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Autore: Georgesmonkej_    26/07/2013    0 recensioni
"Essa é l'oriente e Giulietta é il sole. Sorgi, bel sole, e uccidi l'invidiosa luna già malata e livida di rabbia, perché tu, sua ancella, sei tanto più luminosa di lei. Non servirla, se essa ti invidia; la sua veste virginale é di un colore verde scialbo che piace solo agli stupidi."
"Che cos'altro é l'amore, se non una pazzia molto discreta, una amarezza che soffoca, e una dolcezza che fa bene?"
Questa é una storia ispirata a Romeo e Giulietta, con un lieto fine leggermente diverso (nessuno muore!)
Genere: Drammatico, Poesia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Shelley, Jaymi Hensley, JJ Hamblett, Josh Cuthbert, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(9)



3 ore dall’accaduto sprecate in un ospedale greco: non era esattamente il genere di vacanza che io mi aspettavo di passare in compagnia del mio ragazzo e dei miei migliori amici.

-allora? Come sta?- domandò Jaymi appena uscii l’infermiera –mmm… sembrerebbe essersi stabilizzato- disse la donna con uno strano e titubante sorriso e con un accento greco che mi metteva in soggezione.
Era da 3 ore che non avvistavo George, dopo che rimasi folgorata dalla scena e dal racconto che mi fece Jake.
Che strano! Mi fidavo davvero di Jake? Non potevo credere a me stessa.
 
Flashback
 
Guardai Jaymi e lì capii che pensavamo entrambi a qualcosa, evidentemente la stessa.
Ci alzammo e scattammo verso la piazza.
Lì trovai un ragazzo steso per terra e tossiva copiosamente sangue.
George mi guardava come se avesse fatto un crimine e fosse stato scoperto sul misfatto.
Ad un tratto il giovane mi fissò e, tremante, cadde a terra.
Gelo nelle vene.
Sbianco totale.
Cosa stava succedendo? Era un incubo, lo so: il peggiore mai fatto.
-Cory- lo guardai ed una lacrima mi scese, poi mi avvicinai e mi piegai verso di lui.
-Shelley, questa volta non sei più perdonato- disse Jake nascondendo una risata sotto i baffi –George?- sollevai lo sguardo ma senza girarlo verso di lui mentre tutti quanti lo stavano già fissando –co-come è potuto accadere?- dissi in preda ad una crisi di lacrime.
 
Intanto mi ero addormentata seduta sulla sedia della stanza dove era stato messo mio cugino ed avevo la testa poggiata sulle mie braccia che toccavano la sua mano esile.
-Jay!- sentii una voce dispiaciuta e sollevai la testa ma non risposi –io non potevo immaginare- continuò lui piangendo ma io rimasi zitta –ti prego, rispondimi- disse lui piegandosi affianco a me.
Io mi limitai a guardarlo solamente rimanendo in silenzio per interminabili minuti.
-Allora se tanto non volevi, perché?- chiesi tranquilla –io pensavo fosse Jack, e poi mai mi sarei permesso a far del male a qualcuno ho solo sbagliato a dosare la forza- mi disse accarezzandomi la guancia –mi dispiace che sia successo tutto questo- dissi io distogliendo lo sguardo –ma mi perdonerai un giorno?- domandò ora George prendendomi la mano –ti ho già perdonato- gli sorrisi lievemente per poi far sparire di nuovo quel sorriso.
Ripensai al fatto che la famiglia di Cory, nonché miei parenti, erano stati avvisati dell’accaduto senza far nomi o raccontare episodi, quindi si erano precipitati fin qui, quindi ripensai a George nuovamente volendo proteggerlo, nonostante il grande sbaglio, ma era pur sempre parte integrante del mio cuore, come poter infangarlo?
-Vai via- dissi solo mentre lui mi guardò confuso.
Mi sollevai e gli presi la faccia e avvicinai la mia fronte alla sua –se ti sgamano qui per noi è la fine, per te lo sarà più di tutti. Ti prego George, non spingermi a dirtelo di nuovo, non voglio soffrire con il pensiero che presto lo sapranno tutti- dissi con il cuore che faceva le capriole in petto –no, io rimarrò- disse lui mettendo le sue mani sulle mie –ascolta piccola testa di cazzo, tu ora vai via, altrimenti tutto il discorso che ti ho fatto non ha senso- dissi ora adirata anche se non avevo voglia di offenderlo –no, ricordi? Non ti lascerò mai sola, risolveremo tutto insieme- disse lui prendendomi ora più forte la faccia e baciandomi con passione –ma così andrà a monte tutto!- esclamai bloccandolo ed in lacrime –troveremo un’altra soluzione- disse lui ostinato –vai via- dissi scuotendo di più la testa –non posso- ribadì lui –ti prego- lo supplicai in lacrime.
In quel preciso istante entrò l’ultima persona che mi sarei mai immaginata di trovare: Jackson.
Vedendo la scena, squadrò dapprima George e poi mi guardò a me con aria protettiva.
-Di nuovo tu!- esclamò a George ed io abbassai lo sguardo ormai rassegnata –senti Jack, ripartiamo da 0, okay?- cercò la sua clemenza il riccio dagli occhi color nocciola –dopo che non solo ti innamori dell’unica ragazza della quale non ti saresti mai dovuto innamorare, ma anche mandi mio fratello in rianimazione?- disse con aria sconsolata: a vederlo pareva quasi non volesse più saperne nulla e cancellare tutto, infondo era un ragazzo buono che non avrebbe mai fatto del male neppure ad una mosca, purtroppo negli ultimi tempi ha imparato il significato del termine bastardo e lo ha aggiunto al suo vocabolario diventando parte della stessa parola e finendo per fare ciò che ha fatto mesi fa.
Ad un tratto parve piegare la testa e sbuffare con aria dispiaciuta.
-Vai via- disse anche lui ed io tornai a guardarlo come per comunicargli negli occhi di fare ciò che gli venne detto, lui, d’altro canto, rimase lì senza muovere una paglia –ti prego George, non ho voglia di discuterne, va via! Hai la mia clemenza. Non voglio che i miei o tutti quanti sappiano, vorrei che una volta per mille tutto quest’odio che c’è da anni termini, ma ti prego, non rendere tutto ciò ancora più difficile- disse sconsolato ed aprendogli la porta per farlo uscire.
Io e George ci guardammo prima allibiti e poi George decise di non farselo ripetere più di due volte, così si alzò e si allontanò verso la porta.
Prima di andar via ci scambiammo l’ultimo sguardo e poi lui andò e Jack richiuse.
È stata la scena più brutta alla quale abbia mai potuto assistere in tutta la mia vita ma era ancora più tragico sapere che Cory non dava più alcun segno di vita: questo non mi rincuorava affatto.
 
 
 
*
 
 
 
Col tempo imparai a dimenticare pian piano George, anche se non ci eravamo mai definitivamente lasciati, ma da quando Cory si era ripreso, quindi quando di conseguenza tornammo tutti a Bristol, di lui non c’era più traccia: né a casa sua né in tutta Bristol né si era mai fatto sentire dopo quella volta.
 
Infine giunse persino settembre e con sé anche il suo gelo britannico quindi anche il ritmo quotidiano ricominciò, ridando vita alla frenesia di chiunque.
Io e gli altri iniziavamo il primo anno di college, chissà come sarebbe andata.
Ogni mia conoscenza al college mi aveva accennato che non era affatto una vita semplice, specie dove mi trovavo io: Londra.
-Londra non mi è mai sembrata così fredda ad inizio settembre- dissi seria a Josh mentre mi stringevo nella mia felpa del college che mi andava piuttosto grande mentre ci dirigevamo verso il nostro nuovo college.
-Veramente neppure a me, ma dobbiamo abituarci- disse lui sorridendo e creando con l’aria che fuoriusciva dalla sua bocca delle nuvolette di condensamento.
Ormai io, diversamente da Josh, avevo perso la capacità di sorridere perché con essa avevo perso anche il sorriso, lo avevo completamente cancellato dalla mia mente e quindi avevo anche dimenticato cosa fosse un sorriso.
Avevo imparato ad essere fredda e pungente, come gli inverni inglesi.
Non c’è cosa peggiore del non ricevere neppure un briciolo di novità sull’unica persona che ami al mondo.
Fino a poco tempo fa era lui il mio sorriso, il mio respiro, il primo raggio del mattino a varcare la mia finestra per dirmi un misero buongiorno e l’ultimo a darmi la buonanotte.
D’altro canto, non ero solo io ad esser cambiata, anche Josh dimostrava un certo velo di mistero attorno all’improvvisa scomparsa di George.
Lui ne sapeva sicuramente qualcosa di tutto ciò.
La mattinata fu scorrevole e passò in un batter d’occhio, così quando l’ultima campanella della giornata fece sentire la sua melodia tutti quanti, compresi me e Josh, uscimmo dall’aula di filosofia per dirigerci verso l’uscita.
Prima che avvenisse la mia uscita da quel college andai verso l’armadietto per prendere alcuni libri.
Misi la combinazione velocemente e lo sportello si aprì lasciando cadere un fogliettino rosa.
Io dapprima lo fissai confusa poi mi piegai per raccoglierlo e, mentre lo aprivo, voltai prima a destra e poi a sinistra il capo per vedere chi fosse stato l’autore, ma io mi sentivo che poteva esser stato solo un ragazzo a svolgere l’azione di scrivermi un bigliettino.
 
Amami o odiami, entrambi sono a mio favore.
Se mi ami, sarò sempre nel tuo cuore;
Se mi odi, sarò sempre nella tua mente.
W.S.
 
Alzai il capo alla disperata ricerca della mano che aveva scritto questa celebre frase di Shakespeare e che anonimamente ha preferito firmarsi con WS, ma non trovai nessuno.
Nel leggerlo avvertii comunque un qualcosa di forte, di speciale che mi rimise involontariamente e senza che me ne accorgessi un lieve sorriso che mi rimise in moto tutta la speranza perduta.
George.
No, ma non era possibile che fosse lui, oppure si? Ora come ora tutto è possibile, ma chi lo sa?
Scossi la testa ad ogni minimo dubbio o sospetto ed optai o per un foglietto di appunti o per qualche strano scherzo.
Dopo di che, chiusi l’armadietto e raggiunsi Josh.
-Tu per caso mi hai messo un foglietto dentro il mio armadietto?- domandai semplicemente a Josh durante il ritorno a casa e vidi che Josh si fermò e gli si rianimarono gli occhi –come prego?- domandò fissandomi per poi tornare a camminare –io non ho messo niente nel tuo armadietto- continuò infine –bene, e allora tu ne saprai qualcosa- dissi io sospettosa –io? Che ne dovrei sapere io di uno stupido foglietto messo nel tuo stupido armadietto da qualche stupido ammiratore segreto del cazzo?- mi sorrise misto al divertito ed al misterioso che sa qualcosa.
Io lo fissai torva ed incrociai le braccia spingendolo a parlare.
-Jay? Ma tutto d’un tratto ti ha dato di volte il cervello per caso?- domandò secco riprendendo di nuovo a camminare –no, sei tu che ti sei improvvisamente trasformato nel ragazzo misterioso che non usa confidarsi più come una volta- sbottai io.
Lui evidentemente si accorse che ormai avevo capito tutto e sospirò arrendevole, poi mi prese e mi trascinò dentro l’appartamento.
-Jay, è il momento che tu sappia- disse sedendosi sul letto e poi mi fece segno con la mano di seguirlo ed io, ancora più sospettosa, lo seguii.
-Dimmi, ti ascolto- dissi guardandolo immensamente negli occhi, che in questo momento parlavano e dicevano più di mille parole.
Erano confusi, probabilmente anche tristi, stressati e… incredibilmente distratti.
Cos’aveva quel giorno?
-George?- chiamò infine sbuffando esausto, io lo guardai ancora più confusa.
Ad un tratto dal bagno comparve lui con aria normale che mi guardò intensamente, anche i suoi occhi avevano il loro da dire: erano esausti, desiderosi di vedere qualcosa o qualcuno che non hanno visto per un certo periodo di tempo, affamati d’amore, vogliosi di una pace che non potrà avvenire mai… tutto questo era ciò che tutti e tre desideravamo enormemente.
Io anche lo guardai e lì gli avrei voluto dire tante di quelle cose, piangere mille lacrime solo per lui ma ero bloccata in preda alla confusione più assoluta.
Perché? Perché scompare per poi ricomparire così? In un giorno come tanti, in un momento come tanti e in una dimora come tante.
Ci fu un periodo di totale ed imbarazzante silenzio lì dove avrei voluto urlare a squarciagola persino il suo nome e correre ad abbracciarlo di nuovo ma dalla mia bocca non usciva un filo di voce, soltanto piccoli sfoghi delle corde vocali, e le mie gambe non avevano nessuna intensione di muoversi.
Era tutto così strano quel giorno.
-A-amore mio- finalmente riuscii a pronunciare tremante e con le lacrime che dopo tanto tempo riprendevano a sgorgare irrigando la mia faccia e finalmente comparve un sorriso vero e che aveva il suo significato.
Lui non parlò ma venne da me e si piegò prendendomi la faccia e baciandomi con estrema passione le labbra, così come non aveva mai fatto in vita sua.
Finalmente risentivo il sapore delle sue labbra, il suo profumo, toccavo i suoi capelli sempre naturalmente mossi che gli ricadevano morbidi fino a poco più sopra della nuca.
Tutto in lui mi era incredibilmente mancato ma ora eravamo di nuovo insieme, anche se non era passato molto tempo, appena un mese.
 
-Quindi eri tu l’autore della frase di Shakespeare in quel foglietto- gli sorrisi voltandomi a guardarlo mentre, stesi entrambi nel mio letto, lui mi lisciava i capelli e mi sorrideva a sua volta annuendomi.
-Non so come, ma lo immaginavo- dissi solo per poi farmi forza, sollevarmi e baciarlo di nuovo sulle labbra: farlo ogni volta era sempre più bello e più piacevole, le sue labbra erano morbidi e delicate, perfettamente in sintonia con le mie.
-Noi non ci siamo mai lasciati, vero?- domandò lui bloccandomi ed io gli sorrisi –no, mai- gli risposi tornando a baciarlo –sei così dolce, così perfetta- mi disse mentre lo baciavo e mentre mi toccava i capelli –e tu così misterioso, così profondo- dissi io mordendogli il labbro inferiore mentre lui mi sorrise, segno di comprensione.
Finalmente, dopo tanto, lo risentivo mio, tra le mie braccia ed io tra le sue.
La cosa positiva era che qui nessuno poteva sapere niente e che noi non ci dovevamo nascondere più, o almeno finché nessuno fosse nei paraggi, in altri casi siamo pur sempre nella grande megalopoli d’Inghilterra: la magnifica Londra, nessuno potrà mai saper niente.
Semplicemente avrei sperato che non sarebbe accaduto ma nient’altro di problematico così come negli scorsi avvenimenti, ma purtroppo la vita è fatta anche perché il destino ti giochi sorprese losche, ma bisognava vivere al momento con ciò che si aveva, e così facevamo noi due, aspettando che il fato incombi fatale, magari però preservandoci un lieto fine, magari non proprio con i fiocchi, ma pur sempre una fine dove almeno io e lui viviamo insieme felici, anche come due eremiti o magari come due campagnoli in una bella fattoria, ma insieme.
 
Il giorno dopo era sabato, quindi optammo per lo svegliarci ad un orario comodo.
-Buongiorno- disse lui sorridente seduto su una sedia in cucina accanto a Josh che finalmente aveva uno sguardo più rilassato e allegro –buongiorno a voi- dissi sedendomi sulle gambe di George e sorridendo –cosa le offriamo a questa bella fanciulla?- disse Josh scherzando ed alzandosi per prendere l’aranciata ed i cornetti –mmm… aranciata e cornetto?- chiesi ironica –a lei!- servì sorridendo –grazie- dissi portando il bicchiere alla bocca e bevendone un sorso.
Ad un tratto squillò il cellulare: Ally.
Mia sorella aveva deciso stranamente di rifarsi viva.
-Ally?- risposi confusa ma sorridente –sorellina mia!- quasi mi urlò nelle orecchie così spostai il cellulare per evitare una rottura di timpani –come sta la mia sorellona?- esclamai sorridente sotto lo sguardo bizzarro di Josh –bene bene, te? Oh giusto! Sei a Londra non potrebbe andare meglio di così, oppure si?- disse sibillina –che intendi?- dissi accigliata fissando Josh mentre George mi baciava il collo –non te lo ha detto mamma?- domandò ancora più confusa di me –mmm.. no?- dissi io –bene, allora credo che non cambi se sarò io a dirtelo- disse lei euforica –si Ally, basta che me lo dici- dissi io facendo roteare gli occhi all’in su –bene, mamma ha organizzato una festa per quando ritornerai per le vacanze, ed indovina in onore di cosa?- domandò ancora più eccitata –mmm.. Natale?- scherzai –nooo! Babbana, ma che dici? In ogni caso… per il tuo fidanzamento con Jake, non sei contenta?- disse sempre più contenta mentre a me mi prese una scossa elettrica e poi guardai George che mi osservò confuso.
-Pronto? Jay? Ci sei?- mi chiamò –si, si, ma… ora devo andare- dissi fingendo di essere contenta e poi riattaccai.
-Allora? Che ha detto? Cos’è quella faccia?- disse George sorridendo ma preoccupato –J-Jake- balbettai io fissando un punto nel vuoto –Jake? Che c’entra Jake?- domandò confuso ora e guardando Josh altrettanto stordito –mia madre ha organizzato una festa al mio ritorno in onore del nostro fidanzamento- dissi tirandomi su fissando ancora in quel punto –cosa?- scattarono in piedi entrambi scioccati tanto quanto me.
 
-A quanto pare a stranezze non era finita qui…- dissi infine.
 
 
 
 
Angolo Autrice
 
Ciao piccole conchigliette c:,
come va la vita? Spero bene, a me come al solito ma bando alle ciance e passiamo al sodo.
Le cose qui tornano a farsi più interessanti ;) ora arriva la fase dura nella storia: cosa faranno questi due poveri innamorati pur di stare insieme? Cosa farà la nostra Jay pur non fidanzarsi con Jake? Tutto nei prossimi episodi ;).
Comunque devo darvi una notizia positiva ma anche molto negativa… purtroppo credo che la storia finirà tra non più di 10 capitoli (non so se il conto è esatto, ma contando che io metto un botto di particolari e allungo di parecchio i capitoli questo dovrebbe essere il limite massimo) e a me sembra veramente strano tutto questo anche perché sarebbe la prima ff che inizio ed incredibilmente termino… Oddio!
Le altre o le eliminavo che non mi piacevano oppure le lasciavo in sospeso lol… comunque devo continuare Shadow e poi ho iniziato una nuova ff che pubblicherò presto c:
Credo che tutto questo mi mancherà quando finirà :c e mi ero pure affezionata.
Okay, mi dileguo.
Per favore recensite se vi è possibile <3.
Ne approfitto anche per ringraziare i recensori, i preferiti, ricordati e altro <3 ed anche i lettori, se ce ne sono stati, silenziosi.
A presto c:

 



E' tutta colpa della luna, quando si avvicina troppo alla terra fa impazzire tutti

-W. Shakespeare



Georgesmonkej_
  
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