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Autore: midnightsummerdreams    20/05/2013    2 recensioni
Every cloud has a silver lining dicono gli inglesi e Rachel quel proverbio l'ha sentito tante volte nella sua vita, così tante che ormai è diventata una leggenda.
Però quando finalmente riesce a trovare un buon lavoro come nanny ben pagato e che le permetta davvero di mantenersi un pò inizia a credere che finalmente ci sia davvero il sole dietro le sue nuvole perenni, e quando arriva anche lui con cui ha così tante cose in comune la speranza inizia a farsi più reale, ma scacciare le nuvole in una città sempre piovosa è complicato.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevo dormito davvero malissimo anche se non riuscivo a ricordare bene che cosa avessi sognato di preciso, erano tutti ricordi molto confusi, quello che ricordavo era di aver rivissuto l’ultima parte della sera precedente, era una mia abitudine farmi influenzare da quello che mi accadeva intorno, anche la più piccola stupidaggine mi rubava spazio nei miei sogni.

“Rach dormi ancora?”chiese Ellie sbucando dalla porta ancora in pigiama con una tazza in mano e l’espressione colpevole.

“no,no sono sveglia dimmi tutto”dissi io sbadigliando e buttando un occhio sul display del cellulare realizzai in quell’esatto momento di essere rimasta a rimurginare sul significato dei miei incubi più tempo di quanto credessi.

“sei sicura di essere sveglia? Sembri a pezzi”disse Ellie sedendosi sulla sedia di fronte alla mia scrivania e posando la tazza dietro di se.

“incubi vari” dissi strofinandomi gli occhi

“allora siamo in due”disse prendendo un bel respiro, sembrava sull’orlo di una crisi.

“qualcosa ti preoccupa?”dissi vedendo ancora quell’espressione, ancora non mi ero abituata a vederla, eppure negli ultimi tempi l’espressione da catastrofe che non so come raccontarti l’avevo vista spesso, eppure ancora non ci avevo fatto l’abitudine.

“provo strani sentimenti”disse Ellie come se avesse appena confessato un crimine tremendo.

“strani sentimenti?”

“tipo che mi piace stare con un ragazzo che non dovrebbe piacermi per ovvie ragioni,è di buona famiglia, vive in un quartiere da posh, è gentile e mi fa dei regali ”disse lei tutto d’un fiato tanto che mi fu difficile correre dietro alle sue parole.

“sono dei difetti questi?”chiesi io perplessa

“vive a Green Park, Rach a Green Park perché un soggetto simile ha incrociato la mia esistenza, perché”

“c’è di peggio penso, insomma l’ultimo con cui uscivi ha detto Peter che non faceva che organizzare festini con cocaina”

“era un musicista Rach, è normale quasi quanto per un genitore amare il proprio figlio”

“non penso siano paragonabili le cose”

“fidati con Tom il paragone reggeva”

“beh a maggior ragione, sei uscita con questi soggetti e vuoi preoccuparti di un ragazzo perché è ricco e gentile? Ma poi ti piace giusto? Ti piace passare del tempo con lui, parlare con lui, immagino sia anche carino conoscendo il tuo buon gusto, voglio dire fai sempre la ribelle e ora ti preoccupi di queste cose?”

“fa le cose fatte bene, mi ha invitata a cena, non mi ha detto una di queste sere beviamo qualcosa, mi ha invitata ad una vera cena”

“ripeto non mi sembrano difetti”dissi io quasi sicura di averla finalmente convinta a non preoccuparsi della cosa.

“finirà per piacermi sempre di più”

“e come si chiama?”chiesi io per cambiare argomento prima che tornasse a farsi inutili paranoie

“Jude, fa il batterista in una band indie, in realtà non è proprio inglese è di New York ma i suoi si sono trasferiti qui quand’era molto piccolo”

“Però sai tante cose sul suo conto”

“dai Rach che mi vergogno”

“è figo?”

“terribilmente”disse lei sorridendo

“faccio il tifo per Jude allora, escici e divertiti”

“è posh, ci fermeremo alla cena”disse lei sospirando

“che scema”dissi io scuotendo la testa.

“ma invece come va con i Miller-Sturridge?“

“bene, la bambina è un tesoro è un lavoro facile, almeno penso sono stata da loro solo ieri sera”dissi io evitando di aggiungere altri dettagli sulla sera precedente.

“sono proprio felice, ti meriti un po’ di tranquillità, ma non troppa, non vedo l’ora di presentarti qualche mio amico”

“ah guarda, credo mi godrò la tranquillità ancora per molto”

“hai avuto altri?”chiese Ellie senza continuare, tutti erano al corrente dei problemi che avevo avuto dopo la perdita di mio padre, e del percorso di terapia che avevo affrontato ed erano anche al corrente del fatto che avevo lottato da sola senza prendere nemmeno una pillola, non credevo che dei farmaci sarebbero stati in grado di curare le crepe che si erano create nella mia anima, insomma se fosse stato così chiunque li avrebbe presi riuscendo a superare il dolore.

In realtà il mio terapista aveva insistito perché li prendessi in considerazione ma io avevo trovato la mia terapia alternativa, mi mettevo le cuffie e smettevo di pensare e di avere paura del prossimo attacco.

Quindi tutto sommato i miei amici non mi consideravano del tutto pazza, ma era pur sempre un argomento che facevano fatica a tirare fuori, e quindi finì io la frase per Ellie.

“attacchi di panico? No, per ora no, forse era l’aria irlandese”dissi io

“forse”disse Ellie

“ditemi che avete lasciato qualcosa per colazione, l’idea di dover uscire a fare la spesa mi uccide”dissi io cambiando argomento, non mi andava di parlare degli attacchi di panico, era qualcosa che volevo dimenticare come volevo dimenticare tutto il resto.

“la spesa ti tocca comunque prima di raggiungere i quartieri alti, ma ci sono gli avanzi di Gail’s”

“dimmi che c’è un almond croissant, ti prego, ti prego, ti prego”dissi io nella vana speranza che ancora ci fosse, anche se era tardi per fare colazione.

“sorry Rach, ho mangiato l’ultimo, ma ci sono muffin di ogni tipo”

“ti odio”dissi io lanciandole un’occhiataccia.

“per così poco? Era solo un croissant”disse Ellie

“non era solo un croissant, vabbeh ho capito vado a fare colazione da Cassie, e la spesa la faccio quando torno stasera”dissi io

“basta che la fai, che poi vorrei capire che cos’hai contro la spesa, io adoro fare la spesa”disse Ellie

“è una delle cose più noiose del mondo, e Mark mi ha lasciato al supermercato, nella corsia della verdura”dissi io

“ahahaha dai però è stato geniale”

“doveva lasciarmi nella corsia degli alcolici visto che si lamentava che stare con me equivaleva a stare dietro al mio padre alcolista”

“era uno stronzo Rach, noi l’abbiamo sempre detto, dai faceva architettura e secondo me a te non piaceva nemmeno così tanto, era solo bello da guardare”

“si forse, di recente nemmeno tanto”dissi io ridendo e quando lei aveva detto le parole bello da guardare però nella mia testa si era materializzato il viso dell’amico di Tom che la sera prima mi aveva fatto prendere un colpo svenendo davanti a casa loro.

“e poi era ricco da far schifo, io l’avrei lasciato solo per questo”disse Ellie

“non ti darò motivi per non uscire con il tuo Jude”

“non chiamarlo mio, appartiene a sé stesso non a me”disse lei irritata

“raggiungo Cassie” dissi io esasperata.

“ci sarà un perché i vostri ragazzi si chiamavano con lo stesso nome”

“Mark è un nome da idiota, si noi ne abbiamo la conferma”dissi io

“anche se solo il tuo era ricco sfondato, il Mark di Cassie decisamente no”

“visto la condizione economica non conta, noi ne siamo la prova”

“è che Pete”disse Ellie

“ti prenderà in giro fino alla fine dei tuoi giorni “dissi io

“vado a sotterrarmi in camera mia e penso a come raccontargli tutto per contenere i danni”disse Ellie.

“mi sembra una buona idea”dissi io raggiungendo il bagno e preparandomi per uscire.

Fuori da casa sembrava che splendesse proprio una bella giornata e questo mi mise molto di buon umore. Raggiunsi la fermata dell’autobus e misi le cuffie preparandomi al lungo viaggio che mi attendeva, ci voleva un po’ a raggiungere Maida Vale, e tutto sommato la cosa non mi dispiaceva affatto, mi piaceva starmene seduta sull’autobus e godermi il tour di una delle mie città preferite.

Quando arrivai a Maida Vale era trascorsa più di un ora e avevo sentito tutto l’album dei The National una nuova band che mi aveva passato Pete, li adoravo, come poteva essere diversamente, Pete aveva un innato gusto per la musica.

Entrai nella caffetteria dove lavorava Cassie e non appena mi vide iniziò a sbracciarsi come se attirare la mia attenzione in quel momento fosse una questione di vita o di morte, onestamente mi sembrava troppo su di giri, forse aveva un po’ esagerato con la caffeina quel giorno o con i dolci e Cassie era come me, quindi in genere reggeva bene un sovraccarico di zuccheri, o forse aveva preso qualche super multivitaminico, insomma i motivi potevano essere molteplici.

Mi accorsi della sua sovraeccitazione quando cercando un tavolo a cui sedermi notai lui.

Se ne stava seduto ad un tavolo che dava le spalle alla vetrata con un cappuccio scuro calato sulla testa e lo sguardo perso nella tazza davanti a sé, mi fece venire tristezza solo a vederlo.

 Era solo un ragazzo che era stato tradito dalla sua ragazza, tutti prima o poi ci passavano, per fortuna a me non era mai successo, ma io avevo fatto il pieno di altre cose, cose per le quali valeva davvero la pena deprimersi, non certo un tradimento, quindi non lo capivo proprio eppure anche se era solo un ragazzo tradito mi faceva una pena tremenda.

Lasciai perdere il ragazzo e mi voltai verso Cassie scuotendo la testa, era senza speranza.

“hai letto i giornali? Quella maledetta troia, non lo merita per chi poi? Per un vecchio sposato e con figli? Lasci l’uomo della tua vita per un’avventura torbida, che schifo, davvero che schifo”disse Cassie

“Cassie controllati o ti licenzieranno”dissi io sedendomi al bancone.

“guarda che cane bastonato, vorrei tanto abbracciarlo e consolarlo”

“oh immagino come lo consoleresti, fammi un latte macchiato ti prego”

“no davvero, mi accontenterei solo di abbracciarlo”disse Cassie sognante

“il latte macchiato ti prego, e una almond croissant”dissi io di nuovo

“ti sembra che io possa riuscirci?”chiese Cassie

“ma a te non piaceva più Tom?”chiesi io

“vanno bene tutti, quando sono single vanno bene tutti gli attori affascinanti”disse Cassie

“il latte macchiato”dissi io di nuovo

“voglio abbracciarlo”

“Cassie”dissi io

“Oh mio dio guarda chi c’è, cazzo è il mio giorno fortunato allora”disse Cassie sospirando e non potei fare a meno di voltarmi per vedere chi fosse, ebbene era arrivato anche il suo Tom che sembrava avere qualche difficoltà ad entrare con quel passeggino mentre teneva la piccola in braccio.

“il mio giorno fortunato allora, Rachel ti stavo proprio cercando”disse Tom  quando finalmente riuscì ad entrare.

“buongiorno signor Sturridge”dissi io

“signor Sturridge”disse Cassie ridendo alle mie spalle

“dai retta a Cassie, Tom è sufficiente”disse lui sorridendo.

“qual è l’emergenza?”chiesi io curiosa.

“Sienna aveva le prove per lo spettacolo e io devo andare a fare un provino, ma sai come vanno queste cose, ci metterò un sacco ora che aspetto il mio turno” disse Tom

“ok, ma non c’è problema vero cucciola? Vuoi stare un po’ con me mentre aspettiamo che mamma e papà finiscano al lavoro?”chiesi io e la piccola mi sorrise subito facendo dei versetti strani.

“Le piaci un sacco”disse Tom passandomela in braccio.

“ai bambini piacciono tutti quelli che sembrano strani”dissi io

“si, sarà per il tuo accento strano”disse lui

“forse”dissi io sorridendo

“ah oddio ecco il mio coinquilino, non sapevo dove andarlo a pescare, Sienna puntava su qualche pub, beh è un bene no? Non beve ancora alcolici e sono le 15 del pomeriggio che bel record”disse Tom fingendosi orgoglioso mentre guardava il suo amico che invece non si era accorto nemmeno che stavano parlando di lui.

“Rob vieni a conoscere la baby sitter di Marlowe da sobrio”disse Tom attirando l’attenzione solo di un signore che lavorava al computer.

“dubito ti risponderà, ha ordinato e si è seduto e credo stia studiando quel caffè”disse Cassie

“la fase catalessi sta durando troppo a questo giro”disse Tom sbuffando

“a questo giro?”chiese scioccata Cassie e io le lanciai un occhiataccia, fare la curiosa di gossip non mi sembrava una grande idea.

“beh non è la prima che lo tradisce, ma capita a tutti no? Io non avevo fatto così”disse Tom

“io gli ho tirato un pugno in faccia”disse Cassie

“io l’ho tirato al tipo con cui mi ha tradito”disse Tom

“mi fa così pena”disse Cassie e io scossi la testa mentre Tom rideva.

“sei una sua fan Cassie?”chiese Tom

“un po’”ammise Cassie

“quando tornerà ad essere un essere vivente te lo presento”disse Tom facendole l’occhiolino, ecco come uccidere definitivamente Cassie.

“vieni Rachel voglio presentartelo visto che lo vedrai in giro per casa, e poi ti deve delle scuse”disse Tom

“ti deve delle scuse?”chiese Cassie perplessa

“allora sei davvero affidabile, non l’hai raccontato nemmeno alla tua amica, eh si abbiamo scelto bene”disse Tom mentre raggiungevamo il tavolo del suo amico.

“Robert, quel caffè non ti parlerà “disse Tom sedendosi di fronte a lui.

“che vuoi Sturridge?”chiese lui scocciato.

“chiedi scusa alla baby sitter di Marlowe per ieri sera”disse Tom

“Rachel siediti, Marlowe non è leggera”disse Tom invitandomi a sedere, si ero rimasta in piedi come un’idiota.

“si, grazie”dissi accomodandomi accanto a Tom e liberandomi finalmente dalla visuale di Cassie che continuava a lanciarmi occhiatacce per non averle raccontato tutto subito.

“ciao e scusa per ieri sera”disse Robert guardandomi.

“non è stato nulla non si preoccupi”dissi io

“che socialità Robert, passerà tanto tempo in casa con noi, potresti dire  tipo ciao sono”disse Tom

“tanto lo sa chi sono, che senso ha presentarmi”disse Robert

“lei comunque è Rachel”disse Tom

“l’hai chiamata così, e poi l’hai chiamata così anche ieri sera”disse Robert

“ti ricordi di lei quindi?”chiese Tom

“si”disse Robert

“e perché non ti ricordi come sei arrivato in quello stato a casa mia?”chiese Tom

“Tom basta, ho già avuto la ramanzina da Sienna questa mattina, non berrò più ok?”chiese Robert

“lo spero, abbiamo una bambina in casa, e ieri Rachel stava per chiamare un ambulanza e la polizia”disse Tom

“scusa per qualsiasi cosa abbia detto o fatto”disse Robert guardandomi di nuovo solo per un secondo, il secondo dopo stava sorridendo a Marlowe.

“ti sorride perché hai il cappuccio, sei un pessimo padrino e ti odia sappilo, vero tesoro di papà dillo allo zio Robert, noi odiamo lo zio Robert ubriaco che disturba la quiete dell’intero quartiere”disse Tom

“certo Tom, ho capito”disse Robert

“io devo andare a fare quel provino, credo di essere a casa per cena circa, se quando torni a casa lo trovi ubriaco o ti spaventa chiama la polizia tranquillamente”disse Tom

“chiama anche i paparazzi insieme nel caso”mi disse Robert

“secondo me non ne avrò bisogno”dissi io rassicurando Tom

“si, ma nel caso non farti problemi”disse Tom

“ciao cucciola, papà torna presto, tu divertiti con Rachel”disse Tom salutando la sua piccola e quando lasciò il locale temevo che sarebbe scoppiata a piangere da un momento all’altro e invece la sua attenzione fu catturata dai tovaglioli sul tavolo, ne afferrò uno e iniziò a giocarci.

“è una bambina socievole, non voleva stare in braccio solo alla mia ragazza”disse Robert

“si, è un tesoro, ma è il secondo giorno che sto con lei e temevo piangesse”dissi io

“volevi davvero chiamare la polizia? Mi sembra un po’ esagerato”disse lui

“non sapevo chi fosse”

“grazie per non averlo fatto, sarei stato bene in copertina ubriaco e svenuto sul marciapiede”

“a nessuno interessano queste storie”dissi io

“non sei appassionata di gossip devo dedurre”

“ammetto di non esserlo”

“ci avresti fatto parecchie sterline”

“beh adesso che me lo dice magari ci penserò su”

“dammi del tu non sono così vecchio”disse lui ridendo probabilmente per la mia battuta.

“va bene, ora scusa ma io e Marlowe andiamo al parco”dissi io, sentendomi in imbarazzo, forse erano i suoi occhi azzurro grigio, ma aveva qualcosa che mi metteva a disagio.

“certo, a più tardi allora”disse lui salutando la piccola mentre la sistemavo nel passeggino.

“ciao”dissi e lui mi rispose con un cenno.

“ciao Cassie”dissi e lei mi mimò un “voglio sapere tutto poi”.

Maida Vale era decisamente un quartiere al di sopra delle mie possibilità, eppure era la zona in cui mi sentivo più serena, forse perché mi risultava difficile pensare che al di là di quei bei portoncini lucidi ci fossero delle storie tristi, e per assurdo mi sembrava che stando lì potevo dimenticare, come se potesse contagiare in qualche modo la mia di storia.

“ci sediamo qui? C’è un bell’albero hai visto?”dissi a Marlowe che osservava i miei movimenti incuriosita.

“vieni guardiamolo bene”dissi io prendendola in braccio.

“è proprio un bell’albero, è grande, ha tantissime foglie”dissi avvicinandomi all’albero.

Non credevo sarei mai stata in grado di occuparmi di una bambina tanto piccola, pensavo mi avrebbero mandata via al volo capendo che non ero in grado di occuparmi della loro piccola, e invece sembrava che le cose si stessero mettendo bene.

Certo, ero esageratamente ottimista a pensarlo al secondo giorno, ma che diamine io ero un ottimista, lo ero sempre stata.

In fondo a cosa serve essere pessimisti? A sembrare un po’ meno ingenui quando le cose alla fine  vanno male forse?

Certo, ci si dice e si racconta agli altri “si, ma me l’aspettavo”, ma intanto dentro la delusione c’è eccome.

Quindi perché iniziare a vedere le cose subito in negativo prima che vadano realmente male, insomma godiamoci quel momento di felicità, poi se andrà male soffriremo comunque.

Ok,  forse soffriremo quasi di più, perché ci sentiremo degli ingenui che hanno osato sperare, ma in fondo non è che pensare in negativo dall’inizio al momento della sconfitta ci farà sentire meglio, avremo comuque perso.

“si, proprio questo albero dovete guardare?”chiese un ragazzo seduto su una panchina accanto alla nostra sgarbatamente.

“mi scusi”dissi io perplessa, non mi sembrava di aver dato chissà quale disturbo alla quiete, oltretutto non c’era nessun cartello che diceva non giocare con i bambini sotto gli alberi.

“non capisco che diavolo ci faccio a scrivere qui, la zona super posh di Londra chi dovrei incontrarci se non le odiose ragazze posh”disse lui sospirando infastidito.

“se non vuoi che nessuno ti disturbi non dovresti scrivere in un parco”dissi io guardandolo bene, era moro con i capelli spettinati un paio di occhiali da sole a coprirgli gli occhi e dei vestiti che sembrava gli stessero addosso da giorni, però era carino.

Ecco ancora il flash del suo viso, ok va bene, abbiamo capito ora sotto la parola carino, di bell’aspetto, bello, attraete dovrà sempre comparire la faccia di Robert, alias il pazzo che era svenuto sul marciapiede davanti alla casa dei genitori della piccola di cui mi occupavo.

“ah ma tu non sei la mamma allora? Sei una baby sitter vero? E non sei nemmeno dei quartieri alti”disse lui come a prendersi gioco di me, e questo mi infastidiva alquanto, chi si credeva di essere?

“si, mi occupo della bambina, ma non vedo cosa centri con il fatto che sei stato sgarbato”dissi io cercando di mantenere la calma.

“e hai qualcosa da fare stasera?”chiese lui

“non posso crederci”dissi io scioccata, era passato dall’insultarmi al provarci in praticamente tempo zero, che gente assurda c’era in giro?

“vivi nell’East end irlandese?”chiese lui

“mi spiace ma non rientro alla perfezione nel quadrettino che ti stai immaginando”dissi io

“però è vero che sei irlandese”disse lui

“ci poteva arrivare chiunque”

“io vivo a Camden e sono un musicista, non mi dispiacerebbe vederti qualche volta, ma sono sicuro che ci rivedremo”disse prima di andarsene.

E sarei io a rientrare nel clichet? Voglio dire, musicista che vive a Camden con problemi con l’igiene personale evidenti, qualcuno dovrebbe dirgli che il punk è finito e che non siamo più negli anni 70, questa dovevo assolutamente raccontarla a Pete, avremmo riso sicuramente un sacco.

Non so cosa mi trattenne dallo scoppiare a ridere, mi sembrava di essere in un telefilm di serie b, era davvero assurdo, nessun ragazzo si era mai approciato con me in quel modo, e ci credeva anche insomma, sembrava scontato per lui che io dicessi si.

“vedi Marlowe quelli sono ragazzi da evitare”dissi lasciando finalmente andare quella risata che avevo trattenuto per non sembrare troppo stronza.

“ma tanto il tuo papà te lo ricorderà spesso”dissi io mentre lei giocava con le palline del mio braccialetto.

Il mio di padre non era mai stato molto protettivo, era sempre stato preso dal suo ristorante di successo, troppo impegnato a diventare il migliore per occuparsi di me, ero stata io ad essere protettiva con lui.

Avevo cercato di proteggerlo in ogni modo, avrei anche lottato al suo posto se fosse stato possibile, avrei fatto rehab al posto suo se solo fosse servito, ma purtroppo per quanto io avessi cercato di sorreggerlo ogni giorno alla fine non era stato più possibile per lui rialzarsi ed era crollato definitivamente.

“torniamo a casa che dici? Mi sembra ti stia annoiando un po’, e poi tra poco è ora di merenda”dissi accarezzandole i capelli e finalmente lasciò il mio braccialetto, e riuscì a risistemarla nel passeggino lasciandole uno dei suoi sonagli per distrarsi.

Speravo vivamente di non essermi sbagliata a fidarmi di Robert e di trovarlo sobrio alle cinque del pomeriggio.

Quando entrai in casa capì di essermi sbagliata, trovai ben tre bottiglie di vino aperte sul tavolino in salotto, e prevedevo già disastri.

“ciao Rachel”disse lui sbucando dalla cucina

“queste bottiglie sul tavolo non sono tue spero”dissi io

“sono arrivato solo alla seconda, e sto bene”disse lui

“si, ma sono le cinque del pomeriggio, è presto per bere e Tom e Sienna si fidano di te e non vogliono che ti riduci come ieri sera, non ti fa bene”dissi io

“Non mi fa bene? Ma figurati e poi scusa ma tu sei la baby sitter che ti interessa se bevo”disse lui

“certo che mi interessa, c’è una bambina qui e ha diritto ad un ambiente sereno”dissi io

“infatti ci sei tu con lei, io me ne sto qui e bevo che fastidio vi do”

“che cosa pensi che risolva bere così tanto? “chiesi io

“tre bottiglie non è tanto”disse lui

“si inizia così e poi chissà dove si arriva e tutto questo per cosa? Perché la donna che amavi ti ha tradito? “chiesi io

“tu non puoi capire e non sei nessuno per darmi un giudizio, sei solo la baby sitter di Marlowe quindi occupati di lei non di me”disse lui

“non ho nessuna intenzione di occuparmi di te, ma visto lo stronzo che sei diventato mi sembra chiaro che tu abbia bevuto a sufficienza, quindi la terza bottiglia è sotto sequestro, lamentati con Tom, non mi occupo solo di Marlowe ma anche della casa, e ritengo che tu stia disturbando la quiete della casa”dissi io

“la quiete della casa?”chiese scoppiando a ridere.

“sei ubriaco a sufficienza, tra poco cadrai nel mondo dei sogni e potrai smettere di pensare”dissi io

“fosse così facile, posso bere quanto voglio ma non riesco a scacciare quelle immagini dalla mia vista”disse lui

“e allora fallo almeno per il tuo organismo se non per te, smettila di bere, cerca un altro modo per andare avanti, fa qualcosa di diverso”dissi io

“il mio organismo è scisso da me?”chiese lui

“è un discorso che funziona sempre quando qualcuno vuole farsi del male”dissi io

“che soggetto strano che ha assunto Tom”disse lui lasciandosi cadere sul divano.

“grazie”dissi io

“non ti aspetterai anche i complimenti, mi hai appena rubato una bottiglia di vino”disse lui

“La berrai quando sarai in grado di sentirne davvero il sapore invece di buttarla giù come fosse acqua solo per stordirti”dissi io

“non ti conosco ma già ti odio”disse addormentandosi.

“il tuo padrino è fuori uso Marlowe, che cosa vogliamo per merenda?“chiesi prendendola in braccio e afferrando la bottiglia di vino, era fuori uso, ma meglio togliere le tentazioni dalla vista.

“io direi che la mamma qui ha scritto che hai il passato di mela per merenda, non ti invidio molto ad essere sincera, ma ascoltiamo la mamma”dissi sistemandola nel seggiolone con il suo bavaglino pronta ad imboccarla.

Per me non era una gran cosa quel passato di mele, ma lei lo adorava.

Tornai in salotto dove Robert ormai russava addirittura, altro che sobrio, due bottiglie ed era steso.

Sistemai Marlowe sul tappeto e presi i suoi giocattoli, si divertiva con una palla di spugna che suonava e dalla quale era totalmente rapita, io a mia volta non riuscivo a non guardare il suo padrino, il maledetto istinto crocerossina sembrava stesse colpendo ancora, probabilmente non era nemmeno attraente in realtà è che era triste e si stava facendo del male perché soffriva e come potevo non interessarmi alla sua causa, il maledetto istinto crocerossina era inarrestabile.

Però i capelli spettinati, gli occhi socchiusi la barba che chissà da quanti giorni non si faceva, ok adesso basta, dovevo smetterla di guardarlo, non era attraente, e io non ero Cassie, i miei ormoni erano praticamente morti,e lì dovevano restare, non dovevano notare nulla.

Quasi come se mi stessero mandando un ancora di salvezza da quei pensieri suonò il campanello di casa e presa Marlowe in braccio andai a vedere di chi si trattava, dallo spioncino faticavo a vedere chi c’era dall’altra parte, sembrava qualcuno di basso.

“buongiorno chi sta cercando?”chiesi io

“sto cercando il mio ragazzo lo so che è lì”disse la ragazza

“mi scusi signorina ma qui vive il signor Sturridge ed è già occupato”dissi io

“non so chi tu sia, ma dì a Rob di aprirmi subito o non ha idea di che cosa gli combino”disse lei alzando la voce.

Oh cazzo, era la troia.

“non c’è nessun Robert qui”dissi io

“si nasconde anche adesso?  Beh digli che sono passata e che passerò finchè non si deciderà a parlarmi”disse lei e poi se ne andò senza salutare, che ragazza maleducata mi trovai a pensare.

“era lei vero?”chiese Robert sbucando dal salotto e quasi mi presi un colpo.

“penso fai in tempo a raggiungerla  se vuoi parlarle, mi sono permessa perché dormivi”dissi io

“no, hai fatto bene, non ho intenzione di vederla, si preoccupa solo perché la casa di produzione non amerà questa storia e chissà che penale le metteranno, quindi vuole essere sicura che giocherò alla storia della coppia felice durante il tour promozionale, e può scordarselo”disse lui

“capisco”dissi io

“scusa, non volevo annoiarti con queste storie, sei qui solo per la bambina non certo per occuparti di me”disse lui osservando la piccola che tenevo in braccio.

“figurati, ti senti un po’ meglio? Un’ora buona l’hai dormita”dissi io guardando l’orologio.

“un po’ si, grazie per avermi impedito di continuare a bere”disse lui

“di niente, l’ho fatto per il tuo organismo e perché volevo essere sicura di non dover pulire vomito in giro”dissi io

“grazie per la sincerità lo apprezzo comunque”disse lui sorridendo a tornando sul divano e anch’io sorrisi e il secondo dopo mi chiesi perché stavo sorridendo, e diedi ancora la colpa all’effetto crocerossina.

Dio quanto lo odiavo, dovevo aiutare sempre tutti, anche lui che insomma stava male per una cazzata totale, specialmente se lo paragonavo a quello che avevo passato io, eppure io non avevo iniziato a bere e drogarmi anche se la mia vita faceva schifo, mi ero rimboccata le maniche ed ero scappata sull’isola accanto, tutto qui.

Scusate ho quasi fatto passare due mesi, ma nelle ultime settimane ero bloccata in generale e non volevo scrivere a vuoto, spero possa piacervi e spero che sia comprensibile :)

   
 
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