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Autore: Finnick_Odair    27/05/2013    4 recensioni
Nella terra di Grytto regnavano pacifiche le quattro razze reali, ognuna segnata da un proprio stendardo di diverso colore. Bianco come le fredde terre del nord e la neve che essa ricopre ai draghi dominatori degli elementi. Viola come le saette che squarciano il cielo nelle lunghe tempeste dell'ovest agli umani portatori di intelligenza. Verde come le miti pianure del sud agli elfi che custodiscono l'antica parola e Rosso come il fuoco e il calore che devasta ogni cosa ai maghi artefici delle battaglie.
Ogni popolo sotto il proprio stendardo doveva seguire le leggi che esso dettava e le leggi cambiavano per ogni popolo.
Ai draghi non era permesso uscire dalla catena montuosa che circondava il loro territorio. Agli umani non era permesso l'uso della propria intelligenza per creare il male. Gli elfi non dovevano piegare al loro volere la natura e i maghi non dovevano affinare le loro capacità ai limiti della magia.
Queste leggi erano l'unico fattore che permettava ai popoli di non entrare in guerra, sapendo che si sarebbero devastati a vicenda ma un giorno tutto cambiò.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Diciassette figure procedevano a passo lento, senza fretta. Alcuni di loro ridevano come pazzi e altri erano calmi. Avanzavano e nessuno li fermava poi, quello al centro, alzò le mani e scese il silenzio più assoluto, l'oscurità avvolse ogni cosa, si affievolì perfino la luce delle lune e le stelle. L'uomo pronunciò parole in una lingua sconosciuta, e lentamente anche gli altri sedici lo seguirono nei gesti, i palmi di tutti si illuminarono e si poté distinguere i loro volti, segnati da cicatrici. Occhi gialli come quelli di un serpente e capelli dalle sfumature azzurrine, tutti sorridenti.
Di colpo l'oscurità svanì, e quattro fasci di luce andarono ognuno in direzioni diverse, diretti verso le città principali di ogni regione: Iotove al nord, Ayet a ovest, Prew al sud e Ein'Saha a ovest. Ritornò il buio, e insieme a lui una nuova oscurità, la terra cominciò a tremare e nulla sarebbe stato come prima.

                                                                              ***

Tutti i bambini della città giocavano in una piccola piazzetta eccetto uno. Aveva l'aria di essere stanco, stanco da molto tempo, la testa nascosta fra le ginocchia e le braccia che l'avvolgevano, rannicchiato sotto un albero. Una bambina gli si avvicinò, aveva capelli e occhi nerissimi e portava in mano una spada di legno.
-Ciao!-
Il bambino non le diede retta e si strinse ancor di più, come se cercasse di impedire contatti esterni.
-Ehi! Guarda che sto parlando con te...Vieni a giocare? Oggi facciamo la lotta!-
Lui continuò a ignorarla, imperterrito.
-Guarda che se non vuoi giocare basta dirlo, io comunque sono Norah, piacere di conoscerti!-
Nessuna risposta.
-Potresti almeno dirmi come ti chiami no?-
-Hao-
-Bel nome! Non è tipico di questo paese a quanto pare...Beh! Nemmeno il mio se per questo, dicono che sembra un nome elfico, il mio.-
-Ma tu sei una maga...- Rispose subito il bambino tenendosi sempre nascosto.
-Ma allora la tieni una lingua per parlare! Adesso posso vederti in viso?-
Il bambino alzò lentamente la testa e cominciarono a vedersi gli occhi, poi il naso e poi una piccola bocca. Aveva gli occhi lucidi, segno che aveva pianto e possedeva delle cicatrici che partivano da sotto il labbro per proseguire sul collo lateralmente, per poi sparire sotto gli abiti. La bambina rimase pietrificata e riuscì a stento a parlare.
-Come te le sei fatte quelle cicatrici?- Chiese avvicinandosi.
-Non ti interessa- Rispose lui aggrottando leggermente la fronte, per poi alzarsi e cominciare ad andarsene.
-Ehi! Ma dove vai? Non vieni a giocare?-
Hao accellerò il passo, nessuno gli aveva mai rivolto la parola.

                                                                            ****

Erano passati dodici anni dal loro incontro. Hao era ormai grande, aveva capelli e carnagione chiarissimi, gli occhi stranamente bianchi e poteri che andavano ben oltre il limite di un mago, anche se gli avevano assegnato solamente il titolo di mago intermedio.
-Sei bravissimo! Dovrai insegnarmi un giorno di questi!- Disse una ragazza molto alta.
-Ti insegnerò quando capirò anch'io perchè sono così bravo,Norah.- Rispose divertito Hao.
Aveva segnato per l'ennesima volta il centro del bersaglio.
Hao padroneggiava l'arco come se fosse un'estensione naturale del corpo e non mancava mai il bersaglio. Poteva colpire anche una mosca dritto in un'ala senza nemmeno impegnarsi, era bravissimo.
-Non essere stupido! Saprai benissimo come ci riesci no? Dai! Se mi insegni l'arte dell'arco ti insegnerò qualcosa sulla lancia, ti prego!-
-Dovresti prima impegnarti con la magia e poi con le armi bianche, proprio come ho fatto io, ed è questo ciò che vogliono gli anziani, addestrarci alla magia!-
-Quei vecchietti vogliono troppe cose, e poi sai che sono negata con la magia! Poi detto da te che hai frequentato la scuola per soli tre mesi!-
-Ad ognuno i suoi tempi...Comunque non dovresti rivolgerti così agli anziani lo sai.- Rispose rassegnato Hao.
-Fa nulla.- Rispose Norah indifferente.
-Ora andiamo, ho un certo languorino!

Si incamminarono lungo le strade affollate e caotiche di una monotona Ein'Saha diretti verso una tavola calda, o meglio fredda, visto il clima del posto.
Entrarono in un ampio spazio semicircolare, di fronte una porta che dava ad un corridoio che a sua volta portava lateralmente a stanze delle medesime dimensioni dell'ingresso. Avanzarono decisi senza distrazioni, buttando un occhio sulle stanze circolari, ogni stanza era riservata per un cliente, quelli ricchi per così dire, poi in fondo al corridoio, "La fossa comune di una tavola fredda" diceva Norah, e in effetti lo era davvero. Si stava davvero stretti ma il servizio era ottimo, inoltre il proprietario, Tuttle, era una persona simpaticissima che riusciva ad accogliere tutti anche se lo spazio era poco e, se gli stavi particolarmente a cuore, ti riservava una delle stanza laterali. Oggi però gli toccava stare stretti.
-Una porzione di garandra freddi e una bottiglia di succo d'Iris per me.- Ordinò Norah.
-Per me invece un piatto di desetrelli e una bottiglia d'acqua.- disse Hao.
-Arrivano subito!- Disse Tuttle come sempre gioviale.
E mentre si allontava per prendere le ordinazioni, Hao ricominciò a lamentarsi della dieta squilibrata di Norah, la quale face finta di non sentire.
Finito il pranzo pagarono e fecero per ritornare a casa quando Hao si ricordò di dover sostenere l'esame per passare al livello alto di mago, quindi salutò Norah e corse verso la scuola. Gli esami si sostenevano sempre la sera perchè solo in quell'arco della giornata gli anziani erano al pieno delle forze, anche see nessuno sapeva il perchè.
Hao entrò nella scuola, la quale era alta e spaziosa e creava sempre un po' di eco. Salì le scale che portavano all'ala nord dell'edificio, poiché era lì che si tenevano gli esami, aprì una porta alla fine della scalinata e vi trovò uno degli anziani seduto in fondo all'aula.
Gli anziani vestivano in modo strano. Avevano gli occhi e la testa coperti da bende rosse con rune bianche incise sopra e sugli occhi coperti, portavano una mascherina nera anch'essa incisa con le medesime rune. I loro vestiti anch'essi bianchi, erano lunghi fino alle ginocchia e lasciavano una spalla scoperta sempre fasciata con delle semplici bende candide.
-Buonasera Hao- Disse l'anziano. -Questa sera visionerò io il tuo esame, mi chiamo Fester. Cominciamo.-
-Aspetta!- Disse velocemente Hao -Dov'è il mio maestro?!- Era chiaramente allarmato, solo il suo maestro conosceva i suoi limiti e aveva paura che quest'anziano lo avrebbe spronato oltre quello che poteva.
-Il tuo maestro ha avuto...Un intoppo. Noirhim ritornerà non appena potrà-
Hao tirò un sospiro di sollievo, Il suo maestro, Noirhim, era probabilmente partito. Hao battè le mani e affrontò l'esame.
L'esame prevedeva inizialmente un corso base di inizio test. Si affrontava la telecinesi, la rilevazione di fonti magiche e concentrazione, poi la seconda parte dell'esame prevedeva la lotta. I maghi combattevano con scettri o staffe ma non Hao, stranamente i suoi poteri potevano andare anche senza blandi strumenti. Usava però l'arco, era bravissimo e aveva chiesto il consenso al suo maestro se poteva usare la magia con esso, riuscendo ad ottenere ottimi risultati ovviamente. Provò a lanciare saette di luce (Erano le frecce che Hao potenziava) verso bersagli in movimento, creare campi di forza per difendersi da attacchi nemici (In questo caso, Fester lanciava i suoi attacchi i quali erano davvero potenti) e combattimento magico ravvicinato. Quest'ultimo donava al mago la possibilità di liberarsi dagli scettri e riuscire a infondere potere magico ai propri arti per combattere a mani nude. Quest'arte era considerata di altissimo livello se si riusciva a infondere il potere su tutto il proprio corpo, ma per ora Hao riusciva a infonderlo solo alle mani.
Fester non gli diede nemmeno un solo attimo di riposo e non finiva mai di attaccarlo, come se volesse ucciderlo davvero. L'unica parte del viso visibile, la bocca, era sempre stampata in un ghigno cattivo e, a volte, pronunciava formule magiche. Alla fine dell'esame (O almeno così Hao sperava) l'anziano Fester gli chiese una cosa che nessun altro mago al mondo avrebbe avuto il coraggio di dire, tantomeno un anziano.
-Hai mai immaginato, Hao, se un mago riuscisse a piegare a porprio piacimento gli elementi?-
Hao rimase sconvolto da quella domanda, era vietato dal codice dei maghi parlare del dominio della natura pertanto rispose..
-No signore, ci è vietato pensarlo e tantomeno attuarlo.-
-Bene bene, hai ragione. Vedo che sei..- Non finì la frase che programmò un attacco a sorpresa a Hao. Da dei catini che erano stati usati per la telecinesi, cominciò a scaturire acqua che lentamente si trasformava in ghiaccio creando così delle enormi stalagmiti fredde. L'anziano era visibilmente pallido e debole. Stava controllando l'acqua che ora avrebbe scagliata contro Hao. L'attacco fu veloce, quasi invisibile. Enormi aghi di ghiaccio partirono nella direzione di Hao ma improvvisamente si fermarono. Una voce nella testa di Hao creò un potente eco che lo costrinse a tapparsi le orecchie come se servisse a qualcosa.
-NOI NON FERIAMO I PADRONI!- L'eco cessò di botto, e il ghiaccio si sciolse per poi evaporare via.
L'anziano rimase scioccato nel vedere Hao illeso.
-Puoi andare- Disse cercando di dare contegno al suo tono tremante
-Si signore- Rispose Hao per poi dileguarsi in fretta.
Non c'era stato bisogno di chiedere se aveva passato l'esame. Doveva per forza averlo superato, eccome, ma perché Fester lo aveva attaccato? E se non fosse riuscito a bloccare l'acqua? No...Non l'aveva bloccata. L'aveva controllata.

-Come sarebbe a dire che Noirhim non c'era? È' il tuo maestro, DOVEVA esserci!- Sbraitò esterrefatta Norah.
-L'anziano sostituto mi ha detto che Noirhim ha avuto un intoppo ma che ritornerà non appena potrà- Rispose Hao mentre si avviavano ai mercati per fare compere.
-Sarà ma tutto questo è molto strano...- Disse Norah mentre prendeva fra le mani un paio di stoffe.
Hao non aveva ancora detto nulla riguardo al fatto che era riuscito a difendersi controllando l'acqua. E tantomeno di essersi difeso da un attacco mortale di un anziano. Era intimorito. Non sapeva cosa sarebbe successo se lo avesse raccontato.
  
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