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Autore: Fateless    13/07/2013    6 recensioni
dal capitolo due:"Ritorno a casa verso le quattro di mattina. Mi dirigo verso la mia stanza con l'unico mio compagno: il silenzio. Sono di nuovo solo. Ed è pesante, mi opprime, mi da quasi fastidio. Apro il primo cassetto del comodino, ci sono le loro foto. Le persone più importanti della mia vita. Una chissà dove e l'altra in paradiso."
dal capitolo tre:"-non si fuma muori prima!- mi urla dietro Danny. E quando mi giro per guardarlo male mi accorgo che ne ha una tra le labbra pure lui. Quel ragazzo mi fa morire. "
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eyes and looks.

Sono le sette di mattina, non mi sono mai svegliato così presto, considerando il fatto che per me anche le due del pomeriggio sono da considerarsi “presto”. Mi alzo dal letto maledicendo colui che ha inventato la sveglia e spengo quell’apparecchio infernale che mi trapana le orecchie obbligandomi ad aprire gli occhi ad un nuovo giorno. Oggi i ragazzi vengono a casa di Danny, che ora è anche mia e prepariamo una piccola festa di “bentornato” al vocalist che verrà dimesso dall’ospedale. Vado in bagno e mi lavo la faccia con l’acqua gelida che mi sveglia un po’ togliendomi quell’aria da ebete. Mi vesto, mi sistemo e scendo le scale. Danny tornerà a casa, non posso smettere di pensare a noi. Al suo risveglio gli sono saltato addosso e l’ho abbracciato ma subito dopo sono tornato al mio posto e i genitori di Danny sono entrati nella stanza. Allora me ne sono andato lasciandoli soli. Ho paura di rivederlo, ho paura di quello che succederà. Mi sento fottutamente in colpa per tutto quello che è successo, e ho timore che tra noi non sarà più come prima. Il campanello interrompe i miei pensieri. Devono essere i ragazzi che sono venuti ad aiutarmi. Mi dirigo verso la porta e la apro, e rimango ad osservare le facce da zombie di James, Sam e Cam.
-allora ci fai entrare?- chiede James acido, al che io mi sposto lasciandoli sistemare all’interno dell’abitazione.
-proprio di mattina dovevamo farla?- sbuffa Sam sedendosi sul divano.
-si, è una sorpresa, e ora alzati che dobbiamo preparare un sacco di cose- gli ordino tirandogli addosso una presina da forno.
-che ci devo fare con questa?- chiede perplesso.
-non voglio che ti scotti quando tirerai fuori la pizza- sorrido.
-pizza?-
-si, esatto, quella che si mangia.-
-ma perché?-
-per lo stesso motivo per cui non abbiamo potuto comprare alcolici, Sam, ci sono i suoi genitori, il massimo che si può bere è una lattina di birra- dico scocciato. Il tempo passa e dobbiamo fare un sacco di cose.
-che rotta di palle- sbuffa di nuovo andando in cucina trascinando i piedi sul pavimento.
L’idea di questa cosa che io continuo a chiamare festa, ma che in realtà non è  (niente alcol e droga…) è stata della madre di Danny, e dato che ora lei è insieme a suo marito in ospedale, è toccato a me preparare tutto.
Io e Cam spostiamo il tavolo quadrato al centro del soggiorno e lo apriamo, cosicché si trasforma in un bel tavolo rettangolare per dieci persone.
Metto una bella tovaglia di colore verde e sistemo le bibite sopra. Dopo mi dirigo in cucina a controllare che tutto proceda per il meglio. Vedere Sam ai fornelli è stranissimo ma allo stesso tempo normale, lo abbiamo sfruttato altre volte per fare la pizza. La sua fantastica pizza.
Poi mi dirigo in giardino e sento un profumino di carne invadere l’aria. Il barbecue.
Le costolette. Le preferite di Danny. Sorrido leggermente ma subito dopo tutta la felicità scompare. Ho il panico che tutto cambierà, che lui non mi ami più, che addirittura mi odi per quello che è successo. Come biasimarlo.
 
 
Sono le undici ed è tutto pronto. La pizza è sul tavolo appena sfornata e la carne pure. Non riesco a stare fermo, sono in ansia. Loro saranno qui a momenti. Poi sento una macchina parcheggiare in giardino. Il mio battito cardiaco aumenta. Il motore si spegne. Sento il cuore uscirmi dal petto. Rumore di sportelli che sbattono. Ho il sudore freddo. Una chiave che entra nella toppa della serratura. Tremo. La porta si apre lentamente e lo vedo. Ci alziamo in piedi urlando il suo nome e rivedo il suo splendido sorriso. Arrossisce di colpo per l’emozione e i nostri occhi si incrociano. Vorrei andare lì e abbracciarlo, ma non posso. Vorrei andare lì e baciarlo, ma non posso. Vorrei solo dirgli che lo amo, ma non posso. Distolgo a fatica lo sguardo posandolo sul tavolo preparato. Prima di sentirmi prendere il braccio. Mi volto lentamente sperando che sia lui, ma con dispiacere è sua madre che mi ringrazia di cuore per tutto. Le sorrido, in realtà non riesco ad ascoltare nemmeno una parola che sta dicendo. Il mio sguardo si posa su Danny che parla con i ragazzi tutto felice.
Mi siedo sul divano insieme a James, mentre gli altri scelgono le sedie, come Danny. Non riesco a staccargli gli occhi di dosso. Non riesco a credere che dopo tutto quello che abbiamo passato, dopo tutto quello che siamo stati ora siamo così distanti. Fa tremendamente male, ho il groppo alla gola e la malinconia si fa sentire.
-grazie mille ragazzi- dice il vocalist prendendo una costoletta.
-prego barbone- risponde James guardandolo schifato mentre addenta con ben poca eleganza il pezzo di carne.
- com’è stato il risveglio?- chiede Cameron passandogli un tovagliolo.
-ah, bellissimo svegliarsi e sentire Ben dire “testa di cazzo” ad un dottore- ride guardandomi con i suoi occhioni verdi e non posso fare a meno di ridere anche io. Come la prima volta che ci siamo conosciuti.
-è vero, era un testa di cazzo- mormoro sorridendo.
-sentite, mi sto annoiando, che ne dite di andare al mare?- James con molta noncuranza di immette nella conversazione.
-io ci sto- sorride Danny per poi continuare- quindi dato che il festeggiato sono io, venite anche voi- si alza in piedi e si avvicina alla porta di ingresso, saluta i suoi genitori e ci invita ad uscire urlandoci dietro.
-e i costumi?- chiedo.
-ma chi se ne frega!- urla salendo in macchina senza nemmeno voltarsi verso di me.
E’ il solito Danny.
La macchina esce dal viale velocemente, per poi immettersi in una strada trafficata. Danny sorpassa tutti, probabilmente si sta gasando troppo. Slayer e finestrini aperti al massimo. Proseguendo di questo passo ci scontreremo contro un palo, ma d’altronde è bello vedere che il vecchio Danny è ritornato tra noi. Ma forse sarà proprio questo menefreghismo che magari ci allontanerà. Sto sperando con tutto il cuore che non sia così.
Il mio sguardo finisce casualmente sullo specchietto retrovisore e vedo gli occhi di Danny fissarmi per poi vedere le sue labbra piegarsi un sorriso, facendo si che nelle sue guance si creino le sue magnifiche fossette. Ricambio il sorriso prima di vedere Sam mettere la testa  fuori dal finestrino e urlare qualcosa di incomprensibile.
 
Il mare, l’ho sempre adorato e odiato contemporaneamente. Felice di giorno e malinconico la sera.  Scendo dalla macchina e mi avvicino alla spiaggia deserta, nessuno viene in quel tratto dorato. Cammino sulla sabbia e mi tolgo le scarpe con molta facilità, sentendo così tutto il calore pervadermi il corpo rabbrividendo. Poi vedo qualcosa corrermi accanto. Danny. Si spoglia velocemente abbandonando i vestiti al terreno e tuffandosi in acqua, seguito poi dagli altri che urlano come ragazzine. Io mi siedo sul bagnasciuga vestito solo dei miei boxer e li osservo ridendo. Vorrei andare lì insieme a loro, ma non riesco a ridere, non sono felice, sono preoccupato e basta. Poi vedo il vocalist correre verso di me e tirarmi per un braccio. Mi oppongo, ma lui mi prende in braccio e mi scaraventa nell’acqua. Riemergo velocemente e tossisco, l’acqua salata mi è entrata nei polmoni, mentre Danny ride di gusto.
-stupido- dico ridendo affogandolo.
Dopo un po’ riemerge tossendo e ridendo.
Restiamo a guardarci per un po’, le parole non mi escono, non riesco a parlare. E’ tutto così complicato. Non saprei nemmeno cosa dire.
-Ben…- mormora.
Non riesce a concludere la frase perché i ragazzi vengono da noi a romperci le scatole.
Esco dall’acqua e mi siedo su uno scoglio. Mi rimetto la maglietta che inevitabilmente si bagna così come i jeans strappati. Scuoto i capelli e rimango ad osservarli mentre si divertono. E’ bello che sia ritornato, è bello sapere che è vivo e vegeto, che siamo di nuovo gli Asking Alexandria, che nemmeno la quasi morte del nostro vocalist sia riuscita a dividerci. I ragazzi escono lentamente e si siedono con me sugli scogli aspettando di asciugarsi, chiacchierano di qualcosa, ma io non riesco a stare attento, poso lo sguardo all’orizzonte e non lo scollo da lì neanche un secondo, poi li vedo alzarsi e vestirsi e capisco che è il momento di ritornare a casa. Sono veramente stanco, vorrei solo fare una dormita. Salgo in macchina e mi accascio sul sedile sprofondando nel sonno. Nessun sogno, la mezz’ora di viaggio vola e all’arrivo sento Sam scrollarmi e svegliarmi tirandomi uno schiaffo.
- Sam, ti voglio bene anche io eh..- dico stiracchiandomi e scendendo dall’auto.  Poi noto che in macchina siamo solo io, Danny e Sam.
-dove sono gli altri?- chiedo.
-si sono fatti accompagnare a casa, e ora me ne vado anche io- sorride allontanandosi e facendo un segno di saluto con la mano.
Ora siamo solo io e il vocalist, non avevo pensato a questo dettaglio: io vivo con lui, prima o poi sarebbe successo. Credo sia arrivato il momento di chiarire la faccenda.
-Ben…- si volta verso di me frugandosi le tasche dei pantaloni.
-si, Danny?- ho veramente paura di quello che sta per dirmi.
- hai tu le chiavi di casa?-
Dentro di me sono veramente sollevato. Frugo nei pantaloni e le trovo porgendogliele.
Lui le infila nella serratura e apre la porta. La casa è silenziosa, il televisore è spento, i suoi genitori devono essere andati a lavoro. D’altronde non c’è nemmeno la macchina parcheggiata in garage. Ancora peggio, penso. Ora siamo veramente soli, non c’è via di scampo. Mi siedo sul divano, la stanchezza, malgrado abbia riposato durante il viaggio, non è svanita, l’effetto di una giornata al mare mi fa sempre questo effetto. Vedo Danny entrare nel soggiorno e sedersi accanto a me. Profuma di acqua salata. Si avvicina lentamente a me una sua mano e mi prende il mento tra due dita voltami la testa verso di lui, e non posso evitare di guardarlo negli occhi perché come ogni volta ne rimango
sempre ipnotizzato.
-mi dispiace tanto- mormora sottovoce, come se qualcuno ci potesse sentire.
-di cosa…-
-di aver rovinato tutto quella sera al locale, di averti tradito, di aver tradito la tua fiducia..-
- Danny… non mi importa più nulla di quella volta, l’unica cosa che mi interessa e che tu mi ami ancora dopo tutto quello che ti ho fatto- gli prendo la mano e la stringo alla mia.
-tu non mi ha fatto nulla- sorride debolmente.
-si invece, è tutta colpa mia, se tu sei finito in ospedale è solo colpa mia… se hai sofferto è solo colpa mia..- sento che sto per piangere, sento il magone in gola e mi brucia, ma lui mi zittisce e in una frazione di secondi appoggia le sue labbra sulle mie tenendomi ferma la testa con le sue mani calde. Quanto mi è mancato.
- non è colpa tua. E’ colpa che ti amo- sussurra e sento il suo respiro sul mio viso.
Gli salto addosso e lo bacio di nuovo, e in pochi secondi lo ritrovo sdraiato sopra di me. Gli tolgo la maglietta e gli bacio il petto. Sa di sale, di mare, mi manda in estasi. Sento il suo respiro sul collo mentre lui mi slaccia i pantaloni e sorrido. Si, è sempre il solito pervertito.
S’intrufola nei boxer e ansimo. Mi vuole uccidere. Allungo una mano e tento di fare lo stesso, ma ormai sono su un altro mondo. Mi aggrappo al suo bacino con le gambe e piego la testa all’indietro quando lo sento dentro e ansimo più forte. Lui mi bacia il collo e lo abbraccio forte graffiandogli la schiena numerose volte. Mi scosta i capelli dal viso e mi stampa un leggero bacio sulla fronte sudata. Poi si sposta ansimante sul divano troppo stretto e mi accoccolo a lui baciandogli il petto.
- Ben, nulla ci dividerà- mormora accarezzandomi il braccio con l’indice.
-nulla- ripeto sottovoce guardandolo negli occhi.
 
 
 
Eccoci qui all’ultimo capitolo di questa fan fiction. Sto piangendo come una fontana e non sto scherzando. Sono felicissima di aver lasciato un piccolo segno in questo fandom spettacolare che aspetta solo di essere riempito di spettacolari storie. Questa fan fiction è solo frutto della mia malata fantasia, ho solo voluto condividere con qualcuno quello che penso di loro, non è nulla di veritiero, anche se a dirla tutta mi piacerebbe.
Spero che questa storia abbia emozionato qualcuno mentre la leggeva, come ha emozionato me mentre la scrivevo. Non è nulla di che, non è stata scritta perfettamente, contiene numerosi errori, ma spero vivamente che a qualcuno sia piaciuta. Ringrazio tutti quelli che mi hanno supportata in questa avventura recensendo e non solo, perché sul serio, senza di voi questa fan fiction non sarebbe nemmeno stata continuata. Ho le lacrime agli occhi, è stata un’esperienza fantastica, ma credo comunque che continuerò a scrivere su di loro, magari diventerà un serie, mi spiace e chiedo scusa se ho trascurato determinati componenti della band, ma dopo tutto erano comunque dei personaggi secondari. Ancora una volta ringrazio tutti e questo fandom. Grazie alla mia Mery di avermi sopportata quando credevo di aver fatto un disastro con questa fan fiction e grazie anche al piccolo funghetto allucinogeno di avermi aiutata e di avermi sopportata. So che rompo le balle.
Quindi grazie ancora a tutti quanti, è stato bellissimo.
Arrivederci.
-Fate.
 

 
  
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