Libri > Le Cronache di Narnia
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Autore: elena22    01/07/2013    1 recensioni
Ritornano i re e le regine di un tempo e un nemico forse mai riuscito a sconfiggere.
Per ottenere l'effetto che volevo, ho dovuto introdurre un particolare: il tempo a Narnia è diventato soggettivo, rievoca ciò che i quattro fratelli avrebbero voluto rivedere, ciò che più mancava loro.
Scesero anche Susan ed Edmund. Ora erano pronti ad aprire la porta di marmo. Con un po di timore Peter tirò verso di sé la maniglia d'oro e una luce accecante colpì i quattro fratelli.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 7
“Finalmente a Cair Paravel”
Non sapeva come avrebbe reagito alla sua vista, non ne era affatto sicura. Rabbia? Dolore? Felicità? Non lo sapeva … In quel momento un turbine di sensazioni accavallavano la sua mente e si estendevano pian piano per tutto il suo corpo. Rabbrividiva al pensiero del Re, sentiva quei brividi che si provano quando ti viene nostalgia di qualcosa o qualcuno e ci pensi, ci pensi così fortemente che la scena si propaga intorno a te, oltre che nella tua mente, e appena si materializza hai quasi paura di quella concretizzazione che la elimini bruscamente con un brivido.
Arrivarono senza altre difficoltà a Cair Paravel. Peter era estasiato alla vista del castello fatto ristrutturare da Caspian, la gente a Narnia viveva felice e il Re Supremo notò subito le capacità governative del suo successore. Gli abitanti guardavano i fratelli incuriositi e soprattutto stupefatti, non credevano ai loro occhi, ma capendo chi fossero, si inchinavano al loro passaggio. Si fermarono davanti il grosso ponte levatoio e un piccolo fauno adibito a paggetto venne incontro ai quattro sovrani. Peter chiese udienza a Caspian e il paggetto andò subito a riferire.
Caspian non sedeva mai sul trono, era sempre stato umile, si era sempre messo al pari con gli altri per quanto potesse farlo. Era in una stanza adiacente alla Sala del trono con i suoi consiglieri e parlavano di questioni economiche. Entrò il piccolo fauno.
- Vostra Maestà, vorrete scusare la mia intrusione, ma c’è una cosa che devo dirvi immediatamente. Non mi sarei mai permesso di disturbarvi se non fosse davvero così importante e urgente quanto stupefacente.- Così esordì il paggetto ancora con gli occhi lucenti.
Caspian era ancora girato di spalle nonostante ascoltasse attentamente le parole del  piccolo paggio. Fissava un punto sui registri reali poggiati sul banco di pietra e ad esso appoggiava il peso del suo corpo leggermente proteso in avanti attraverso le sue braccia stese e forti. Dopo che il fauno parlò, fece cenno ai suoi consiglieri di lasciarlo solo con il paggio e così fecero. Senza girarsi disse al fauno di spiegargli cosa avesse di tanto importante da dirgli.
- Mio signore, nella sala del trono ci sono delle persone … Beh, io non sono sicuro di chi siano, ma sembra che si tratti dei Re e delle Regine di un tempo … - Concluse il fauno senza molta convinzione.
Caspian si illuminò. Alzò il viso ancora fisso su un punto della tavola con gli occhi quasi pieni di lacrime e si girò finalmente verso il paggetto. – Sei sicuro?- Seppe solo dire il Re. – Ma certo mio signore. – Dopo un attimo di illuminazione e di eccitazione si ricompose subito. – E bene, che sia data loro udienza nella sala del trono-. E li raggiunse lasciando dietro di sé il fauno.
- Chissà lei dov’è … - Bisbigliava nella sala del trono Susan a Lucy. –Che c’è Sue? Sei gelosa?-. Farfugliò la sorella minore scherzando. – Assolutamente no!- Ribatté con un pizzico di stizza Susan guardandosi attorno. Era tutto come tanti secoli prima, Caspian aveva fatto ricostruire il castello tale e quale con una stanza in più. C’erano, infatti, due Sale del trono: quella  in onore dei quattro sovrani e una per il Re Caspian e per la Regina Sharona. In quel momento, i quattro erano in quella ricostruita in loro ricordo. Il tetto di vetro altissimo, trasparente, sembrava non ci fosse, le colonne che dividevano la sala in tre navate sembravano dare una sensazione di infinito e tutto era di marmo bianco e beige. Al di sopra delle colonne c’erano delle trabeazioni con rifiniture in oro e bassorilievi che raccontavano una parte della storia dei quattro sovrani di Narnia. Mettendosi di spalle al grosso portone di legno di ciliegio placcato in oro, si poteva ammirare il piccolo altarino in fondo alla sala che custodiva i quattro troni dei Re e delle Regine e infine la stanza si chiudeva con un abside di vetro che dava sul mare che in quel momento era coperto dalle tende rosse che facevano trapelare i raggi di sole rendendo l’atmosfera più accogliente e familiare e meno  solenne e distaccata. Mentre Susan e gli altri tre fratelli si perdevano nella magnificenza e nella nostalgia che recava loro quella sala, entrò Caspian seguito dal fauno. Lui composto, si comportò da vero Re, spalle in fuori e sorriso smagliante che ricopriva una serie di emozioni che non potevano essere descritte. Peter gli andò incontro si abbracciarono mantenendo sempre uno schema regale e così fu per Edmund, diverso per Lucy che si buttò al suo collo e Caspian la prese in braccio facendole fare una giravolta. Poi, dietro Lucy sbucò Susan. Bellissima, era diventata più bella di come se la ricordava … L’aveva sognata tante volte, con il vestito azzurro e gli intarsi d’oro … Ma anche con quel vestito verde smeraldo era splendida e anzi, risaltava ancor di più la sua bellezza. Trasalì.
Susan gli si avvicinò, gli fece una riverenza molto formale, quasi non le sembrava vero e forse nemmeno a lui. Era imbarazzata, non sapeva come comportarsi. “Ricordati che è sposato” si disse. Era così bello però, che per lei fu una sofferenza non potergli buttare le braccia al collo e baciare le sue labbra così rosee. Era un uomo ormai. I capelli mori portati come sempre al vento e la muscolatura così ben scolpita in quel fisico per lei perfetto. Era la sua scultura. Un momento, non era più suo …
Si rialzò e si guardarono per un momento, sguardi indecifrabili, di frustrazione forse, dopo essersi resi conto di essersi ritrovati, ma comunque persi.
Arrivò Sharona con un aspetto più altezzoso di come se lo potessero immaginare. Entrò dal grosso portone, proprio quasi a voler interrompere quelli sguardi in codice tra i due ragazzi. Vestito bianco con una gonna amplissima fatta di piume e un corpetto bianco latte come la sua pelle; i capelli mossi le scendevano sulla spalla destra biondissimi. Una collana argentata con decorazioni molto simili a delle stalattiti le decoravano il decolleté e una corona fatta allo stesso modo poggiava sul suo capo. I suoi occhi si posero immediatamente su Susan che si sentì piccola piccola a fissare il ghiaccio delle sue iridi, ma riuscì a mantenere una certa regalità anche lei. In fondo era stata anche lei una Regina di Narnia e non c’era motivo di sentirsi inferiore. Oltre per il fatto che avesse sposato l’uomo della sua vita. Beh, si forse per quello un po’.
- Regina Sharona, sono ... -
- So perfettamente chi siete Re Peter-  Lo interruppe Sharona.
- Non essere così brusca con i nostri ospiti, Shar – Cercò di calmare le acque Caspian.
“Shar, da quando i sovrani si danno soprannomi teneri?” pensò infastidita (o ingelosita?) Susan.
Sharona spalancò un sorriso sforzato.
- Benvenuti nella nostra umile dimora, Sovrani di Narnia, potrete rimanerci quanto preferite, per tutta la durata del vostro soggiorno. Si dice che i Sovrani vengano chiamati a Narnia quando si avverte pericolo. È il caso che la sua Regina si debba preoccupare?-
- In verità non lo sappiamo il motivo per il quale siamo qui, lo scopriremo pian piano con l’aiuto del Re.- Salvò la situazione Edmund.
- Siamo arrivati ieri mattina e ci siamo subito messi in viaggio per Cair Paravel. Cerchiamo risposte qui.- Concluse Lucy. 
- Sarò ben felice di poter aiutare i Re e le Regine di un tempo nel loro nuovo viaggio nella nostra terra. È quasi ora di pranzo, vi pregherei di seguirmi nella sala dei banchetti, da questa parte.-
“Conosciamo la strada, l’abbiamo fatta più volte della tua stessa vita, mia bella Shar” pensò con un tono cantilenante Susan. 
 Tutti seguirono la Regina e il Re nella sala da pranzo attraversando stanze, scale e corridoi pieni di luce. Si sentivano a casa finalmente, se non fosse per l’incombente presenza di Sharona. Pranzarono tutti insieme Caspian di fronte a Susan e accanto a Sharona si sentiva in un imbarazzo irreale, lo stesso Susan, mentre Sharona manteneva la situazione in pugno con grande maestria. Dopo una serie di portate, si passò nei giardini reali dove passeggiarono tutti insieme per raccontarsi le vicende che erano accadute nell’altro mondo. Peter approfittò della momentanea assenza di Sharona per poter avvisare Caspian – Ho bisogno di parlarti. Da solo, senza tua moglie, credi sia possibile? Fa di tutto per non lasciarci soli, a mio parere.-
- Si può fare- disse Caspian.
-Possibilmente fuori dalle mura di questo castello- concluse in tempo Peter perché Sharona era tornata munita di arco e frecce.
- Regina Susan, siete famosa per la vostra abilità nel tirare con l’arco, vi prego di potermi mostrare la vostra bravura nella parte retrostante del giardino dove si allenano gli arcieri; oh! Caspian, mio caro, perché non fai vedere quanto sei diventato bravo anche tu a tirare, fai soddisfatta la tua maestra! – e gli porse le armi che aveva appena portato.
Susan lo guardò un po’ distorta.
-Beh, si, Shar mi ha insegnato ad utilizzare al meglio l’arco, gliel’ho chiesto io- disse imbarazzato Caspian rivolgendosi a tutti ma soprattutto allo sguardo precedente di Susan.
“Te l’avevo insegnato anche io se ti  fossi dimenticato” pensò La Dolce.
 -Secondo me siete anche in grado di fare una gara, suvvia! Ci sarà da divertirsi!- disse con un tono pieno di scherno Sharona.
Lucy, Peter ed Edmund la guardarono, ma lei non li degnò di uno sguardo e continuava a battere le mani da far salire il nervoso al resto del gruppo. Così Caspian e Susan si ritrovarono a dare spettacolo e a gareggiare a tiro con l’arco come fecero già una volta puntando verso una pigna. E il ricordo di quell’incontro fu inevitabile per tutti e due e si scambiarono sguardi complici. Fecero dieci tiri a testa. Susan non sbagliò nemmeno uno, Caspian l’ultimo, forse perché i gridolini di Sharona lo avevano alterato fin troppo. Così vinse Susan, per un tiro. Le scappò un sorrisino e anche a lui. Il comportamento di Sharona era stato molto chiaro quel pomeriggio. Avrebbe voluto metterli l’uno contro l’altro, invece, forse, aveva ottenuto l’effetto contrario, anche se per il resto della giornata i due non si sfiorarono e non si parlarono neppure.
Prima di cena successe qualcosa di strano che forse Sharona non aveva potuto mettere in conto nella sua commediola della Regina buona e moglie felice. È usanza infatti che prima di cena si beva del tè in tazze di porcellana finissima in una sala di dimensioni più piccole accanto a quella dei banchetti. Mentre i servi infatti portavano il tè alle Regine, Sharona si alzò di scatto e li spodestò prendendo in mano il vassoio di vetro con il quale si tagliò per il movimento troppo brusco e troppo poco controllato. Lasciò cadere a terra il vassoio e il tappeto si sporcò di tè, ma la Regina di ghiaccio sembrava più preoccupata di nascondere la mano ferita che della ferita stessa. Lucy cacciò subito il suo cordiale e andò incontro a Sharona che reagì molto bruscamente all’avvicinamento della ragazza. Ma Lucy fece in tempo a guardare la mano: il graffio c’era e il pezzo di vetro era anche conficcato ancora nella pelle, ma non trapelava alcuna goccia di sangue.
-No!- Gridò Sharona. –E’ meglio che lo si usi in occasioni più tragiche che per uno stupido taglio che posso anche curare da sola- E sorrise dolcemente. Edmund si sporse indietro dalla sedia che quasi cadde. A lui quell’espressione gli ricordò i brutti giorni passati assieme alla Strega Bianca e in effetti, era quella l’impressione che Sharona aveva dato in quel momento. Lucy tornò più insospettita che sconsolata sulla sua poltrona mentre Sharona ordinò che fosse servita la cena e tutti, quindi, presero posto a nella sala dei banchetti. Cenarono e poi si divisero nelle stanze da letto. Peter fece cenno a Susan di andare ad avvisare gli altri nella grotta e lei ordinò. Così si rivolse al resto del gruppo e in particolare a Sharona.
-Perdonerete di certo le mie vecchie quanto inusuali abitudini, signora, ma io andrei a fare una cavalcata nel bosco prima di dormire; perciò non vi seguirò negli appartamenti privati ma vado nella scuderia a prendere il mio cavallo. Ci vediamo domani mattina, buonanotte a tutti.-
Li lasciò tutti lì mentre lei si affrettò  a raggiungere la scuderia e, sellato il cavallo, partì nel cuore della notte armata di arco e frecce.
  
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