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Autore: fredlove    09/07/2013    5 recensioni
Emma Jo Mitchell è la nipote di Peter ed Elizabeth.
Neal Caffrey... è Neal. Sicuro di sè, di far sempre colpo sulle donne, abituato a vederle a cadere ai suoi piedi.
Tutto inizia con delle frecciatine, battibecchi finché ci scappa anche un bacio! Ma... Emma si tira indietro.
C'è un passato che lei vuole dimenticare, e Neal non fa altro che ricordarglielo inconsciamente.
Bene, vi ho incuriosito? Leggete!!!
[... ]
Dal capitolo 3
Peter scosse il capo, mentre Emma rimaneva a guardare Neal che continuava a provocarla.
- Te crois-tu tout permis pour ta beautè et pour charme de tes yeaux bleus.* - sibilò, sorridendo con una smorfia alla sua espressione interrogativa.
Neal finì di sorseggiare il caffé, prima di alzarsi con eleganza, indossare il cappello e seguire Peter verso l'uscita.
Poi si voltò, un'ultima volta. - Ciao Eli, ci vediamo. -
- Ciao Neal. - gli rispose dalla cucina.
- En passant, merci pour le compliment.* - disse poi, rivolgendosi ad Emma che si era portata la tazza alle labbra.
La ragazza tossì, visto che le era andato di traverso il contenuto ed alzò lo sguardo su di lui.
- A più tardi, Emma. -

[...]
Non meno importante. La storia è in collaborazione con la mia amica Ambra.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth Burke, Neal Caffrey, Nuovo Personaggio, Peter Burke
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap 2



Elizabeth li attendeva davanti al ristorante italiano, elegante come al solito. Sorrise quando vide Neal, continuando poi a parlare al telefono. - Devo andare a pranzo, ora. Ciao. - chiuse il telefono, ponendolo in borsa. - Ciao Neal, ciao tesoro. - e si sporse verso il marito, baciandolo a stampo sulle labbra.
- Guarda chi c'è. - le disse il marito, scostandosi appena.
- Ciao zia Eli. -
Giusto il tempo di dirle ciò, che Elizabeth lasciò cadere la borsa firmata con poco garbo, e sui piedi del marito, lanciando un gridolino eccitato. - OhmiodioEmma!-
Tanto fu l'impeto dell'abbraccio, che quasi caddero entrambe. - La mia nipotina. - e vari baci a schiocco.
Neal la guardò stranito, cercando di mascherarlo. Non aveva mai visto Elizabeth così esuberante!
- Tesoro cosa c'è?-le domandò la donna, notandole poi gli occhi lucidi.
- Nulla zia, davvero. - e la riabbracciò - Sono contenta di vederti. - e mentre la zia la stringeva ancora, iniziò a piangere in silenzio.
- Oh tesoro. -
La lasciò sfogare sulla sua spalla, continuando a coccolarla. Ed Emma chiuse gli occhi.
Si sentiva nuovamente a casa.


Quando li riaprì, notò il sorriso della zia ed il suo sguardo attento. - Sto bene, ora. -
- Bene?-
- Sì, tranquilla. Sto bene. - notando lo sguardo dello zio. - Cosa c'è?-
- Nulla. Notavo solo due o tre orecchini in più.- asserì fingendosi severo, mentre sedevano al tavolo.
- Non sono orecchini, sono piercing. -
- Oh scusa. A quanti sei arrivata?-
Elizabeth li guardò, ridendo. Peter cercava di fingersi severo, ma era più forte di lui. Voleva troppo bene alla ragazza, che a sua volta l'adorava.
- Purtroppo sono solo cinque. - disse mogia, mentre la donna le accarezzava la guancia.
Neal a guardarli, anche se era stato invitato da El, si sentiva un pò di troppo. Ma lo mascherò completamente, osservando la ragazza.
I capelli lunghi castani, legati in una coda alta. Gli occhi di un colore caldo come il cioccolato, e le labbra atteggiate in un sorriso. Quando lei si tolse il giacchino di cuoio, notò la camicia a fantasia scozzese . Ed i jeans scuri, con le converse completavano il tutto.
Azzardandosi poteva dire che aveva sì e no diciasette anni.
- Oh avanti, tanto devi farti perdonare!- la voce di lei interruppe i suoi pensieri. Stava parlando con Peter - su cosa?
- Hai perso gli ultimi sei compleanni , da quando ne ho sedici! - asserì divertita - E quindi mi accompagnerai ovunque io voglia. -
- Non a farti bucare di nuovo le orecchie!-
- Zia - finse di lamentarsi. - Oh, finalmente si mangia!- disse poi guardando con voglia il piatto di maccheroni al sugo, sotto al suo naso.
Ultimi sei compleanni, dai sedici fino ad ora? Neal capì di essersi sbagliato : quella ragazzina aveva ventunanni!
- Comunque, Emma, cosa ci fai qui, a New York? Non dovresti essere al campus, nel pieno degli esami?- le domandò ancora Peter.
Emma sollevò un sopracciglio, ingoiando il boccone prima di dire - Sto solo dimezzando la mia preziosa presenza alle lezioni.- asserì fingendo come se stesse facendo un chissà quale sacrificio.
- Qualche problema, tesoro?-
- No, zia. - disse concisa, prima di volgere lo sguardo verso Neal. - Sembri fuori posto... -
- Come?-
- Mi sembri fuori posto. - ripeté, cercando di non offendere il ragazzo.
- Ho solo dei pensieri per la testa. - e ringraziò il cameriere con la sua ordinazione.
- Zio quello lo finisci?- ma non attese nemmeno la risposta, mentre gli sfilava il piatto da sotto il naso.
- Emma, da quanto non mangi? - le domandò Elizabeth.
- Mh? Da due ore, perché? - poi continuò dopo aver ingoiato l'ennesimo boccone - Al campus la cucina fa schifo, ed il cibo liofilizzato o quella roba lì non mi piace. Come sono uscita dall'aereoporto mi sono fermata a far colazione, ma ho litigato con una Barbie bionda. -
- E sei qui solo da due ore?!- la prese in giro Peter.
- Ehi! In fondo ti sto facendo un favore : evitare che diventi il classico americano obeso. - sorrise, prima di alzarsi con una scusa.
Qualche minuto più tardi, pensò che forse era meglio rimaner al tavolo. Davanti al bancone delle ordinazioni non vi era altri che la Barbie bionda dell'aereoporto.
Con un falso sorriso, la squadrò. Erano scese entrambe alla stessa ora, eppure la Barbie sembrava molto più in tiro di come l'avesse lasciata.
- Oh, guarda chi si vede. -
Fu la bionda, adesso a squadrarla.
- Il mondo è piccolo. -
- Forse un pò troppo - sibilò.
- Beh, è così. Ci si vede, ciao. - e tornò a sedersi.
Salvo solo per rivedersela apparire accanto, impeccabile. - A proposito, la mise da ragazzina di campagna è out da parecchio. - le disse con un sorriso.
- Come Barbie, babysitter di Hello Kitty. - le sibilò in risposta, mentre si allontanava. - Attenta, le strade di New York sono piene di buche. - le sorrise falsa.
Peter ed Elizabeth, scossero il capo. Lei fece spallucce, prendendo poi il tappo della bottiglia, fingendo di giocherellarci. E solo quando ebbe la certezza di non esser vista, agì veloce.
Con solo le dita, fece roteare il tappo - ormai appiattito, visto il vizio di suo zio di farlo - e lo tirò verso il marciapiede. Colpendo la scarpa della bionda.
- Le mie Manolo Blank! Dannazione, si è rotto un tacco!-
- Poverina. - sussurrò, notando poi lo sguardo divertito di Neal, che sollevò il bicchiere d'acqua verso di lei, a mo' di brindisi.

   
 
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