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Autore: Ronan    26/05/2013    2 recensioni
Merlino socchiuse gli occhi e si concentrò. Ma niente, buio più totale, quella ragazza proprio non riusciva a ricordarla. Eppure non doveva essere difficile tenere a mente una capigliatura così fiammeggiante o degli occhi così particolari, che sembravano argento fuso. No per forza c'era qulacosa che non andava. Oppure doveva arrendersi all'inevitabile e dare ragione ad Artù: gli mancava proprio qualche rotella.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Galvano, Merlino, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Gwen/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza | Contesto: Nel futuro
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Attenzione: ho messo il rating arancione perché ci saranno alcune scene in cui verranno descritti atti violenti. In questo capitolo non saranno esagerati ma in altri potrebbero.

Prologo

Il bosco profumava di erba bagnata e funghi. La sera precedente aveva piovuto ininterrottamente, ma adesso il sole splendeva caldo e splendente e faceva risplendere le gocce d’acqua sulle foglie come perle sulla gonna di qualche dama.
«Dritta la via, sicuro il cammino e noi andiam e andiam…»
«Zitto Thom! Vuoi farci ammazzare?»
«Oh per tutti gli Avi, Zacharias devi avere delle manie di persecuzione belle forti.  Non c’è nessuno su questa via chi credi che possa attaccarci?»
«Non lo sai che i briganti si trovano soprattutto sulle vie isolate?»
«Oh Zach! Io e nostro padre percorriamo questa via da anni per raggiungere Camelot e non è mai successo nulla, e trasportiamo un carico di alta qualità. Ora smettila di preoccuparti per nulla e canta con me.»
Zach mise il broncio e con la scusa di controllare la merce si nascose sul retro del carro mentre il fratello riprendeva la canzone dall’inizio.
I fratelli Conrad  erano i figli di un contadino che produceva stoffe con lana delle sue pecore che si diceva fossero le più pregiate di tutta la regione intorno a Camelot.  Di solito il signor Conrad andava con suo figlio maggiore, Thomas, fino al mercato della capitale e ritorno, ma oramai la vecchiaia non gli permetteva più certi viaggi e aveva deciso che il figlio minore, Zacharias, doveva cominciare a guadagnarsi il pane che mangiava e aiutare la famiglia. Erano in viaggio da poche ore e Zach non aveva fatto che lamentarsi e brontolare.
«Se non ti togli quell’espressione scura dalla faccia, giuro che ti butto giù dal carro.» sbuffò Thomas rivolto al fratello quando questi si sedette in cassetta con lui.
Ma prima che l’altro potesse rispondere un urlo si levò dal bosco poco avanti a loro e una ragazza comparve sulla strada. Era affannata e aveva il viso sconvolto dalla paura, mentre aveva le vesti lacerate una ferita sulla guancia sinistra. Thomas fermò il carro e la ragazza si appoggiò ad una delle sponde in lacrime.
«Vi-vi prego, a-aiutatemi. Dei briganti mi stanno inseguendo e hanno… hanno cercato di-di…» la giovine scoppiò in lacrime e i due ragazzi la aiutarono a salire in cassetta.
«Thom, hai sentito? Briganti! Dobbiamo andarcene di qui subito.» esclamò Zacharias terrorizzato.
Il più grande non ci pensò due volte e tenendo un braccia attorno alle spalle della giovine spronò i cavalli.
Quando ritenne di essere oramai fuori pericolo si rivolse alla ragazza che ancora si stringeva al suo fianco: «Allora piccola come ti chiami?»
«Il mio nome è Rowan.»
«Viaggiavi da sola Rowan?»
«No, con me c’era la mia famiglia, ma-ma l-loro n-non…» la ragazza si stava per rimettere a piangere ma Thom la strinse di nuovo a sé e si rivolse al fratello:«Zach, sarà il caso che tu veda a vedere se nel retro abbiamo qualcosa per medicarla e da metterle addosso, non può arrivare a Camelot in questo stato.- tornò a rivolgersi a lei mentre il fratello spariva dietro la tenda- Quando arriveremo in città vedremo come risolvere i tuoi problemi, d’accordo?»
«Grazie mille, sei così gentile con me.» disse lei, il viso era a pochi centimetri dal quello di lui. Il suo profumo lo inebriava, sembravano i mughetti che crescevano sul retro della fattoria, poteva sentire la sua mano calda premere leggermente sul suo petto, mentre le sue labbra rosse si stavano schiudendo in un debole sorriso, i suoi occhi risplendevano nella tenue luce del bosco, erano di un bellissimo colore rosso fuoco.
Quando Thom si accorse del fatto che normalmente le belle ragazze non avessero gli occhi rossi era troppo tardi: tra le labbra di lei comparsero due zanne bianche e affilate mentre sulla mano che premeva sul suo petto erano comparsi degli artigli duri come la pietra che gli laceravano le carni.
Thomas cercò di urlare, ma la ragazza fu più veloce di lui e gli tappò la bocca con un bacio mentre una mano affondava lentamente nel suo torace fino a toccargli il cuore.
Quando Zach tornò dal retro del carro lasciò cadere tutte le bende che aveva in mano terrorizzato dall’immagine che si trovava ad osservare.
Suo fratello era riverso sulla casetta, coperto di sangue e con il torace aperto. Di fianco al corpo di Thomas Rowan sedeva composta tenendo le redini, le sue braccia erano sporche di sangue fino al gomito e dalla bocca cadevano ancora delle gocce di sangue.
Il ragazza era troppo spaventato anche solo per scappare o mettersi ad urlare.
«Ciao Zacharias, dimmi hai trovato qualcosa da mettermi addosso? Sai mi dispiacerebbe proprio entrare a Camelot conciata così, con le vesti stracciate e sporche di sangue.» sembrava che fosse appena tornata da una scampagnata e non che avesse appena ucciso un uomo in modo così brutale. Zach trovò improvvisamente la forza di scappare e fece per girarsi e mettersi a correre, ma la ragazza parlò:«Tu non vuoi scappare ragazzo. Tu vuoi venire qui di fianco a me.»
E quando disse ciò lui non poté fare a meno di dire:«N-non voglio scappare, v-vengo di fianco a-a te.» e nonostante il suo cervello cercasse in tutti i modi di convincere le gambe a fare come ordinava lui, si sedette di fianco all’assassina di suo fratello.
Lei lo guardò e sorrise:«Smettila di tremare piccolo. Io odio quando vi muovete così tanto.»
Pochi minuti dopo il corpo di Zacharias si trovava di fianco a quello del fratello, anche il suo torace era aperto e privo di cuore.
La ragazza era intenta a lavarsi il sangue dalle braccia canticchiando una canzona in una lingua ormai quasi sconosciuta e antica come i primi draghi.
 «Canwchy gâno waed, gwaed i olchii ffwrddoddi wrth y corff gan y corff...»
Così non si accorse della donna che si avvicinava fino a che questa non parlò:«MI sembra che tu abbia lasciato troppe tracce.»
La giovane si voltò ed osservò la donna che era comparsa dietro di lei: aveva i capelli scuri e spettinati, il volto bianco e le labbra pallide come la morte, gli occhi erano freddi comeil ghiaccio e il suo viso era una maschera di odio puro, molti uomini la chiamavano Morgana la Strega, ma a lei non importava chi fosse fintanto che veniva pagata.
«Se intendi i corpi straziati sono semplicemente la prova che non può assolutamente essere stata una povera e fragile giovinetta come me.» sul suo volto comparve il sorriso timido e casto di una sposina sull’altare il giorno del matrimonio e stranamente riuscì a non farlo stonare con le macchie di sangue che le sporcavano le vesti.
«No, non i corpi, ma quello.» disse indicando con il mento le macchie rosso vermiglio che la fanciulla cercava di lavare via.
«Queste non sono un problema, una volta che sarò a Camelot farò più attenzione, adesso volevo solo divertirmi un po’.»
«Mi hanno insegnato che non si gioca con il proprio cibo.»
«A me no.» rispose secca l’altra riprendendo a sfregare le braccia con un panno trovato nel retro del carro.
«Comunque a Camelot non avrai tempo per divertirti, ricordati che ti pagherò solo se finirai il lavoro prima della Festa del Raccolto, tra due giorni.»
«Me lo ricordo.»
Abbandonò il panno e seguì la strega verso il carretto che aveva lasciato poco lontano.
«Liberati dei corpi e del carro, prendi un cavallo e giungi a Camelot entro questa sera stessa dalla porta orientale, ci sarà una persona di fiducia a conoscenza del nostro piano che ti introdurrà nel castello.»
«Chi sarebbe queste persona di fiducia?»
«La regina Ginevra.»
La ragazza si bloccò per un momento rischiando di far scivolare uno dei corpi per terra, ma si riprese subito afferrando la testa del fu Zacharias Conrad e ricacciandola indietro.
«Ti vedo sorpresa.»
«Per niente. Sono dettagli che non interessano il mio lavoro. L’unica cosa che conta è che sia davvero di fiducia.»
«Lo è.»
«Allora ci vedremo per il giorno del Raccolto, tu con la mia paga...»
«E tu con il corpo senz avita del re.»
La ragazza annuì seria e fredda come la morte, allora Morgana si voltò e scomparì di nuovo esattamente come era arrivata.
Rowan salì su uno dei due cavalli, indicò con una mano il carro su cui c’erano i due cadaveri e sussurrò:«Rhedeg!»
Il carro cominciò a muoversi e corse giù per una ripida discesa fino a scomparire nella boscaglia.
La ragazza spronò il cavallo e si diresse verso Camelot, giorni duri l’attendevano.
 
Note dell’autrice:
Salve! Ebbene sì questo è il prologo di una long-fic che ho pensato di scrivere in onore della mia sorellina che si sente molto contrariata dal fatto che in Merlin niente va mai come vuole lei, quindi preparatevi ad una storia che si svilupperà secondo i gusti di una bambina di dieci anni (bè ok un po’ di roba è proprio mia). Spero che qualcuno a questo punto abbia ancora voglia di leggere
A presto,
Ronan
  
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