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Autore: OscarLady    26/06/2013    5 recensioni
Questa è la storia di Vanessa: una ragazza assolutamente normale.
Attenzione: i personaggi principali vengono introdoti nel secondo capitolo, il prologo descrive fatti antecedenti alla storia con altri personaggi come protagonisti.
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“Sorry, sorry…. I’m so sorry” esclamò il ragazzo che si stava avvicinando a lei velocemente.
“Ecco ci mancava pure il turista”
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“Scusa hai ragione, ma sono troppo preoccupato: se si dovesse sapere che sono in vacanza qui la mia pace sarebbe rovinata”
“Perché dici così? Scusa, al massimo dovrai sopportare qualche paparazzo, perché questo dovrebbe rovinarti la vacanza?”
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Vincenzo era un vincitore, lo era sempre stato, e non avrebbe mostrato nessuna debolezza, neppure di fronte a una sconfitta.
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Eleonora si alzò a sua volta, gettando il cono nel cestino lì affianco e agitando la coda di cavallo in maniera aggraziata “Va bene. Ma il mio sogno rimane comunque quello di aprire un’agenzia matrimoniale” escalmò teatralmente.
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Spostò lo sguardo sul mare sbuffando “Mi hai delusa lo sai?”
Marco sembrò cogliere i pensieri della ragazza perché sorrise permettendosi di riavvicinarsi un po’ a lei “Lo so, ma ti voglio bene, questo tu lo sai?”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MESSAGGIO per chi legge per la prima volta questo capitolo:
Innanzitutto grazie a chiunque abbia cliccato sul titolo di questa storia e si sia soffermato a leggere anche qualche riga di questo primo capitolo.
Ho un dubbio che mi affligge da tanto tempo e, adesso che la storia sta continuando ed entrando nel vivo della trama, non riesco a capire una cosa: questo primo capitolo ha sempre più visualizzazioni, sono veramente tante (più di mille), ma già dal secondo capitolo le visualizzazioni si dimezzano e si mantengono su un numero basso.
Quali sono i motivi che vi spingono a non continuare la lettura? Cosa, in questo capitolo, vi da fastidio? Lo stile? Il contenuto? (ho spiegato nell'introduzione che questo capitolo non ha niente a che vedere con la trama principale e mi serve solo per spiegare delle cose che accadranno in seguito).
Voi che state leggendo per la prima volta, sareste così gentili da scrivermi in poche righe cosa, secondo voi, ho sbagliato e cosa non vi convince.
Scrivo su questo sito anche per imparare e migliorare sempre di più, quindi se pensate che ci sia qualcosa di storto in questo capitolo, fatemelo sapere please e ve ne sarò molto grata!
Buona lettura!



LET ME KISS YOU



Eleanor uscì a passi veloci dal piccolo baretto rumoroso in fondo alla spiaggia.
Cominciò a camminare verso la riva, inchinandosi a metà strada per togliersi i sandali. Quando arrivò a destinazione lasciò che le onde arrivassero ai suoi piedi scalzi mentre il contatto con l'acqua tiepida la faceva sospirare.
Che cosa le era preso? Si ritrovò a pensare al perché fosse scappata così di corsa dal locale.
La musica assordante la raggiungeva fin lì, impedendole di concentrarsi sui suoi pensieri. Cosa le era successo? Cosa aveva provato? Le era bastato uno sguardo, un semplice sguardo di David per sconvolgerla. Il suo mondo era crollato con quello sguardo, insieme alle sue certezze, lasciando spazio a una consapevolezza che diventava più grande di secondo in secondo, insieme alla voragine che si stava aprendo dentro di lei..... Non era possibile, non era dannatamente possibile! Lei era fidanzata! Da quasi due anni! Anche se ultimamente da quel punto di vista le cose non andavano benissimo..... "Ma che stai dicendo stupida!" pensò "Le cose invece vanno bene! Ho un ragazzo fantastico, che io adoro e dal quale sono amata alla follia" Abbassò lo sguardo sui suoi piedi "Anche se lui.... Bé lui non è mai presente nella mia vita, è perennemente in tour e quando non è in tour viaggia comunque per il mondo.... Perché tutto questo? Perché non può vivere una vita tranquilla? Perché non possiamo comportarci come dei fidanzati normali?"
Alzò lo sguardo al cielo, perdendosi nella maestosità di quella volta piena di stelle.
Adorava quel paesino della Francia, sulla costiera mediterranea, a pochi chilometri da Cannes. Era sempre andata lì in vacanza da quando aveva cinque anni. I suoi genitori affittavano da sempre la stessa villetta e lei si era talmente affezionata a quel posto da considerarlo una seconda casa. Si era creata una vita a parte in quel paese, aveva conosciuto dei bambini con cui era diventata amica e quei bambini erano cresciuti insieme a lei legandosi tra di loro sempre di più. I lunghi inverni che li dividevano, quando ognuno tornava alle rispettive città, non scalfivano neppure minimamente la forte amicizia che si era creata in quel gruppo.
E poi c'era sempre stato David, il suo migliore amico in assoluto. Era anche lui Inglese ma abitava molto lontano da lei, praticamente non si vedevano mai durante l'anno, eppure questo non aveva impedito ai due ragazzi di consolidare il loro legame anno dopo anno, estate dopo estate.
Lui era sempre stato presente nella vita della ragazza, era sempre stato un punto di riferimento per lei, un sostenitore, un confidente. Per qualsiasi cosa, qualsiasi problema, qualsiasi decisione da prendere , Eleanor alzava la cornetta e chiamava David. Lui era il suo punto fermo; lei quello di lui.

Quell'estate però era cominciato tutto diversamente.
"Eleanor!" aveva esclamato il ragazzo correndole incontro e abbracciandola forte.
"David" gli aveva sussurrato lei nell'orecchio rispondendo all'abbraccio, come ogni volta che si rincontravano dopo mesi e mesi.
"Ho una notizia per te" aveva continuato lui "non posso più trattenermi, sono settimane che aspetto di dirtelo, ma volevo farlo di persona!"
Eleanor aveva sciolto l'abbraccio guardando il ragazzo con espressione interrogativa e gli aveva fatto cenno di continuare.
"Vengo a studiare a Londra dall'anno prossimo, abiterò vicino casa tua"
E lei era rimasta un attimo immobile, non riuscendo a capire bene il significato delle parole dell'amico.
Poi era esplosa: "Ma è magnifico! Oh mamma mia! David! Sono così felice! Non vedo l'ora! Non ci credo! Mi stai prendendo in giro o dici sul serio? E' stupendo! Ti rendi conto! Potrai finalmente vivere la mia vita, quella di cui ti ho sempre parlato! Ti presenterò ai miei amici, al mio ragazzo! Ti farò vedere la mia scuola, i posti dove passo sempre il tempo!....." e aveva continuato a saltare di qua e di la per tutto il giorno, troppo contenta per pensare ad altro.

Erano passate settimane, mancavano pochi giorni alla fine dell'estate e quella sera erano andati a ballare in quel locale sulla spiaggia.
Eleanor stava ancora guardando il cielo stellato, quando sentì una mano posarsi sulla sua spalla. Sussultò a quel contatto e si girò di scatto: era David, doveva averla vista uscire di corsa dal bar.
"El? Tutto ok?" domandò lui.
"Ei ciao! Si.... hem... Sto bene, sto bene, tranquillo" rispose abbozzando un sorriso.
E naturalmente lui capì che stava mentendo, avrebbe capito sempre tutto di lei; questa consapevolezza colpì la ragazza come un fulmine, lasciandola lì in piedi, immobile a guardare per terra, senza parole.
Così lui la abbracciò, la tenne stretta a se, e lei si gettò in quell'abbraccio stringendolo forte, quasi fino allo sfinimento. Lei era la naufraga e lui il suo salvagente.
Dopo minuti che sembrarono anni si separarono e lui la guardò fissa negli occhi. Eleanor si perse in quello sguardo e di nuovo la voragine si aprì nel suo stomaco; tutto quello che aveva provato qualche minuto prima si ripeté, tutti i pensieri che aveva avuto tornarono nella sua mente. David continuava a guardarla e il suo sguardo la incatenava, era magnetico, la stava sconvolgendo.
"Possibile?" pensò "Dopo tutto questo tempo?".
E fu allora che lui parlò e pronunciò quelle parole che lei non avrebbe mai dimenticato: "Lascia che ti baci".
Così lei lo fece, si avvicinò al suo volto, la mente sgombra di ogni pensiero, ogni problema, lo baciò, e fu lei a baciarlo perché era quello che desiderava, l'aveva capito. Non pensò alle conseguenze, non pensò al suo ragazzo, quel ragazzo per la cui assenza aveva pianto così tante volte. Baciò David, baciò il suo migliore amico, baciò l'unico ragazzo che l'aveva sempre fatta stare bene, con il quale si sentiva al sicuro e dal quale, lo sapeva, ne era certa, aveva bisogno di crederci, non sarebbe mai stata abbandonata.

David aveva sempre amato Eleanor: la amava fin da quando erano bambini, quando si affidava in tutto e per tutto a lei, vedendola come la figura femminile che era sempre stata assente nella sua vita da quando sua madre era morta; l'aveva amata senza rendersene conto quando a quindici anni era ritenuta la ragazza più bella della spiaggia, perché era veramente bella, e lui, senza capirlo fino in fondo, era geloso di tutte le attenzioni di cui la riempivano i ragazzi; l'aveva amata, sempre senza rendersene conto, ogni volta che si sentivano durante l'inverno; e ogni volta che riattaccavano il telefono dopo una chiamata lui si sentiva vuoto, come se gli mancasse qualche organo vitale dentro al corpo, ma ancora non capiva.
Non aveva capito fino a quell'estate, quando lei l'aveva abbracciato dopo aver ricevuto la notizia del trasferimento a Londra. E in quel momento si era ritrovato a pensare a lei sotto una luce diversa e a immaginare alla loro futura vita insieme.
Poi quella sera del bacio: sapeva che era stato uno sbaglio, non avrebbe neanche dovuto chiederlo, lei era fidanzata! Eppure aveva chiesto lo stesso il permesso di baciarla, si era sentito ad un punto morto. La paura di perderla, di non avere più una simile occasione aveva preso il sopravvento, e si era buttato, ma era stata lei a baciarlo e in quei pochi secondi David aveva sentito tutti i buchi dentro di se riempirsi, lei lo completava, era stata fatta apposta per lui, lo sentiva.
Era passato quasi un anno però, aprile stava finendo mentre l'inizio di maggio era sempre più vicino portando con se scintille di primavera anche in quella città sempre grigia e nuvolosa.
Durante l'inverno la situazione tra lui e Eleanor non si era chiarita, anzi era sempre più complicata. Era sicuro che anche la ragazza provasse gli stessi sentimenti per lui, solamente non era convinto che lei lo avesse capito. Ogni volta che il suo ragazzo tornava in città correva da lui, passavano poche giornate insieme e poi lui ripartiva. Eppure loro due uscivano, anche spesso. Nei primi tempi non avevano parlato del bacio e questo gli aveva fatto pensare che lei si fosse pentita, ma era stata lei a prendere il discorso uno dei primi giorni di dicembre, mentre andavano in giro per negozi cercando i regali di natale.
"Cosa ci trovi in me Dav?" aveva chiesto imbarazzata, abbassando lo sguardo.
"Come scusa?"
"Si... Intendo... So che mi vuoi bene, ma oltre a questo cosa vedi in me?" lo aveva guardato dritto negli occhi, e poi "Volevo sapere perché mi hai chiesto di baciarti".
Lui aveva fatto un respiro profondo: gliel'aveva chiesto, adesso poteva finalmente risponderle e dirle tutta la verità. Aspettava questo momento da troppo tempo e non si sarebbe fermato. Il pensiero che lei fosse fidanzata non lo scoraggiò nemmeno per un secondo. Era un egoista? Si, ma non avrebbe potuto evitare quella risposta.
Così lo aveva detto, che la amava e che l'aveva sempre amata, raccontando la storia della sua vita, e di come lei fosse sempre stata il suo sostegno e il suo punto fisso.
Una lacrima era scesa lungo la guancia della ragazza che era rimasta in silenzio senza rispondergli, né quel giorno né i giorni successivi.
Poi c'era stato il bacio a capodanno, questa volta era stato lui a baciarla, nella sua camera, prima di andare alla festa alla quale sarebbe stato presente anche il suo ragazzo così perfetto, così stupendo, così inimitabile; e lei non si era sottratta al bacio, ma poi l'aveva interrotto sussurrando solamente "non posso".
I loro incontri da quella sera in poi erano diventati strani, c'era tensione nell'aria, non erano più i migliori amici di un tempo, non si parlavano quasi più.

David stava in camera sua a fissare la strada fuori dalla sua finestra. Qualcuno bussò alla porta aperta e lui si girò di scatto restando sorpreso quando vide la ragazza sulla soglia.
"El! Come mai qui?"
"Volevo vederti" rispose lei avanzando nella stanza e sedendosi sul letto "e parlarti".
"Come stai?" chiese lui sedendosi a sua volta.
"Bene grazie"
"Come va con il tuo fidanzato?"
"Puoi chiamarlo anche per nome se vuoi" rispose lei con una smorfia "E' partito stamattina" continuò "starà un mese in Giappone... E' rimasto poco a Londra questa volta, solo tre giorni".
La tensione nella stanza stava notevolmente salendo: insomma stavano parlando del suo ragazzo e questo creava un po' di imbarazzo in David.
All'improvviso, non si sa come le loro mani si sfiorarono e fu quel tocco a far scoppiare la scintilla in David che esclamò: "Eleanor io proprio non ti capisco! Lo sai che sono innamorato di te, è inutile che menti a te stessa! Ma tu continui a essere legata a lui, nonostante i vostri problemi, i vostri litigi, il fatto che lui non sia mai presente nella tua vita. Tutto questo mi fa pensare che tu lo ami, ma allora perché perché? Perché mi hai baciato due volte?" Quasi urlò l'ultima domanda e rimase fermo, con il fiatone, le guance rosse e lo sguardo fisso su di lei.
Proprio lei che, torturandosi le dita delle mani, intrecciandole e facendole scrocchiare sussurrò quasi impercettibilmente: "Forse ti ho sempre amato anche io David".
Lo stupore del ragazzo fu indescrivibile, rimase senza parole, seduto sul letto. Cosa aveva appena detto El? Era innamorata di lui?
Ebbe solo la prontezza di dire: "Lo sai che io non ti abbandonerò mai, nemmeno per un istante, sarò sempre presente nella tua vita".
E quella volta si baciarono, ma insieme, presero entrambi l'iniziativa e fu un bacio che durò un tempo infinito, mentre tutti e due si sentivano completati dall'altro.

Passò un altro mese, in cui lei gli aveva chiesto di aspettare, di non provare più a baciarla: avrebbe voluto prima affrontare il suo ragazzo. Non se la sentiva di "tradirlo" con lui mentre quello stava in Giappone.
Il due giugno il telefono di David squillò, lui rispose leggendo il nome di El sullo schermo.
"Ei pronto! Cos'è successo?
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"Dav...... Ho visto Louis oggi.... L'ho lasciato".




SPAZIO AUTRICE

Allora, questa è la mia prima storia, quindi mi raccomando con chiunque passi di qui e abbia voglia di leggere: correggetemi se ci sono errori, consigliatemi se posso fare miglioramenti, criticate il mio stile! Voglio riuscire a capire se scrivo bene e penso che questo sia il modo migliore per riuscirci!
Se poi nessuno passa di qui a leggere la mia ff amen! Me ne farò una ragione :D

Dunque! Ci tengo a precisare che questo è solo un CAPITOLO INTRODUTTIVO! I personaggi di questo capitolo non c'entrano proprio una ceppa con i protagonisti della storia, ma siccome mi serviva Lou libero fin dall'inizio del racconto ho dovuto creare questo prologo. Anche perchè non volevo far passare El per una stronza e quindi le ho dato un motivo ragionevole per lasciare il ragazzo (mmmm si.... Vabbè nella realtà non penso esista nessun motivo ragionevole per cui lasciare Louis xD)
Se questo capitolo vi è piaciuto, vi prego di recensire così continuerò postando il prossimo, nel quale entrerà in scena la nostra protagonista!!

Un ringraziamento speciale a haroldsljps che mi ha convinta a prendere l'iniziativa e pubblicare la mia storia ;)

   
 
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