Buon
Natale …Scimmione.
L’amore
è la sofferenza dell’anima, la peggiore condanna
se non corrisposto.
Lei lo sapeva, ma non sapeva come porvi rimedio.
Sfinita lasciò che uno dei suoi pensieri le sfuggisse,
prendendo vita dalle sue labbra cercando invano una consolazione.
“Tra poco è Natale.” mormorò.
Era il ricordo dell’infanzia che risvegliava in lei una gioia
inaspettata, scaldandole il cuore durante la lunga notte insonne.
Ogni tentativo di scivolare in un benefico torpore era stato vano,
inconsciamente frugava nei pensieri e spalancava gli occhi, guardando
le ombre stagliate sul soffitto, muoversi alla tenue luce di un raggio
lunare.
Strinse a sé il cuscino e vi strofinò il naso,
poiché aveva pianto e ora tremava come un foglia sferzata da
un gelido vento.
Tutta colpa di quel dannato principe, ospite riverito e pretenzioso,
del quale si era perdutamente innamorata.
“Devo smetterla, tra poco è Natale, non voglio
essere triste.”
Intanto, perlomeno v’erano un sacco
di cose da fare:
Addobbare la casa e l’albero, fare uno shopping
sfrenato …
Bulma sospirò, sedendosi sul letto, tentando svogliatamente
di infilare le sfiziose ciabattine, passando una mano nei lunghi
capelli cristallini che le cascavano sulle spalle.
Inutile ingannare se stessa, neppure la magica atmosfera di dicembre
riusciva a distoglierla dal suo tormento.
“No, così non va bene.” disse scrollando
al testa, sollevandosi e raggiungendo lo specchio, notando evidenti
ombre scure sotto i suoi occhi limpidi.
“Da oggi mi dedicherò solo al Natale, non intendo
rovinarmi la festa per uno scimmione.”
Era o non era Bulma Brief?
La ragazza che a sedici anni s’era lanciata verso
l’ignoto, per inseguire un sogno, la donna piena
d’inventiva, che senza indugiare aveva offerto
ospitalità all’essere più spietato
dell’universo.
“Scimmione, da oggi dovrai arrangiarti, ho altro da
fare!”
Tuttavia, non appena le giunse
all’orecchio un rumore pesante di passi non poté
fare a meno di pensare che appartenessero al suddetto esemplare di
primate.
Possibile che stesse venendo proprio lì? Cosa voleva
già alle prime luci dell’alba?
La scienziata fece appena in tempo ad indossare una vestaglia bianca di
seta e a stringersi la cintura in vita, prima che alcuni colpi potenti
la facessero trasalire e rischiassero di buttare giù la
porta.
"Un momento!” Urlò spazientita, afferrando la
pochette del trucco e colorandosi le labbra con un rossetto scarlatto.
Ma lui non conosceva le buone maniere, la porta s’era
spalancata permettendogli un
plateale ingesso, a torso nudo, con indosso i pantaloni neri della
tuta, fascianti come una seconda pelle.
“Donna!” imprecò.
“Cominciamo bene!” pensò lei senza
voltarsi, continuando a valorizzare il suo splendido viso, passando
ripetutamente il mascara sulle già folte ciglia.
“Sto parlando con te, voltati!” Prepotentemente
tuonò, facendo un passo verso di lei.
“Quando avrò finito!Non vedi che ho da fare?
Nessuno ti ha mai insegnato che non si entra nella camera di una
signora in questa maniera?!”
Si voltò, mordendosi il labbro, mostrandogli tutta la sua
grinta e gli occhi azzurri di cui uno solo truccato.
La risata che seguì la fece irritare, non la solita fredda,
ma stavolta schernitrice.
“Ahah, cos’hai qualche rara infezione? Una palpebra
è completamente viola e le labbra sembrano
arroventate!”
“Brutto cafone, maleducato, come ti permetti? Certo che le
mie labbra sono arroventate e anch’io lo sono se solo potessi
dimostrartelo!”
Bulma si trattenne dall’enunciare questa dichiarazione, ma
con enfasi eccessiva sbotto su di lui.
“Nessuna infezione, questo è un modo per rendersi
più carine, se solo non mi avessi interrotto avrei finito,ma
è inutile sprecare il fiato con uno che pensa solo a
combattere, cosa ne sai tu di questioni femminili!”
Aveva urlato ad un centimetro dal suo viso, senza riuscire a fargli
mutare espressione, con un irrefrenabile voglia di schiaffeggiarlo,
anzi a dire il vero di baciarlo.
“Donne! Patetiche…” s’era
limitato a dire, per riprendere con estrema durezza il vero nocciolo
della questione.
“La centralina della gravità si è fusa,
sbrigati vieni a ripararla!”
Non sarebbe rimasta lì ad ascoltarlo buona e placida, lo
sapeva.
“Te lo scordi, ho da fare in questi giorni, devo occuparmi
del Natale e non delle tue smanie di guerriero!”
L’ultima volta che qualcuno gli si era rivolto
così lo aveva ridotto ad un ammasso informe di carne, ora,
forse, avrebbe dovuto fare la stessa cosa, la terrestre stava
esagerando.
“Natale? Chi è questo babbeo? Un' altro come
Yamcha?”
D’improvviso un brivido gli
risalì la spina dorsale, guardando i lineamenti di lei
addolcirsi all’istante.
“No, Natale è una festa meravigliosa, le persone
si scambiano gli auguri e i regali, si ci sente più buoni,
più contenti, è come una
magia…”
Il suo sguardo sognante lo fece vacillare per un attimo, per lui non
v’era mai stato nulla di simile, nessuna magia aveva mai
illuminato il suo cuore, nessun regalo gli era mi stato fatto, da
quando era venuto alla luce.
Bulma lo guardò, provando un’inaspettata
tenerezza, gli occhi brillarono d’emozione, come se si
trovasse davanti ad un principe azzurro e non ad una belva inferocita.
Quell’istante svanì, fu la sua voce a
risvegliarla, dura e incollerita.
“Non mi importa delle tue feste, di questo Natale, voglio che
vieni immediatamente ad aggiustare la macchina, sono stato
chiaro!”
“Davvero?” Domandò ironica e arrabbiata,
puntando l’indice verso la porta.
“Fuori, altrimenti rimarrai senza la tua gravità
per molto tempo…”
Perfetto! Era riuscita ad esasperarlo, a fargli spalancare gli occhi,
sembrava sul punto di colpirla, comprendeva d’essere inerme
di fronte alla sua immensa forza.
“Ti lascio dieci minuti, prima di far saltare in aria questa
baracca!” intimò con atteggiamento arrogante,
incurvando le labbra ad un leggero ghigno beffardo.
Bulma lo fissò senza battere ciglio.
Quando udì chiudersi la porta, sentì una fitta al
cuore, non aveva senso discutere con lui, ma non avrebbe ceduto alla
sua richiesta.
“Ho bisogno di un caffè.”
pensò tra sé e sé, scegliendo con cura
l’abbigliamento da indossare, un maglioncino bianco, stretto
in vita e pantaloni neri, raccogliendo la riccia capigliatura in
un’alta coda.
Aveva impiegato un eternità, ma il risultato era
soddisfacente, pensò vanitosa.
La Brief chiuse la porta alle spalle, incamminandosi lungo il
corridoio, verso la scalinata di marmo, posando la mano sul corrimano e
scendendo un paio di gradini, prima di fermarsi. Qualcuno sbraitava in
soggiorno e senza alcun dubbio sapeva di chi si trattava.
Certo, i suoi genitori erano molto pazienti, ma lui era pur sempre il
principe dei saiyan, meglio non correre rischi ed intervenire a
placarlo.
“Cosa succede?” Chiese affacciandosi
nell’ampio ed elegante vano, lanciando un occhiata
indagatrice alla madre, spostandola poi sul grande abete posato nel
centro.
Ignorando completamente Vegeta la scienziata esultò,
battendo le mani, tornando bambina.
“Che bello l’hanno già
consegnato!” Esclamò.
“Sì, proprio ora, stavo parlando a Vegeta del
Natale…” spiegò la madre con
tranquillità, avvicinandosi a lui con audacia e destrezza
degne di una guerriera.
“NATALE! Ancora questa sciocchezza, sono stufo!! Voglio la
mia gravità!” imprecò, aumentando
l’aura.
“Senti scimmione! Se non ti va bene questo posto puoi sempre
andare allo zoo, oppure proporti ad un circo, sono sicura che faresti
un grande successo!” Esclamò la ragazza
spazientita.
Adesso il saiyan era scosso da un fremito, la donna in questione
possedeva una lingua tagliente e anche coraggio, ma stavolta non poteva
limitarsi semplicemente a controbattere.
Rimase immobile, sollevando una mano con lentezza, facendo scaturire un
poco di energia, quel tanto che bastava per colpire la pianta,
tramutandola in un mucchietto di cenere.
Seguì un esasperante silenzio, madre e figlia erano
interdette.
Mentre si guardò attorno soddisfatto il principe
incontrò gli occhi cobalto di lei e il fiato gli
mancò, gli sembrò di potervi penetrare, simili ad
un cielo improvvisamente annuvolato,
pronto a scatenare una violenta tempesta.
Continua
…
Ciao,
volevo fare tanti auguri a tutti, anche se in anticipo:
A
tutti i lettori e anche agli autori di questo sito, mille auguri di un
felice Natale.
Spero di riuscire a finirla entro l’epifania, prima non credo, visto che ho altre decine di fic da mandare avanti.
Ditemi se vi intessa, vale la pena continuarla? Mi rendo conto ... non un granchè, prendetela come una specie di favoletta --- ^^
Mi
farebbe piacere un commentino, fate voi…intanto vi mando un
bacione, ciao al prossimo aggiornamento.
LORIGETA
^^