Serie TV > Dr. House - Medical Division
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Autore: LucreziaPo    31/12/2007    16 recensioni
“Cosa ami di me?”ripeté Greg.
“Sei arrogante, presuntuoso, cinico, egocentrico. Sei un manipolatore bastardo, come ti chiama Foreman, ti piace manipolare la gente ed essere crudele per ottenere quello che vuoi. E certe volte mi fai davvero impazzire.”
“In che senso?”
“Eh?”
“Impazzire nel senso che vorresti saltarmi addosso o nel senso che ti faccio…”
“Arrabbiare. Sì, quello. Sei un ottimo dottore ed ammiro la tua genialità, intelligenza, la tua perspicacia. Ma nonostante i tuoi mille e più difetti, e ce ne sono, credimi, sono il tuo migliore amico e non sono mai riuscito a pensare alla mia vita senza la tua presenza. Mi viene da ridere se penso ad un qualsiasi momento senza di te.”
“Quindi mi ami anche se non mi sopporti?”
“Certe volte non ti sopporto. Comunque, sì. Ti odio e ti amo allo stesso modo.”
mi raccomando, commentate in molti!!!!!!!!
baciotti Lily Black 90
Genere: Romantico, Commedia, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Greg House, James Wilson
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Questa ficcy è ambientata…boh…sicuramente dopo Stacy…durante la terza serie e dopo…ma i collaboratori di House non si sono ancora licenziati….

A voi la mia storia…

 

House and Wilson’s friendship: thing than more?

 

 

Gregory House sfiorò la cartella con la punta delle dita, sospirando, lo sguardo fisso sul foglio che stringeva tra le mani.

“Ne è sicuro?”chiese, calmo.

Il suo interlocutore fece segno di sì con la testa.

“Dovrà fare qualche esame ancora, ma è quasi del tutto sicuro.

Non si preoccupi, comunque. La medicina è molto avanzata su questo campo.

Non accadrà nulla di male… Stia tranquillo!”

House lo guardò come se fosse impazzito e sorrise, ironico.

La medicina è molto avanzata su questo campo!

Come se non lo sapesse già! Era un medico o no?

“Certo che sono tranquillo! Non c’è nessun motivo per esser agitati!

Nulla di cui preoccuparsi….”disse piano, sarcastico.

Ma non c’era nulla su cui scherzare, stavolta. Tutto vero, nessuno scherzo…..

 

 

 

Il Princeton Plainsboro Teaching Hospital non era mai stato così tranquillo come quel limpido giorno d’ottobre.

Pochissimi pazienti, rarissime visite e un sonnacchioso silenzio gravava su ogni ufficio.

Il dipartimento di Diagnostica era tranquillo, Chase, Foreman e Cameron erano seduti a chiacchierare del più e del meno e tutto era innaturalmente calmo per la mancanza di House.

Erano ormai le dodici passate ed era tipico di House fare così tardi anche quando c’era molto da lavorare.

Stranamente, però, il fatto che non fosse lì a fare battute o diagnosi diede loro uno strano senso…quasi di angoscia.

“Avete visto House?”

La voce di Wilson fece sobbalzare tutti e tre.

Erano così assorti nei loro pensieri che non si erano neanche accorti che era entrato nella stanza.

Cameron scosse la testa.

“Non sappiamo dove sia finito. Ma è normale che faccia così tardi di solito!”

“Beh, deve sbrigarsi, altrimenti chi la sente la Cuddy!”disse Wilson.

“Ma non c’è lavoro!”protestò Chase.

“Lo spieghi a lei questo?”

Chase tacque e proprio in quel momento entrò House nella stanza.

Tutti si voltarono a guardarlo.

“Che avete?”chiese lui.

“Ti pare ora questa di arrivare?”chiese Wilson, le mani sui fianchi.

“Scusa, mamma! La prossima volta non lo farò più!”lo canzonò lui, ricevendo un’occhiataccia.

“Dove sei stato?”domandò Foreman.

“In giro. Non mi sembra che siano affari vostri, però.”

“No, infatti. Ma sono fatti miei.”disse una voce alle spalle del gruppo.

Lisa Cuddy guardò House, che posò la giacca sulla sedia e fece finta di ignorarla.

“House! Guardami, almeno! Che cosa hai fatto per arrivare così tardi al lavoro?”

“Cose.”

“Quali?”

“Se lo vuoi sapere davvero, sono stato su un sito porno fino alle 4 del mattino.

Ho scoperto cose interessanti su di te, sai?

Non sapevo amassi il sesso sadomaso!”

House rise, mentre tutti gli altri si voltavano a guardare la scarlatta Cuddy.

“Sta scherzando…”fece lei, sempre rossa in viso.

Era una sciocchezza, un’altra delle sue.

Ormai ne diceva così tante che nessuno ci credeva più, ma il sospetto veniva ugualmente….

“Come vuoi tu.”disse House e se ne andò zoppicando, senza dare alcun altra spiegazione.

 

 

 

“Avanti! Mi dica qual è il suo problema!”

Quasi a volerlo punire per essere arrivato tardi ieri, la Cuddy obbligò House a fare mezza giornata di ambulatorio.

Il nostro medico preferito era alla terza visita dopo un mal d’orecchio, curabile benissimo con quei cosi chiamati medicinali…, un tizio che aveva avuto la peggio in una rissa, (“E lei per un paio di lividi scomoda così un medico? Non si vergogna? Ma vada al diavolo, per piacere!”aveva commentato un esaurito Dr House) e questo che….

“Mi fa male il braccio.”

House sospirò.

Ma dove diavolo erano finiti i casi interessanti?

“Da quanto le fa male?”chiese.

“Ogni volta che ci dormo sopra.”

House lo guardò, sollevando appena uno sopracciglio.

“Hai mai pensato…non so…di cambiare posizione?”

“Sì, ma non riesco a dormire così. Sono abituato ad appoggiarmi a questo braccio.”

House succhiò il suo lecca-lecca.

“Cosa posso fare?”

“Elimini il problema alla radice.”

“Cosa dovrei fare?” il paziente lo guardò.

“Lo amputi! Avanti un altro!”

 

 

“Vi prego, ditemi che c’è un caso da risolvere!”

House entrò nello studio, esaurito più del solito.

Era stato tutta la mattina a parlare con pazienti idioti e mentecatti, come li aveva definiti lui stesso.

“Ma come si può andare all’ospedale per un paio di lividi!”

Sedette sulla poltrona, le mani sul viso.

Chase, Cameron e Foreman si guardarono a vicenda, poi Cameron iniziò a leggere la cartella di una paziente.

“Abbiamo il caso di una paziente di Boston.

30 anni, svenuta in un locale, è arrivata poche ora fa.

Presenta febbre, rush, dolori alle articolazioni. Abbiamo fatto tutti gli esami possibili, ma non siamo riusciti a capire nulla.”

“Non mi stupisce affatto. Dà qua!”

House le strappò di mano la cartella che la ragazza stava leggendo.

“Abbiamo la anamnesi?”chiese.

“La paziente è orfana. Non sappiamo a chi chiedere!”disse Foreman.

House si spazientì.

“Mio Dio! Siete medici o cosa?

Non è la prima volta che ci capita una paziente senza genitori.

Chase e Foreman, andate a casa sua e scoprite più cose possibili.

Cameron, tu parla con lei.”

“E’ sotto sedativi, sta dormendo!”

“Allora, svegliala, no?”

“Ma…”

“Niente ma! Muovetevi, voi!”

Quando il suo team se ne andò, House chiuse gli occhi esausto.

Si sentiva stanchissimo in quei giorni e sapeva benissimo il perché.

Il problema era che non riusciva a sopportare la verità, quella realtà che lo stava opprimendo.

Dopotutto il caso era abbastanza semplice, ma House non osò protestare.

Grazie alla anamnesi si capì che si trattava di un semplice caso di Lupus ereditario.

Poche medicine, qualche giorno all’ospedale e la paziente sarebbe tornata a casa come nuova.

Era stato tutto così semplice, solo pochi giorni…eppure House non sentiva la mancanza dei suoi casi complicati…

Il che era strano, molto strano!

“Tutto bene?”

Wilson gli batté una mano sulla spalla ed House, assorto com’era, sobbalzò.

Era rinchiuso nel suo studio, la musica nelle orecchie ed il Nintendo nelle mani.

“Sì.”

“La tua paziente è stata dimessa. Come mai non hai protestato per la semplicità del caso?

Era una sciocchezza! E poi fare così non è da te!”

“Ma che volete tutti? Se mi faccio storie vi lamentate, se non le faccio vi insospettite!”

Wilson rise, prendendo una sedia e sedendosi accanto a lui.

“E’ vero, hai ragione!”

“Che ci fai ancora qui? Non ti aspetta tua moglie a casa?”chiese.

Dopotutto era tardissimo, le dodici passate…

“Non mi va di tornare a casa. E poi non sto andando d’accordo con lei, in questo periodo.”

“Ti avvicini al tuo terzo divorzio, eh?”fece lui, maligno, senza smettere di giocare.

“Ahahah! Spiritoso! Se continuo a pagare gli alimenti a tutte le mie mogli, finisco sul lastrico!”

“Chiedi un aumento alla Cuddy, allora!”

Wilson alzò gli occhi al cielo.

“Andiamo, dai!”

Si alzò togliendogli il videogioco dalle mani.

House lo guardò torvo.

“Non te l’ha mai detto nessuno di non toccare le cose altrui?”

“No! E comunque lo fai anche tu, perciò…

Andiamo via, dai! Non vorrai dormire qui, spero! Ci prendiamo una bella birra!”

“Però guido io!”

House zoppicò fino alla porta.

“Con la moto?”

“No, con il deltaplano! Ne ho comprato uno nuovo, te lo volevo far provare, sai?”

“Povero me! House, ti prego, ci tengo a rimanere vivo!

Quindi non fare cazzate come al tuo solito! Vorrei poter vedere il giorno successivo!”

House rise.

“Anch’io ci tengo a rimanere vivo! Speriamo che vada bene!”si ritrovò a pensare.

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti voi!!!!

Ho deciso di scrivere la mia prima long-fic sul mio amatissimo Dr House, una storia a cui pensavo da tempo, ma a cui solo ora ho potuto dedicarmi!

Ecco a voi il primo chappy della mia ficcy, spero vada bene, ma è solo l’inizio…

Una cosa solo…dato che mi sono persa alcune puntate delle serie di House (ho visto tutta la terza, la prima e solo parte della seconda), perdonate se ho fatto errori o detto sciocchezze (ne ero inconsapevole!!!).

Sono apprezzatissimi commenti e consigli, li attendo con ansia!!!!

Se sperate in una Huddy o Cotton Candy, cambiate storia!

Non so bene come continuare, ma non sono previste queste love-story!!!!

Ora vado, spero solo di avere tanti commenti!!!

Vi prego, fatelo come regalo di fine anno (e dell’anno nuovo!!!)!!!!!!!!!!!!

Un bacione a tutti voi!!!!!

Lily Black 90

 

P.S. l’episodio del braccio del paziente è stato preso da un episodio della terza stagione del Dr House.

 

 

 

  
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