Quelle
parole erano state sputate fuori con così tanta
impulsività, che persino il
moro ne rimase sorpreso, almeno quanto Jack, il quale stette in
silenzio per
qualche istante.
“Zayn, spero tu stia scherzando”.
“Per niente Jack, volevi una risposta e te
l’ho data, fine della questione” rispose
prontamente Zayn, facendo
riemergere la sua spavalderia.
“Pensaci bene prima di dirmi di no amico,
non credo che a Tyler farebbe piacere questo tuo rifiuto, lo sai?”
Jack usò
un finto tono amichevole e provò ad intimorirlo in qualche
modo.
E per un
attimo sembrò esserci riuscito, dato che
l’espressione del moro mutò
rapidamente quando la sua mente riuscì a visualizzare
l’immagine della persona
che era appena stata nominata dall’altro capo del telefono.
Tyler Cowen era forse una delle
persone più
pericolose con cui si potesse avere a che fare in quel giro.
Era stato
in galera più volte ed era riuscito ad uscirne sempre,
tramite i suoi
innumerevoli agganci;era lui che impartiva ordini e prendeva decisioni
e non
aveva paura di sporcarsi le mani se gli veniva fatto un torto.
Gli unici
che non lo temevano, non lo conoscevano e potevano ritenersi
più che fortunati.
“Che cazzo c’entra Tyler adesso?”
chiese
dunque il moro a denti stretti.
“Sono andato a trovarlo l’altro giorno e
gli
ho parlato un po’ di te, gli ho assicurato che saresti stato
l’uomo che
cercavamo, ora perché deluderlo? Sappiamo tutti che non
conviene farlo
arrabbiare”.
“Tu non…” Zayn
deglutì e si sforzò di
continuare la frase ma era come bloccato stavolta.
“Basta con questi giochetti”
esordì Jack
“Ti vuole incontrare dopodomani,al
vecchio magazzino vicino alla stazione, ci stai?”
finì poi.
“Perchè proprio io?Chi vi assicura che
sarò
all’altezza della situazione?” .
“Di questo non ti preoccupare, lo capiremo a
tempo debito,intanto ci vediamo lì tra due giorni a
mezzanotte, non mi deludere”
Jack non lasciò al moro neanche il tempo di replicare che
riagganciò la
telefonata.
“Mi dispiace ma non ho intenzione di farmi
vivo” disse secco Zayn prima di rendersi conto di
parlare da solo.
“Vaffanculo!” imprecò
urlando, per poi
posare il cellulare e passarsi una mano sul volto e ,mentre i dubbi su
quell’incontro presero ad assalirlo, decise di accendersi una
sigaretta ed
avviarsi a piedi verso casa sua.
Credeva che
quella chiamata sarebbe stata una liberazione e invece si era rivelata
forse l’inizio
di un incubo.
La
situazione gli era ormai sfuggita di mano ed ora non aveva la
più pallida idea
di come l’avrebbe affrontata.
°°°
Mancava un
solo giorno alla tanto attesa festa di inizio anno e i corridoi della
scuola
erano pieni di studenti su di giri che programmavano la loro serata
memorabile
in ogni minimo dettaglio.
Mi accinsi
ad aprire l’armadietto in modo da posarvi i pesantissimi
libri di storia ed
alleggerire il carico del mio zaino, ma uno schiarirsi di gola alle mie
spalle
mi fece voltare e portare l’attenzione su un alto ragazzo
biondo dagli occhi
neri.
“Ehm … hey Rosie” mi
salutò lui,
apparendo piuttosto impacciato.
“Oh hey … Kevin, giusto?”
gli chiesi
sorridendo timidamente.
“Si, siamo insieme al corso di matematica”
spiegò lui ricambiando il sorriso.
“Certo, mi ricordo di te” chiusi
l’armadietto dietro di me e mi ci appoggiai con la schiena.
“Verrai alla festa domani sera?”
domandò
il biondo mostrandomi un volantino verde.
“Si , credo di si, anche se l’idea non mi
elettrizza particolarmente” risposi sinceramente.
“Capisco” si limitò a
dire lui “E per caso hai
già qualcuno con cui andare?”
aggiunse poi grattandosi la nuca, non celando affatto il suo imbarazzo.
“Beh io…” feci per
rispondere ma qualcun
altro lo fece al posto mio.
“Si ha già un accompagnatore,ma grazie lo
stesso” disse quel qualcuno, avvolgendo un braccio
intorno al mio bacino,
per poi mostrare a Kevin un sorriso sghembo.
“Puoi anche andare”
terminò
infine,facendogli l’occhiolino.
Giurerei di
averlo visto strabuzzare gli occhi non appena ebbe notato il moro
avvinghiato a
me; fatto sta che si dileguò senza nemmeno ribattere o
lasciarmi il tempo di
giustificarmi.
“Zayn si può sapere che diavolo stai
facendo?!”strillai, scrollandomi le sue mani di
dosso.
“Dicevo a quel tizio la verità”
spiegò
lui “Non dirmi che Niall ancora non
ti
ha invitata” continuò ironicamente.
“Dovresti provare a farti gli affari tuoi
una volta tanto, sai? E per tua informazione ho già deciso
che non andrò con
nessuno a quella stupida festa” replicai
acida,incrociando le braccia al
petto.
“Non cambieresti idea nemmeno se fossi io a
chiedertelo?” soffiò avvicinandosi a
pochi centimetri dal mio volto,
facendo accelerare inaspettatamente i miei battiti cardiaci.
“Tu sei proprio l’ultimo da cui accetterei
qualsiasi proposta” riuscii a dire nonostante la
distanza tra noi fosse
sempre più ridotta.
“Tu credi?” fece in modo che
fossi
bloccata tra lui e gli armadietti e sfiorò una mia guancia
con il suo naso,
procurandomi innumerevoli brividi.
Ancora una
volta mi scoprii debole al suo contatto, incapace di dire o fare
qualunque cosa
nel momento in cui quella sua soffice pelle ambrata sfiorò
il mio corpo esile.
Fu un
attimo e sentii le sue labbra lasciare un leggero bacio
all’angolo della mia
bocca e con quel piccolo gesto il mio cervello si azzerò
totalmente, tant’è
vero che giunsi a bramare segretamente un contatto maggiore.
Abbandonai
la testa a sinistra mentre permettevo che Zayn tracciasse
un’umida scia di baci
lungo il mio collo, mentre
una strana
serie di scosse nel mio ventre si susseguivano incessantemente e quasi
mi
sembrava che il viso potesse andare in fiamme; solo lui era capace di
avere
quell’effetto su di me e questo mi eccitava e mi spaventava
allo stesso tempo.
Aprii gli
occhi che avevo socchiuso, travolta da quelle intense emozioni e
sensazioni, e
la persona che ritrovai ad osservarci da lontano era probabilmente
l’unica che
avrei preferito non assistesse a quella scena.
Istintivamente
portai le mani sul petto di Zayn e lo spinsi via con forza ed
un’ombra di
perplessità si dipinse sul suo volto; feci sfrecciare lo
sguardo da lui a Niall
che, ignorandoci, attraversò il corridoio accanto a noi.
“Che ti prende?”
domandò lui guardandosi
intorno stranito, fin quando non si accorse di quella familiare chioma
bionda
maschile che si stava allontanando.
Fissò
allora serio le sue iridi nocciola nelle mie, ma non ressi a lungo;lo
abbandonai lì e camminai a passo spedito verso Niall , per
cercare di risolvere
quella questione.
“Niall, per favore aspetta!” lo
chiamai
a gran voce, sgomitando tra la folla per raggiungerlo. Eppure credevo
di esser
diventata abile nel rincorrere la gente in quel periodo.
“Niall!” ripetei ansimando, non
riuscendo a reggere il suo passo.
Con mio
stupore però, lo vidi fermarsi ed indietreggiare con
indifferenza per
raggiungermi.
“Rosie non mi devi spiegare nulla,è tutto
fin troppo chiaro” disse amareggiato.
“No, tu non capisci io…”
rimasi la frase
in sospeso poiché fui interrotta da lui.
“Tu cosa??Il tuo
interesse per Zayn è
palese e sapevo che lui non avrebbe lasciato
perdere”.
“Cosa vuoi dire?” chiesi
confusa.
“Niente,non ha importanza”
rispose lui voltandomi le spalle,liquidandomi freddamente.
Forse non mi
ero sbagliata affatto quando mi ero convinta che la causa
dei miei problemi recenti fosse Zayn.
Avrei dovuto
stare lontana da lui, ne ero consapevole, ma più ci
provavo e più lui si intrometteva nella mia vita,
sconvolgendola.
°°°
Immersa nelle
mie riflessioni su colui che era diventato il mio unico
chiodo fisso, mi trascinai fino alla palestra, dove mi avrebbe atteso
un’estenuante
ora di esercizio fisico guidata dall’esigentissimo Signor
Parker.
Mi
affrettai ad entrare negli spogliatoi ed indossai la mia tuta sportiva,
per poi
raggiungere i miei compagni, il quale avevano già avviato la
classica sessione
di riscaldamento.
“Signorina Dekker, è in ritardo”
mi
rimproverò severo l’insegnante.
“Sono
certo che non le dispiacerà prestare aiuto al Signor Styles
nella sistemazione
degli attrezzi per tutte le discipline” disse
infine,senza distogliere lo
sguardo dalla partita di pallavolo che era in corso alla nostra destra.
Non osai
contestare e con riluttanza mi avvicinai ad Harry che era tutto
indaffarato a
posizionare i palloni da basket nell’apposito cesto.
“Anche tu in ritardo?” sorrisi
al
riccio, mentre iniziavo a spostare gli ostacoli per la corsa.
“No,ho fatto una battuta a loro parere
‘poco
simpatica’ sulla consulente scolastica, che a quanto pare
è parecchio legata al
Signor Parker” ridacchiò lui,
mostrandomi le sue stupende fossette.
“Oh mio Dio non mi dire che …”
inarcai
un sopracciglio alquanto sbalordita ed inorridita al pensiero di
quell’inconsueta
coppia. Lui pelato e massiccio, sulla quarantina e lei bassina, gracile
e
decisamente più avanti con l’età.
“Esatto” rispose ammiccando
malizioso.
“Se avete terminato con le vostre
chiacchiere da salottino ci sarebbe la rete da pallavolo da smontare”
ci
riprese il coach, chiaramente irritato.
Ci
guardammo e contemporaneamente un sonoro sbuffo lasciò le
nostre labbra, prima
che ci apprestassimo ad eseguire i suoi comandi.
Una volta
finito, riuscimmo ad ottenere il permesso di cominciare il
riscaldamento, e
così partimmo con una breve corsetta, durante la quale
saremmo stati finalmente
liberi di interloquire senza problemi.
“So che non dovrei intromettermi ma …
è
successo qualcosa con Niall?” chiese Harry tra
l’affanno dei suoi respiri.
“Non proprio, è una situazione un
po’ strana
a dire il vero” spiegai mantenendo un ritmo
costante durante l’allenamento“Perché
me lo chiedi?”.
“Prima di venire qui l’ho incontrato ed
era
davvero giù di morale e ,siccome nei corridoi si vociferano
delle cose su te e
Zayn, ho pensato che fosse quello il motivo del suo cambio di umore
visto che è
evidente che gli piaci”.
“Un momento” mi bloccai sul
posto,
interrompendo l’esercizio.
“C-che
significa che si vociferano delle cose su me e Zayn?”
chiesi perplessa,attendendo
che le mie pulsazioni si regolarizzassero.
“Mettiamola così,adesso per tutti sei la
nuova
ragazza di Zayn Malik, sei inavvicinabile praticamente per chiunque
” mi
informò, guardandomi con quegli smeraldi che si ritrovava al
posto degli occhi.
“E quale sarebbe la ragione?Lo trovo assurdo
e soprattutto non reale”.
“Conosci davvero poche cose di lui, eh
“
osservò accennando un sorriso.
“Circolano talmente tanti pettegolezzi su quel
ragazzo che nemmeno noi che siamo suoi amici riusciamo a distinguere il
vero
dal falso … diciamo che non ha una bella reputazione,
soprattutto con le
ragazze”aggiunse infine.
“Non sei il primo a dirmelo, ma nessuno si
è
mai degnato di raccontarmi cos’abbia fatto di così
tanto grave da essere
etichettato in questo modo” dissi, ripensando anche
agli avvertimenti di
Liam sul moro.
“Io non so se … “
riuscii a leggere
esitazione nel suo sguardo.
“Harry per favore” lo implorai,
desiderosa di saperne di più di quella storia.
“Okay” mi accontentò
“Circa un anno e mezzo fa Zayn
usciva con
una certa Ashley Morrison, una nuova studentessa di questa scuola che
poi si è
trasferita nuovamente ” cominciò lui in
tutta tranquillità.
Avevo
già
sentito nominare quella ragazza anche se non avevo presente il suo
aspetto; ma
non me ne sorpresi affatto dato che mi rendevo sempre più
conto di non aver
notato parecchie cose in quattro anni in quell’istituto.
“Dunque?” lo incitai a
proseguire,
nonostante l’idea del moro con una ragazza mi facesse
contorcere lo stomaco,
quasi come se io potessi essere gelosa di lui.
“Sono stati insieme più o meno per sette
mesi, e quell’arpia è riuscita soltanto a portarlo
a fondo, ed è stata lei a
trascinarlo nel giro della droga” .
Man mano
che Harry parlava,rimanevo letteralmente a bocca aperta,incapace di
elaborare qualunque
frase di senso compiuto.
“Da quando aveva cominciato a frequentarla,non
era più lo stesso, persino con me Louis e Niall si
comportava in modo strano, perchè
mentre lei ormai era abituata a tutta quella roba che fumavano o
ingerivano,
Zayn era ancora nella fase degli iniziati, la peggiore”
fece una pausa per
controllare che nessuno stesse origliando, ed andammo di nascosto a
sederci in
cima agli spalti.
Un turbine
di pensieri sul moro si scatenò nella mia testa, facendomi
apparire totalmente
assente al riccio accanto a me, il quale attendeva un mio cenno per
procedere
con il racconto.
“Una sera Dave Richardson del quinto anno,
organizzò un festino a casa sua ed invitò
praticamente mezza scuola … la serata
fu piacevole, sai, con alcool e buona musica si sta sempre bene,
però verso le
dieci e mezza fecero il loro ‘ingresso trionfale’
Ashley e Zayn e lui era
totalmente fatto, quasi incosciente”.
“Vai avanti” lo pregai.
“All’inizio nessuno fece caso
più di tanto a
loro visto che erano convinti fossero solo ubriachi,ma ad un certo
punto un
ragazzo iniziò a provarci con Ashley che aspettava che Zayn
le portasse da bere
e lei gli diede corda e si attaccò spudoratamente alle sue
labbra, permettendo
che lui si spingesse quasi oltre durante un ballo ravvicinato”
Harry prese
un lungo respiro e si mise a seguire la partita di basket in campo,
pronto ad
arrivare al succo del discorso.
“Ad ogni modo,Zayn li vide e perse la
ragione,picchiando a sangue quell’idiota ,fin quando non
fummo noi a fermarlo
con la forza prima che lo mandasse all’ospedale …
trascorse qualche attimo e
tutti distolsero l’attenzione dalla rissa terminata e
ripresero a godersi la
festa e quando vedemmo Malik più calmo, lasciammo che
andasse a chiarire le
cose in privato con quella Ashley”.
“Tutto qui?Una scazzottata e diventa
pericoloso?” lo fissai interrogativa.
“C’è dell’altro”
mi informò più inquieto
rispetto a prima.
“Come dicevo, ognuno era tornato a
divertirsi, compreso me e i ragazzi, ma fu un attimo e delle urla
sovrastarono
persino il volume della musica, così, allarmati, cercammo di
capire da dove
fossero provenute, ma la risposta arrivò da
sè… Ashley si presentò scioccata in
salotto con le lacrime agli occhi,delle ferite sul volto e sulle
braccia ed il
vestito mezzo strappato”.
Non potevo
credere a ciò che avevo appena ascoltato.
Improvvisamente
percepii le ginocchia tremarmi anche da seduta e dovevo esser di sicuro
sbiancata in faccia, visto che feci preoccupare Harry.
“Ti senti bene?”
appoggiò premurosamente
una mano dietro la mia schiena.
“S-si,si deve essere un leggero calo di
pressione, continua pure” mentii, non essendo del
tutto sicura di voler
sapere il finale.
“Non c’è molto da
aggiungere,nessuno sa cosa
sia davvero successo tra quei due, ma Ashley ha fatto credere a tutti
che Zayn
l’avesse prima picchiata violentemente per poi aver abusato
di lei e ovviamente
coloro che l’avevano vista in quelle condizioni non poterono
che crederla,affibbiando
così a lui la reputazione che ha oggi e non si sa
perché lui stesso sembra
giocarci su” concluse facendo spallucce.
“E se davvero fosse andata come dice lei,
allora perché non l’ha denunciato?”.
“Ottima osservazione”
annuì “Proprio per questo
motivo io non mi fido di
lei e voglio pensare che Zayn sia innocente ... perché la
verità a mio parere è
che a quella vipera non sarebbe convenuto mettere in mezzo la polizia
visto il
suo coinvolgimento nella droga e non so come abbia inscenato il tutto,
ma è
stata una vera e propria calunniata”.
Ora capivo
tante cose.
Il suo
approcciarsi a me in modo rude, il pettegolezzo di quella bionda nel
parcheggio, la sua reazione eccessiva quando al compleanno di Niall mi
vide
chiacchierare con lui dopo essersi allontanato per prenderci delle
bevande, il suo
coinvolgimento terrificante nella droga.
Tanti
piccoli pezzi di quell’enigmatico puzzle si stavano
componendo ed io avevo come
la necessità di terminarlo per scoprire l’immagine
che si celava.
“Mi chiedo quanto possa essere difficile per
lui convivere con tutto questo schifo” mormorai
involontariamente ad alta
voce.
“A dire il vero sembra che la cosa non lo
disturbi affatto, e con il tempo abbiamo imparato tutti a far finta di
nulla,
nonostante qui a scuola ne inventino una diversa ogni giorno su di lui,
come se
ci avessero preso gusto” disse il riccio
stiracchiandosi.
Restai
in silenzio, sovrappensiero;sussultai poi per via del suono della
campana.
Senza
farci beccare dal Signor Parker che si era lamentato spesso della
nostra
assenza durante la lezione, sgattaiolammo nei rispettivi spogliatoi per
darci
una rinfrescata e liberarci di quelle tute sudaticce.
Una
volta usciti non mi fu più possibile incontrare nuovamente
Harry visti i nostri
orari differenti, ma affrontai quelle ultime ore, impaziente di
arrivare a casa
ed andare a far visita a Liam, il quale aveva deciso di saltare la
scuola per
trascorrere una serena mattinata con le sue sorelle maggiori, che aveva
la
possibilità di vedere poche volte a causa dei loro studi
universitari ed
impegni lavorativi.
°°°
Non appena
varcai il vialetto di casa mia, mi recai sul porticato per depositarvi
soltanto
il mio zaino ed uscire di nuovo senza rincasare.
Il cielo
era cupo e mi trasmetteva una certa inquietudine, così mi
incamminai svelta
lungo quel breve tratto di strada che conduceva alla villetta di Liam.
A
metà percorso
un principio di ansia si impossessò di me quando iniziai ad
avere la strana
sensazione di essere seguita.
Decisi
di sopprimere il tutto e proseguire in quella direzione ma, proprio
quando ebbi
raggiunto la mia destinazione, mi sentii afferrare per un braccio ed
automaticamente urlai per lo spavento.
“Shh … è tutto okay,non urlare
sono io”
sussurrò quel ragazzo che prima o poi mi avrebbe fatta
impazzire,facendomi
calmare.
“Zayn, basta mi arrendo con te”
dissi
esasperata, non provando nemmeno a liberarmi dalla sua presa.
“Finalmente” ghignò
lui.
“Adesso ti sei messo anche a seguirmi?”.
“Non avevo altri impegni, e oggi abbiamo
lasciato qualcosa in sospeso se non sbaglio”
racchiuse delicatamente
entrambe i miei polsi nelle sue mani e appoggiò le mie sul
suo petto scolpito.
“Mi dispiace deluderti ma non
c’è niente in
sospeso” gli feci un sorrisetto forzato e mi
staccai da lui.
“Il tuo caratterino mi sorprende sempre di
più Rosie Dekker” si prese gioco di me,
regalandomi quel suo mezzo sorriso
così dannatamente perfetto.
“Almeno io mi mostro per quella che sono
realmente” lo provocai, toccando forse un tasto
dolente, data la sua
espressione poco rilassata con tanto di fronte corrugata.
“Tu non mi conosci”
replicò freddo.
“So più cose di te di quanto credi”
ressi il suo sguardo penetrante e gelido.
“E sentiamo, quali sarebbero queste cose?”
domandò beffardo.
Se giocare
era quello che voleva, allora lo avrei accontentato; avevo appena
iniziato a
comprendere minuscoli ma significanti particolari di quel misterioso
moro e non
mi sarei lasciata sfuggire l’occasione di provare a metterlo
a nudo, di
spogliarlo di quel suo finto menefreghismo e conoscere il vero Zayn
Malik.
Lo scrutai
con aria di sfida, preparata a rispondergli senza esitazioni, ma il
rumore
della porta di ingresso precedette l’arrivo di un Liam
abbastanza confuso.
“Rosie, va tutto bene?” chiese
scendendo
frettolosamente degli scalini, venendo ad affiancarmi con fare
protettivo, stringendomi
nel suo abbraccio.