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Autore: Ce Ci    27/05/2013    6 recensioni
Incominciò tutto in un giorno di pioggia, come il giorno in cui tutto finì.
“Io ti ho già vista…”
“Scemo, vivi a casa mia, mi vedi ogni mattina!” risposi con aria sconsolata. Si aveva decisamente bevuto troppo e probabilmente non sapeva nemmeno con chi stava parlando.
“Questo lo so Rachel!” ok, mi ero sbagliata, mi aveva riconosciuta almeno “Dicevo prima. Io ti ho visto prima di vivere a casa tua. Non so mi pare come in un sogno. Mi ricordo dei tuoi capelli biondo scuro, degli occhi azzurri che mi guardano tra le lacrime, poi un nome: Rachel. Piangevi”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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25. To be loved
 
Tu non ricordi ma eravamo noi
noi due abbracciati fermi nella pioggia
mentre tutti correvano al riparo
e il nostro amore è polvere da sparo
il tuono è solo un battito di cuore
e il lampo illumina senza rumore
e la mia pelle è carta bianca per il tuo racconto
ma scrivi tu la fine
io sono pronto
(Cade la pioggia
– Negramaro ft. Jovanotti)

 
“Domani? Sei impazzito?”
Le urla di Zayn si facevano sempre più acute, le sue mani sollevate in aria e il busto sporto verso l'esile figura di Harry.
“Ma mancavano ancora più di due settimane alla nostra partenza!” si lamentò Niall.
“Sei sicuro di quello che dici Harry?” chiese Liam con tono decisamente più pacato posando una mano sulla spalla del riccio.
Lottie stava cercando di calmare il suo ragazzo, mentre questo continuava a borbottare qualcosa contrariato.
Io osservavo la scena appoggiata allo stipite della porta. Ero entrata in quella stanza poco dopo Harry ed ero rimasta in disparte mentre dava la notizia agli altri ragazzi.
Ero in questa sorta di stato catatonico da quando Harry mi aveva dato quel bacio e poi subito dopo mi aveva distrutta con la notizia che sarebbero partiti.
“... e quindi mi ha detto che dovevamo partire prima e quando gli ho chiesto la data ha risposto: domani. Non possiamo farci nulla” sentii Harry spiegare al castano con un tono di voce desolato e decisamente meno fermo di quello che aveva rivolto a me poco prima per rivelarmi quella notizia.
“C'è poco da lamentarsi ragazzi, andiamo a preparare le nostre cose” disse Louis, alzandosi e dirigendosi verso la sua camera piuttosto abbattuto.
Lo seguirono tutti, anche Lottie. Mi passarono accanto mentre io non volevo muovermi da lì. Nella stanza rimanemmo solo io e Harry.
“Tu non vai a preparare la tua roba?” gli chiesi.
“Non voglio” rispose fissando un punto non determinato in mezzo ai suoi piedi.
“Non fare il cretino. Devi andare e se non prepari tu la tua roba vorrà dire che lo farò io”
Detto questo feci per uscire mentre con un movimento repentino il ragazzo mi afferrò il polso.
“Che cosa c'è?”
Mi voltai all'improvviso.
“Lo faccio io”
 
Il silenzio che regnava in quella casa era assordante. Tutti erano presi a fare le loro valigie, Lottie e Zayn cercavano di passare un po' di tempo insieme, così come Louis fece con Waliyha invitandola ad uscire quel pomeriggio.
Passai per il soggiorno e vidi Harry che appoggiava pigramente una maglietta per volta dentro la valigia, quando intorno a lui la stanza era sommersa di altre mille cose che sarebbero dovute finire lì dentro.
Mi avvicinai lentamente e presi a raccattare vestiti poggiandoli accanto a lui.
“Perché lo fai?” mi chiese subito lui.
Lo guardai negli occhi sconcertata.
“Ti do' una mano”
La risposta mi sembrava talmente ovvia che mi uscii con un tono decisamente acido.
“Tu vuoi che io parta?”
Non ero preparata a questa domanda. Rimasi immobile, con una maglietta tra le mani.
Ripeté di nuovo la domanda, questa volta afferrandomi i polsi con un movimento deciso.
“Questo è il tuo sogno e si sta avverando, non c'entra cosa voglio io” mormorai appena.
“Ma ti ho baciata poco fa!”
“Sai cosa vuol dire un bacio da te? Ne hai baciate molte di ragazze e altrettante ne bacerai” risposi secca, svincolandomi dalla sua presa e continuando a riporre una pila di magliette piegate accanto alla sua valigia con un movimento meccanico.
“Vuoi smetterla un secondo!” esclamò spostando le mani da quello che stavo facendo.
Feci un passo indietro, cercando di evitare il suo sguardo mentre lui con la mano cercava di riportare il mio viso verso il suo.
“Cosa c'è?”
“Senti per me quello non è stato un semplice bacio, tu mi hai detto che ti piacevo ancora e avevi paura che a me non importasse più di te. Quel bacio era la dimostrazione che non era così”
Strinsi le mani in due pugni e mi morsi un labbro prima di riuscire a dire quello che dovevo dire.
“Si vede che hai capito male. Io ti ho detto che avevo sbagliato con te, ma la vita va avanti. Ho conosciuto un ragazzo alla mia scuola, lui mi scrive sempre e ho accettato di uscire con lui. Quindi parti pure, sentiti libero, non pensare a me”
Era una delle bugie più grandi che potessi dire, ma era l'unico modo per far si che partisse tranquillo, senza più pensare a me e senza doversi guardare indietro.
Non riuscivo a fissarlo negli occhi però. Non volevo vedere quel qualcosa che si sarebbe spezzato in lui, non potevo reggerlo.
Abbassai lo sguardo a fissare le sue scarpe, come al solito troppo bianche. Lo vidi arretrare un poco e poi riavvicinarsi deciso.
“Rachel, io ti conosco. Niente di quello che hai detto è vero” affermò con un tono dolce, ma comunque troppo sicuro che mi irritava, perché lui riusciva sempre a capirmi, a capire tutto quello che avevo nella testa. Era stato lui ad accorgersi per primo della mia cotta colossale per Louis, lui a farmi rendere conto che quello che c'era tra me e Niall non era più amore, anche se non l'avrei ammesso mai, ed era stato lui anche questa volta a smascherarmi.
Ma lo stavo facendo solo per lui.
“Allora non mi conosci bene!” esclamai, avvicinandomi alla porta di ingresso e spalancandola, come per fargli capire che poteva benissimo andarsene, anche in quel momento.
Mi fissava, non aveva intenzione di muoversi nemmeno di un millimetro. Lui almeno.
Prima che potessi realizzare minimamente cosa stesse succedendo vidi il mio gatto fiondarsi fuori dalla porta, come spaventato o impazzito, correva giù per le scale e altrettanto velocemente vidi passare Harry che, lasciati bruscamente tutti i suoi vestiti in mezzo al soggiorno, tentava di recuperarlo.
Fuori pioveva e Micio non era esattamente un gatto selvatico, anche se il suo caratteraccio lo faceva spesso intendere, ma era terrorizzato dai tuoni ed era per questo che in giornate come queste non lo facevamo uscire, perché già una volta si era perso in quel modo e per giorni avevamo tappezzato la città di cartelli, finché un'anziana signora non l'aveva ritrovato e ce l'aveva portato. E Harry lo sapeva, per questo era corso dietro di lui.
Appena ebbi realizzato cosa fosse accaduto, afferrai le chiavi di casa e, tirandomi dietro la porta, corsi giù per le scale anche io finendo per la strada, senza un ombrello, sotto una pioggia incessante.
Ora sarebbe stato difficile trovarlo. Girai a sinistra, convinta che se il gatto avesse avuto paura si sarebbe andato a rifugiare in una di quelle vie un po' strette, magari tra due cassonetti, un po' riparato dalla pioggia incessante.
Accelerai sempre più il passo, finché sporgendomi in una di quelle vie non vidi Harry che stringeva il mio gatto al petto, cercando di coprirlo con la felpa ormai fradicia che indossava e mormorandogli qualcosa per calmarlo. Pensavo che nessuno sarebbe riuscito a prendere quella bestia in quel modo. Mi avvicinai sempre di più a lui.
Lo vidi fissare i miei piedi e allora con una mano presi il suo viso fino a portare i suoi occhi all'altezza dei miei.
“Grazie” mormorai solo. Ma lui non sembrava intento a volermi lasciare il mio gatto e tornare indietro.
“Io lo so che tu lo stai facendo per me, per non farmi soffrire intendo, perché io non lasci perdere i miei sogni sapendo se sei innamorata di me. Ma non c'è nulla da fare, perché io sono innamorato di te. Io, Harry Styles, quello che le riviste di gossip definiscono un donnaiolo, sono innamorato di te. E non da ora, non da quando ti chiesi di stare con me e nemmeno da quando quella mattina ti versai addosso quel caffè, ma da quando avevi poco più di sei anni e ti ritrovai a piangere in mezzo alla pioggia. Capii che eri tu solo con uno sguardo, mi informai da Louis sul fatto che tu avessi vissuto a Holmes Chapel prima, ma non ti dissi nulla, nemmeno da brillo me lo feci scappare. Ti avevo promesso che ti avrei protetto, che non ti avrei lasciato e non ti avrei dimenticato. E così ho fatto. Be' tranne per la parte di lasciarti, ma a quell'età non puoi andare sempre dove vuoi. Ma ti ho protetto per quello che potevo, anche se a volte ti ho fatto soffrire, e non ti ho dimenticato. E ora se tu lo vuoi terrò fede anche all'altra parte della mia promessa, non ti lascerò, starò qui per te. Io sono innamorato di te Rachel ed è questa la mia priorità adesso”
Ero tra l'incredulo e il felice. Tutto quello che avrei voluto in quel momento era lì, di fronte a me, bagnato fradicio e con in braccio il mio gatto che mi stava ponendo davanti ad una scelta.
“Tu domani partirai, volente o nolente e su questo non ho intenzione di ritrattare, questo è il tuo destino e di sicuro non mi metterò in mezzo. Tu sei nato per cantare e questo gruppo è tutto per te, quindi ora torni in casa, ti asciughi e finiamo di preparare quella maledetta valigia – mi girai come per andarmene – Ah, ancora una cosa Styles: anche io sono innamorata di te”
Scoppiammo a ridere mentre le nostre labbra si sfioravano e bagnati di pioggia ci dissolvevamo nell'acqua. Spensierati, leggeri, felici.
 
“Mi mancherai Rachel!” disse Liam con gli occhi lucidi stringendomi in un abbraccio caldo.
“Anche tu, sei il migliore amico che abbia mai avuto! Ma ora non piangere che non è un addio”
Eravamo all'aeroporto tra paparazzi che cercavano in lontananza di accaparrarsi qualche foto e decine di persone che prendevano il loro volo, per Tokio, Miami o non so dove. C'era il padre di famiglia che salutava la moglie e i figli, la coppietta appena sposata che andava a trascorrere la sua luna di miele in un posto esotico, la scolaresca che viaggiava rigorosamente compatta e poi c'eravamo noi. Padri, madri, sorelle, amici.
Mi staccai da Liam facendogli un buffetto sulla guancia.
Mi sentii soffocare da un abbraccio impetuoso di Louis.
“Fai la brava Rach e mi raccomando tieni d'occhio mia sorella”
“Certo che lo farò!” dissi stampando un bacio sulla fronte e stringendolo ancora una volta a me.
Zayn si avvicinò timidamente, aveva gli occhi tristi e un'espressione leggermente imbronciata.
“Ti voglio bene Rach, mi mancherai” disse preso da un impeto d'affetto circondando con le sue braccia la mia figura esile.
“Anche io ti voglio bene”
Sorridi goffamente, non mi aspettavo un gesto del genere da lui, non da quello che dà l'idea sempre di essere un “duro”.
“E tieni d'occhio Lottie per me” aggiunse sussurrando al mio orecchio mentre si allontanava. Feci un cenno con il capo mentre lo guardavo dirigersi verso la sue dolce metà.
“Rachel...”
Mi girai verso il ragazzo che mi aveva appena chiamato. Niall teneva il cappellino in mano, lo sguardo basso che fissava le bianchissime scarpe che si era messo quel giorno.
Sentii che stava per piangere e quindi lo abbracciai il più stretto che mi fu possibile. Passai la mano sulla sua schiena per calmarlo.
“Andrà tutto bene, ci vedremo presto” gli dissi.
“Grazie” mormorò solo lui pulendosi gli occhi con le maniche della felpa.
“Dai sorridi, stai per partire per un'avventura stupenda con i tuoi migliori amici, non c'è tempo per essere tristi!” esclamai.
Niall sorrise e mi disse che era bello avere un'amica come me.
E poi fu il turno di Harry.
“Se mi dici che non devo partire, io te lo giuro, lascio tutto e rimango qui con te” disse mentre io riempivo le narici del suo odore con il viso immerso in quell'ammasso un po' scomposto dei suoi ricci neri.
“Non fare lo scemo, se non parti di tua volontà, ti ci mando a forza io sull'aereo!” replicai con una risata.
“Ma tu verrai a trovarmi appena possibile” aggiunse rapidamente lui.
“Certo”
“E ti manderò un biglietto aereo per raggiungermi. E se non riuscirai a venire tu verrò io. E...” interruppi il suo flusso di parole poggiando le mia labbra dolcemente sulle sue.
“Promesso”
Lui sembrò rasserenato.
“Ultimo richiamo per il volo 179...”
“E' ora” dissi a Harry che mi strinse ancora forte e mi diede un bacio. Ci abbracciamo tutti.
Io e Lottie ci tennemo per mano mentre quei cinque ragazzi si allontanavano, felici perchè sapevamo che quello era il loro destino, tristi perchè consapevoli di non poterlo compiere con loro.
 
Lui non c'era più.
Nella mia testa continuavo a ripetermi che quella non era stata la fine, che lui sarebbe tornato e tutto sarebbe stato come prima. Ma in fondo c'era quell'angolo remoto di me che sapeva che non era così, che non sarebbe mai accaduto, che quel giorno in cui erano partiti tutto era cambiato, che quel cambiamento non era una cosa improvvisa, che lo sapevo che sarebbe finita così, ma avevo troppa paura di ammetterlo.
Le visite si sarebbero trasformate in telefonate, le telefonate in messaggi e i messaggi sarebbero diminuiti ogni giorno di più.
E così avevo dovuto incominciare a cercare tutti quei ricordi, a scavare in tutti quei bei momenti e catalogarli uno ad uno, metterli in una teca, isolati dal resto. Cercare i baci, i sorrisi, i pianti, i litigi, ma sopratutto i giorni di pioggia. Perché era nei giorni di pioggia che tutto succedeva, era la pioggia che aveva cambiato tutta la mia vita. A partire da quel lontano giorno quando mi smarrii in mezzo alla pioggia e fu Harry a trovarmi.
Era tutto chiaro, cristallino, per una volta. Ma forse era tardi.
Era proprio come quando stai sognando e qualcuno ti sveglia troppo bruscamente e tu, per quanto ci provi e tenti con tutte le tue forze, non riesci a riprendere quello stesso sogno e man mano i ricordi sfumano veloci prima che tu possa riafferrarli e nel giro di poco sono solo ombre confuse.
Ero sola e in quei giorni di pioggia camminavo nelle vie di Londra immaginando che lui fosse lì con me, che tutti loro fossero lì con me.
Ma questa non era la fine.



SPAZIO AUTRICE
Ciao! Non ci sono parole per dire quanto sia in ritardo a pubblicare questo capitolo, che NON E' L'ULTIMO, e l'unica scusa che posso dare è che sono in 5 e tra tesina, simulazioni, verifiche ed interrogazioni non ho mai un attimo. Ma la buona notizia è che l'epilogo è già iniziato ed ho già l'idea di come concludere questa storia, anche se questa non è un'assicurazione del fatto che lo potrò pubblicare prima, dato che la maturità si avvicina ogni giorno di più!
Visto che ci avviciniamo alla fine ci terrei che ci fossero un po' più di recensioni di quelle che ci sono state ultimamente... volevo sapere cosa vi è piaciuto di più di questa storia e cosa vi aspettate nel prossimo capitolo vista la fine di questo...
Ok, ora spero che vi sia piaciuto e spero mi lascerete un commentino! 
Un bacio! :)
  
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