtroppo per quanto io avessi cercato di
sorreggerlo
ogni giorno alla fine non era stato più possibile per lui
rialzarsi ed era
crollato definitivamente.
“torniamo
a casa che dici? Mi sembra ti stia annoiando un po’,
e poi tra poco è ora di merenda”dissi
accarezzandole i capelli e finalmente
lasciò il mio braccialetto, e riuscì a
risistemarla nel passeggino lasciandole
uno dei suoi sonagli per distrarsi.
Speravo
vivamente di non essermi sbagliata a fidarmi di
Robert e di trovarlo sobrio alle cinque del pomeriggio.
Quando entrai in
casa capì di essermi sbagliata, trovai ben
tre bottiglie di vino aperte sul tavolino in salotto, e prevedevo
già disastri.
“ciao
Rachel”disse lui sbucando dalla cucina
“queste
bottiglie sul tavolo non sono tue spero”dissi io
“sono
arrivato solo alla seconda, e sto bene”disse lui
“si,
ma sono le cinque del pomeriggio, è presto per bere e
Tom e Sienna si fidano di te e non vogliono che ti riduci come ieri
sera, non
ti fa bene”dissi io
“Non
mi fa bene? Ma figurati e poi scusa ma tu sei la baby
sitter che ti interessa se bevo”disse lui
“certo
che mi interessa, c’è una bambina qui e ha diritto
ad
un ambiente sereno”dissi io
“infatti
ci sei tu con lei, io me ne sto qui e bevo che
fastidio vi do”
“che
cosa pensi che risolva bere così tanto? “chiesi io
“tre
bottiglie non è tanto”disse lui
“si
inizia così e poi chissà dove si arriva e tutto
questo
per cosa? Perché la donna che amavi ti ha tradito?
“chiesi io
“tu
non puoi capire e non sei nessuno per darmi un giudizio,
sei solo la baby sitter di Marlowe quindi occupati di lei non di
me”disse lui
“non
ho nessuna intenzione di occuparmi di te, ma visto lo
stronzo che sei diventato mi sembra chiaro che tu abbia bevuto a
sufficienza,
quindi la terza bottiglia è sotto sequestro, lamentati con
Tom, non mi occupo
solo di Marlowe ma anche della casa, e ritengo che tu stia disturbando
la
quiete della casa”dissi io
“la
quiete della casa?”chiese scoppiando a ridere.
“sei
ubriaco a sufficienza, tra poco cadrai nel mondo dei
sogni e potrai smettere di pensare”dissi io
“fosse
così facile, posso bere quanto voglio ma non riesco a
scacciare quelle immagini dalla mia vista”disse lui
“e
allora fallo almeno per il tuo organismo se non per te,
smettila di bere, cerca un altro modo per andare avanti, fa qualcosa di
diverso”dissi
io
“il
mio organismo è scisso da me?”chiese
lui
“è
un discorso che funziona sempre
quando qualcuno vuole farsi del male”dissi io
“che
soggetto strano che ha assunto
Tom”disse lui lasciandosi cadere sul divano.
“grazie”dissi
io
“non
ti aspetterai anche i
complimenti, mi hai appena rubato una bottiglia di vino”disse
lui
“La
berrai quando sarai in grado di
sentirne davvero il sapore invece di buttarla giù come fosse
acqua solo per
stordirti”dissi io
“non
ti conosco ma già ti odio”disse
addormentandosi.
“il
tuo padrino è fuori uso
Marlowe, che cosa vogliamo per merenda?“chiesi prendendola in
braccio e
afferrando la bottiglia di vino, era fuori uso, ma meglio togliere le
tentazioni dalla vista.
“io
direi che la mamma qui ha
scritto che hai il passato di mela per merenda, non ti invidio molto ad
essere
sincera, ma ascoltiamo la mamma”dissi sistemandola nel
seggiolone con il suo
bavaglino pronta ad imboccarla.
Per me non era
una gran cosa quel
passato di mele, ma lei lo adorava.
Tornai in
salotto dove Robert ormai
russava addirittura, altro che sobrio, due bottiglie ed era steso.
Sistemai Marlowe
sul tappeto e
presi i suoi giocattoli, si divertiva con una palla di spugna che
suonava e dalla
quale era totalmente rapita, io a mia volta non riuscivo a non guardare
il suo
padrino, il maledetto istinto crocerossina sembrava stesse colpendo
ancora,
probabilmente non era nemmeno attraente in realtà
è che era triste e si stava
facendo del male perché soffriva e come potevo non
interessarmi alla sua causa,
il maledetto istinto crocerossina era inarrestabile.
Però
i capelli spettinati, gli
occhi socchiusi la barba che chissà da quanti giorni non si
faceva, ok adesso
basta, dovevo smetterla di guardarlo, non era attraente, e io non ero
Cassie, i
miei ormoni erano praticamente morti,e lì dovevano restare,
non dovevano notare
nulla.
Quasi come se mi
stessero mandando
un ancora di salvezza da quei pensieri suonò il campanello
di casa e presa
Marlowe in braccio andai a vedere di chi si trattava, dallo spioncino
faticavo
a vedere chi c’era dall’altra parte, sembrava
qualcuno di basso.
“buongiorno
chi sta cercando?”chiesi
io
“sto
cercando il mio ragazzo lo so
che è lì”disse la ragazza
“mi
scusi signorina ma qui vive il
signor Sturridge ed è già
occupato”dissi io
“non
so chi tu sia, ma dì a Rob di
aprirmi subito o non ha idea di che cosa gli combino”disse
lei alzando la voce.
Oh cazzo, era la
troia.
“non
c’è nessun Robert qui”dissi io
“si
nasconde anche adesso? Beh
digli che sono passata e che passerò
finchè non si deciderà a parlarmi”disse
lei e poi se ne andò senza salutare,
che ragazza maleducata mi trovai a pensare.
“era
lei vero?”chiese Robert
sbucando dal salotto e quasi mi presi un colpo.
“penso
fai in tempo a raggiungerla se
vuoi parlarle, mi sono permessa perché
dormivi”dissi
io
“no,
hai fatto bene, non ho
intenzione di vederla, si preoccupa solo perché la casa di
produzione non amerà
questa storia e chissà che penale le metteranno, quindi
vuole essere sicura che
giocherò alla storia della coppia felice durante il tour
promozionale, e può
scordarselo”disse lui
“capisco”dissi
io
“scusa,
non volevo annoiarti con
queste storie, sei qui solo per la bambina non certo per occuparti di
me”disse
lui osservando la piccola che tenevo in braccio.
“figurati,
ti senti un po’ meglio? Un’ora
buona l’hai dormita”dissi io guardando
l’orologio.
“un
po’ si, grazie per avermi impedito
di continuare a bere”disse lui
“di
niente, l’ho fatto per il tuo
organismo e perché volevo essere sicura di non dover pulire
vomito in giro”dissi
io
“grazie
per la sincerità lo
apprezzo comunque”disse lui sorridendo a tornando sul divano
e anch’io sorrisi
e il secondo dopo mi chiesi perché stavo sorridendo, e diedi
ancora la colpa
all’effetto crocerossina.
Dio quanto lo odiavo, dovevo aiutare sempre tutti, anche lui che insomma stava male per una cazzata totale, specialmente se lo paragonavo a quello che avevo passato io, eppure io non avevo iniziato a bere e drogarmi anche se la mia vita faceva schifo, mi ero rimboccata le maniche ed ero scappata sull’isola accanto, tutto qui.
Scusate
ho quasi fatto passare due mesi, ma nelle ultime settimane ero bloccata
in generale e non volevo scrivere a vuoto, spero possa piacervi e spero
che sia comprensibile :)