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Autore: Chilemex    13/06/2013    5 recensioni
"Ed è quando vieni chiamato per compiere una missione per il futuro del canale, che devi dimostrare di essere un vero Bro!"
Michele, semplicissimo adolescente appassionato di videogiochi, si ritroverà all'improvviso nel canale di PewDiePie, in compagnia di PewDiePie stesso, e gli verrà richiesto un aiuto molto significativo, dal quale dipenderà il vero e proprio futuro dell'intero canale e di tutti coloro che lo popolano.
È il momento, per Felix e Michele, di affrontare un'avventura nuova, pericolosa... Ed esilarante!
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: CutiePieMarzia, PewDiePie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eravamo finiti di nuovo in un tunnel luminoso, identico a quello in cui eravamo stati prima io e Pewds, solo che ora c’erano anche Marzia e Maya. E anche stavolta stavamo cadendo nel vuoto, attraverso quel portale bianco di cui non vedevamo già più l’entrata.
Stavolta ero decisamente più rilassato della volta precedente, e soprattutto mi stavo divertendo di più, spensieratamente. D’altronde, ora che avevamo trovato Marzia (che, ci scommetto, era la persona che Felix voleva ritrovare più di chiunque altro), le cose sembravano proseguire per il verso giusto.
Mentre cadevamo, sentii la voce di Marzia provenire da poco più avanti.
«Pewds, non hai assolutamente idea di dove stiamo andando, vero?»
Lui, che mi seguiva in caduta libera, rispose ridendo: «Ovviamente no! È abbastanza impossibile da prevedere… Però guarda, ci siamo!»
Effettivamente, guardando più avanti, era già possibile vedere la fine del tunnel e il luogo in cui stavamo per atterrare.
«Sembra piuttosto buio!» esclamai, mentre la zona di atterraggio si avvicinava sempre di più.
Nessuno degli altri ebbe il tempo per replicare qualcosa, perché la velocità di caduta era improvvisamente aumentata e, in un attimo, ci ritrovammo scaraventati a terra, già fuori dal tunnel.
Neanche stavolta ci facemmo male, ma sentii comunque la voce di Pewds che mormorava un «Ouch», seguita da quella di Marzia che si faceva sfuggire una risata. In effetti, l’impatto era stato abbastanza violento ed improvviso.
Poco prima di alzarmi da terra, notai che eravamo atterrati su un pavimento di legno, polveroso e sporco, e che intorno a noi era tutto buio.
Una volta in piedi, mi voltai verso Marzia e PewDiePie; eravamo tutti ancora un po’ scombussolati.
«Beh, è stato un atterraggio molto simpatico» disse PewDie, sarcasticamente, grattandosi  il collo.
«Beh, almeno siamo arrivati senza troppi problemi» commentai io, per poi guardarmi intorno «Il problema è… Dove siamo?»
Il luogo in cui ci trovavamo era completamente buio, ma non appena finii di parlare, qualcosa si illuminò e riuscimmo a vedere decentemente.
Ad accendersi erano state delle lanterne da muro, illuminate con un piccolo fuoco, che fornirono così una luce abbastanza chiara per vedersi intorno ma comunque tenue e fioca, creando così un’atmosfera cupa ed inquietante.
Esaminammo la stanza in cui ci trovavamo: aveva quattro pareti, tutte adornate dalle lanterne appena accese o da cornici vuote senza nessun disegno; agli angoli si trovavano una libreria piena, una cassapanca e un mobile con dei cassetti. Ma la prima cosa, la più facile da notare, era un enorme letto matrimoniale attaccato ad una delle pareti, pieno di coperte e lenzuola appoggiate su di esso.
Nell’aria si riusciva a notare, guardando attentamente, una leggera nebbia quasi trasparente che invadeva l’intera stanza; sembrava più che altro una nube di polvere, sollevatasi dal pavimento o dai vari mobili anch’essi molto polverosi.
«A quanto pare è la camera da letto di qualcuno…» suggerì Marzia.
«E decisamente inutilizzata da un bel po’» aggiunsi io.
«Non ho davvero idea di dove potremmo esser capitati… Sembra una normalissima casa abbandonata, anzi, è solo una camera da letto…» disse Pewds.
Prima che qualcuno potesse aggiungere qualsiasi cosa, intorno a noi risuonò un raccapricciante ruggito (molto simile più che altro ad un lamento), apparentemente molto lontano. Quel suono mi fece venire, improvvisamente, un fortissimo mal di testa che sparì pochi secondi dopo.
«What the fuck was that?!»  urlò PewDiePie, colto di sorpresa. Perfino Maya, che finora era rimasta silenziosamente vicino a Marzia, sembrava spaventata.
«Non lo so, ma era davvero orribile e disgustoso!» esclamò Marzia.
A quanto pare, tutti e tre eravamo stati colpiti da quel momentaneo mal di testa subito dopo il ruggito.
«Strano, però… Mi sembrava di aver già sentito da qualche parte quel suono…» mormorò PewDie, pensando ad alta voce.
«Può essere, d’altronde siamo in una realtà che riguarda il tuo canale!» dissi io.
Ci fu un attimo di silenzio, in cui ci guardammo intorno, confusi.
«Beh, siamo venuti qui per fare qualcosa, no?» affermò Felix ad un certo punto, più convinto di prima «Immagino che la cosa giusta da fare ora sia uscire da questa stanza» ed indicò la porta di legno che si trovava vicino a noi «E capire dove diavolo siamo finiti!»
«Hai ragione. Ma quel ruggito…?» chiese Marzia, che non sembrava spaventata ma comunque un po’ inquieta.
«Non possiamo farci molto ora, ci conviene proseguire e basta, stando molto attenti» rispose Felix.
«Concordo. Allora… Andiamo?» dissi io, un po’ titubante.
Facemmo tutti un bel respiro e ci avvicinammo alla porta, facendo andare prima Pewds in modo che la aprisse lui.
 
«Fuck, è chiusa!» esclamò PewDiePie, dopo aver cercato più di una volta di aprire la porta in modo non molto delicato.
«Perfetto, siamo chiusi in questa stanza» mormorai io.
«Beh, non credo che sia così e basta» aggiunse Marzia «Ci deve essere una chiave o qualcosa del genere qui dentro per aprirla!»
Non aveva tutti i torti. Così cominciammo a cercare in giro per la stanza qualcosa per aprire la porta.
Sia io che Pewds continuavamo a pensare di aver già visto o vissuto quella situazione, paragonandone ad una passata. Forse era solo una sensazione, ma si stava facendo sempre più forte.
La ricerca non durò a lungo: Marzia cercava tra le pagine dei libri riposti negli scaffali (i quali erano ancora più ricoperti di polvere, e le cui pagine erano completamente vuote), io cercavo tra le sporchissime lenzuola del letto, ma a trovare qualcosa fu proprio PewDiePie, semplicemente aprendo la cassapanca.
«Hey, una chiave!» esclamò lui, estraendo dalla cassa il piccolo oggetto metallico.
«Bene, è stato facile! Andiamo avanti, almeno cerchiamo di capire dove diamine siamo finiti!» dissi io, avvicinandomi di nuovo alla porta.
 
Lasciai di nuovo che Pewds andasse per primo, anche perché la chiave ce l’aveva lui. Il ragazzo infilò l’oggetto nella piccola serratura della porta, e dopo averla girata questa si dissolse nel nulla come polvere, rendendosi inutilizzabile. La porta, però, era aperta.
«Un classico» disse Marzia «È per evitare che la chiave venga usata per aprire altre porte. Come se tutte le porte avessero la stessa identica serratura…»
Felix aprì lentamente la porta, affacciandosi con cautela dall’altra parte. Non riuscivo a capire cosa stesse vedendo, ma sembrava abbastanza tranquillo.
«Ok, we’re good!» disse infine, quasi convinto, attraversando il varco e permettendo anche a me e Marzia di proseguire.
Ci ritrovammo quindi in un corridoio, di cui non si vedeva né l’inizio né la fine, decorato in maniera molto simile alla stanza in cui eravamo appena stati.
Nessuno riuscì a fare un altro passo o a dire un’altra parola, che l’aria venne di nuovo riempita dal terribile ruggito che avevamo sentito poco prima. PewDiePie cacciò un urlo: «Aaaaah we’re not good!»
Eravamo tutti abbastanza terrorizzati, ma nonostante tutto cercammo di non farci prendere dal panico.
«Niente paura, non c’è nessuuun problema…» balbettò Felix, non permettendomi di capire se stesse tranquillizzando me o sé stesso «Sono solo degli stupidi versi. Sarà solo… Il vento, sì!»
«Già, il vento di solito ruggisce come uno zombie in agonia» commentai io sarcasticamente.
«Esattamente» rispose lui, tenendo lo sguardo puntato lungo il corridoio «Dobbiamo solo proseguire, cercare quelli che dobbiamo trovare ed andarcene senza nemmeno salutare!»
«Ma… Non hai ancora idea di dove siamo, vero?» chiese Marzia, abbassandosi per accarezzare Maya che le si era attaccata alla caviglia, impaurita.
«Veramente no» ammise PewDiePie «Ma questo posto non mi è nuovo. Intanto andiamo avanti attraverso questo corridoio, tutto il resto si chiarirà da solo… Lo spero»
Sebbene fossimo tutti molto insicuri, restammo vicini ed iniziammo lentamente ad avanzare attraverso quel luogo.
 
La strada era molto buia, a malapena riuscivamo a vedere di fronte a noi, ma almeno il percorso diritto e senza deviazioni ci impediva di perderci.
«Non credo di essere l’unica a cui questo posto non ispira per niente…» disse Marzia, con un tono di voce titubante ma quasi divertito.
«Già, non lo sei…» risposi io. Pewds rimaneva ancora in silenzio; sembrava davvero concentrato.
Dopo qualche minuto di camminata silenziosa, raggiungemmo finalmente una zona più “aperta”, in cui la visibilità era un po’ migliorata grazie ad una finestra.
«Oh! Magari riusciamo a capire dove siamo!» disse PewDie, sorpreso di essersi ritrovato lì all’improvviso. Si avvicinò alla finestra e vi guardò oltre, ma sembrò deluso.
«Damn it, non si vede nulla!» esclamò, girandosi di nuovo verso di noi «C’è troppa nebbia e non si vede un accidente!»
«Avremo tempo per capire dove siamo quando usciremo da questo posto. Se ci riusciremo…» dissi io.
Ci guardammo intorno, e notammo che in quella specie di anticamera in cui eravamo finiti si trovavano diversi scaffali, e su una parete laterale una porta semi-chiusa.
«Bene, possiamo proseguire!» affermò Felix allegramente, dirigendosi verso la porta. Marzia lo seguì, mentre io esitai per un attimo, avvicinandomi ad uno degli scaffali che avevo appena notato.
Mentre esaminavo ed aprivo i cassetti, sentii Pewds imprecare di nuovo: «Holy shit, è completamente buio!»
Mi girai un attimo verso di lui, e vidi che oltre alla porta che aveva appena aperto non si riusciva effettivamente a vedere nemmeno il pavimento: era il buio più assoluto.
«Attraversare questo posto senza poter nemmeno vedersi le mani sarebbe molto stupido e sconveniente!» commentò giustamente Marzia. PewDiePie stava per replicare qualcosa, ma fui io ad interromperlo.
«Non credo che il buio sarà un problema!» dissi, mostrando ciò che avevo appena trovato casualmente in uno dei cassetti «Qualcuno ha gentilmente deciso di lasciarci una lanterna ad olio carica!»
Gli altri due parvero decisamente sollevati, specialmente Felix: «Fantastico! Adesso potremo finalmente avventurarci in un posto buio, spaventoso e probabilmente pieno di qualche tipo di mostro pronto ad ucciderci!»
«Noto forse una nota di sarcasmo?» chiese Marzia guardando il ragazzo negli occhi, e tutti scoppiammo a ridere.
Mi avvicinai alla porta con la lanterna in mano, che si era in qualche modo accesa da sola, e tutti e tre avanzammo attraverso quella nuova stanza oscura.
La lanterna non era molto potente, ma almeno ci permetteva di capire dove diamine stavamo andando e di vedere su cosa stavamo camminando. Era un altro corridoio apparentemente interminabile. Io, Pewds e Marzia (con Maya in braccio) avanzavamo compatti, per paura di perderci di vista.
Ai lati del corridoio non c’era assolutamente nulla, se non qualche mobile di legno assolutamente inutile e vuoto. Quel posto era davvero strano.
Dopo qualche secondo arrivammo in un punto che deviava in tre direzioni, ognuna che portava ad una stanza diversa.
«Sta diventando un labirinto… E non mi piacciono i labirinti!» disse Pewds.
«Che non vi saltasse in testa di dividerci, questo posto è da brividi…» mormorai io, con tono insicuro.
«Concordo. Dovremo provarle tutte e sperare di azzeccare la direzione giusta» rispose Marzia «Non è molto convincente come tecnica, ma abbiamo altra scelta?»
«No, infatti… Beh, iniziamo andando dritti, che ne dite?» decise PewDie, e noi acconsentimmo.
La strada che intraprendemmo era identica a quella percorsa fino a quel momento, vuota e buia… E terminava in un modo ancora più deludente: una semplice porta di legno, circondata da una fredda parete di pietra.
«Oh. Forse abbiamo davvero avuto fortuna e preso la strada senza trappole mortali o cose del genere?» disse Felix, risollevato ma comunque insicuro.
«Vediamo!» risposi io, avvicinandomi cautamente alla porta e girando il pomelo per cercare di aprirla. Non si mosse di un centimetro.
«Ti pareva… Chiusa!» mormorai, deluso come i miei due compagni.
«Fuck!» esclamò Pewds «E va bene, non importa… Torneremo indietro e cercheremo qualcosa con cui aprirla. O magari una strada alternativa…»
Effettivamente era l’unica cosa che potevamo fare. Così facemmo dietrofront e tornammo al punto di prima, quello che si divideva in tre strade.
«Visto che tirare dritto non ha funzionato… Proviamo a sinistra!» propose Marzia.
«Già, è quello che mi diceva sempre mia madre… D’accordo, a sinistra!» approvò PewDiePie, e rimanendo sempre vicini attraversammo l’altro corridoio alla nostra sinistra.
Anche qui, nessuna sorpresa: un breve corridoio monotono e, alla fine di esso, una piccola arcata che portava ad un’altra stanza.
«Beh, almeno questo porta da qualche parte!» dissi io, lusingato. Arrivammo nella stanza, e notammo subito che era decisamente diversa dall’ultima in cui eravamo stati: quella di prima sembrava più che altro una camera da letto o un salotto, questa si avvicinava di più all’idea di prigione. Le pareti (su cui si trovavano delle torce spente) ed il pavimento erano in pietra, il muro si chiudeva in un perimetro molto stretto che formava un quadrato perfetto, faceva molto freddo e…
«What?! Quello è uno scheletro!» esclamò Pewds, sussultando per un attimo. Guardai verso uno degli angoli della stanza, ed anch’io sobbalzai: c’era veramente uno scheletro mezzo distrutto, di un colore più tendente al nero che al grigio, accovacciato in maniera raccapricciante. La sola vista dava i brividi.
«Ugh… Questo posto è sempre più inquietante!» esclamò Marzia «E credo di non voler più sapere di che luogo si tratti, mi basta andarmene!»
Un po’ turbati, iniziammo a guardarci in giro alla ricerca di qualsiasi cosa che ci permettesse di proseguire. Oltretutto, quel posto puzzava molto, anche se non sapevo abbinare la puzza che sentivo a qualsiasi altra cosa.
Non fu troppo difficile trovare qualcosa di utile: dopo qualche occhiata agli angoli e alle pareti, notammo che lo scheletro stringeva una piccola chiave in quel che rimaneva della sua mano.
«Ugh… Chi vuole avere l’onore?» chiese Felix, con un’aria schifata.
«Credo che lascerò perdere, grazie» replicò Marzia, indietreggiando di un passo. Perfino Maya si voltò dall’altra parte in modo da non vedere più lo scheletro.
«E va bene, va bene… Speriamo solo che sia effettivamente morto!» mormorai, abbassandomi e avvicinando lentamente la mano alla chiave chiusa tra le dita dello scheletro, come se avessi paura che da un momento all’altro mi mordesse.
Non appena sfiorai la mano fredda e sporca, questa si disintegrò diventando parte integrante della polvere che già regnava in quella stanza.
«Che schifo…» sussurrai tra me e me, afferrando finalmente la chiave e ritirando la mano.
«Molto bene, grazie Chilemex!» disse Pewds, felice di essersi risparmiato quel lavoraccio.
Uscimmo volentieri da quella stanza che sapeva di morto, tornando un’altra volta al punto in cui le strade si diramavano. Una volta lì, ci fermammo.
«Ehm… Beh? Cosa stiamo aspettando? Andiamo ad aprire la porta che abbiamo trovato prima!» disse PewDie, con un’aria decisa ma strana.
«Non saprei… C’è ancora una strada che non abbiamo intrapreso, non credi che dovremmo provarla?» propose Marzia «Magari troviamo qualcosa di ancora più utile di una chiave…»
«Concordo con Marzia» continuai io «Per quanto questo posto possa essere inquietante, dovremmo cercare di esplorarlo meglio per evitare di perderci o lasciare indietro qualcosa di importante…»
PewDiePie inarcò le sopracciglia, molto dubbioso, ma alla fine cedette ai nostri consigli.
«Ok, let’s do it. Andiamo a vedere cosa c’è di qua…»
Mantenendo sempre lo stesso ritmo di avanzata, ci incamminammo verso la strada che non avevamo ancora preso. Ma non andammo molto lontano.
Rimanemmo paralizzati dopo pochi secondi, terrorizzati dall’ennesimo ruggito più simile ad un lamento. Ma stavolta il suono era più vicino, molto più vicino.
Talmente vicino che riuscimmo a vedere da dove stesse arrivando.
 
Pochi metri più avanti, lungo il corridoio, si vedeva una strana figura aggirarsi nel buio. Era alta più o meno quanto un uomo adulto, si muoveva barcollando e zoppicando come se fosse stato ubriaco, e veniva proprio verso di noi.
Solo quando fu abbastanza vicino da poter essere illuminato dalla luce della lanterna riuscimmo a vedere di cosa si trattasse: era un mostro, molto simile ad uno zombie, dalla pelle color carne macchiata un po’ dappertutto di sangue. Era dotato di lunghissimi artigli d’acciaio, i due occhi vuoti erano lontani tra loro e disposti in maniera non lineare, e all’altezza della bocca si apriva un enorme ferita attraverso la quale si vedeva la gola dell’individuo, anch’essa piena di sangue.
Il mostro si stava avvicinando sempre di più a noi, e si stava già preparando ad attaccare alzando un braccio.
Io e PewDiePie cacciammo un urlo terrorizzato e decisamente poco maschile, mentre Marzia rimase a guardare quel coso con aria decisamente spaventata.
Soltanto all’ultimo momento ci decidemmo a girare i tacchi e scappare a tutta velocità dal mostro, schivando per un pelo il suo attacco.
«Che diavolo è quella roba?!» urlai io, rimanendo vicinissimo a Pewds e Marzia. Nessuno dei due rispose.
La fretta e la paura ci portarono a tornare nella stanza con lo scheletro in cui avevamo trovato la chiave. Non avendo altre vie di fuga, ci accovacciammo in un angolo sperando che il mostro non arrivasse fino a noi.
Proprio mentre eravamo lì terrorizzati, la luce della lanterna si fece sempre più debole fino a sparire del tutto, lasciandoci nel buio assoluto. Era finito l’olio.
«Fuck…» sussurrammo io e PewDiePie insieme. Restare al buio in quel momento non era affatto conveniente.
Per qualche secondo continuammo a sentire i passi lenti e confusi del mostro fuori dall’apertura da cui eravamo entrati, poi ad un certo punto non lo sentimmo più.
Il silenzio regnò assoluto per quasi un minuto, finché Marzia non ebbe il coraggio di chiedere: «Se n’è andato?»
Con uno scatto di coraggio che nessuno si sarebbe aspettato, Felix si affacciò sul corridoio per controllare la situazione.
«Non vedo nulla, ma non lo sento. Sì, direi che se n’è andato»
Tutti quanti ci lasciammo sfuggire un sospiro di sollievo. Anche Maya, che fino a poco prima era silenziosa e spaventata, tornò a scodinzolare e a ciondolare la lingua qua e là pronta a tornare in azione.
«Che cos’era quella roba? Un mostro?» chiesi di nuovo io, ora che il momento di terrore era sparito.
PewDiePie ci mise un po’ per rispondere, con aria ancora spaventata: «Ho finalmente capito dove siamo finiti. Mi è bastato vedere quel coso»
Fece una breve pausa, poi concluse.
«Quello era The Bro. Siamo nel mondo di Amnesia»



 

Shame on me. Much shame on me.
Scusatemi tantissimo, davvero. So che l’ultima volta che ho aggiornato questa storia è stato più di un mese fa, ma… Credetemi, le ultime settimane di scuola sono state un vero massacro. Infatti, appena finita la scuola, ho ricominciato a scrivere! So anche che questo capitolo è comunque molto corto (considerato il tempo che ci ho messo a farlo), ma ho deciso di pubblicarlo così com’è giusto per assicurarvi che non sono morto, e che nemmeno la storia lo è.
Che altro dire… Vi chiedo ancora scusa per il troppo tempo che ci ho messo a finire questo capitolo e… Alla prossima! :D
*Brofist*
P.S. Grazie mille alle persone che hanno inserito la mia storia nelle seguite. Mi riferisco a my mind, MySummerLove09, Rssotaking1999 e in particolare a SmoshMonky e Chaotic_Green. Grazie di cuore, davvero!
  
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