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Autore: Nanix    08/12/2007    6 recensioni
"Peccato solo che io odi, l’altro sesso. Ho una repulsione verso i maschi, che la cosa sorprende pure me." odio e amore, caldo freddo, bianco nero, bello brutto. Niky e Ryan
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sento la sveglia suonare incessantemente, la mia testa sprofonda ancora un po’ in quei due cuscini di piuma d’oca che uso per dormire. Tiro fuori dalle coperte il braccio destro e a tastoni cerco la sveglia per spegnerla. Il suo rumore lo trovo fastidioso, ma non perché devo alzarmi dal letto, ma perché mi infastidisce, prima di distruggerla avevo una bella radio sveglia, e quando era ora d’alzarsi si accendeva la radio.

Scendo dal letto e metto i piedi per terra. Il pavimento è ghiacciato, nonostante non sia ancora inverno, cerco disperatamente le mie ciabatte, e quando finalmente le trovo tiro un sospiro di sollievo. Mi alzo, apro finestre e ante, si preannuncia una giornata stupenda. Il sole risplende alto nel cielo sereno, nessuna nube minacciosa nei dintorni.

Meglio cosi, sono sempre stata convinta che iniziare male il primo giorno di scuola porti sfortuna, per ora durante i miei 4 anni di liceo non mi è mai capitato di iniziare a male.

Mi sposto dalla finestra e cerco sulla scrivania i miei occhiali da vista, dalla montatura nera e lenti finissime. Su consiglio del mio ottico potrei anche fare  a meno di indossarli, dato che mi mancano solo 0,25 e 0.50 decimi per occhio, ma preferisco indossarli sempre, mi danno un aria più intellettuale e questo mi piace.

Ancora in pigiama, raggiungo mia madre al piano di sotto, per piano di sotto intendo il nostro nuovo ristorante. Dopo essersi separata, mia madre si è licenziata dal suo lavoro da impiegata, e ha avuto la brillante idea di aprire un ristorante, nella speranza che faccia successo. Per ora non è molto conosciuto e siamo solo io e lei a lavorare, ma secondo lei tra poco ci sarà il boom e allora avremo bisogno del personale vero. Come se io non lo fossi.

“Buongiorno tesoro, che mangi per colazione”

“Buongiorno mamma, cappuccino e brioche al cioccolato, come sempre”

Mi siedo sulla sedia davanti al bancone del bar, e osservo mia madre che prepara il cappuccino. Per avere 40 anni suonati lo devo ammettere è ancora una bella donna. Porta i capelli biondi raccolti in una morbida coda di cavallo, sul viso ha qualche ruga ma sono poco evidenti, quasi invisibili oserei dire, gli occhi verdi mentre lavora, anche solo per prepararmi la colazione, le brillano si vede che ama questo lavoro e finalmente dopo tanto tempo la vedo felice.

-tieni Niky, oggi è il primo giorno, non sei agitata?-

-no, non lo sono perché dovrei esserlo?-

-non saprei, sei 4 adesso.-

-tranquilla non sono agitata-

-ok,vuoi leggere l’oroscopo?-

Dicendo questo, mi passa il giornale che arriva la mattina, sfoglio velocemente le pagine, non mi va di leggere le notizie riguardanti la cronaca, mi mettono tristezza addosso e mi rendono anche di cattivo umore.

Arrivo alla penultima pagina, con lo sguardo scorro i segni zodiacali finche non trovo il mio.

-Leone. Si prevede un anno fortunato e ricco di avvenimenti. Farai incontri in grado di cambiarti la vita, attento a non farti coinvolgere troppo però. In quanto alla salute cerca di stare al caldo il può possibile, sarà un inverno freddo e il leone non ama i climi troppo freddi.-

-forse quest’anno non hanno proprio indovinato-

-già, io che non amo i climi freddi, che stupidaggine-

Non posso dire di amare il freddo, ma il freddo da una parte è cosi romantico. Stare davanti al fuoco sul divano, sotto le coperto con accanto la persona che ami. Perfetto direi.

Peccato solo che io odi, l’altro sesso. Ho una repulsione verso i maschi, che la cosa sorprende pure me.

Guardo l’orologio a pendolo affisso alla parete accanto ad una nostra foto di famiglia, quando ancora in famiglia eravamo in 4, segna le 7.30. Mi alzo dalla sedia e torno al piano superiore per vestirmi. In camera cerco i vestiti che avevo preparato la sera prima, essendoci solo due camere e due bagni, la mia cameretta è piuttosto spaziosa e anche se è sempre in ordine faccio molta fatica a trovare le cose. Finalmente dopo un po’ li trovo, sulla poltroncina rossa che uso generalmente per leggere.

Maglietta nera a maniche corte, felpa  nera e rossa e un paio di jeans. Tutti perfettamente stirati la sera prima, la cosa che non riesco a tollerare è appunto indossare i vestiti stropicciati, mi da un senso di disordine e mancanza di cura nel aspetto fisico.

Vado in bagno, mi lavo i denti e il viso, cercando di fare il più velocemente possibile.

Appena finisco di lavarmi prendo la cartella e dopo aver salutato mia madre esco di casa.

Appena giro l’angolo incontro Viky e Jonnhy.

Conosco Viky da una decina d’anni, siamo cresciute assieme. Prima di trasferirsi tre vie dopo la mia, abitava accanto a me. La prima cosa che noto in lei è il fatto che è dimagrita un sacco, non che prima fosse grossa, però aveva un po’ di ciccia di troppo. Porta i capelli castani in due codini, non le piace tenerli sciolti, le danno fastidio ma nemmeno ha intenzione di tagliarli, perché lunghi le piacciono quindi li tiene sempre raccolti. Attorno agli occhi castani ha messo un po’ di matita nera, non troppa il necessario per fargli risaltare di più.

Poi c’è Jonnhy, è l’unico ragazzo che non detesto, anche se detestare non è la parola giusta, diciamo più che altro che ho paura dei ragazzi, ma è una paura diversa rispetto alla paura in se, ho più che altro paura di affezionarmi ad un ragazzo e restarne irrimediabilmente ferita, come già è successo in passato. Ma con lui è diverso, so che ci sarà sempre e non mi abbandonerà mai, e di questo ne sono incredibilmente sicura, potrei mettere entrambe le mani sul fuoco, ha già dimostrato più e più volte quanto tenesse a me.

Anche lui quest’estate è cambiato, si è alzato molto e ha le spalle più larghe, rugby gli fa proprio bene. Ha i capelli biondi a spazzola, gli occhi verde scuro dal contorno marrone e sempre il sorriso sulle labbra.

-ciao ragazzi.-

-ciao puffa. Come stai?-

Un’altra cosa che non sopporto è essere chiamata puffa, non sono bassissima è solo che siccome sono magrolina sembro ancora più piccola di quello che non sia in realtà.

-non chiamarmi puffa, non lo sopporto.-

-ok, ok. Piuttosto come stai?durante l’estate non ci siamo visti molto-

-sai com’è con il nuovo ristorante non ho avuto molto tempo a disposizione.-

-immagino, se ti occorre una mano sappi che puoi contare su di noi.-

-grazie mille. Sbrighiamoci ad andare a scuola-

Camminiamo a passo spedito fino la scuola, un edificio piuttosto vecchio, che stà in piedi quasi a fatica. Entriamo nell’atrio e siamo sommersi da uno stuolo di ragazzi, che cercano i loro nomi nei fogli appesi alla bacheca, per poter dirigersi nelle loro classi.

Appena si presenta l’occasione, mi intrufolo tra di loro, essere piccolina ha i suoi vantaggi in un certo senso.

Cerco il più velocemente possibile i nostri nomi.

Quando li trovo per poco non mi metto a piangere. Quest’anno ci hanno diviso, io mi sono ritrovata da sola nella 4F mentre Viky in 4C e Jonnhy in 4D.

Vado accanto a loro con una faccia da cane bastonato e comunico la notizia.

-ok,vuoi leggere l’oroscopo?-

Appena sentiamo la prima campanella suonare ci salutiamo e ci diamo appuntamento in giardino durante la pausa.
  
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