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Autore: ClodiaSpirit_    04/07/2013    5 recensioni
Darren, un ragazzo ricco con una vita a dir poco perfetta. Una nuova scoperta lo porta quasi all'esasperazione, a perdere se stesso. Saprà non lasciarsi sfuggire via la sua vita? Cosa avrà in serbo per lui il destino? Chris, un ragazzo povero ma ricco d'animo, cresciuto senza la presenza dei suoi genitori e che ha saputo cavarsela fino ad adesso. Tutto si ricollega nel giorno in cui qualcuno fradicio e zuppo d'acqua si presenta davanti alla sua porta. Che cosa lo aspetterà?
Genere: Fluff, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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prologo


¦ Claudia' space:  Ciao a tutti. Sì, lo so, è da ben un anno che non scrivo, che non entro sul mio profilo efp... ma con gli impegni e la scuola, non ne avevo il tempo. Adesso, da almeno qualche settimana, ho deciso di ributtarmi, sì. Grazie a una mia cara amica gleek, Roberta. Abbiamo deciso di scrivere questa storia perchè, inanzitutto ne ho sempre avuto l'idea però, mi mancava quel qualcosa in più, l'altra metà con cui svilupparla. Così, le ho inviato un messaggio e lei ha accettato subito. Abbiamo unito le nostre idee e ne è nata questa, il cui risultato ci sorprende di giorno in giorno. E lei ringrazia me, perchè anche lei era in cerca della giusta ispirazione e quindi, ci siamo trovate. So, questa è una CrissColfer fanfiction (sì, oltre a grandi shippatrici klaine, siamo anche shippatrici crisscolfer) e niente, speriamo vi piaccia. :)

 

~ PROLOGO.

“Every born is a new soul.”

 ×18 Novembre, 1780, Londra.

 

Il rumore della pioggia che sbatteva sulla finestra vicino la porta, creava una melodia che risuonava nelle stanze di quella piccola casa nell’entroterra londinese. La melodia accompagnava il pianto del piccolo Chris, che non piangeva mai così forte. Sentiva l’avvicinarsi dell’imminente disastro, forse?

La mamma Anne, il papà John e la balia Marie erano davanti il fuoco scoppiettante del camino. Era un fuoco che aveva lo scopo di illuminare la stanza buia, riscaldare e riunire la famiglia.

«Ma perché piange così tanto questo bambino?» si chiese Marie mentre mescolava la zuppa di carote nel pentolone. Nessuno lo sapeva, Chris non aveva né sonno né fame. Tuttavia, Marie prese una ciotola e andò a riempirla di latte di capra fresco, e lo porse ad Anne che lo versò nella bocca del piccolo, sperando che si addormentasse. Cominciò a cullarlo con le sue braccia e intonò una ninna nanna. In poco tempo, il piccolo Chris cadde nel sonno, noncurante di quello che stava per accadere.

John ed Anne uscirono e affidarono la loro creatura a Marie, che era ormai diventata una componente della famiglia. Era una donna di quarant’anni. I suoi capelli erano lunghi e neri ma aveva dei ciuffi bianchi argentei. Aveva un viso rotondo e cosparso di rughe qua e là. Era della stazza adatta per accudire un bambino dalla nascita sino all’adolescenza. Era solita indossare abiti neri, ma erano del tutto allegri. Aveva un cuore d’oro e si era legata a Chris come fa una madre con il proprio figlio. Marie era diventata vedova giovane, perciò non aveva avuto la possibilità di avere dei figli, una famiglia. Ma dopo aver trovato John, Anne e Chris Colfer, si era ricreduta.

«Marie, noi andiamo al mercato.» annunciò John, con voce calda e accogliente.

«Prendetevi cura del nostro Chris, torneremo presto.» continuò Anne. Si avvicinò alla balia e le baciò la fronte.

I due genitori si avviarono verso la porta ed uscirono, quando ancora la tempesta era in corso. I coniugi cominciarono a correre verso il mercato, che durante tempeste del genere era sempre coperto. Una volta raggiunto il tendone, cominciarono le loro compere anche se avevano poco denaro. Non c’era molta confusione, forse per via della pioggia. Ma in pochi minuti quella calma apparente si convertì in un pandemonio. C’erano persone che urlavano e che scappavano in ogni parte del mercato. John ed Anne non capirono, fin quando John vide la carrozza dirigersi verso di loro. Andava troppo veloce, era sicuramente senza controllo. L’uomo dagli occhi verdi capì che non c’era nulla da fare, il suo destino e quello di sua moglie era oramai segnato. Schiuse le labbra, prima serrate dall’ansia, e attirò l’amata moglie a se. La baciò a lungo e le sussurrò un disperato «Ti amo.» quando Anne le chiese cosa stesse succedendo. Non ebbe il tempo di girarsi, che fu travolta senza pietà insieme a John e ad altre cinque persone. Cinque persone che, come lei e il coniuge, avevano una vita e magari dei figli a cui pensare.

Quando ormai si fece troppo tardi, Marie cominciò a preoccuparsi. Pensando che fosse solamente un piccolo ritardo, si addormentò.

«Marie, ascoltateci..» Un lampo squarciò il cielo notturno e fece apparire un piccolo alone luminoso che man mano crebbe di grandezza. Insieme alla grandezza aumentò anche la luminosità, finché spuntarono due figure nere che assunsero una forma. Le figure si trasformarono in John ed Anne. Marie non capiva. Non le erano mai apparsi in sogno i due e ciò la preoccupava.

«Marie…» Sussultò. La voce di Anne era soffocata dal pianto.

«D’ora in poi dovrete prendere voi il nostro posto.» A Marie venne la pelle d’oca, poteva significare solo una cosa. Ma decise di provare, voleva avere torto.

«Che vuol dire, signorina Anne? Dov’è Chris?» La donna sorrise e rispose: «Chris sarà nelle vostre mani. Noi ci fidiamo di voi. Il piccolo diventerà sano e forte.»

«Noi abbiamo lasciato questa terra, Marie.» Concluse rapidamente John.

A Marie cedettero le gambe. Si accasciò a terra con il viso fra le mani, piangeva. Non voleva credere alle loro parole.

«Marie, noi siamo-»

«Morti.» La donna si svegliò di soprassalto, piangendo. Si guardò attorno e controllò l’orario. Aveva dormito un’ora e ancora i due genitori non c’erano. Hanno ragione allora, pensò. Si accorse che la culla di Chris si muoveva. Si alzò e andò a controllare il piccolo. Era lì, nel suo lettino che si muoveva allegramente, con un sorriso che riscaldava il mondo. I suoi genitori se n’erano andati, avevano lasciato un figlio ancora neonato. E l’avevano lasciato a lei. A lei sarebbe toccato crescerlo, a lei sarebbero toccati due ruoli importanti. Il destino di quella creatura era nelle sue mani. Negli occhi di quel bambino c’era allegria, perché Chris sapeva che John ed Anne lo guardavano da lassù.

Nessuno avrebbe mai previsto che proprio quel giorno una carrozza si sarebbe abbattuta con violenza sul mercato. Nessuno avrebbe mai previsto che proprio quel giorno John ed Anne dovessero morire, specialmente in quel modo, investiti da quella carrozza trainata da dei cavalli imbizzarriti. Nessuno avrebbe mai previsto che proprio quel giorno Marie avrebbe dovuto rimpiazzare John ed Anne e fare la parte sia del padre, sia della madre. Nessuno avrebbe mai previsto che i due genitori dovessero morire proprio quando si celebrava un anno dalla nascita del proprio figlio. Nessuno avrebbe mai previsto che proprio quel giorno il piccolo Chris sarebbe rimasto senza genitori, senza figure a cui fare riferimento, se non la stessa Marie. E fu allora che la dolce balia scoppiò in un pianto che sarebbe durato a lungo.

 

×18 Novembre, 1781, Londra.

Era una notte ventosa, ma le stelle erano ancora in cielo e brillavano. Quella notte del 18 Novembre 1781 nasceva un piccolo bambino, nasceva Darren. Gli occhi verdi e oro mischiato all’ambra antica, ancora pochi capelli ma qualche piccolo riccio sparso qua e là. I suoi genitori lo guardavano sorridenti. Era una meraviglia.
Con il passare degli anni divenne sempre più grande. Approfondì molte passioni e si interessò a molte cose. Giocava in cortile raggiante e ancora ingenuo del mondo in cui viveva. Correva per i prati, studiava, chiedeva consigli a sua madre e lei sapeva sempre la parola giusta da dire per confortarlo. Suo padre era un grande uomo, amava sua madre. Sembrava il tipo d’uomo che sa come non lasciarti mai senza niente e Darren ancora non ne sapeva il perché. Possedeva tanti giocattoli, libri di storie che sua madre gli leggeva ma, non ne era interessato più di tanto. All’età di diciotto anni Darren aveva capito chi era. Che ruolo aveva nel mondo. E anche come affrontarlo. Purtroppo, si era chiuso dopo aver perso la madre e aveva deciso di sfogarsi e parlare solo con chi riteneva necessario. La sua vita non poteva che essere rose e fiori, eccetto per una cosa: l’amore. Desiderava trovare qualcuno che lo facesse sentire vivo, con le farfalle nello stomaco, il cuore a mille. Qualche donna o ragazza di corte gli faceva il filo ma, lui non voleva iniziare una storia così o almeno sapeva che prima o poi, avrebbe dovuto sentire chi fosse la persona che avrebbe fatto breccia nel suo cuore. Certe volte, quando leggeva in cortile, notava qualche servo che passava e non sapendo nemmeno lui il perché, lo fissava incuriosito. Ne rimaneva scombussolato e rapito. Comunque sapeva che sarebbe arrivato il suo grande giorno, periodo d’amore e di intontimento nel pensare alla sua metà. Ma quel momento sembrava non arrivare mai. E questo, fu la sua rovina o forse, la sua fortuna. Chi può dirlo.


¦ Roberta' space: Salve a todos! Mi chiamo Roberta, anch'io non scrivo da tanto. Ho perso l'ispirazione con l'inizio del primo anno di liceo lol. C'è una ff che non aggiorno da un casino, perciò! Però rieccomi qui, a scrivere una ff sui Crisscolfer, cosa che volevo fare da tanto...tantissimo tempo. La fonte di tutto è stata lei, Claudia. E' grazie a lei se ho ritrovato la mia vena da scrittrice, è solo grazie a lei. Che dire, è una ff da cui mi aspetto molto. Sia io che lei ci stiamo impegnando molto per scriverla, quindi sarebbe una delusione se non venisse calcolata.

Quindi, vi prego, se vi fa schifo, se c'è qualcosa che non va, se avete delle critiche, AVVISATECI.
Non ci offendiamo mica!
So, spero che vi piaccia! <3
Buona lettura.


 

 

 

   
 
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