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Autore: TemariMegami    27/07/2013    5 recensioni
La prima volta che si incontrarono fu alla selezione dei Chūnin, dove i ninja di Suna erano stati mandati in missione lì per creare scompiglio, per uccidere e procurare terrore agli abitanti di Konoha. Il padre del trio del Deserto era anche il Kazekage di Suna stessa ed in combutta con Orochimaru per far sì che egli potesse dar sfogo ai suoi comodi. Il trio di cui parlo, fu proprio quello in cui una giovane ragazza, ma all'interno di essa già adulta, si scontrò –durante l’esame- con un giovane ragazzo dallo sguardo pigro, ma dall'intelletto fuori dal comune.
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Suna.
 

 
Un uomo vagava nel deserto con un carico molto più che pesante a suo carico, una donna, seccante e capricciosa per giunta, era esausto ma nonostante tutto continuava a camminare senza sosta, erano ormai un paio d’ore che andava avanti così, ormai anche il rinomato codino a forma d’ananas era appassito a causa del caldo. Ma glie lo doveva era a causa sua se ora si trovava in quelle condizioni, se avesse camminato da sola, intanto, avrebbe potuto facilmente perdere l’orientamento, mentre Shikamaru era perfettamente in grado di orientarsi con l’aiuto delle indicazioni di lei, inoltre poteva provare ad orientarsi grazie al vento che dava un grande aiuto. Temari cosciente dei motivi per i quali subiva questo grande affronto –quello di star sulle spalle di Shikamaru, come un parassita- si teneva saldamente al suo collo ed ogni tanto pensava bene di dargli qualche strattone intimandogli di avanzare il passo, gli faceva capire che stava bene, anche se non vedeva, si muoveva e gli parlava, in fondo non voleva farlo preoccupare più del dovuto e lui lo sapeva, ne era contento e subiva ogni screzio ella gli faceva, annuiva ed andava avanti.
-Nhè…Shikamaru…-
Sbadigliò sonoramente, si sentiva stanca ed abbattuta, l’unica cosa che avrebbe voluto ora era una brandina comoda su cui riposare, e magari delle gocce miracolose che le avrebbero permesso di vedere ancora una volta. Sentiva il profumo di lui, al tatto poteva stringere le sue spalle, giocare con i suoi capelli, sentire la sua voce, così pigra e attenta, ma non riuscire a vedere il suo viso la tormentava.
-Dimmi, Seccatura.-
-Pensi che andrà tutto bene..?!-
Sembrava una richiesta d’aiuto, la sua voce era spezzata e calma, ma una vena di terrore poteva riuscire a leggersi tra le righe, lo stesso fatto che si era lasciata portare in spalla era un chiaro segno di cedimento da parte della bionda, in condizioni normali non avrebbe mai permesso un affronto simile, si sentiva colpita nell’orgoglio.
-Certo! Sei tosta tu, non vorrai mica farti abbattere da uno stupido veleno, nhè?-
Sperava davvero nelle sue stesse parole, e sentiva che Temari perdeva le forze di volta in volta, non doveva dormire, né riposare, il veleno avrebbe potuto paralizzare il suo corpo o peggio il suo cervello se si fosse addormentata, lo avrebbe evitato ad ogni costo.
-Io..? No, affatto… -sorrise flebile- se pensi una cosa del genere… allora.. non mi conosci affatto..Crybaby..-
-Tem, non addormentarti.-
-Smettila… di giocare al medico, Nara. –Aveva sonno, voleva solo riposare un po’ ma non voleva addormentarsi –Solo due secondi.. chiudo un po’ gli occhi ma non dormo, davvero…-
No, non lo avrebbe permesso, cercò qualcosa da dire che le avrebbe impedito di addormentarsi, ma non avrebbe potuto essere una cosa dolce o delicata, no. Doveva farla arrabbiare.
-Tem? Sai che il tuo seno è molto morbido? Si poggia…sulla mia schiena che una bellezza!-
E riuscì nel suo intento, anche troppo, forse.
-COSA?-
Tirò i suoi capelli così forte da fargli perdere l’equilibrio, caddero rovinosamente a terra come due sacchi di patate, lei su di lui, che era di spalle. Anche senza la vista riusciva perfettamente a capire dove colpire, a cavalcioni sul suo sedere iniziò a dargli pizzichi su tutta la schiena e a lamentarsi di ciò che aveva appena detto il moro.
-Ma ti pare possibile che in un momento come questo tu ti metta a pensare ad una cosa simile? Sei un fottuto pervertito, Nara!-
Già, forse aveva esagerato, avrebbe dovuto immaginare una reazione simile della bionda, era diventata un vulcano in eruzione mentre lui era spiaccicato a faccia in giù nella sabbia che, tra l’altro, scottava non poco.
-Smettila Tem! – sputacchiava sabbia a destra e a manca –Mi soffochi in questo modo!-
Nemmeno si era resa conto che non le dava alcun fastidio il fatto che usasse un nomignolo per rivolgersi a lei, continuava a pizzicare e graffiare più che poteva quello che, a parer suo, era un pervertito di prima categoria, okay, senza esagerare però.
-Non la smetto finché non mi avrai chiesto scusa mille volte!-
-Non credi di esagerare?-
-NEMMENO UN PO’!-
Sbottò nervosa.
La pazienza del clan Nara, però, ha i suoi limiti. Ormai stanco delle maniere molto più che manesche della bionda, se la scrollò di dosso con poca, pochissima, grazia, facendola ruzzolare a terra di fianco a lui.
-Se non ci dai un taglio te la ai a piedi, Temari!-
Si alzò sui gomiti contrariata, forse aveva un po’ esagerato, ma era da lei, dopotutto. Gonfiò le guance con fare dispettoso, mentre tentava di capire dove si trovasse ora il suo compagno di disavventure, era uno strazio non poter riuscire a vedere le sue facce da cerebroleso. Si stese ancora una volta sulla sabbia calda, dimenticò completamente di avere sonno, ma quella sensazione di rilascio le opprimeva i muscoli, aveva intenzione di chiudere gli occhi, di rimanere lì per un’oretta o due prima di ripartire. Si, sotto al sole, non le interessava, voleva solo riposare i muscoli. Sentì improvvisamente qualcosa toccargli il braccio ferito e lo ritrasse involontariamente lanciando anche un pugno verso quella mano che l’aveva toccata, era spaventata, perché non sapeva chi era… ma che stupida che era stata, chi altri poteva essere se non Shikamaru?
-Ehi, seccatura vacci piano! Non voglio mica spogliarti o roba del genere! Voglio solo dare un’occhiata alla ferita e alzati, se no rischi di infettarla e peggiorare la tua situazione.-
-Non.. non avvicinarti così di soppiatto, dannazione!-
Era visibilmente stressata, ogni movimento la faceva sobbalzare e mettere sugli attenti.
-Ma che…soppiatto? Tu hai qualche rotella fuori posto, fattelo dire.-
Riprese ancora una volta tra le mani il braccio della ragazza, stavolta con più vigore, per non far si che scappi ancora una volta.
-Adesso sta ferma e fammi controllare, dannata seccatura.-
Rimase ferma ad aspettare il responso del genio mentre sul viso le si formava un adorabile broncio di cui Shikamaru non poté fare a meno di osservare. C’erano lati positivi di quella momentanea (era quel che sperava) cecità, ossia quella che avrebbe potuto guardarla per tutto il tempo che voleva, senza che ella si lamentasse o gli chiedesse, con la sua solita grazia pari a quella di un elefante in un negozio pieno zeppo di porcellane, per quale dannato motivo stesse continuamente a fissarla. I suoi occhi acquamarina erano socchiusi, sembrava stessero guardando un punto indefinito della sabbia, mentre in realtà, quelle iridi vedevano solo eterno buio, s’incantò a guardare le sue iridi e un groppo in gola lo fece deglutire, i sensi di colpa gli annebbiarono la mente.
-Ci vuole ancora molto, uomo?-
Sobbalzò come sorpreso a fare qualche marachella, avrebbe dovuto controllare la ferita, si. Tirò Temari su, facendola almeno sedere e sciolse ancora una volta le bende per controllare la ferita, non era cambiata di una virgola, ma forse il rossore si era placato appena. Buon segno.
Prese delle bende pulite dallo zaino e le avvolse attorno al suo braccio, nel farlo seguirono alcuni brontolii da parte di lei, le faceva ancora male. Shikamaru sospirò, conscio del fatto che Temari non avrebbe mai ammesso una cosa del genere, quindi si disse che chiederglielo sarebbe stato solo un inutile spreco di fiato. Adesso che aveva controllato la situazione, non potevano far altro che continuare il viaggio.
-Allora, la ferita è apposto… per così dire. Non è peggiorata e questo non può che essere un buon segno, per ora possiamo limitarci solo a questo. Ora alzati, così ti prendo in spalla.-
-Vedi di non fare affermazioni stupide, Nara, ne varrà della tua vita.-
-Anche della tua, Seccatrice. Voglio proprio vedere come farai a tornare a casa, senza di me.-
Non sapendo come controbattere, la ragazza optò per il silenzio che incorniciò con un sonoro sbuffo. Si rialzò dalla sabbia con qualche difficoltà e portando le braccia in avanti tentò di capire dove diavolo si fosse cacciato quella peste dai capelli a punta, trovandolo poi al suo lato, picchiettò la sua spalla fingendo di stare ancora lì a cercarlo, per poi avvicinarsi e aspettare che lui le dia un input, che sia tattile o vocale, per potersi aggrappare alla sua calda schiena. Non che la cosa le dispiaccia, a conti fatti, ma non l’avrebbe di certo fatto notare al bell’imbusto o sarebbero stati guai per lei ma soprattutto per il suo rinomato orgoglio.
-Pronta?-
-Mh…-
Saltò facendo si che Shikamaru potesse afferrare al volo le sue cosce e farle aderire ai suoi fianchi, mentre lei si aggrappava alle sue spalle, si misero nuovamente in viaggio, Suna era ormai vicina e Temari si sarebbe potuta curare presto. Riposato in quel frangente, Shikamaru poté ricominciare il viaggio con rinnova to vigore, andando più veloce sotto gli ordini della ragazza che sapeva dove andare, nonostante le avessero privato delle facoltà visive.
 
Erano passate ormai quasi due ore dall’attacco di quei fantomatici “briganti”, dannati i loro veleni, dannata la loro esistenza su questa terra, si ritrovò a pensare il moro molte volte durante il loro viaggio. Il peso di Temari, oltre a quello di entrambi gli zaini, iniziò nuovamente a pesare sulle spalle del Nara, che iniziò nuovamente a rallentare, sotto le lamentele della dittatrice dai capelli biondi.
-Hai già perso le forze, Shikamaru? Sei più smidollato di quanto ricordassi!-
-Ehi, guarda che non è una cosa semplice portare te e due zaini stracolmi in spalla, non credere di non pesare affatto, bionda.-
-Mi stai forse dicendo che sono obesa?-
-Si!-
Temari sogghignò, aveva voglia di ricominciare a pizzicarlo, ma si trattenne, in fondo lo sapeva che non diceva sul serio, non riuscivano a non battibeccare per più di due minuti loro due.
-Sei tu che sei gracilino, dovresti metter su un po’ di massa muscolare, sai?-
-Ahhh!! Mendekouze….. Taci Seccatura!-
Iniziò a palpare i bicipiti, facendogli comprendere ancor di più quanto egli fosse poco attivo nel movimento.
-Guarda qui, c’è a stento il muscolo, scommetto che tra due minuti se non ti fermi a riposare sbatti a terra esausto!-
-No che non succederà, sto solo andando più lentamente per recuperare un po’ di forze, Temari. Che c’è. Ti preoccupi per me?-
-Non… non dire cazzate, Nara!-
Eppure aveva colto nel segno, la ragazza non voleva che si stancasse a causa sua, avrebbe voluto si riposasse per bene prima del rientro effettivo a Suna. Si strinse di più al compagno, inebriandosi del suo profumo, chiuse gli occhi, pur conscia del fatto di non sarebbe cambiato assolutamente nulla, respirò profondamente, quasi nell’orecchio di lui. Gesti che fecero rabbrividire il Nara, che rallentò ancor un po’ il passo sentendo il latte alle ginocchia, dannata ragazza, lo farà impazzire prima o poi.
-Nara. Sono ormai quasi un paio d’ore che camminiamo, poco più avanti dovresti intravedere alcune palme, dovrebbero essere non troppo alte, ma ben visibili. E’ una piccola Oasi che si trova poco prima di Suna. Fermati lì, ho voglia di farmi un bagno.-
-Ma Tem! La ferita, il veleno…-
-Sta zitto e fa come ti dico, cavolo.-
Non era una richiesta, ma un ordine. Il giovane sbuffò sonoramente e continuò a camminare a passo rallentato, dopo altri cinque minuti di cammino finalmente riusciva a vedere qualcosa, uno spiraglio di verde immerso in quel deserto ocra.
Cespugli ed alberi contornavano una zona in cui c’era un lago, che sembrava molto invitante agli occhi del moro.
-Tem, mi sa che siamo arrivati! Oh, Kami. E’ uno spettacolo…-
E pensare che vedeva tutti i giorni posti simili a Konoha, che brulicava d’acqua e vegetazione, ma lì… sembrava tutto diverso, tutto più bello ed allettante, probabilmente aiutava l’aver viaggiato per ore sotto un sole che non accennava a calare d’intensità e senza fermarsi mai.
Temari sorrise, conoscendo bene la zona, ricordava –anche se a malapena- come la vegetazione in quel luogo era attorniata da un’aura magnifica e quanto le piaceva bagnarsi in quelle acque assolutamente fresche nonostante il sole picchiasse vorace su di esse.
-Lo so!-
Come se avesse avuto nuova vita, Shikamaru iniziò ad avanzare il passo, bramando di metter piede al più presto in quell’oasi, reggendo più forte Temari senza rischiare di farle perdere l’equilibrio.
Una volta messo piede sull’erba fresca, fece scendere con garbo la ragazza dalle sue spalle, che scalciava pregandolo di lasciarla andare, era una seccatura anche solo per delle cose così stupide, Shikamaru provava a descriverle il luogo, ma sarebbe stato inutile, Temari lo conosceva quasi meglio delle sue tasche.
Una volta a terra, la ragazza non perse tempo a togliere i calzari per far aderire la pianta dei piedi sull’erba, quanto le piaceva quella sensazione, le dava un senso di libertà, ma non vedere il luogo le lasciava una nostalgia che non si sarebbe potuta colmare tanto facilmente, intanto Shikamaru osservava i suoi movimenti, uno per volta, muovere le dita tra i fili d’erba, il suo respirare piano, i suoi occhi velati guardare nel vuoto. Fece qualche passo in avanti, con molta cautela, strisciando i piedi nel verde, voleva arrivare al lago, direzionò le mani davanti a se, nel caso in cui si fosse scontrata con qualcosa, ma non servì, un masso non troppo grosso rischiò di farla ruzzolare a terra, tutto pur di non chiedere aiuto.
-Accidenti!-
Esclamò adirata. Shikamaru non poté che sorridere per quella scena, era davvero una testa dura, la raggiunse prendendole la mano e iniziando a scortarla vero l’acqua.
-Sarò io i tuoi occhi, per oggi.-
Disse con voce flebile, dolce, la bionda sobbalzò appena e un’ondata di calore la pervase, pregava i Kami di non essere arrossita.
-Non essere troppo mieloso, Shikamaru! Mi viene da vomitare.-
Seguiva i passi del compagno, uno dietro l’altro, fino a che non sentì sotto i piedi l’umido dell’acqua bagnare di tanto in tanto l’erba, finalmente. Si sedette inginocchiandosi e cercò bramosa l’acqua, mentre Shikamaru si alzava e si avvicinava allo zaino, voleva prendere qualcosa da mangiare per entrambi e magari riempire le borracce.
Temari sciacquò il suo viso chiudendo gli occhi, finalmente un po’ d’acqua fresca e non quella ormai calda racchiusa nelle borracce termiche, Il viso sembrò riprendere vigore da un momento all’altro, strofinò gli occhi che iniziarono a pizzicarle fastidiosamente, sciacquò più di una volta e poi riaprì gli occhi. Non poteva crederci, riusciva a vedere delle piccole ombre che avrebbero dovuto essere le sue mani, tutto intorno si fece più chiaro, ma non riusciva a distinguere i colori, non ancora. Ma questo voleva dire che forse stava guarendo, il veleno aveva smesso di fare il suo effetto? Lo sperava in cuor suo, non voleva credere che fosse solo una cosa momentanea, quindi sciacquò ancora e ancora il viso, ma non cambiava nulla, riusciva a vedere, ma riconosceva solo piccole ombre, si guardò intorno, decifrando man mano il paesaggio circostante, spesso e volentieri andandosene per intuizione. Ed eccolo lì, piegato a fare chissà cosa, Shikamaru. Finalmente riusciva a vederlo di nuovo, sorrise in cuor suo e le balenò un’idea niente male. Prese una pietra piccola cercandola vicino a lei e la lanciò –tentando di essere il più precisa possibile- sulla figura di Shikamaru, per poi tornare a fingere di sciacquarsi la faccia. Shikamaru, che venne colpito su un braccio, si voltò immediatamente per vedere cosa l’avesse colpito, ma non riuscì a capire da dove quel sasso fosse sbucato.
“Possibile che sia caduto dagli alberi?” Si chiedeva stranito. Si rigirò poi di nuovo per continuare a cercare del cibo, anche un po’ spaesato. La birichina Temari, invece, sghignazzava tra i baffi per le facce strane che sicuramente avrà fatto il Nara. Voleva dirglielo, voleva davvero dirgli che mano a mano stava riuscendo a recuperare la vista, ma le sarebbe anche piaciuto sapere come la guardava quando sapeva che non poteva vedere nulla, forse erano solo fisime, ma era pronta a giurare che il moro si fosse fissato a guardarla per un bel po’ di tempo e non poche volte. Ebbene, questa sarebbe stata la sua unica occasione per sapere se aveva ragione o meno.
Si alzò in piedi e camminò fino all’acqua, le ci vollero pochi passi, mentre Shikamaru, che aveva finalmente trovato un po’ di vivande, si avvicinava ora di soppiatto a Temari, che se ne accorse guardando sott’occhio una figura avvicinarsi, ma fece finta di nulla, infondo, lei era ancora cieca.
Lui si sedette alla riva del fiume a mangiucchiare un po’ di pollo, mentre osservava i movimenti della ragazza, per quanto ancora avrebbe dovuto stare in acqua senza far nulla? Voleva ripartire per tornare a Suna, aveva bisogno di cure ma la sua testa dura non lo ascoltava, gli faceva rabbia, avrebbe dovuto prenderla di forza e portarla in spalla anche con le cattive, si, l’avrebbe fatto, ma tra cinque minuti però, giusto il tempo di un pisolino. Terminò di mangiare il pollo, lasciandone un po’ per lei e poi si stese su un fianco poggiando un gomito sull’erba e posando il capo sulla sua mano, chiudendo un occhio, mentre l’altro restava vigile sulla figura della bionda.
Tutti questi movimenti non sfuggirono a Temari, che nel frattempo si era spostata nuovamente sul prato, sedendosi sulle sue gambe ora di fronte a Shikamaru, fingendo di guardare nel vuoto, tentava in tutti i modi di attirare la sua attenzione, non riusciva ancora a vedere perfettamente, quindi andava solo per un’idea sulle sue espressioni, strabuzzava gli occhi, che intanto le bruciavano e sfregava la coda dell’occhio, la parte che la infastidiva maggiormente.
L’occhio aperto di Shikamaru non mancò di vedere questo dettaglio, lei era di fronte a lui, probabilmente nemmeno si era accorta che si era posizionata proprio in quel posto –povero ingenuo-.
-Ohè… -Esclamò diretto alla bionda –Hai fame, Temari?-
-In effetti, si!-
Si alzò a sedere e spinse verso di lei il piatto metallico con dentro il cibo.
-E’ pollo. Sta attenta a non insudiciarti troppo, okay?-
Prese il piatto forse con troppa sicurezza per una persona che non vede, ma sembrò che Shikamaru non se ne accorse, visto che non le disse nulla, meglio così avrebbe potuto continuare quella farsa, anche se ancora per poco. Iniziò a mangiare il pollo fingendosi maldestra, si accorse che Shikamaru la osservava, la fissava. Finì il piato sentendosi sazia e temporaneamente appagata, lanciando con finta distrazione il piatto sul moro, scusandosi dicendo che non credeva lui stesse proprio davanti a lei.
Shikamaru, dal canto suo, si era seccato di quella situazione, troppe cose strane stavano accadendo, posò il piato, anche se sporco, nella sua borsa e poi si avvicinò a Temari, che era rimasta esattamente seduta dove si trovava anche qualche secondo prima. Le si avvicinò con passo felpato e avvicinando i propri visi, sotto lo sguardo esterrefatto di Temari, cosa diamine stava facendo? Era per caso impazzito? Erano ad ormai tre centimetri di distanza l’uno dall’altra, sembrava proprio che le loro labbra stessero per combaciare ma Temari si scansò di qualche centimetro più indietro.
-Lo sapevo.- Esclamò Shikamaru sogghignando. –Ti è tornata la vista già da un po’, vero.. Temari?-
Guardò negli occhi la bionda, aspettando la sua reazione. Lei era sorpresa, sconcertata e anche offesa, l’aveva fregata, stavolta lo guardava con occhi sgranati. Aveva pianificato tutto solo per coglierla in fallo, da quanto tempo lo sapeva?
-Se te lo stai chiedendo… lo so da quando mi hai lanciato la pietra.-
Ecco, ancora una volta l’aveva anticipata, che odioso ragazzo, se nemmeno poteva prenderlo in giro che gusto c’era? Gonfiò le guance in un espressione infantile, non da Temari, nient’affatto, ma ci rimase male, voleva “giocare” ancora un po’ con quel fannullone. Intanto i loro visi erano ancora pericolosamente vicini, fu Shikamaru stesso ad alzarsi, ridacchiando.
-E’ da quando ho sciacquato il viso… che ci vedo, non bene, ma ci vedo.-
-Credo proprio sia ora di ripartire, ora puoi anche guidarmi tu quindi! Comunque, è una buona cosa, vuol dire che quel veleno non era nulla di pericoloso. Probabilmente lo usavano sulle loro vittime non volendole uccidere… Ovviamente sono solo supposizioni, le mie. Arrivati a Suna, avremo tutte le certezze. Forza, muoviamoci.-
Zaino in spalla, Shikamaru camminava lento per uscire da quella splendida Oasi, aspettando Temari di tanto in tanto, che era ancora era lì, nervosamente si alzò di scatto prendendo la sua borsa e superare l’uomo in maniera altezzosa.
-Si, si. Andiamo!-
Si rimisero in cammino, il resto del viaggio fu monotono, ma meglio per entrambi. Temari era piuttosto stanca, come anche Shikamaru, quella giornata era diventata stressante, non vedevano l’ora che tutto finisse e tornasse come prima. Poco a poco la ragazza riuscì a recuperare la vista, finalmente riusciva a vedere in modo nitido anche se non alla perfezione riusciva a distinguere ogni particolare, sebbene leggermente offuscato. 
Continuarono a battibeccare per tutto il resto del viaggio, né l’uno né l’altra aveva intenzione di lasciare quelle poche ore nel silenzio, c’era una nuova sintonia tra i due, una sintonia che forse iniziavano a percepire anche loro stessi, comprensibile dai loro sguardi complici, dalle spinte scherzose, dalle espressioni imbarazzate.
 
Ed eccole, finalmente lì, le porte di Suna, un muro altissimo diviso nella sua perfetta metà, l’entrata del suo Villaggio natio.
-Nhé, Shikamaru! Finalmente siamo arrivati!-
-Andiamo subito da Gaara.-
Quegli ultimi passi li percossero a grandi falcate, quasi correndo, dopo essersi presentati alle guardie che registrarono il loro passaggio nel villaggio, subitosi avviarono alla magione del Kazekage, ancora dieci minuti di cammino e finalmente la loro missione sarebbe stata compiuta.
Crepuscolo, il Villaggio venne completamente ricoperto da raggi rossi che davano a quella città un qualcosa di magico, sembrava avvolta in quel colore che non dava affatto contrasto con le sue costruzioni, anzi, si agglomerava con loro in una maniera impeccabile, una città avvolta dal fuoco, ecco cosa sembrava. Shikamaru non poté che assistere ad uno spettacolo così sublime.
 
Temari bussò una sola volta a quello che era l’ufficio di Gaara, prima di entrare senza nemmeno dichiararsi.
-Gaara, siamo di ritorno dalla missione.-
Lasciò entrare Shikamaru che guardò negli occhi gelidi del fratello di Temari, esso, prima guardò Shikamaru, squadrandolo da capo a piedi, poi guardò sua sorella, soffermandosi sulla ferita al braccio. Si avvicinò con la sua sontuosità per verificare meglio quel che sembrava, in effetti, Temari era ferita, non perse tempo per chiedere spiegazioni.
-Avete avuto qualche disagio, noto.-
Non era una domanda, ma la ragazza sapeva bene che in realtà era una chiara domanda omessa.
-Si, una banda di briganti ci ha attaccati e io… non sono stata molto attenta avendoli sottovalutati.-
Perché l’aveva coperto? Era solo colpa sua se si trovava in quello stato e magari ora prenderà anche una strigliata dal Kazekage a causa sua.
-Comprendo.-
Statico, con le mani dietro la schiena, congiunte, il suo sguardo non lasciava trapelare alcun tipo di sentimento, poi si rivolse al Nara, scrutando la sua persona.
-Il rotolo?-
-Subito, Kazekage.-
Prese velocemente dallo zaino l’importante rotolo, poggiandolo sulla mano tesa del rosso, pronto a tornare dietro la sua scrivania per leggerne il contenuto.
-Ora potete andare. Sorella, va immediatamente in ospedale e fatti controllare quella ferita. Domani mi stilerai il rapporto sulla missione, ci voglio su ogni minimo dettaglio.-
-Certo, Gaara, sarà fatto.-
Con un lieve inchino si dileguò dalla stanza, intimando a Shikamaru di seguirla, chiusero la porta dell’ufficio e s’incamminarono.
-E’ sempre così loquace tuo fratello?-
-Credevo lo conoscessi meglio, fannullone.-
Si diressero all’ospedale insieme, ma la bionda sicuramente non capiva quest’attaccamento. Perché voleva a tutti i costi accompagnarla?
-Shikamaru, non c’è bisogno che venga con me, non ci metterò molto e poi tu domani devi partire, sarà meglio che tu vada a dormire.-
-No, è colpa mia se sei in queste condizioni, voglio sapere il responso dei medici o non riuscirò a chiudere occhio, stanotte.-
-Fa come ti pare, stupido Nara.-
 
Fu tutto molto veloce, prelevarono del sangue dal braccio di Temari e poi richiusero la ferita con un intervento molto semplice e veloce, mandando poi al centro ricerche il veleno estrapolato da esso, ne era rimasto davvero poco nel corpo, quel veleno non era mortale, ma solo dannoso perla vista, avrebbe comunque dovuto restare sotto controllo per un po’ e prendere alcune medicine per accelerare il percorso di guarigione, ma fortunatamente non era in pericolo di vita. Shikamaru stette fuori ad aspettare per tutto il tempo, senza muoversi di un millimetro da quella sala d’aspetto su quella sedia d’ospedale, gli ricordò il giorno in cui Chouji era in sala operatoria e Temari di fronte a lui gli diceva che era un piagnucolone, il discorso del padre. Ogni volta che metteva piede in un edificio ospedaliero era sempre la stessa storia.
 
Temari uscì dalla sala e diede il responso al nostro preoccupato Nara.
-Non era un veleno mortale, probabilmente, come hai detto tu, lo usano sulle loro vittime per derubarle senza essere disturbati, una volta finito l’effetto, non lascia alcun tipo di residuo nel corpo dell’infetto. Quindi puoi star tranquillo, sarò viva e vegeta per ancora molto tempo, Nara.-
-Bene, almeno so che non sarà per colpa mia se un giorno ci lascerai le penne!-
-Come siamo romantici.-
-Come al solito.-
-Va a dormire, domani ti aspetta un lungo viaggio.-
-Agli ordini, capo.-
Le ultime battute prima che ognuno prendesse la propria strada, gli ultimi sguardi, due sorrisi sinceri. Una tornava a casa sua, l’altro era alla ricerca di una locanda in cui passare la notte. Il giorno dopo, Temari probabilmente si sarebbe fatta trovare alle porte di Suna per porgere un ultimo saluto al viaggiatore, come tempo fa lui fece con lei.
 
 
 
 
 
Angolo della scrittrice: No, non è ancora finita. Si, è vero, adesso ognuno è di nuovo a casa sua, ma non dimenticate che adesso arriva la vera e propria storia. Tutto questo è solo un grande, grandissimo prologo, il loro percorso è ancora lungo e non mancheranno i colpi di scena.
Ps. Non ho riletto, quindi se vedete degli errori NON ESITATE a dirmelo. <3 Bacini baciotti lettori miei. <3
  
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