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Autore: Davide95    05/06/2013    1 recensioni
'Ma a forza di amarla, una persona, non si consuma? O sei tu a consumarti?'
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo tre

Zoe non era passata la domenica pomeriggio a casa di Charlie, non ne aveva avuto il coraggio e nel momento stesso in cui aveva deciso di non passare sapeva che se ne sarebbe pentita, l'indomani.
Il lunedì mattina era sempre stato difficile per tutti: Charlie ogni lunedì arrivava tardi a scuola, Sean fortunatamente non doveva andare all'università, ma purtroppo doveva andare a lavorare e non sapeva qual era la cosa peggiore tra le due, Harry quel lunedì mattina doveva andare ad iscriversi all'università, e Matt quella mattina doveva fare i conti con la gente infuriata con lui per sabato sera alla festa a casa sua. Ma Zoe, lei era quella che odiava sempre e costantemente il lunedì e quel lunedì in particolare le metteva agitazione ed ansia e la distruggeva, perchè doveva affrontare Charlie ed anche lei, che la conosceva meglio di tutti, non aveva ancora capito come affrontare i problemi con la sua amica. Sapevo solo appunto che aveva bisogno di spazio per poter capire le cose, ma poi era un mistero.
Spesso le capitava di prendere male le cose più insulse ed insignificanti di questo mondo e di fregarsene altamente di quelle più serie e grandi; aveva una concezione strana delle cose Charlie, vedeva le cose in modo diverso dagli altri, per questo era difficile capirla e prevedere le sue mosse e le sue reazioni. Anzi non difficile, era impossibile.
Ma Charlie quella mattina arrivò in orario e l'unica cosa che fece davanti all'espressione spaventata della sua amica fu sorridere e lasciò Zoe così sbalordita che la mora quasi si mise a piangere mentre la abbracciava.

“Scusa Charlie non volevo, ero ubriaca e lo sai che ti voglio un sacco di bene..”

“Hai ragione”

Zoe si bloccò, rimase zitta ed immobile, fissando la sua amica con uno sguardo tra il sorpreso e soddisfatto.

“Non mi guardare così però.”

“No scusa, è che non me lo aspettavo.”

Charlie lo sapeva che dentro di sé la sua amica stava gongolando dalla gioia e che stava cercando di trattenersi perchè lei non amava le espressioni emotive esagerate.

“Hai ragione, prometto di non essere più di pietra e di sforzarmi di essere più simpatica, ok?”

Zoe improvvisò un balletto mentre Charlie si copriva con gesti teatrali il viso, vergognandosi.

Matt che si stava avvicinando a loro sorrise vedendole, erano così diverse ma sotto certi aspetti così uguali che nessuno riusciva a capirle; erano sempre così vicine, ma non troppo perchè Charlie voleva sempre stare un po' lontana, da tutti, in generale.
Zoe era sempre così prolissa, parlava anche quando non doveva, riempiva i vuoti di tutti, i suoi, quelli di Charlie e una volta anche quelli Harry, era simpatica, a volte appiccicosa, ma pure sempre dolcissima.
Una volta si erano pure baciati, ma poi entrambi si erano resi conto che no, non si piacevano affatto; al contrario, Matt odiava i suoi capelli liscissimi e mori, ed odiava anche i suoi occhi marroni profondi, odiava i suoi fianchi morbidi, non grossi, morbidi e accettava di buon grado il suo sedere sodo e la sua terza abbondante.
Ma odiava il suo arrossire per un complimento, la sua sfacciataggine incostante ed il suo essere ingenua.
Forse apprezzava di più il fisico asciutto di Charlie, forse troppo magra, o forse semplicemente giusto; forse amava la sua riservatezza rispetto le questioni personali ma la sfacciataggine
costante quando si parlava del resto.
Odiava invece il suo essere così lunatica, passava da momenti di rabbia incontrollata e spesso ingiustificata, a momenti di totale dolcezza a volte fastidiosa. In particolare mentre aveva il ciclo, diventa davvero insostenibile, soprattutto i suoi cambi d'umore repentini; il tutto però era smorzato dal mal di pancia ed il mal di testa, che per la maggior parte del tempo la tenevano buona.
Sean l'avrebbe ucciso se solo avesse provato a sfiorarla e quindi si limitava a fare qualche battutina qua e là, nulla di troppo esplicito, ma nemmeno nulla di davvero implicito.
La verità è che se le sarebbe scopate entrambe.
Tutti probabilmente avevano il desiderio di farlo.

“Ragazze!”

Entrambe si girarono, ma solo Zoe si buttò al suo collo per salutarlo.

“Grazie per avermi fatto dormire nel tuo giardino sabato.” gli disse ironica la mora, mentre Matt sghignazzava.

“Bellezza, non sei un peso piuma.”

Zoe si ritirò con un'espressione da finta offesa, mentre gli altri due risero.

“Comunque, ho una bella notizia per te.” disse rivolto a Zoe, mentre entrambe le ragazze si avvicinarono incuriosite.

“Stasera tutti a casa mia.” disse con entusiasmo Matt, battendo le mani.

“Sai che novità.” disse annoiata Charlie, confusa leggermente.

“Zoe..- Matt sorrise -ci sarà anche Harry.”

Zoe rimase immobile, mentre mille emozioni dentro di lei si facevano largo; confusione, mille domande, felicità, malinconia, mille farfalle in pancia, paura.
E il viso di lui, i suoi capelli ricci, mori, i suoi occhi trasparenti, le sue spalle larghe, il suo sedere sodo, il torace così largo, i suoi abbracci, i suoi baci, le sue carezze, i suoi pianti, i suoi rimproveri, le sue risate, le sue fossette, dio le sue fossette ed anche i suoi consigli, le sue finte gelosie.

“Harry?” sussurrò senza fiato.

“Chi?” chiese confusa Charlie.

Si, quel Harry.”


 

“Harry è..Harry.”

“Ora si che ho capito.” disse sarcastica Charlie, davanti all'espressione estasiata di Zoe.
Non sapeva se la innervosiva di più il silenzio dato dal trans in cui era caduta la sua amica, oppure la curiosità che le stava mangiando lo stomaco pezzo per pezzo.

“Chi diavolo è Harry?” chiese di nuovo, forse per la decima volta.

“Harry è un mio amico.”

Charlie stava per scoppiare, se lo sentiva, mancava pochissimo e sarebbe esplosa, una bomba atomica, una bomba ad orologeria; una delle cose che più la infastidivano era ripetere le domande, era convinta che ne bastasse una e una semplice risposta, ripetere le domande la faceva sentire invisibile, come se non fosse abbastanza importante da essere ascoltata.
Zoe era senza parole, quella sera avrebbe rivisto Harry, il bambino della porta accanto, quello che conosceva da praticamente sempre, il bambino a cui fregava le figurine dei calciatori da piccola, quello che l'aveva portata in discoteca per la prima volta, quello che l'aveva ospitata la prima volta che era stata ubriaca, quello che le aveva aperto gli occhi su quello stronzo di Jess, quello che l'aveva baciata per la prima volta perchè 'la prima volta è importante', quello che le era stato fratello, amico, zio, padre, madre, nonno, tutto.
Quello che le aveva spiegato come si faceva sesso e quello a cui aveva spiegato come si faceva l'amore; quello che l'aveva accompagnata a fare il piercing all'ombelico e quello che l'aveva portata all'ospedale quando aveva fatto infezione.
Quel Harry, che l'aveva difesa davanti a tutti quando veniva presa in giro per qualche kg in più, quello che la aiutava con i ragazzi.
Quello che le era rimasto sempre amico, sempre amico e solo amico. Erano loro due, due fratelli mancati.

E poi si erano persi, a lui era mancata lei e di conseguenza aveva perso anche Zoe; son quelle cose che succedono, che non vorresti ma accadono.

Ma lui era lì, era tornato. Non solo fisicamente parlando. Era tornato lui, il suo lui e non c'era cosa più bella.

“Ti spiegherò tutto, te lo prometto.” disse Zoe.

“Quando?” chiese Charlie, un po' scocciata.

“Questo pomeriggio, te lo giuro.”

Charlie annuì, era abituata ad aspettare.

Aveva aspettato ben due anni per mettersi un piccolo dilatatore all'orecchio perchè i suoi genitori non volevano, aveva dovuto aspettare i diciotto anni per trasferirsi a casa da suo fratello Sean, aveva dovuto aspettare quindici anni per conoscere Zoe, sedici per conoscere Matt e diciotto per poter conoscere questo tipo, Harry.
Charlie aveva dovuto aspettare sempre mille cose ma fortunatamente non aveva mai aspettato nessuno e non perchè non voleva, bensì perchè non ce n'era stato bisogno, erano gli altri che correvano dietro a lei, che l'aspettavano qualunque cosa lei facesse. In ogni caso comunque probabilmente lei ad aspettare non sarebbe stata capace mai.


 



Ciao, eccomi di nuovo :)
Grazie a chiunque abbia letto!
A presto

  
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