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Autore: I am in love with a train    10/06/2013    1 recensioni
Storia ambientata nel periodo in cui i my chemical romance hanno aperto alcune delle date dell'american idiot tour dei green day... e niente, spero solo che vi divertiate a leggerla tanto quanto mi sono divertita io a scriverla :3
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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La mattina dopo, Billie Joe Armstrong si svegliò al dolce suono della sua sveglia, che prontamente scaraventò dall’altro lato della stanza, ricordandosi solo poi che poteva semplicemente spegnerla, e ricordandosi anche che lui non aveva sveglie, e che quello che aveva appena fatto scontrare con il muro era il suo cellulare.
-Ops-
Si alzò dal suo comodo giaciglio e si chiuse nel bagno, nel quale passò un tempo indeterminato che va dai dieci minuti alle due ore, per poi uscire profumato e fresco come una rosa.
Lo stesso fece Gerard Way, che, una volta pronto per affrontare una nuova magnifica giornata, uscì dalla sua stanza, poiché doveva incontrarsi nella sala adibita a ristorante con gli altri quattro componenti dei My Chemical Romance, per fare colazione.
Ma non appena mosse il primo passo fuori dalla porta, andò a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno.
-Ehi! Stai attento!-
-Io, ehm, mi scusi… anche lei, però, la prossima volta guardi dove va!- Billie Joe, nell’udire quella voce, ebbe un sussulto: la conosceva, e anche troppo bene.
Pian piano, sentì la rabbia montargli dentro, alzò lo sguardo e puntò in faccia a Gerard il suo indice sinistro.
-TU!!! Ci rincontriamo, eh??-
-Cosa?? Avevo detto chiaramente a Frank niente vocalist impertinenti ed egocentrici!! Ora mi sente!!!-
-Impertinente a chi, emo da quattro soldi??! Impara a portare un po’ di rispetto alle persone più grandi di te!!-
-Ma se abbiamo solo cinque anni di differenza!!!!-
I due andarono avanti ancora per un po’ a lanciarsi insulti, fino a che non intervenne un inserviente a ristabilire l’ordine.
-E ora che fai, mi segui??-
-Armstrong, sappi che non ti sto seguendo, sto semplicemente scendendo a fare colazione!!-
Entrambi entrarono nel ristorante dell’hotel e si diressero ciascuno verso i restanti componenti dei propri gruppi, che scoprirono tutti allo stesso tavolo.
-Frankie, cosa ti avevo detto??- Gerard iniziò a battere un piede a terra, innervosito.
-Gee, tesoro…-
-TESORO UN CORNO!!!- il povero Frank sobbalzò al grido del cantante, che aveva appena acquisito una vocina molto acuta e molto poco mascolina.
-Ehm, vedi, io ho fatto del mio meglio ma…-
-Puoi scordarti delle tue solite palpatine sul palco-
-Ma..!-
-Fallo, e rimarrai evirato a vita- il chitarrista impallidì di colpo, e si fece piccolo piccolo sulla sedia sulla quale era seduto.
-Vedo che Billie non è l’unico a usare questo genere di ricatti…- si lasciò sfuggire Mike, dall’altra parte del tavolo.
-Cosa?!-  chiesero in coro tutti gli altri, che potevano anche essere scemi ma sordi non erano.
-No nulla. Su, andate avanti a mangiare!-
Per tutta la durata del pasto, nessuno osò aprir bocca, più che altro per paura di uscire dalle grazie di Billie e Gerard, i quali avevano ancora i nervi a fior di pelle.
-Pat ha detto che domani dovremo andar giù un po’ prima, si è verificato un problema e non vuole che ci siano intoppi per questo- alla fine, Jason White si decise a rompere il ghiaccio.
-Anche noi dobbiamo venire prima?- chiese allora Ray Toro.
-Sì, dopotutto voi aprirete il concerto, siete essenziali!- il chitarrista capì che doveva restare zitto, poiché il suo vocalist gli aveva riservato un’occhiata che lo avrebbe potuto uccidere se solo lo avesse voluto.
-Ragazzi, insomma, perché tutto questo silenzio? Qualsiasi problema ci sia tra voi due non è affare nostro!- ma non appena Trè Cool pronunciò queste parole, venne a sua volta fulminato dallo sguardo di Billie.
-Sì cioè… si può risolvere pacificamente qua!-
-Io non risolvo un bel niente! È lui che ha iniziato, quel Gerard o come caspita si chiama! Pensa di poter stare al centro dell’attenzione! Ma si da il caso che qui caro mio, la star che la gente acclama sia io!-
-Sentite, perché non sistemate il tutto con una bella sfida? Tanto, la competitività ce l’avete entrambi…- propose Mikey Way, che fino a quel momento era rimasto in disparte a finire a testa bassa ciò che aveva nel piatto.
-Ottima trovata amico, così magari la finiranno!- aggiunse infine Trè.
Billie e Gerard si guardarono un attimo negli occhi e annuirono, segno che avevano accolto la sfida molto volentieri.
 
-Mh… e che ne dici di questo?-
-Mh…-
-Mikey? Non stai neanche guardando!!-
-Ma per il semplice motivo che la trovo una cosa inutile…-
Gerard si voltò imbronciato e rosso in viso, e iniziò a minacciare il fratello con lo sguardo.
-Nel senso che stai bene con qualsiasi cosa addosso, quindi è inutile che io stia qui a consigliarti!-
Era quasi un’ora che erano entrambi chiusi in quella camera d’albergo, e Way Senior non aveva alcuna intenzione di lasciare andare il più piccolo; aveva messo a soqquadro l’intera stanza, tirando fuori vestiti su vestiti da quell’armadio a muro senza fondo (o almeno così sembrava, visto che il cantante continuava a far apparire roba neanche fosse la borsa di Mary Poppins) e la cosa più incredibile era che nessuno pareva andargli a genio per l’uscita di quella sera. Perché sì, quella sera sarebbero usciti lui, Frank, Mikey, Billie e Mike (i restanti componenti dei gruppi avevano rifiutato la proposta, dicendo di avere “impegni” ben più importanti, e perché non volevano sentire tutta la serata i continui battibecchi dei due frontman, ai quali avrebbero tentato di non far caso ubriacandosi) come dei normalissimi amici, o come due coppie di fidanzatini con in aggiunta il disgraziato di turno che se li deve sopportare.
Ed era ciò che volevano Gerard e Billie, poiché si erano accordati per una sfida indiretta, cioè che si sarebbe compiuta ma senza farlo notare: insomma, anche quell’uscita sarebbe stata un pretesto bello e buono per misurarsi tra di loro.
-In ogni caso, penso metterò questi… tu che ne dici?- riprese a frugare nel montone di vestiti, e ne tirò fuori una maglietta degli Iron Maiden con sopra una giacca di pelle e dei jeans aderenti (direi troppo aderenti).
-Tu mi hai fatto stare qui UN’ORA per poi metterti le prime cose che avevi provato?? Tu non sei normale, e giuro che è l’ultima volta che ti do una mano per queste cose!-
-Fa come vuoi, tanto poi lo so che non sai dirmi di no…- sull’orlo di una crisi di nervi, Mikey uscì a grandi passi dalla stanza, lasciando il fratello a prepararsi esteriormente e psicologicamente per le ore a seguire.
 
-Che cazzo Billie, esci o no da questa fottuta stanza??- Mike fece la sua entrata nella camera del suo vocalist furioso, un po’ perché non aveva tutto questo piacere di uscire quella sera, e un po’ perché era da più di mezz’ora che chiamava l’amico dicendogli che avrebbero fatto tardi.
-Un momento… Mickey, dimmi che sono bellissimo- Billie si avvicinò a lui con aria sconsolata.
-Sì, sei bellissimo, ora muovi quel culo e andiamo!-
-Più convinto!-
-Sei bellissimo, favoloso, un dono del misericordioso e buon Dio fatto a noi mediocri esseri umani… adesso esci!-
-Ok ok, sono qui…- il più piccolo oltrepassò il biondo sistemandosi un’ultima volta i capelli, ma si fermò, fissandolo un po’ e sorridendogli con fare superiore. Quest’ultimo ebbe un forte impulso di strangolarlo, ma si trattenne; dopotutto, era il suo nanetto, non gli avrebbe mai fatto realmente male. 

-Ciao!-
I cinque si ritrovarono fuori dall’hotel, e da lì avrebbero fatto un po’ di strada a piedi, curiosi di scoprire quella città nei pochi giorni che avevano a disposizione.
Rimasero per un po’ in silenzio mentre camminavano illuminati solo dai lampioni ai bordi delle strade, scambiandosi ogni tanto qualche occhiata come a esortarsi per iniziare un discorso di senso compiuto.
-Uhm… allora… cosa ne pensate della costa est?- buttò lì Frank, per poi rimproverarsi mentalmente per la banalità di quella domanda.
-Uh, beh… non male, solo che di qua fa più freddo che in California-
-Siamo ad aprile, non fa neanche più così tanto freddo… dovreste sentire in inverno!- quel discorso lo stavano mandando avanti Frank e Mike, con dei semplici botta e risposta che avevano l’utilità di riempire il vuoto con un po’ di rumore (della serie che anche una gara di rutti sarebbe stata adatta).
Dopo un po’ si fermarono in un bar a prendere un caffè, poichè fuori il vento si stava alzando e loro stavano congelando.
Si sedettero a un tavolo, sui divanetti, Frank, Gerard e Mikey da una parte, e Billie e Mike dall’altra. A un certo punto Way Senior poggiò la testa sulla spalla del chitarrista, come a fargli capire che si stava stufando.
-Tutto bene?- lui in tutta risposta gli carezzò i capelli e gli avvolse con un braccio la schiena, stringendolo.
-No-
-Perché, cos’hai?- Gerard lo fissò sconcertato.
-Frank, sei proprio ottuso-
-Ma Gee…-
-Oh su, non fare così, io scherzavo…- gli passò un dito sotto il mento, così da poterlo guardare negli occhi; gli sorrise dolcemente e fece sfiorare i loro nasi, facendo scappare al più piccolo un sorrisino lusingato.
Nel frattempo, dall’altro lato del tavolo, Billie stava osservando disgustato quella scena, chiedendosi come faceva un esserino tanto dolce e indifeso (??) come Frank a sottostare al volere di quel mostro che gli era affianco e addirittura ad… amarlo.
-Mickey… potresti essere così dolce anche te ogni tanto- il vocalist scagliò al biondo un’occhiataccia, facendo sentire tutto il suo disappunto.
-Billie caro…- disse prendendogli il mento tra pollice e indice –io non sono una checca isterica come il tipo che ti sta di fronte e il cavaliere che lo accompagna- sorrise ironico, e tornò a godersi la tazza di caffè che ancora gli stava davanti.
In tutto questo il povero Mikey era rimasto in disparte, nascondendosi nel suo cappotto per non vedere gli amoreggiamenti dei due che gli stavano affianco.
-Comunque… non si parla?-
-Pritchard, non rompere i coglioni che come vedi sono impegnato- disse Gerard, rimanendo sempre avvinghiato a Frank, per poi tornare a ispezionare la bocca di quest’ultimo.
-Ehi, frocietto della mia minchia, non ti permetto di rivolgerti così al mio Mike!- gli urlò contro Billie su tutte le furie.
-Calmino nano! Abbassa le arie!- dopo quello Joe non ci vide più. Tutto potevano dirgli, ma fare riferimento alla sua (molto) modesta altezza proprio no. Da lì iniziarono a prendersi a insulti, sotto gli occhi scioccati degli altri tre.
-Diva del cazzo!-
-Teletubbies!-
-Puttana!!-
-Ma Gee è un maschio!- s’intromise confuso Frank.
-Questo è ciò che pensi tu!-
-Cooosa?? Razza di… ignobile… io… fottuto… Frankie!!- scoppiando in un pianto isterico si gettò tra le braccia del suo salvatore, colui che c’era sempre; questo lo strinse un po’ e lo fece calmare, sotto le risa sommesse di Billie, che si era permesso di farlo piangere: non ci vide più.
-Ciccione-
-E questo è il tuo massimo d’insulto?- iniziò a ridere anche Mike, stroncato dall’ingenuità di quel ragazzo.
Il suo vocalist però non la pensava così: una lacrima si fece largo sulla sua guancia, e affondando il viso nel petto del biondo, cominciò a singhiozzare convulsamente (anche lui).
-Dai Billie, non dare ascolto a quel cretino, non sa quello che dice… tu sei solo morbido…- iniziò una guerra di sguardi tra Frank e il biondo, entrambi adirati e in pena per i loro amori.
-Ragazzi…- iniziò Mikey, senza sapere neanche lui come andare avanti –volete-volete tornare in albergo?-
A quel punto Gerard si ricompose, asciugandosi alla bell’è meglio le lacrime e tirando su con il naso, per poi alzarsi e sistemarsi il giacchino, dissimulando il suo crollo emotivo.
-Volentieri… Frankie dai, alzati anche tu…- tirò un po’ il più piccolo per un braccio, che aveva messo radici su quel divanetto; a detta sua erano molto comodi, anche se credeva che ciò fosse dovuto soltanto alla presenza di quel vampiro sexy del suo ragazzo: era come se quest’ultimo fosse stato una calamita, e lui era un pezzo di ferro che, costretto dalla forza magnetica, gli stava attaccato; lui era il sole intorno al quale la sua vita girava, e senza il quale non avrebbe potuto vivere: Gerard era il suo mondo, il suo tutto.
-Frank, sto parlando con te!-
-Eh cosa?-
-Ti ho detto che ora andiamo! Ma mi ascolti quando parlo?-
-Si scusami tesoro…- Frank si alzò e per scusarsi lasciò un tenero bacio sulla guancia dell’altro, che accettò di buon grado.
-Mmh, non ti preoccupare… però prima di andare…- acchiappò la tazza di caffè che ancora fumava sul tavolo e con un colpò deciso lanciò il contenuto in faccia a Billie, che si era un attimo staccato da Mike per capire meglio cosa stava succedendo.
Il vocalist, sconvolto e anche leggermente dolorante per quel liquido che ancora caldo gli era finito addosso, si alzò di scatto e tentò di afferrare il giacchino di Gerard, che però si scansò e camminò spavaldo fino all’uscita del locale: –E ricordatevi di pagare il conto!- aggiunse prima di scomparire assieme a Frank e Mikey. 





Eccomi con un altro capitolo! :D è un po' più lungo del precedente, contenti? *passa palla di fieno* eehm... beh, ho voluto pubblicarlo oggi questo capitolo perchè.... beh da domani fino a settimana prossima mi sa che non avrò neanche il tempo per respirare, e mi dispiaceva far aspettare tanto :3
Vabbè... ora vado, ma voi, voi tutti che leggete, ricordatevi una cosa: leggere=commentare è.é perchè scusate, voglio sapere se devo andare avanti a scrivere questa storia oppure darmi all'ippica u.u ("la seconda credo sia l'opzione migliore" nd tutti)
Bye! :D
  
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