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Autore: EmmaAlicia79    11/06/2013    1 recensioni
Raccolta di flash o oneshot (vedremo ^_^) dove la nostra Debbie-tutto-fuoco commenta, ama, strapazza, descrive o prende spietatamente per il culo tutti gli uomini che sono passati attraverso la sua vita o che tutt'ora la frequentano.
Un punto di vista di parte, se vogliamo, o non obiettivo, a volte sopra le righe, ma totalmente sincero e disinteressato! Così è Debbie!
Nota: potrebbe essere scontato, ma preferisco specificare: il punto di vista è della Sig.ra Deborah Jane Grassi Novotny, per cui scrivo come fossi lei. I miei pareri possono o non possono collimare con i suoi, ma qui non è EmmaAlicia79 che parla, ma la nostra rossa preferita, per cui… Ricordatevi di non mischiare le carte ^_^!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Deborah 'Debbie' Jane Grassi Novotny, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Raccolta di flash o oneshot (vedremo ^_^) dove la nostra Debbie-tutto-fuoco commenta, ama, strapazza, descrive o prende spietatamente per il culo tutti gli uomini che sono passati attraverso la sua vita o che tutt'ora la frequentano.
Un punto di vista di parte, se vogliamo, o non obiettivo, a volte sopra le righe, ma totalmente sincero e disinteressato! Così è Debbie!
Nota: potrebbe essere scontato, ma preferisco specificare: il punto di vista è della Sig.ra Deborah Jane Grassi Novotny, per cui scrivo come fossi lei. I miei pareri possono o non possono collimare con i suoi, ma qui non è EmmaAlicia79 che parla, ma la nostra rossa preferita, per cui… Ricordatevi di non mischiare le carte ^_^!


Conobbi Danny Devore quando ero al liceo.
Era un amico di mio fratello: già all'epoca era un istrione: gli piaceva essere al centro dell'attenzione ed esibirsi.
Per un periodo ci frequentammo, e poi, complice l’amore libero di moda a quei tempi, qualche canna di troppo e la mia incoscienza, finimmo a letto insieme.
Poco dopo mi accorsi di essere incinta: eravamo solo io e mio fratello, Danny aveva “scoperto” di essere gay, se n’era andato da Pittsburgh per diventare una star altrove, ed eravamo solo io, Vic e quel piccolo frugoletto che mi stava crescendo dentro.
Dovevo fare qualcosa, dovevo decidere qualcosa.
E lo feci.
Lo avrei tenuto, avrei provveduto a quel bimbo capitatomi fra capo e collo, e avrei fatto di tutto per farlo crescere sano e felice.
Anche a costo di inventargli un genitore.
Su un giornale trovai un elenco di caduti in Vietnam. Pescai un nome a caso. Quello sarebbe stato il padre di Michael.
Così fu per i trent’anni che seguirono… E che nessuno osasse anche solo metterlo in dubbio!
Andò tutto bene finché quel benedetto ragazzo di Ted se ne venne fuori con la serata di beneficienza per l’associazione che preparava pasti caldi per i malati terminali di Aids.
L’evento richiedeva un nome importante, qualcuno che attirasse partecipanti e conseguentemente donatori sani di dollari.
Non sapevano chi chiamare, data la scarsità di “aderenze” vip di tutti quanti, quando l’altro “benedetto” ragazzo che è Emmett (quei due sarebbero capaci di scatenare uno tsunami di proporzioni epiche soltanto sbattendo un cucchiaino su un tavolo, maledizione a loro!) se ne venne fuori facendo notare che in città c’era una personalità di grande richiamo, in zona per un suo spettacolo, e che avrebbe sicuramente portato del pubblico alla serata.

Divina Devore, la regina delle Drag Queens.
Alias Danny Devore.

Quando lo seppi, mi cadde il mondo addosso. Se Michael avesse saputo, se solo avesse scoperto… No, non doveva accadere. Non si sarebbe più fidato di me. Mai più.
Lì per lì, non feci in tempo a fare niente, perché gli eventi precipitarono: i ragazzi si recarono più volte da Danny per chiedergli di partecipare alla serata, mio figlio conobbe suo padre, anche se non lo sapeva, e Danny fece due più due, venendo a sapere di chi Michael fosse figlio e quanti anni avesse. Inoltre, il ragazzo, spinto da un’ingenua voglia di saperne di più, aveva pure ripescato un mio vecchio annuario, con la foto di Danny/Divina in bella mostra.
A quel punto, dovevo fare qualcosa.
Andai da Danny a parlargli, e sperai che capisse. Ma lui aveva già capito, aveva capito anche troppo.
Me ne andai, sperando che il suo buonsenso lo convincesse a non fare sciocchezze.
Seppi poi che mio figlio tornò a trovarlo, volendo ostinatamente fare luce sui suoi natali (e, in fondo, chi poteva biasimarlo?). In precedenza, avevamo anche discusso su quell’argomento e, visto l’esito del confronto, a quel punto ero pronta a tutto.
Quando Michael rientrò, io stavo riponendo le finte memorabilia militaridel suo fantomatico “padre”, arresa.
Non so cosa Danny e lui si fossero detti, e soprattutto cosa il primo avesse detto al secondo; so solo che quando iniziai la frase: “La verità è…” lui proseguì al posto mio:
- … Come hai detto tu. Mio padre… E’ il Tenente John Michael Novotny, morto in Vietnam il Dieci Aprile 1970, ucciso solo due settimane dopo la mia nascita, quando la jeep che stava guidando finì su una mina anticarro nella giungla durante una missione di salvataggio. Giusto, mamma?
Sorrideva.
- … Giusto.
- Per il suo gesto eroico, ha ricevuto la medaglia al valore. - chiosò, riponendo la targa farlocca al suo posto, sulla mensola, quando io stavo per buttare tutto.
Proseguii la storia, guardando mio figlio teneramente, e dicendo:
- Le sue ultime parole sono state: “Dite a mio figlio che l’amo più della mia stessa vita…”
E Michael concluse per me, perché la sapeva a memoria, quella storia; quella storia finta, falsa dall’inizio alla fine, ma che in un certo qual modo rispecchiava la verità, specialmente in quell’ultima frase, che fosse pronunciata da me o da Danny indistintamente.
In quel momento ci guardavamo negli occhi, io e il mio frugoletto trentenne. Due sguardi che dicevano tanto, dicevano tutto.
Il suo diceva che non importava, che sapeva, ma che andava bene così, che non mi odiava e che mi avrebbe comunque voluto bene, perché “capiva”.
Il mio diceva che decidere di tenerlo, decidere di crescerlo da solo era stata la decisione più facile che avessi mai preso in vita mia, e il regalo più bello che mi sia mai fatta.
- “… E che sarò sempre orgoglioso di lui”.
Sempre, figlio mio; ricordalo.
Sempre.


Ciao a tutti!!!
Eccomi con un altro dei miei aggiornamenti al ritmo da bradipo in coma, come dico
sempre. Ma dico sempre anche che porterò questa raccolta alla fine, e lo farò.
Questa volta è il turno di Divina Devore, alias Danny, alias padre biologico di Michael.
Ho trovato quella puntata molto toccante (la 2x13, se a qualcuno interessasse), il personaggio di Divina è eccezionale, e Michael per una volta si è comportato da adulto maturo e ragionevole, piuttosto che da frustrata col ciclo come sempre lo hanno fatto apparire.
Questo personaggio era troppo importante per la vita di Debbie, perciò, anche se gli è stato dedicato soltanto un episodio, ho trovato giusto includerlo nella raccolta.
Che dire oltre?
Attendo i vostri commenti (anche se si trattasse di virtuali uova marce per il mio mega ritardo XD)!
Alla prossima puntata.
Un abbraccio!
Cate
PS: se il font o i caratteri risultassero lievemente diversi rispetto agli altri capitoli, è perché momentaneamente sono su altro pc (al mio si è fulminata la tastiera e al momento non ho tempo per portarlo a riparare); quando potrò rimettere per bene le mani sull’html, eventualmente editerò il formato, ma spero sinceramente che non ce ne sia bisogno. Ho sudato come un porco per lavorare su quest'altro pc (internet explorer è il male), e spero di aver fatto tutto giusto!

  
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