Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: Yasha 26    27/07/2013    11 recensioni
Qui seduto ai piedi del tuo letto, come ogni notte degli ultimi dieci anni, ti osservo dormire.
Per secoli la mia anima ha pianto lontana da te amor mio. Non ho rivisto il tuo volto per oltre cinquecento anni. Poi come se nulla fosse sbuchi sulla mia strada, piccola e indifesa, inseguita da uno yōkai di scarso rango. Mi chiami, mi riconosci, poi svieni.
Da quel giorno non mi sono più staccato da te, con la speranza che ti ricordi ancora di me, della nostra vita insieme, del tuo passato. Che la tua anima mi riconosca e ti faccia ritornare come un tempo, la yasha più potente mai esistita, la mia sposa e la mia regina, la regina del regno degli yōkai....
Tu non sai neppure chi io sia, o almeno non sotto questo aspetto. È solo il tuo cuore a riconoscermi anche dopo cinquecento anni. La tua mente vive nel presente, come Kagome Higurashi, bellissima sedicenne e studentessa liceale.
Come sono lontani i giorni in cui eri la mia amata Himeyasha. Ma ti riavrò con me, ne sono sicuro!
STORIA IN REVISIONE
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A





 
 
“Come può un demone amare come gli umani?”
Me lo hai chiesto tante volte, e altrettante volte ti ho risposto che gli yōkai non sono tanto diversi dai ningen. Provano amore e odio anche se in maniera differente da loro.
Ti ha sempre affascinata il mondo degli umani. Li vedevi come qualcosa di speciale. Il loro essere, le loro emozioni, i loro gesti verso la persona amata ti sembravano qualcosa di unico, che nel mondo dei demoni non trovavi.
Solo noi due eravamo l’eccezione dicevi. In effetti era vero…ci amavamo moltissimo, come un demone di solito non fa.
Eppure quando ti conobbi non riuscivo a sopportarti.
Eri la figlia della migliore amica di mia madre. Ti trovavi spesso a casa mia per prendere il tè con le nostre madri, o almeno era questa l’idea della tua, perché con loro non restavi mai a chiacchierare…ti annoiavi, infondo eri una bambinetta.
Avevi sempre quei due codini da poppante pieni di nastrini, i kimono color ciclamino, corti fino alle ginocchia, le lentiggini e gli occhi grandi sempre sorpresi di ogni cosa che vedevano. Bruttarella devo dire, o almeno così a me sembravi perché proprio non ti sopportavo!
Ti avevo sempre tra i piedi. Tra i miei fratelli torturavi solo me. Mi seguivi, venivi a caccia con me, mi rincorrevi per i campi degli umani, non mi mollavi un attimo. Avrei voluto afferrarti per la gola non so quante volte ad ogni stupida domanda che mi facevi sugli umani, che tanto ti piacevano.
Capivo che provavi un certo interesse per me, ma di certo non era ricambiato. Il mio interesse all’ epoca della mia adolescenza era per la guerra, gli allenamenti e le yasha più femminili e adulte, non certo per una mocciosa di appena cinquantanni, rispetto ai miei duecento. Era come paragonare una dodicenne umana con un trentenne.
Ricordo ancora il giorno in cui ti trattai male dicendoti di sparire.
 
-Brutta mocciosa la smetti di venirmi dietro? Mi dai fastidio!-
-Perché scusa? Che disturbo ti do? Mi piace solo stare in tua compagnia.-
-Lo vuoi capire che con te tra i piedi non riesco a fare la corte a nessuna? Tutti ti scambiano per la mia ragazza e la cosa mi urta terribilmente!-
-Chissà magari lo diventerò un giorno.-
-Nemmeno se fossi l’ultima sulla faccia della Terra! Chi mai potrebbe volere una mocciosa racchia come te? Sei pesante, noiosa e deboluccia! Non sembri nemmeno una inu yōkai come me! Ti spaventano perfino i lombrichi! Vedi crescere prima di volerti fidanzare con un demone potente come me!-
 
Non dicesti nemmeno una parola. Piangesti solamente.
Il ricordo del tuo viso rigato di lacrime mi lascia ancora l’amaro in bocca. Ti ferì molto.
Da allora non ti vidi più per oltre cento anni.
Ogni volta che mia madre chiedeva alla tua come mai non venissi più a trovarci lei rispondeva che eri in viaggio, dalle tue cugine, dalle tue sorelle più grandi già sposate, o in viaggio con tuo padre. Io sinceramente non mi sono mai preoccupato di non vederti, anzi ero felice di essermi tolto una palla al piede di torno.
Che grande coglione che fui invece!
Ti rincontrai nel luogo più improbabile che mi sarei mai aspettato…su un campo di battaglia a combattere insieme a tuo padre con la tua spada, un’arma dall’aura demoniaca potentissima e dall’aspetto poco rassicurante, che non ho mai capito come riuscissi a maneggiare. Io non ci sono mai riuscito, la sua aura malvagia accettava solo te.
Quando ti vidi lì in piedi con la spada tra le mani, i corpi dei demoni dilaniati ai tuoi piedi, il kimono e i tuoi capelli argentei imbrattati dal sangue dei nemici e gli occhi rossi…stentai a credere che fossi la stessa ragazzina che mi correva dietro allegra e spensierata cento anni prima.
Il viso truccato finemente, i lunghi capelli lasciati sciolti e liberi dai codini infantili coi quali ti ricordavo, un’espressione più adulta e un fisico a dir poco spettacolare facevano di te una donna…una donna bellissima, anzi la più bella che avessi mai visto tra demoni e umani in trecento anni di vita.
Quando mi hai visto sul campo di battaglia mi hai attaccato. Non mi avevi neppure riconosciuto, forse guidata anche dalla forza della spada che chiedeva ancora sangue, sentivo la sua aura demoniaca implorarti di uccidere ancora. Anche per questo non mi è mai piaciuta quella spada maledetta.
Tenerti testa è stato difficile. Se non ti avesse fermata tuo padre dicendoti chi ero forse mi avresti ucciso. La tua forza era spaventosa. Sei stata l’unica a mettermi in seria difficoltà.
Quando sei ritornata in te mi hai quasi del tutto ignorato chiedendomi semplicemente con tono freddo perché mi trovassi lì. Quella fu la prima volta che mi feristi inconsapevolmente, ma infondo me lo meritavo.
Ti risposi che mi trovavo di passaggio e tu hai risposto con un semplice “Ah, beh allora ciao!” e voltandoti sei volata via con tuo padre.
Rimasi imbambolato diversi minuti a guardarti allontanare nella tua forma demoniaca. Non eri più il cucciolo dagli occhioni grandi che ricordavo. Eri una tigre mascherata da cane. Le tue movenze in cielo erano così sensuali ed eleganti che stentavo a credere che avessi difronte un enorme inu-yōkai.
Per giorni non ho fatto altro che pensare a te, giorno e notte. Sono perfino arrivato a chiedere a mia madre di invitare te e la tua famiglia ad un ricevimento solo per poterti vedere.
Ti sei presentata ancora più irriconoscibile di quando ti vidi in battaglia. Con kimono pregiati, il tuo immancabile color fucsia, i capelli un po’ raccolti e il resto lasciati liberi a percorrerti leggeri il corpo.
Di un’ eleganza e un portamento degni di un’imperatrice.
Purtroppo non sei venuta da sola, ma accompagnata dal tuo futuro sposo, scelto per te da tuo padre, ma col tuo consenso. Ci rimasi malissimo. Vederti parlare e ridere con lui mi fece stare male.
Ero geloso. Geloso di una ragazza che per anni mi è corsa dietro e che trattavo malamente e che ora mi ripagava con la stessa moneta ignorandomi. Eppure io vedevo che spesso ti giravi a guardarmi di nascosto. Credevi non ti vedessi e invece me ne accorgevo.
Da quella sera divenni la tua ombra. Stavolta quello che ti correva dietro ero io…
 
-La vuoi finire di venirmi dietro come un cagnolino InuYasha? Si può sapere che vuoi da me? Esci  e dimmelo, poi sparisci!-       mi urlasti adirata sentendo che ti seguivo
-Mi hai sentito anche se ero contro vento. Complimenti.-       risposi uscendo dal mio nascondiglio
-Il tuo odore di muschio selvatico si sente anche a chilometri di distanza. Che vuoi?-    chiedesti glaciale
-Perché sei così scontrosa con me Hime?-
-Perché mi stai sulle scatole. Non mi piace essere seguita. E comunque non chiamarmi Hime! È un nome da mocciosa! Il mio nome è Himeyasha!-
-Perché non dovrei seguirti? Tu lo facevi sempre quando eri piccola.-
-Infatti quando ero piccola, ed ero anche una stupida mocciosa. E tu mi hai fatto ben capire che è fastidioso essere seguiti da chi non sopporti. Quindi mi piacerebbe sapere perché ora sei tu che segui me! Non sei certo un bambino come lo ero io!-         mi spiegasti con tono così tagliente e distaccato da farmi venire i brividi
-Io…volevo scusarmi per come mi sono comportato anni fa con te Hime. Mi spiace.-       
-Bene non preoccuparti. Ne è passata di acqua sotto i ponti. Dovevi dirmi questo?-
-Beh…sì…-
-Perfetto, ora lo hai fatto quindi puoi lasciarmi in pace! Devo vedere il mio promesso sposo e i guardoni hanno vita breve con me e Shi!-
-Chi è Shi?-
-La mia spada.-
-Hai chiamato la tua spada Morte?-
-Non si chiama morte. Il nome completo è Shi no Yume, Sogno di Morte. Comunque non gliel’ho dato io, mi ha rivelato lei stessa di chiamarsi così. Ma a te cosa importa poi?-     
-La spada parla? Allora è una spada maledetta! Devi gettarla via subito Hime! Se queste spade prendono il controllo del loro padrone possono divorarne l’anima!-         l’avvisai preoccupato
Anche la spada di mio padre, So’unga, era una spada maledetta. Ogni volta cercava di prendere il sopravvento su di lui, per questo la sigillò.
-Non sono una deboluccia InuYasha! So gestire la mia spada da oltre sessantanni. Non mi servono consigli da chi stava per essere sconfitto da me. Se hai finito io me ne vado!-    
-Hime, perché vuoi sposare quel Naraku? Non è nemmeno un vero demone. E’ solo l’unione di miseri demoni inferiori.-
-Chissà forse perché è l’unico che si sia fatto avanti nel chiedere la mano di questa racchia.-        mi rispondesti con voce piegata dal dolore prima di prendere la tua forma demoniaca e correre via
 
Quelle parole mi riportarono a galla la frase che ti dissi anni prima. Non sai quante volte mi sono dannato per quel che ti avevo detto.
Per mesi ti osservai da lontano cercando di non farmi scoprire trasformandomi in umano.
Ti guardavo insieme a quel Naraku, e desideravo essere al suo posto. Volevo ricevere io i tuoi sorrisi, le tue carezze sulla mia mano, i tuoi sguardi, il tuo profumo fruttato di ciliegie mature, invece potevo solo osservarti da lontano perché mi odiavi.
Mai dimenticherò il giorno in cui quel viscido ti prese alla sprovvista baciandoti senza il tuo consenso. Alla tua reazione di dargli uno schiaffo lui ricambiò trafiggendoti con un suo tentacolo schifoso, intriso di veleno. Non mi hai dato neppure il tempo di venirti a soccorrere che già avevi tagliato la testa a quella specie di demone informe con la tua spada.
 
-Hime!-      gridai correndoti in contro
-Inu…Yasha. Non perdi… il vizio di seguirmi vero?-        dicesti tenendoti l’addome sanguinante mentre cercavi di rialzarti
-Attenta non muoverti o il veleno entrerà prima in circolo!-      le dissi prendendola in braccio
-Lasciami subito! Come ti permetti di prendermi in braccio? Fammi scendere!-
-Smettila di lamentarti! Non vedi che la ferita non cessa di sanguinare? Dove vuoi andare con un buco allo stomaco?-
-…tzs!-        rispondesti girando la faccia dal lato opposto al mio arrendendoti alle proteste
 
Ti portai vicino ad un ruscello che scorreva limpido dalle montagne ancora innevate.
Quanto protestasti quando comincia a slacciare i tuoi kimono per scoprire la ferita.
Le tue urla riecheggiano ancora nelle mie povere e sensibili orecchie.
 
-Come osi brutto depravato? Io non mi spoglio difronte a te!-
-Ma devo curarti la ferita stupida! Non voglio mica vederti nuda! Dobbiamo pulirla prima che si infetti!-
-Sono una yasha potente! Non morirò certo per questo buchetto!-
-Un buchetto che ti sta dissanguando! Non vedi quanto sangue perdi? Preferisci morire o farmi pulire questa maledetta ferita?-
-E va bene. Ma girati mentre mi scopro. E non spiare capito?-      
-Ok non ti guardo. Mi giro contenta? Quando hai finito avvisami!-    ti dissi dandoti le spalle
-Ecco ho fatto.-       mi dicesti con tono diverso rispetto a prima, forse imbarazzato
 
Quando mi girai ti trovai quasi del tutto svestita. Avevi solo un leggero haori scivolato lungo i fianchi. Il petto coperto appena dalla manica di un altro kimono, il viso arrossato per l’imbarazzo…eri bellissima.
La pelle bianchissima risaltava ancora di più con tutto quel sangue che mi apprestai a ripulire subito.
La ferita era parecchio profonda perché il tentacolo era fuoriuscito dalla schiena. Quel bastardo voleva ucciderti per uno schiaffo. Essere insulso!
Finito di ripulire la ferita ti aiutai a rivestirti, anche se mi costringesti a farlo con gli occhi chiusi.
 
-Guarda che non hai niente che non abbia già visto nelle altre donne sai?-
-Sei un porco InuYasha! Tieni gli occhi chiusi e basta!-
-Quanto la fai lunga! Sbrigati così ti riporto a casa.-
-Grazie ma non ho bisogno del tuo aiuto. Sto già meglio posso camminare anche da sola. Torna a casa tua.-
-Non ci penso proprio! Sei sotto la mia responsabilità adesso!-
-Ti faccio notare che non stai parlando con una poppante!-
-Oh tranquilla…l’ho ben visto che non sei più una bambina. Sei diventata una donna bellissima.-
-Io bellissima? Hai battuto la testa per caso? Ma se mi definivi brutta racchia!-
-Ma eri una bambina. Ora sei cresciuta. E poi anche io ero immaturo. E dai perdonami…-
-Va bene basta che la smetti di seguirmi come un cane!-
-Io sono un cane, e anche tu!-
-Allora smettila di seguirmi come uno stupido ok? Uffa quanto sei stressante!-
-Hime…ora che Naraku è morto che farai?-
-Niente, che vuoi che faccia…continuerò a seguire mio padre in guerra contro gli altri demoni. Sta ampliando i suoi possedimenti. Oramai le terre dell’est sono tutte nostre.-
-Non intendevo questo, intendevo col matrimonio, che farai?-
-Pensavo di sposare il cadavere di Naraku.-
-Che cosa?-
-Ma secondo te…che altro posso fare se lo sposo è morto razza di idiota? E’ ovvio che il matrimonio salta no? Col tempo ti sei rincretinito Inu-chan?-
-Mi hai chiamato di nuovo Inu-chan, come quando eri piccola.-
-Scusami. Errore mio. La forza dell’abitudine che vuoi farci.-
-Forza dell’abitudine dopo cento anni?-
-Insomma ma che accidenti vuoi da me InuYasha? Mi spieghi perché mi segui? Perché mi parli? Perché mi aiuti? Io non  ti ho chiesto nulla! Sei stato cent’anni senza vedermi e ora di punto in bianco ti è venuta voglia di due chiacchiere tra amici?-
-Hime ti prego io…-
-Himeyasha accidenti!-
-Uffa e va bene…Himeyasha…ascolta, io vorrei davvero che mi perdonassi. Mi rendo conto di averti ferita, sono stato uno stupido, un insensibile, quello che vuoi. Ma ti prego perdonami. Dimentica le parole che ti ho detto…-
-Perché? Cosa ti cambia avere o meno il mio perdono?-
-Mi cambia molto invece!-
-…e va bene, ti perdono ok? Tanto è passato molto tempo e infondo avevi anche ragione. Ti correvo dietro come una stupida perché mi piacevi, ma capisco di aver esagerato. Ho confuso l’amicizia con chissà che.-
-Amore…-
-Eh?-
-L’hai confuso con l’amore. Dimmi Hime…non mi ami più?-
-Che…che razza di…domanda è?-
-Rispondimi.-
-Io…non ti amo più da molto tempo ormai!-
-Ok…ora ripetilo guardandomi negli occhi e non con la testa voltata dall’altro lato.-
-Io…io non…io ti odio InuYasha!-
 
Quella fu l’ultima frase che dicesti prima che imprigionassi le tue labbra con le mie. Non eri riuscita a dire che non mi amavi così hai risposto che mi odiavi. Ma quale sentimento oltre l’odio è più simile all’amore?
Dopo essermi beccato un bello schiaffo sei stata tu a baciarmi. Da quel giorno è cominciata la nostra storia d’amore, durata solamente settantanni anni purtroppo.
Dopo la grande guerra in cui mio padre morì persi tutto…te, il nostro castello e le mie terre che abbandonai per rabbia. Il tutto per colpa di quel maledetto Seigetsu, anche lui un inu-yōkai molto potente che voleva a tutti i costi averti come moglie. Lo scontro con quel bastardo durò per giorni, finendo con la sua fuga.
Alla fine di tutto però nessuno dei due poté averti per sé perché tu moristi, con in grembo nostro figlio.
Perché Hime? Perché mi hai lasciato solo? Dovevi avere fiducia in me stupida! Io mantengo sempre le mie promesse, avresti dovuto saperlo!
Dopo quel giorno divenni spietato. Inizia ad uccidere chiunque mi capitasse a tiro, demoni, umani, donne e bambini. Il mondo degli yōkai era in subbuglio, misi tutto a ferro e fuoco per trovare Seigetsu finché non riuscì a sottomettere ogni demone ancora vivo. Mi confessarono che quel maledetto riuscì a farla franca scappando nel mondo degli umani. Tu sei morta a causa sua, quindi lui deve pagare per questo! Sono sicuro che è qui…che è vicino!
Per cinquecento anni l’ho cercato in ogni angolo del pianeta senza risultato, ma qualcosa mi dice che lui è nei dintorni di questa città.
Temo sia lui a mandarti quei demoni per ucciderti, per impedire a me di riaverti. È un miracolo che quel giorno ti incontrai prima di essere uccisa, o forse è stato il richiamo del tuo cuore a portarmi da te, chissà.
Fatto sta che per pura coincidenza mi trovai difronte casa tua mentre ero sulle tracce di Seigetsu.
Il viso rigato di lacrime mentre quel lupo ti inseguiva, il prendisole, stranamente di color ciclamino, sporco di terriccio, le ginocchia sbucciate segno che eri caduta nel tentare la fuga. Sinceramente non mi importava che quel lupo infernale ti sbranasse. Io stesso uccidevo gli umani anni prima, però le tue parole mi costrinsero ad aiutarti...
-Aiutami! InuYasha!-
Io no ti avevo mai vista quindi tu come potevi conoscermi?
Mi sei corsa incontro cadendo ai miei piedi e dopo avermi guardato hai perso i sensi.
Ho ucciso il demone coi miei artigli e ti ho presa in braccio, più per curiosità che per vedere come stavi.
I miei occhi si sono spalancati nel riconoscere nell’innocenza del tuo viso quello di Hime, quando era piccola. Avevi i capelli neri, la pelle più scura, e da quel che riuscii a vedere prima che perdessi i sensi gli occhi dorati, come i miei. Ma eri tu in forma umana, non c’era dubbio. La mia Himeyasha era tornata.
 
-Kaze no Kizu!-      urlo lanciando uno dei colpi della mia fedele spada Tessaiga ad uno dei tanti demoni che infestano la zona del tempio scintoista dove vive Kagome
Ogni giorno ce n’è sempre uno nuovo. Temo che la mia supposizione sia esatta. Seigetsu ha trovato Hime. Ma come?
Comunque è strano che a quest’ora Kagome non sia ancora scesa. Credo siano quasi le tre del mattino. Di solito a quest’ora è già a gironzolare per il giardino. Meglio andare a controllare!
Fatto un salto alla sua finestra guardo dentro per vedere se dorme.
Dannazione non c’è! Dove se n’è andata? Io non l’ho sentita uscire. Accidenti a questo sonnambulismo del cavolo!
Quella ragazza mi farà perdere anni di vita!
La cerco intorno la casa però non la trovo. Dove si è cacciata?
Oh no…e se l’avessero rapita? Magari mentre ero distratto da quel demone inutile di prima?
Ora che faccio?
 
 
 










 
 
 
 
Altro capitolo introduttivo, stavolta sulla storia di Hime con Inu ^_^ con tanto di foto di Himeyasha ^_^
Dal prossimo comincia la vera storia ^_^
L’ultimo personaggio da presentarvi resta SEIGETSU
Questa invece è come io immagino la spada di Himeyasha… Shi no Yume
Ci leggiamo al prossimo aggiornamento con Vivo per Lei ^_^ baci baci Faby <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 
   
 
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: Yasha 26