Buonasera, e scusate l'immenso ritardo.
Innanzitutto
ci tengo a spiegarne i motivi, ovvero la mia gastrite e il non avere
più un pc personale su cui mi è consentito
scrivere in santa pace. Nonostante ciò, prometto che non
abbandonerò questa fic fino alla sua conclusione, quindi
anche se mi vedete sparire per lunghi periodi non temete mai.
Ringrazio tutti coloro che sono rimasti nonostante tutto, e ringrazio
la Tetsu e Teal eyes (e anche la lettrice-fan che ho incontrato su
Facebook alcuni giorni fa. Sei amorevole <3) per avermi gentilmente
spronata a pubblicare e ringrazio anche chi ha recensito lo scorso
capitolo mostrandomi di esserci.
Anche io ci sono, anche se credete che sia scomparsa. Tengo a tutti voi
e tengo ai miei personaggi, non voglio abbandonarvi.
Passando al capitolo, c'è da dire che questo è un
concentrato di auto-fangirling, perché tra le altre cose ho
iniziato la scuola guida e il mio amore per le moto in questo periodo
è più vivo che mai. Infatti ho messo un sacco di
note esplicative che spero possano chiarire le cose difficili da
comprendere, ma se vi è sfuggito qualcosa o comunque non vi
è poco chiaro un qualunque riferimento (potrebbe essermi
sfuggito qualcosa, in fondo io parlo fluentemente di motori e moto da
quando ero piccola e per me tali riferimenti sono abitudinari) potete
tranquillamente chiedere :)
Per il resto... buona lettura!
►Kuroko No Basket © Tadatoshi Fujimaki.
Il
bello del vivere in California, per un ragazzo che
aveva appena conseguito la patente e possedeva una moto nuova di zecca,
era
poter girare a Laguna Seca[1].
Nonostante la fama del circuito di Montrey,
la curva 1 gli era sembrata semplice da affrontare. Ovviamente, dovette
ricredersi già alla Andretti-Hairpin, decisamente
più stretta da prendere.
Alla curva 5, iniziò a capire cosa rendeva davvero famoso
quel circuito, perché
Taiga non aveva mai visto una sola gara di MotoGP
o Superbike
né era un appassionato di Champ Car o A1[2],
e le panoramiche
dall’alto certo non gli avevano fatto intuire che quel
circuito non fosse piano
ma si sviluppasse in gran parte su una collina.
Affrontata la salita e il rettilineo Rahal,
la curva 7 sembrò quasi uno scherzo.
E poi arrivò alla chicane formata dalle curve 8 e 8A, il
celeberrimo Corkscrew
[3]. Quella
coppia di curve che non solo era complicata di per sé, ma
che veniva resa
ancora più difficile da affrontare dal fatto che
rappresentava una brusca
discesa dalla collina su cui si era articolato il circuito fino a quel
momento.
Quando si rese conto di ciò che doveva fare si
sentì salire il cuore in gola, e
fu quasi un miracolo che riuscì ad affrontare la situazione
senza perdere
l’anteriore e ritrovarsi sulla ghiaia.
Tanto che questo fece sembrare semplicissime la Rainey
e le due curve conclusive del tracciato, nonostante anche
loro fossero ardue.
Alla
fine del giro di pista, si sentì stranamente felice.
Non era come giocare a basket, ma era comunque divertentissimo. Quella
roba gli
era piaciuta più di quanto si aspettasse.
«Posso
fare un altro giro?»
-----
Alla
fine, Kagami si lasciò guidare da
quell’istinto che l’aveva fatto voltare.
Aveva preso il casco e sfilato le chiavi della moto dal cinturino in
cui le
aveva messe quando aveva deciso di toglierle dal portachiavi a forma di
fiamma
che usava tutti i giorni, sin dalle scuole medie. La fiamma arancione e
rossa
era ormai segnata da decine di graffi che avevano rovinato la vernice
colorata
in più punti lasciando risaltare l’acciaio dal
colore argenteo al di sotto di
essa, tuttavia Taiga non aveva intenzione di cambiare portachiavi per
così
poco. Anche perché semplicemente non vedeva una ragione
valida per fare ciò.
Si
era quindi diretto nel garage dove aveva
chiesto a Tatsuya di poter lasciare la sua Fireblade[4]
e aveva
messo il casco, dopo aver osservato per un attimo i due kanji sul retro[5].
“Questa
parola è usata per indicare un’emozione intensa,
come quella provata nel vedere qualcosa di esclusivo, profondamente
soddisfacente e intensamente eccitante.”
Se
quando aveva acquistato quell’oggetto
alcuni anni prima nemmeno ci aveva fatto caso, adesso quei due
caratteri
avevano assunto un significato nuovo e profondo.
Parlavano di Kuroko, di ciò che provava ogni volta che stava
con lui sin da
quando l’aveva incontrato.
Parlavano del loro modo di giocare a basket al liceo, speciale e
vincente, che
accelerava i battiti di entrambi per qualcosa di più intimo
della semplice
fatica dovuta a quaranta minuti di gioco.
Parlavano dell’eccitazione che sentiva crescersi dentro ogni
volta che pensava a
quel ragazzo o si trovava in sua compagnia, delle emozioni che provava
ogni
volta che sentiva la sua voce.
Ammirazione, ogni volta che dalle
sue
labbra usciva un discorso serio e preciso, seguendo il filo di un
ragionamento
perfetto che sfuggiva alla comprensione di Taiga ma di cui si fidava a
prescindere.
Soddisfazione, quando vedeva nascere
un piccolo sorriso sul volto dell’altro e sapeva che era
motivato da qualche
suo gesto più o meno volontario.
Dolcezza, quando sfiorava la sua
pelle anche per il motivo più stupido e si stupiva ogni
volta di quanto quella
semplice azione lo rendesse intimamente felice.
-----
Tetsuya
nel frattempo era arrivato sul luogo
dell’appuntamento con anticipo, si sentiva stranamente
entusiasta e su di giri.
Aveva avuto più di un’esperienza di appuntamento
prima di allora, dalla
disperata richiesta dell’amica Satsuki Momoi che alle medie
aveva una cotta per
lui ad alcune ragazze che si erano mostrate interessate ad uscire con
lui e a
cui Kuroko per cortesia nei confronti del gentil sesso non aveva mai
negato una
piccola possibilità, essendo comunque single seppur il suo
cuore fosse già
stato conquistato dal ragazzo dai capelli rossi che ora stava
attendendo con
una punta d’impazienza che gli faceva leggermente tremare le
mani ed osservare
lo schermo del cellulare che gli mostrava lo scorrere lento dei minuti.
Quando
lo riconobbe nel ragazzo a bordo di
una moto dalle tinte classiche dell’HRC[6],
sentì il suo cuore saltare un battito per lo stupore. Lo
trovava già attraente,
ma quell’entrata in scena lo aveva reso ancora più
affascinante ai suoi occhi.
Lo guardò con ammirazione mentre scendeva dal mezzo e
sfilava il casco,
dedicandogli un dolce sorriso e salutandolo con un cenno della mano.
«Kagami-kun,
sei arrivato con dodici minuti
d’anticipo.»
«Importa qualcosa? Tu eri già qui.»
Kuroko
arrossì e chinò appena lo sguardo, ma
si riscosse subito e sorrise dolcemente.
«Sono
arrivato in anticipo proprio per
questo. Volevo essere già qui e non farti aspettare, nel
caso tu fossi arrivato
prima di me.»
Taiga
fissò gli occhi cremisi nei suoi per un
attimo, poi si chinò alla sua altezza e sfoderò
un sorrisetto ironico.
«Eri
impaziente per caso, Tetsuya?»
Lo
disse con tono quasi canzonatorio, ma
senza l’intenzione di prenderlo davvero in giro.
In fondo tale pensiero non faceva che scaldargli il cuore e
riempirglielo
d’amore.
Poi
si sollevò porgendogli una mano e
guardandolo con dolcezza, perché era davvero felice e voleva
semplicemente
dimostrarlo e rendere partecipe di ciò anche
l’altro ragazzo.
«Dove
andiamo?»
«Beh» Taiga cercò di non far notare il
rossore voltando leggermente la testa. Le idee ce le aveva, il problema
era
esprimerle.
Kuroko
rise divertito, gli faceva quasi
tenerezza quell'imbarazzo di cui preferì non chiedersi la
ragione.
Da persona logica qual era, aveva già capito
che Kagami era innamorato di lui, anche perché l'altro aveva
sempre mostrato i
propri sentimenti in maniera così palese che chiunque si
fosse messo a cercare
un senso ai suoi gesti e ad ogni sua reazione sarebbe giunto alla
medesima
conclusione. Tuttavia voleva far finta di nulla, perché per
anni aveva ritenuto
quell'amore a senso unico e
aveva ormai accettato l'idea che non ci fossero speranze. Per quanto
fosse
bello, aveva bisogno di abituarsi al semplice fatto di essere
ricambiato.
Taiga
gli lanciò un'occhiataccia, e Tetsuya
gli prese le chiavi della moto dalla mano sinistra con una
semplicità
disarmante.
«Che
vuoi fare?»
«Mi prendo l'altro casco e ti porto a fare un
giro, ovviamente.»
“Innanzitutto,
cosa ti assicura che
io abbia un secondo casco? In secondo luogo, come hai fatto a prendermi
le
chiavi in maniera tanto semplice? E infine...”
«Perché
dovrei lasciarti guidare?»
«Perché non dovresti lasciarmelo fare,
piuttosto?»
A
dire il vero, Kagami aveva una buona serie
di motivi. A cominciare dal possessivo e semplice
“perché è
la mia moto!”,
passando in seguito per un sensato “non
so neanche se sai guidare né tantomeno se hai la
patente” e concludendo con
un infantile “perché
volevo essere io a
portare in giro te e non il contrario”.
Tuttavia,
non disse nulla e rimase a
guardarlo mentre infilava l’X-Lite
x-802[7]
che Kagami teneva sulla moto per eventuali passeggeri in testa e
avviava il
motore, per poi indossare anche lui il proprio casco e salire per la
prima
volta come passeggero su quella moto.
----------
[1]
Mazda Raceway Laguna
Seca: è
un circuito situato a circa 12 km da
Montrey, in California, che si sviluppa per 3610 metri e comprende 11
curve
(tecnicamente sono 12, ma la 8 e la 8A vengono considerate
un’unica curva). È
considerato “particolare” perché
comprende un brusco scollinamento che rende la
pista difficile da affrontare (quasi tutti i circuiti professionistici
sono in
piano, questo no).
È inoltre da segnalare la presenza di una laguna al centro
della linea curva
che costituisce la pista.
[2]
MotoGP,
Superbike,
Champ
Car
e A1:
sono quattro delle competizioni che si corrono sul circuito. La MotoGP
e la
Superbike, le due più note, sono campionati motociclistici.
[3]
Corkscrew
o Cavatappi: le curve 8 e 8A sono
il tratto più celebre della pista e
costituiscono il brusco scollinamento da percorrere alla
velocità di 80 km/h
circa che rende speciale Laguna Seca. E non sto a spiegare altro, vi
lascio
solo MotoGP Historic Battles (http://www.youtube.com/watch?v=JY9mrKR5SkA)
a farvi vedere cos’è Laguna Seca, cosa un pilota
può
fare su quella pista e come sia possibile vedere un uomo baciare un
Cavatappi.
[4]
Honda CBR1000RR
Fireblade: http://www.hondaitalia.com/moto/modello/cbr1000rrc/
La scheda tecnica parla da sola.
[5]
il casco in questione è il modello Corsa
della AGV,
in un’edizione limitata che riporta i kanji della parola
“kando”
di cui ho scritto la traduzione. Qui (http://static.blogo.it/twowheelsblog/agv-valentino-rossi-corsa-winter-edition-helmet/agv-corsa-limited-edition-2013-04.jpg) una foto del
retro del casco. Ho scelto questo casco perché rappresenta
un rapporto che, a
modo suo, è d’amore e ricorda quello tra Kuroko e
Kagami in questa fic, in cui
Kagami ha lasciato Kuroko per poi ritrovarlo nuovamente.
[6] Honda Racing Corporation:
solitamente viene abbreviato in HRC,
ed è il reparto corse dell’Honda. I suoi colori
caratteristici, ovvero quelli
del logo, sono il bianco, il blu e il rosso. Il fatto che le Honda
definite
“HRC” nella MotoGP possiedano invece come colori
principali l’arancione, il
rosso e il nero è dovuto allo sponsor principale del reparto
nel Campionato
di Velocità,
ovvero la Repsol.
[7]
X-Lite X-802:
è il modello di casco indossato da Jorge Lorenzo,
in netta contrapposizione con l’AGV Corsa di Kagami (modello
indossato da
Valentino Rossi). L’ho scelto sia per questo che
perché è comodissimo. A voi
un’immagine (http://www.x-lite.it/upload/warehouse/2011/X-802_11_19_600_.jpg).