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Autore: redseapearl    18/07/2013    12 recensioni
“Ecco, il giornale!” esclamò, del tutto fuori luogo. Gli altri due lo guardarono come se si trattasse di un pazzo. Kise si affrettò a spiegare. “Riguarda quello che stavamo dicendo prima. Ho notato che tutte le ragazze oggi stanno leggendo il giornale della scuola in modo… come dire… appassionato.”
Kise e Aomine guardarono Kuroko nella speranza che lui potesse risolvere quell’enigma al femminile.
“Ehm… probabilmente è dovuto alla storia che è stata pubblicata proprio oggi” spiegò l’interpellato come se fosse la cosa più logica del mondo. Tuttavia, vedendo le espressioni da triglia lessa dei due amici, realizzò che doveva essere più chiaro. “Sul giornale di oggi hanno pubblicato il primo capitolo di una fiction. Si prospetta essere una storia d’amore, suppongo sia per questo che molte ragazze ne siano attratte.”
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Daiki Aomine, Ryouta Kise
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Anonymous

 

 

Master Basket

 

 

 

Naosuke Yosano era sempre stato convinto che la sua timidezza e codardia, fautrici di una grave balbuzie, fossero ampiamente compensate dalle sue doti di scrittore. La firma sul modulo di iscrizione al club di giornalismo era stata vergata in modo netto, senza la minima sbavatura. Aveva grandi progetti per il suo primo anno.

Tramite il giornale scolastico avrebbe pubblicato le sue storie poliziesche, contando di appassionare la comunità studentesca attraverso trame intrigate, personaggi accattivanti, misteri indecifrabili e sbalorditivi colpi di scena. Avrebbe guadagnato una certa notorietà e magari avrebbe potuto trasformare la sua passione nel proprio lavoro.

Ma nulla di tutto ciò accadde. Fece tre tentativi, ma il giornale scolastico, dopo la pubblicazione del primo capitolo di ogni storia, non registrò alcun incremento delle letture. Più volte Naosuke si era chiesto in cosa avesse sbagliato, in cosa difettava la sua opera per poter ghermire l’attenzione del pubblico.

La risposta gli era arrivata sotto forma di busta anonima durante il suo ultimo anno di medie: yaoi. Scettico, aveva deciso di pubblicare quella storia romantica di dubbio gusto, dallo stile elementare e con dei personaggi fin troppo stereotipati. Eppure, contro ogni sua previsione, quella roba piaceva e anche tanto!

Dunque era in questo che si risolvevano i suoi sogni? Dare al pubblico una pappardella traboccante cliché, condita da protagonisti superfighi e il tutto servito con uno stile di scrittura ridicolmente semplice, piatto? La risposta era lampante: sì!

Naosuke odiava quella storia, dal più profondo del cuore. Stava godendo di un successo a suo dire immeritato, mentre lui aveva passato notti in bianco per scrivere i suoi gialli e dare loro un senso e un intreccio narrativo degno di questo nome.

Stava stringendo in mano l’ultima lettera trovata nella cassetta della posta, ovvero il terzo capitolo, lottando contro l’istinto di ridurla a brandelli, quando la porta dell’aula si spalancò e un Aomine furioso e contuso fece il suo ingresso.

La scena aveva un che di già visto.

“Cercavo proprio te” gli disse Aomine. Si avvicinò alla sua scrivania e Naosuke ripose il foglio che stringeva in mano al sicuro nella propria cartella. “È quello che penso che sia?”

“G-già.” Naosuke aveva capito che quel ragazzo non era pericoloso, ma trovarselo davanti con aria a dir poco incazzata e per di più con un ematoma sul viso, segno che si era preso a pugni con qualcuno, suscitò in lui un rinnovato terrore. Anche questa paura aveva un che di già vissuto.

“Lo vedi questo?” domandò Aomine indicandosi lo zigomo gonfio. “Me lo sono procurato per colpa di quella merda che pubblicate. E anche Kise ha avuto la sua razione di pugni.”

“Sta bene, vero?” La vocina allarmata della piccola ragazza con i grossi occhiali colse Aomine così alla sprovvista da farlo indietreggiare di un passo.

“E tu da dove spunti?”

“Imbecille, ero qui dall’inizio! Comunque Kise come sta? Non si è fatto niente, spero.”

“Quello sta meglio di me… e solo per merito mio, tra l’altro.”

“Che cosa meravigliosa!” Cosa ci fosse di così meraviglioso, Aomine non riuscì a capirlo finché non la vide prendere un taccuino e una penna. “Vuoi dire che tu lo hai salvato, vero? Siete stati coinvolti in una rissa? Contro quanti avversari avete lottato? Come ti sentivi a sapere che il tuo Kise era in pericolo?”

“Ma come si spegne?” chiese Aomine rivolto al presidente del club.

“Noi la chiamiamo ‘Yaoi mode on’: di solito aspettiamo che l’effetto svanisca da solo.”

“Svanisca da solo un cazzo!”

Senza neanche ascoltare le risposte alle sue domande, la studentessa aveva già iniziato a scrivere un abbozzo di articolo. D’improvviso si ritrovò a scrivere la fine di una parola sul palmo della propria mano. Sollevò la testa e vide il suo prezioso taccuino nelle grinfie di Aomine. “Prima di tutto, Kise non è ‘mio’… secondo, non ho ‘gli occhi lucidi mentre ripenso al pericolo che il mio Kise ha corso poco istanti fa’…” lesse il ragazzo con espressione disgustata.

La ragazza incrociò le corte braccia al petto e gonfiò le guance in segno di offesa. A quanto pareva, l’effetto Yaoi si stava dissolvendo più in fretta del previsto.

“Tornando a noi. Giuro che se domani sul giornale della scuola trovo stampato il nuovo capitolo o un qualsiasi articolo che parla di me e di Kise, darò fuoco a quest’aula.” Le parole e gli occhi di Aomine trasmettevano sincerità. Nessun battito di ciglia interruppe il contatto visivo tra il ragazzo e il presidente.

Dopo qualche secondo di grave silenzio, Naosuke riprese la parola. “N-n-n-on… p-p-p-posso…” disse con grande sforzo, sputacchiando persino sulla sua stessa scrivania.

“Che hai detto?”

“N-non p-p-posso farlo. C’è q-q-qualcos’altro che mi s-s-spaventa di più.”

“Più di me? E che sarebbe?”

“Le ragazze” rispose per lui la collega. Naosuke si rannicchiò sulla sedia e abbassò lo sguardo, arrossendo come un peperone. La ragazza continuò. “Quasi tutte le ragazze della storia aspettano con impazienza l’uscita del prossimo capitolo. Loro sanno che avverrà tra uno, massimo due giorni. Se non dovessimo pubblicare nulla o dicessimo che la storia è stata sospesa, stai pur certo che verrebbero qui come una mandria di bufale inferocite. Guarda il nostro presidente, poverino: quando è sottopressione inizia a balbettare come un demente. Ma te lo vedi a dover fronteggiare una schiera di yaoiste agguerrite? Al confronto tu sei come un chihuahua che abbaia tanto e basta!”

Il presidente confermò energicamente con la testa, ma senza osare alzare gli occhi, troppo imbarazzato per la sua debolezza.

“Merda” sibilò Aomine. “Merda!” gridò e sbatté violentemente il pugno sulla scrivania di Naosuke, facendolo saltare di almeno un metro dalla sedia e strillare come una femminuccia.

Aomine aveva visto bene dove il presidente aveva nascosto il foglio con su scritto il capitolo ancora inedito: rubarglielo e distruggerlo sarebbe stato facile. Meditò seriamente di compiere o meno tale gesto. No, non avrebbe risolto un bel niente. Sarebbe bastato pubblicare sul giornale un appello all’autore per farsi inviare una nuova copia, per non parlare del fatto che la sua bravata avrebbe dato ben più di uno spunto per un nuovo, ambiguo articolo su lui e Kise.

“Meriteresti davvero di essere sbranato da quelle allupate!” gli inveì contro. Uscì dall’aula sbattendosi la porta alle spalle così forte da rischiare di scardinarla.

Era più infuriato di quando era entrato. Si appoggiò al davanzale della finestra. In primo piano, con il campo da calcio della scuola sullo sfondo, vide il proprio riflesso. Il livido si era fatto piuttosto evidente, tanto che poteva vederne chiaramente ogni sfumatura violacea. Sua madre gli avrebbe fatto una bella ramanzina quella sera, giusto per concludere la giornata in bellezza!

Ovunque volgeva lo sguardo vedeva solo vicoli ciechi: non sapeva come trovare l’autore anonimo; non poteva impedire al club di giornalismo di pubblicare la storia; e con Kise le cose andavano tutt’altro che bene.

Certo, si erano parlati, ma pensandoci non si erano chiariti quasi per niente.

Si sentì un coglione per aver pensato che quella faccenda portasse solo lati positivi, ovvero maggiore popolarità tra il gentil sesso.

Aomine.”

La vocina stridula della yaoista lo destò dai suoi pensieri. “Che vuoi?”

“Credo che la tua avversione per lo yaoi sia dovuta alla tua ignoranza.”

“Che hai detto?” disse, voltandosi verso di lei.

La ragazza gli porse un sottile plico di fogli. “Se leggessi questa storia non la detesteresti così tanto. Qui ci sono i primi due capitoli trascritti e anche il terzo. È un grande privilegio, quindi sii grato.”

Aomine guardò scettico le pagine, poi le afferrò con circospezione, quasi stesse maneggiando una bomba pronta ad esplodergli in mano al minimo scossone. In tutto erano una ventina. Non molte in verità, ma lui non era un tipo che si poteva definire ‘amante della lettura’. “Non è che mi faresti un riassunto?”

“Ne ero certa! Sei praticamente il protagonista e non ti è mai venuto in mente di leggerla?”

Proprio così, pensò. Si chiese se Kise invece lo avesse fatto. Sfogliò le pagine velocemente. Meditò persino di andare da Kuroko per chiedergli di fare un riepilogo generale, ma non sarebbe stata la stessa cosa.

E poi doveva ammetterlo: un po’ era curioso di sapere cosa ci fosse scritto di così fantastico da ammaliare legioni di ragazze infervorate.

La studentessa lo salutò frettolosamente e rientrò nell’aula del club.

Aomine si sedette sul pavimento lì dov’era e iniziò a leggere.

Ed ecco, essenzialmente, ciò che la sua mente assimilò ed elaborò al contempo quel pomeriggio.

 

 

Master Basket

Capitolo 1

Aimine è considerato da tutti un vero genio del basket. È la stella indiscussa della squadra e ama questo sport con tutto sé stesso.

(Sì, sono proprio io)

Un giorno, un ragazzo del suo stesso anno, Kisu, gli si avvicina mentre è intento ad allenarsi da solo in palestra, ben oltre l’orario consueto dei suoi compagni. Gli chiede di insegnargli a giocare a basket, perché, vedendo lui, si è appassionato a questo sport. Aimine all’iniziò è contrario a fare da maestro ad un dilettante, ma riconosce il ragazzo per essere il più popolare della scuola. Non era raro vederlo circondato da schiere di ragazzine urlanti.

(Mi ricorda qualcuno…)

Aimine decide di accettare di fargli da maestro, ma ad una sola condizione: Kisu deve presentargli una ragazza, o anche più di una, che rispecchi ogni suo desiderio.

(Bella idea! Devo chiederlo anche io a Kise)

Kisu acconsente e anche lui pone una condizione: pagherà il suo debito solo dopo essere diventato un titolare.

(Scommetto che non lo farà)

Nonostante la riluttanza iniziale e il carattere di Kisu, fin troppo estroverso per i suoi gusti, Aimine gli riconosce un certo potenziale. Il suo allievo impara molto in fretta, a suo dire perché ha un maestro eccezionale. Inoltre giocare con lui si rivela molto più divertente del previsto e la soddisfazione personale nel vedere le sue abilità crescere di giorno in giorno porta Aimine a provare una certa simpatia per l’altro.

Durante una partita ufficiale, anche se gli avversari non erano molto forti, Kisu riesce a vivere dieci minuti di gloria sul parquet. Le sue giocate e la sua sintonia con la stella Aimine gli conferiscono nuova luce agli occhi del coach.

(Che palle, ma quando arriva la parte interessante?)

Aimine si congratula con lui, orgoglioso del proprio pupillo, e non perde occasione per rammentargli del loro accordo. Un’ombra di dispiacere attraversa il volto di Kisu, ma Aimine non se ne avvede.

(E questo dovrei essere io? Quando mai non mi accorgo delle cose?)

Solo due partite dopo, Kisu scende in campo fin dal primo minuto e il coach gli conferma che da quel momento in poi lui farà parte della rosa dei titolari. L’entusiasmo di Kisu esplode, ma subito dopo pare che un pensiero terribile, noto a lui solo, gli spenga ogni gioia.

(L’ansia di sapere cos’è mi sta uccidendo… sì, sì, muoio davvero…)

 

Capitolo 2

Il giorno dopo Aimine gli rammenta del loro patto: la sua parte l’ha fatta, ora spetta all’altro onorare il debito. Kisu, anche se un po’ nervoso, gli dice che provvederà subito a organizzargli un appuntamento con una ragazza. Tuttavia, passa una settimana e nulla accade.

(Lo dicevo io che non l’avrebbe fatto)

Aimine, spazientito, gli chiede spiegazioni per un simile comportamento. Kisu si giustifica dicendo che ancora non è riuscito a trovare una ragazza che possa soddisfare i suoi gusti e che per lui, essendo il suo mentore del basket, vuole solo il meglio. Aimine gli consente un’altra settimana, ma all’orizzonte non si vede ancora nulla.

(Questo Kisu è proprio uno stronzo!)

Infine, Aimine decide di affrontarlo a viso aperto. Ormai è evidente che Kisu non ha intenzione di adempiere al proprio dovere.

(Io lo avevo capito già dal primo capitolo che finiva così)

Kisu, messo alle strette, confessa che non aveva mai avuto intenzione di fargli conoscere alcuna ragazza perché, ammette dopo numerose domande, è geloso di lui.

(Scontatissimo)

La vera ragione per cui ha iniziato a giocare a basket era avvicinarsi ad Aimine, del quale, dopo averlo visto la prima volta, se ne era infatuato. La storia dell’allievo e del maestro era solo una montatura per poterlo conoscere e stare insieme.

(Io gli darei un bel pugno)

Aimine rimane scioccato da una simile confessione. Vorrebbe dire qualcosa ma non sa esattamente cosa.

(E la gente pensa davvero che questo sia io?!)

In tono freddo, inespressivo, dice a Kisu che è molto deluso dal suo comportamento e che, a parte durante gli allenamenti, non vuole né vederlo né parlargli.

(Cos’è, un fottuto scherzo? Davvero non si incazza neanche un po’? Ehy, quello ti ha preso in giro, hai speso un mucchio di tempo appresso a lui e te ne esci con un ‘Sono molto deluso da te’? Ma porca di quella…)

 

Capitolo 3

Durante la partita successiva, il duo Aimine-Kisu si inceppa più di una volta, tanto che Kisu finisce con l’infortunarsi una caviglia in modo abbastanza grave. D’istinto, Aimine è il primo a correre in suo soccorso quando l’amico cade stringendosi la caviglia dolorante.

(Virilità sottozero)

Poi si rammenta di quanto accaduto tra loro e si allontana subito dopo, lasciando che Kisu venga portato in infermeria.

(Quando si dice la provvidenza, eh?)

Kisu non si presenta a scuola il giorno dopo, e neanche quello successivo. L’essere all’oscuro delle sue condizioni di salute fa sprofondare Aimine in un mare di angoscia e dispiacere.

(No, no e poi no: mi rifiuto di credere che questa checca dovrebbe essere me! Ma l’autore che ha nel cervello?)

Dopo la scuola, decide di andargli a fare visita. Lo trova in camera sua, steso sul letto, con la caviglia bendata e poggiata su due cuscini. Non può fare a meno di pensare che ciò che gli è accaduto è solo colpa sua: se avessero fatto più gioco di squadra, Kisu non sarebbe stato costretto a scontrarsi da solo contro un avversario di due metri.

Kisu è sorpreso di vederlo ed anche estremamente felice.

Aimine è andato a trovarlo solo per sapere come stava, ma trovandoselo davanti, indifeso e immobile, un po’ per il senso di colpa, un po’ per un moto di tenerezza, i suoi veri sentimenti gli si manifestano chiari e limpidi come un lago di montagna.

(TENEREZZA?!)

Era già da un po’ di tempo che le ragazze non lo attiravano più e in particolare da quando aveva iniziato a frequentarsi con Kisu.

(Che coincidenza)

Se aveva insistito tanto sulla questione dell’accordo era solo perché non voleva mostrare questo suo lato al compagno. Inoltre, era convinto che mai al mondo Kisu lo avrebbe ricambiato, per questo non aveva mai neanche pensato di dichiararsi a lui. Era troppo preoccupato di trasmettere un’immagine virile di sé per accorgersi dell’infatuazione del suo allievo.

(E Aimine si accorge di provare tutto questo solo ora? Come se adesso che Kise ha una guancia gonfia e livida io scoprissi di essere innamorato di lui… Ma perché adesso sto paragonando questa cosa alla mia vita reale?)

Kisu scoppia a piangere per la commozione.

(Questo è tipico del Kise reale, in effetti)

Aimine si siede di fianco a lui, gli asciuga le lacrime con il pollice, lo abbraccia e lo…

(No, non posso leggere! Saltiamo questa parte)

…sente la mano di Kisu intrufolarsi sotto…

(…saltiamo anche questa…)

I pantaloni diventano troppo stretti per contenere la sua…

(…saltiamo… saltiamo…)

Finalmente i due sono pronti per consumare la loro travolgente passione.

(È finita… grazie al cielo è… no, un momento… vuol dire che… nel quarto capitolo io e Kise faremo sesso?!)

 

 

 

Note dell’autrice

Ed ecco la storia che ha fatto trepidare i cuori di tutte le studentesse dalla Teiko: bella pappardella vero? XD

Ho preferito riportarla in forma sintetica piuttosto che scriverla pari pari a come dovrebbe essere perché avrebbe appesantito in modo inutile la fanfic: in pratica quello riportato è quello che Aomine ha recepito di ciò che ha letto, con suoi relativi commenti.

E anche questa volta ho fatto il mio dovere e ho aggiornato ^^ Al prossimo chap!

   
 
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