¦ Claudia' space: Ciao a tutti. Sì, lo so, è da ben un anno che non scrivo, che non entro sul mio profilo efp... ma con gli impegni e la scuola, non ne avevo il tempo. Adesso, da almeno qualche settimana, ho deciso di ributtarmi, sì. Grazie a una mia cara amica gleek, Roberta. Abbiamo deciso di scrivere questa storia perchè, inanzitutto ne ho sempre avuto l'idea però, mi mancava quel qualcosa in più, l'altra metà con cui svilupparla. Così, le ho inviato un messaggio e lei ha accettato subito. Abbiamo unito le nostre idee e ne è nata questa, il cui risultato ci sorprende di giorno in giorno. E lei ringrazia me, perchè anche lei era in cerca della giusta ispirazione e quindi, ci siamo trovate. So, questa è una CrissColfer fanfiction (sì, oltre a grandi shippatrici klaine, siamo anche shippatrici crisscolfer) e niente, speriamo vi piaccia. :)
~
PROLOGO.
Il rumore della pioggia che
sbatteva
sulla finestra vicino la porta, creava una melodia che risuonava nelle
stanze
di quella piccola casa nell’entroterra londinese. La melodia
accompagnava il
pianto del piccolo Chris, che non piangeva mai così forte.
Sentiva
l’avvicinarsi dell’imminente disastro, forse?
La mamma Anne, il
papà John e la balia
Marie erano davanti il fuoco scoppiettante del camino. Era un fuoco che
aveva
lo scopo di illuminare la stanza buia, riscaldare e riunire la
famiglia.
«Ma
perché piange così tanto questo
bambino?» si chiese Marie mentre mescolava la zuppa di carote
nel pentolone. Nessuno
lo sapeva, Chris non aveva né sonno né fame.
Tuttavia, Marie prese una ciotola
e andò a riempirla di latte di capra fresco, e lo porse ad
Anne che lo versò
nella bocca del piccolo, sperando che si addormentasse.
Cominciò a cullarlo con
le sue braccia e intonò una ninna nanna. In poco tempo, il
piccolo Chris cadde
nel sonno, noncurante di quello che stava per accadere.
John ed Anne uscirono e
affidarono la
loro creatura a Marie, che era ormai diventata una componente della
famiglia.
Era una donna di quarant’anni. I suoi capelli erano lunghi e
neri ma aveva dei
ciuffi bianchi argentei. Aveva un viso rotondo e cosparso di rughe qua
e là.
Era della stazza adatta per accudire un bambino dalla nascita sino
all’adolescenza. Era solita indossare abiti neri, ma erano
del tutto allegri.
Aveva un cuore d’oro e si era legata a Chris come fa una
madre con il proprio
figlio. Marie era diventata vedova giovane, perciò non aveva
avuto la
possibilità di avere dei figli, una famiglia. Ma dopo aver
trovato John, Anne e
Chris Colfer, si era ricreduta.
«Marie, noi
andiamo al mercato.»
annunciò John, con voce calda e accogliente.
«Prendetevi cura
del nostro Chris,
torneremo presto.» continuò Anne. Si
avvicinò alla balia e le baciò la fronte.
I due genitori si avviarono
verso la porta
ed uscirono, quando ancora la tempesta era in corso. I coniugi
cominciarono a
correre verso il mercato, che durante tempeste del genere era sempre
coperto. Una
volta raggiunto il tendone, cominciarono le loro compere anche se
avevano poco
denaro. Non c’era molta confusione, forse per via della
pioggia. Ma in pochi
minuti quella calma apparente si convertì in un pandemonio.
C’erano persone che
urlavano e che scappavano in ogni parte del mercato. John ed Anne non
capirono,
fin quando John vide la carrozza dirigersi verso di loro. Andava troppo
veloce,
era sicuramente senza controllo. L’uomo dagli occhi verdi
capì che non c’era
nulla da fare, il suo destino e quello di sua moglie era oramai
segnato. Schiuse
le labbra, prima serrate dall’ansia, e attirò
l’amata moglie a se. La baciò a
lungo e le sussurrò un disperato «Ti
amo.» quando Anne le chiese cosa stesse
succedendo. Non ebbe il tempo di girarsi, che fu travolta senza
pietà insieme a
John e ad altre cinque persone. Cinque persone che, come lei e il
coniuge,
avevano una vita e magari dei figli a cui pensare.
Quando ormai si fece troppo
tardi,
Marie cominciò a preoccuparsi. Pensando che fosse solamente
un piccolo ritardo,
si addormentò.
«Marie,
ascoltateci..» Un lampo squarciò il cielo notturno
e
fece apparire un piccolo alone luminoso che man mano crebbe di
grandezza.
Insieme alla grandezza aumentò anche la
luminosità, finché spuntarono due
figure nere che assunsero una forma. Le figure si trasformarono in John
ed
Anne. Marie non capiva. Non le erano mai apparsi in sogno i due e
ciò la
preoccupava.
«Marie…»
Sussultò. La voce di Anne era soffocata dal pianto.
«D’ora
in poi dovrete prendere voi il nostro posto.» A Marie
venne la pelle d’oca, poteva significare solo una cosa. Ma
decise di provare,
voleva avere torto.
«Che
vuol dire, signorina Anne? Dov’è Chris?»
La donna
sorrise e rispose: «Chris sarà nelle vostre mani.
Noi ci fidiamo di voi. Il piccolo
diventerà sano e forte.»
«Noi
abbiamo lasciato questa terra, Marie.» Concluse
rapidamente John.
A
Marie cedettero le gambe. Si accasciò a terra con il viso
fra le mani, piangeva. Non voleva credere alle loro parole.
«Marie,
noi siamo-»
«Morti.»
La donna si svegliò di soprassalto, piangendo. Si
guardò attorno e controllò
l’orario. Aveva dormito un’ora e ancora i due
genitori non c’erano. Hanno
ragione allora, pensò. Si accorse che la culla di Chris si
muoveva. Si alzò e
andò a controllare il piccolo. Era lì, nel suo
lettino che si muoveva
allegramente, con un sorriso che riscaldava il mondo. I suoi genitori
se
n’erano andati, avevano lasciato un figlio ancora neonato. E
l’avevano lasciato
a lei. A lei sarebbe toccato crescerlo, a lei sarebbero toccati due
ruoli
importanti. Il destino di quella creatura era nelle sue mani. Negli
occhi di
quel bambino c’era allegria, perché Chris sapeva
che John ed Anne lo guardavano
da lassù.
Nessuno avrebbe mai previsto
che
proprio quel giorno una carrozza si sarebbe abbattuta con violenza sul
mercato. Nessuno
avrebbe mai previsto che proprio quel giorno John ed Anne dovessero
morire,
specialmente in quel modo, investiti da quella carrozza trainata da dei
cavalli
imbizzarriti. Nessuno avrebbe mai previsto che proprio quel giorno
Marie
avrebbe dovuto rimpiazzare John ed Anne e fare la parte sia del padre,
sia
della madre. Nessuno avrebbe mai previsto che i due genitori dovessero
morire
proprio quando si celebrava un anno dalla nascita del proprio figlio.
Nessuno
avrebbe mai previsto che proprio quel giorno il piccolo Chris sarebbe
rimasto
senza genitori, senza figure a cui fare riferimento, se non la stessa
Marie. E
fu allora che la dolce balia scoppiò in un pianto che
sarebbe durato a lungo.
×18 Novembre,
1781,
Londra.
Era una notte ventosa, ma le
stelle
erano ancora in cielo e brillavano. Quella notte del 18 Novembre 1781
nasceva
un piccolo bambino, nasceva Darren. Gli occhi verdi e oro mischiato
all’ambra
antica, ancora pochi capelli ma qualche piccolo riccio sparso qua e
là. I suoi
genitori lo guardavano sorridenti. Era una meraviglia.
Con il passare degli
anni divenne
sempre più grande. Approfondì molte passioni e si
interessò a molte cose.
Giocava in cortile raggiante e ancora ingenuo del mondo in cui viveva.
Correva
per i prati, studiava, chiedeva consigli a sua madre e lei sapeva
sempre la
parola giusta da dire per confortarlo. Suo padre era un grande uomo,
amava sua
madre. Sembrava il tipo d’uomo che sa come non lasciarti mai
senza niente e
Darren ancora non ne sapeva il perché. Possedeva tanti
giocattoli, libri di
storie che sua madre gli leggeva ma, non ne era interessato
più di tanto.
All’età di diciotto anni Darren aveva capito chi
era. Che ruolo aveva nel
mondo. E anche come affrontarlo. Purtroppo, si era chiuso dopo aver
perso la
madre e aveva deciso di sfogarsi e parlare solo con chi riteneva
necessario. La
sua vita non poteva che essere rose e fiori, eccetto per una cosa:
l’amore.
Desiderava trovare qualcuno che lo facesse sentire vivo, con le
farfalle nello
stomaco, il cuore a mille. Qualche donna o ragazza di corte gli faceva
il filo
ma, lui non voleva iniziare una storia così o almeno sapeva
che prima o poi,
avrebbe dovuto sentire chi fosse la persona che avrebbe fatto breccia
nel suo
cuore. Certe volte, quando leggeva in cortile, notava qualche servo che
passava
e non sapendo nemmeno lui il perché, lo fissava incuriosito.
Ne rimaneva
scombussolato e rapito. Comunque sapeva che sarebbe arrivato il suo
grande
giorno, periodo d’amore e di intontimento nel pensare alla
sua metà. Ma quel
momento sembrava non arrivare mai. E questo, fu la sua rovina o forse,
la sua
fortuna. Chi può dirlo.
¦
Roberta' space: Salve a todos! Mi chiamo Roberta,
anch'io non scrivo da tanto. Ho perso l'ispirazione con l'inizio del
primo anno di liceo lol. C'è una ff che non aggiorno da un
casino, perciò! Però rieccomi qui, a scrivere una
ff sui Crisscolfer, cosa che volevo fare da tanto...tantissimo tempo.
La fonte di tutto è stata lei, Claudia.
E' grazie a lei se ho ritrovato la mia vena da scrittrice, è
solo grazie a lei.
Che dire, è una ff da cui mi aspetto molto. Sia io che lei
ci stiamo impegnando molto per scriverla, quindi sarebbe una delusione
se non venisse calcolata.
Non ci offendiamo mica!
So, spero che vi piaccia! <3
Buona lettura.