Passarono
diversi giorni tranquilli alla Home, nonostante la nostra breve vacanza
non era
stata esattamente tale. Una sera però decisi di non fare la
sfaticata ed
allenarmi nell’arena per gli esorcisti fino a tardi. E non
ero la sola ad aver
avuto quel pensiero, a quanto pare.
“Kanda-kuuun!”
urlai con un tono da ebete vedendo l’esorcista, con la faccia
visibilmente
contrariata, che si avvicinava
“Novellina
…”
Kanda rimase con la stessa espressione, cercando di andarsene da
un’altra parte
“Oh
andiamo,
non vuoi vedere come sono migliorata dall’ultima volta che ci
siamo battuti???paura,
per caso?” gli chiesi con ironia per punzecchiarlo. Ci
eravamo effettivamente
battuti una sola volta, poco prima della missione in Grecia. Ero
riuscita a
tenergli testa per un po’, ma poi mi aveva battuta non appena
aveva alzato il
livello della sua Mugen; da allora, insistevo continuamente per una
rivincita
senza nessun risultato. Fino ad oggi.
Kanda
abbozzò
straordinariamente un sorrisetto “Stai scherzando,
spero” rispose attivando
subito la sua spada
Sorrisi ed
evocai il mio Keyblade, attaccandolo con un urlo.
Finimmo per
allenarci per tutta la notte, finché non ci accorgemmo della
prima luce del
sole che filtrava dalle finestrelle dell’arena …
finendo coperti di lividi
ovunque. Ovviamente, ero ancora in svantaggio rispetto a lui: mentre io
ero
ormai a terra distrutta, lui sembrava stare bene, tutto sommato. Kanda
mi aiutò
a rialzarmi porgendomi una mano … arrossii, pensando a come
era grande e calda.
I miei
pensieri vennero interrotti dal mio golem, che mi invitava ad andare da
Komui
per un nuovo incarico. Il tempo di fare colazione, ed ero
già in partenza per
una missione in Austria con un’esorcista con cui non avevo
mai lavorato di nome
Ivan. Grazie al cielo, riuscii almeno a dormire in treno.
Il luogo di
presunta attività di innocence era il letto del fiume Alm ,
dove gli abitanti
di alcune residenze estive si erano accorti di gruppi di mostri che si
aggiravano di notte come alla ricerca di qualcosa. Dunque,
probabilmente,
akuma.
Perlustrammo
un’ampia zona lungo il fiume, arrivando a capire una cosa:
l’innocence non
poteva che essere sott’acqua, provocando potenti vortici
inusuali. Un gruppo di
akuma stava lavorando per riuscire a prenderla.
Non appena
decidemmo di attaccare quei mostri, una farfalla mi volò
incontrò. E non una
semplice farfalla. “Tiky?” domandai alla farfalla
come per chiederle di portarmi
da lui, ma non ce ne fu bisogno. Era già dietro di me, nella
sua versione da
noah, accompagnato da una ragazza dall’aspetto
inconfondibile: Road Kamelot, la
noah dei sogni. Allen mi aveva raccontato di li, raccomandandomi di
starci
molto attenta nella sfortuna di dover combattere contro di lei.
Guardai Tyki
attendendo una frase, qualcosa che giustificasse quella situazione. Fu
Road a
rompere il silenzio. “Ciao, Eli-chan!!!”
esclamò la noah quasi entusiasta
sorridendomi “Tyki mi ha molto parlato di te, e abbiamo
deciso una cosa!visto
che sei così carina, distruggeremo la tua innocence e ti
terremo con noi!”
“Co-cosa???”
risposi molto spaventata. Che diavolo stava succedendo così
all’improvviso?E’
vero, volevo stare vicina a Tyki, ma non gli avrei mai permesso di
distruggere
la mia innocence. Era parte di me, e i miei compagni avevano bisogno di
me. Un
moto di rabbia contro Tyki mi pervase: che fine aveva fatto il nostro
patto?perché
non diceva niente?gliela avrei fatta vedere io!
“Innocence,
livello 2!chiave di Cerbero!!!” urlai evocendo la mia arma
anti – akuma mentre
i primi colpi di Road, delle candele acuminate, mi volavano addosso. Ne
lanciai
via molte, facendo irritare Road
“No no
no,
cattivella!mi costringi a rinchiuderti così!”
disse mentre un’ombra nera mi
avvolgeva.
Persi
conoscenza per un attimo, poi riaprii gli occhi in un posto molto
diverso dal
precedente: ero in Egitto, in quello che una volta, circa 2000 anni fa,
era
stato il palazzo reale dove ero stata regina insieme al mio ex marito.
Una vita
completamente diversa da quella attuale.“Merda, mi ha
rinchiusa nel mondo dei
sogni???” imprecai furiosa mentre mi guardavo attorno
cercando qualcuno.
Il tempo di
andare alla sala del trono, dove c’era una luce molto bassa,
che trovai una
cosa che avevo pregato di non rivedere mai più nella mia
vita: tutti i miei
figli, tre femmine e due maschi, giacevano a terra coperti di ferite di
arma da
taglio e sangue, che mi chiamavano con un filo di voce.
Urlai,
iniziando a piangere come una disperata senza riuscire a controllarmi.
Dolore,
dolore fino alle ossa. Ecco l’unica cosa che sentivo,
nonostante una vocina nel
cervello mi diceva che era solo un ricordo dal quale fuggire.
Mi ripresi
solo per sentire che il responsabile di ciò che avevo
davanti agli occhi era
dietro di me: l’ombra di quello che era stato mio marito,
diventato un vampiro
ormai incontrollabile e furioso perché lo avevo lasciato
dopo aver scoperto che
mi aveva tradita dopo una vita trascorsa insieme.
Non ci
pensai neanche un attimo e cercai di attaccarlo, senza però
riuscirci: non riuscivo
ad evocare il keyblade. Lui rise. Fu allora che sentii il mio corpo
muoversi
nonostante fossi ferma e un dolore acuto mi attraversò lo
stomaco, nel punto
dove la mia innocence era visibile. Urlai di nuovo.
Tornai
lucida. “E’ solo un sogno, solo un
sogno!” mi ripetei come una cantilena.
Guardai il mio ex marito negli occhi, mentre le lacrime scendevano
sulle mie
guance: “E’ colpa tua per quello che è
successo, non mia … io ti ho amato da
sempre con tutte le mie forze, dandoti tutta me stessa … sei
tu che hai ceduto
al tuo lato oscuro … mi dispiace solo di esser riuscita a
salvare solo una
delle nostre figlie e non avervi protetti tutti come avrei voluto, ma
so che
loro mi hanno perdonato … che loro CI hanno
perdonato” dissi con un sorriso
amaro e la voce che tremava.
Le ombre
scomparvero, tutti scomparvero. E fu di nuovo buio, e quel dolore
persistente
alla mia innocence.
Dopo un
tempo indeterminato riaprii nuovamente gli occhi; intorno a me,
c’erano
nuovamente gli akuma e i noah. Ero su un letto, seminuda, con Tyki al
mio
fianco che mi teneva una mano e mi guardava con un viso molto
preoccupato.
“Ma
che
diavolo … “ dissi cercando di alzarmi. Di nuovo,
un dolore acuto a livello
della mia innocence mi avvolse.
“Mi
dispiace
… credimi, io non avrei voluto farti questo …
è stato il Conte a volere questo
per evitare distrazioni in battaglia” disse Tyki addolorato
“Di
cosa
stai … parlando?”chiesi mentre fitte di dolore mi
mozzavano il fiato
“Abbiamo
rimosso la tua innocence!fatto un bel sogno?”
domandò Road con un sorrisetto falso
intromettendosi nel discorso. Quella ragazza … ora come ora,
mi terrorizzava.
Il suo potere era pericoloso. Guardai Tyki che mi fece un cenno di
approvazione
e seppi cosa fare: lei non conosceva i miei poteri.
“Maledizione!!!”
urlai gettandomi giù dal letto iniziando a correre subito
inseguita dagli
akuma. Non era possibile, non sarei stata loro prigioniera!un
incantesimo venne
alla mente, e fu così che esclamai sperando di avere forze
sufficienti per
allontanarmi abbastanza e raggiungere il mio obiettivo: “Io
ti varco, soglia
dei cieli!”
Riuscii
miracolosamente a teletrasportarmi, cadendo rovinosamente a terra
chissà dove e
battendo la testa su un masso, perdendo i sensi.