« Si
colpiranno i fratelli
e l'un l'altro si daranno la morte;
i cugini spezzeranno
i legami di parentela;
crudo è il mondo,
grande l'adulterio.
Tempo d'asce, tempo di spade,
gli scudi si fenderanno,
tempo di venti, tempo di lupi,
prima che il mondo crolli.
Neppure un uomo
un altro ne risparmierà. »
(Edda poetica - Völuspá
- Profezia della Veggente)
Cimitero di Green-Wood
-Giugno 2016-
Nuvole
basse, vento freddo, è giugno, ma sembra pieno inverno.
La ragazza alza gli occhi al cielo, una
smorfia le increspa le labbra.
Il sole è scomparso da circa un anno, ma abituarsi è difficile. Si stringe nel
cappotto e torna a risalire la collina. La cappella di famiglia è costruita su
un altura che da su un tappeto di croci bianche con vista sulla Statua della
Libertà.
Si staglia contro un cielo grigio carico di
pessimi auspici, la ragazza si ferma, prende un bel respiro, c'è
qualcuno davanti al cancello carico di fiori e peluche.
Un bambino che cerca di sbirciare fra le inferriate.
Lo fissa.
Sono passati tre anni, ma Iron Man non è stato
dimenticato.
-Cosa ci fai qui?-
Il bambino sussulta, si volta e lei sorride osservando la sua maglietta.
Merchandising fantascientifico.
- Vuoi entrare? -
Gli occhi del ragazzino indugiano sul viso della donna di fronte a lui. La
conosce, tutti la conoscono, e non riesce a credere di essere lì di fronte a
lei.
Rescue, l'erede di Iron Man.
Noelle Moore,
la figlia di Tony Stark.
-Mi piacerebbe.-
Noelle annuisce.
In questi tre anni non è cambiata molto.
Ha sempre il viso pieno, da bambina, anche se ormai ha ventotto anni. Ha sempre
quei ricci scarmigliati e gli occhi scuri da cerbiatta. Ha messo gli occhiali,
ecco. In questo è cambiata.
E non sorride più .
Noelle supera il bambino e la sua maglietta rossa.
Ci sono stampati sopra Iron Man e Rescue .
Si vendono sogni nel negozio infondo alla strada, quindici dollari massimo.
Il lucchetto scatta, Noelle infila le braccia fra le
sbarre del cancello per afferrare la catena per evitare che cada a terra, la
sfila e la lascia cadere a terra.
L’erba secca scricchiola sinistra.
Il bambino entra per primo, Noelle non riesce a guardare
la sua maglietta.
Nella foto che Pepper ha scelto per la lapide Tony sorride.
Il bambino preme le labbra una contro l’altra. E’ buio il momento in cui ti
rendi conto che i tuoi eroi non sono immortali, che sono fatti di carne e
sangue proprio come te.
Il bambino tocca la foto, infila una mano in tasca e spinge
un biglietto nella fessura fra la lapide e il loculo. Noelle sgrana gli occhi,
il bambino la ringrazia prima di andarsene.
“Grazie per avermi salvato
la vita.
Ti voglio bene.
Harley[i]”
In questi
tre anni il mondo è cambiato in peggio, ma la riconoscenza no, non è ancora scomparsa.
Noelle sorride , piega di nuovo il biglietto e lo
spinge con forza nella fessura fino a che non sparisce e lo sente cadere dall’altra
parte.
-A domani papà.-
Midtown
-Giugno 2016-
Nuvole.
Pioggia. Freddo. Nuvole. Neve. Freddo.
Le stagioni ormai sono solo nomi, il
sole è sparito dai cieli. Il giorno è fatto di una grigia luminosità che rende
tutto freddo e asettico, la notte è buia e senza stelle. Quella cappa di nuvole nere che ha coperto la terra come un
pugno sembra diventare ogni giorno più fitta e scura.
Quasi palpabile.
Clint starnutisce mentre un uomo con un cartello in spalla gli passa accanto
agitando un campanaccio. Urla che la fine del mondo è vicina, che il Secondo
Avvento è prossimo e altre stronzate bibliche.
Clint vorrebbe ridere, ma non riesce.
Perché ormai tutti quanti sanno che c’è
qualcosa che non va nel mondo.
Qualcosa di grosso, qualcosa di oscuro.
Apocalittico.
Clint infila una moneta e prende una
copia del giornale dal raccoglitore.
Il Times è diventato un elenco di disgrazie e
necrologi, la conta delle vittorie del Fimbulvetr sul mondo.
Omicidi, stupri, violenze e poi disastri
naturali.
Intere montagne che vanno giù come castelli di carte, città sommerse.
Venezia non esiste più da quasi due anni. Amsterdam è sul punto di
raggiungerla.
Clint sospira da sopra il giornale che tiene fra le mani, le dita intirizzite
dal freddo.
E’ giugno , ma sembra ancora pieno inverno.
Soho
-Giugno 2016-
Anthony Stark JR. è un
bambino grassottello e sempre felice.
Ha i capelli neri del papà, gli occhi azzurri della mamma, e una smodata
passione per i mattoncini LEGO.
Phil Coulson lo guarda costruire la sua torre con un accenno di sorriso sulle labbra,
sembra la Stark Tower a
vederla da lì e non è detto che non lo sia.
Perché quel bambino è già schifosamente intelligente come tutti quelli che
hanno il sangue Stark nelle vene.
-Ti va di fare merenda Tony?-
Phil Coulson è
nato per fare il padre, forse è per questo che Pepper
ha deciso di rimanere a vivere lì con lui, in quella vecchia mansarda che da’
sul quartiere degli artisti, la Stark Tower ricostruita da Noelle
un miraggio in lontananza oltre il vetro della finestra.
Il bambino gli corre incontro, a volte sembra somigliare solo a Tony, altre
volte solo a Pepper.
Questo è uno di quei momenti in cui sembra la copia in terra di suo padre.
Phil lo prende in braccio e inspira profondamente il suo buon odore.
-Phil!-
La voce di Pepper gli arriva agitata dall’altra stanza.
Phil appoggia Tony sul pavimento e prende il cellulare dalle sue mani.
-Coulson.-
Nex
Mexico
Giugno 2016
-PHIL! WORMHOLE[ii]! REGISTRATO! PERSONA
DENTRO!-
Jane Foster sa di sembrare una pazza, ma
la capacità di Darcy di trascinarla nella sua
follia, negli anni, non è mai venuta meno . Cerca di scrollarsela di dosso
agitando le spalle, ma quando è così in sovreccitazione, quando urla e
strepita a quel modo, è difficile comunicarci con qualsiasi metodo si tenti.
Parole, gesti, segnali di fumo.
Tutto inutile.
-SMETTETELA DI GRIDARE NON VI
CAPISCO!-
Jane schiaccia una mano sulla bocca di Darcy che le
scocca un immediato sguardo offeso -Phil abbiamo registrato un wormhole,
dentro c’era una persona.-
-Loki?- Il sussurro di Phil ha il potere di far
scurire Pepper.
-Lo crediamo. I nostri due asgardiani sono ancora qui
e nessun’altro del loro gruppo s’è unito.-
Cimitero di Green-Wood
-Giugno 2016-
Harley chiude il giubbotto sulla sua maglietta rossa e piega il capo in avanti. L’autobus è in
ritardo.
Passa il perso del corpo da un piede all’altro, alza gli occhi al cielo.
E’ giugno, ma sembra pieno inverno.
Ha visto la tomba del suo eroe, ha visto l’eroina che ha preso il suo posto, ma
non è felice.
Aveva gli occhi tristi quella ragazza.
-A che ora passa l’autobus?-
-Dovrebbe già essere qui.-
Harley risponde senza pensare, poi alza la testa.
C’è un uomo accanto a lui, un berretto da baseball calato sul capo a coprire il
viso e un giubbotto di panno pesante ad infagottarlo.
Ma basta quel pizzetto attorno alle labbra per attirare l’attenzione del
bambino.
-ODDIO!-
FINE CAPITOLO
Nella speranza che questo capitolo sia di vostro gradimento, un saluto dalla
vostra devotissima Ino chan.
[i] Non c’è bisogno che dica chi è Harley, vero?
[ii] Un ponte di Einstein-Rosen
o cunicolo spazio-temporale, detto anche wormhole (in italiano letteralmente "buco di verme", ma tradotto in modo poco attinente col termine galleria di tarlo o cunicolo di tarlo), è una ipotetica caratteristica topologica dello spaziotempo che è essenzialmente una "scorciatoia" da un punto dell'universo a un altro, che permetterebbe di viaggiare tra di essi più velocemente di quanto impiegherebbe la luce a percorrere la distanza attraverso lo spazio normale. [FONTE WIKIPEDIA]